17 ottobre '08 -  www.granma.cu (IRIB)
 

 

Le violazioni dei diritti umani

dell'amministrazione Bush 

 

 

 

E poi il bello è che gli americani accusano Cina, Cuba, Venezuela ed Iran ed ogni altro paese che a loro non sta simpatico d’aver violato i diritti umani. "Nessuna ipotesi è da escludere": rispondeva così, nel febbraio scorso, il portavoce della Casa Bianca, Tony Fratto, durante un'udienza della Commissione del Senato sulle torture per annegamento.

 

Il cosiddetto 'waterboarding' è un'aberrante pratica che consiste nel versare acqua nella gola del torturato per simulare l'annegamento. L'acqua che entra provoca il 'riflesso faringeo', facendo credere che la morte sia imminente. Allora, Washington non escludeva nessuna ipotesi sull'uso di questa forma di tortura, proibita sia dalla Convenzione di Ginevra sul trattamento dei prigionieri che dalle leggi USA (Detainee Treatment Act e Military" Commissions Act).

 

La Cia aveva parlato di specifici contesti, nel 2002 e 2003, durante i quali veniva utilizzata la pratica del waterboarding. Oggi, le 'ipotesi' di cui parlava Fratto a febbraio sono confermate da alcuni 'memo', documenti segreti, di cui è entrato il possesso il quotidiano Washington Post.

 

Nel 2003 e nel 2004 - secondo quanto riferito dalla testata - la Casa Bianca appoggiò esplicitamente, i duri metodi d’interrogatorio da parte della CIA nei confronti dei sospetti terroristi. Il quotidiano cita quattro fonti ben informate della CIA e dell'amministrazione Bush che hanno chiesto l'anonimato.

 

I documenti, finora riservati, sarebbero stati richiesti all'amministrazione dall'allora direttore della CIA, George J. Tenet, più di un anno dopo che gli interrogatori segreti erano cominciati. L'agenzia di spie, sempre secondo le rivelazioni del Washington Post, lo fece perchè preoccupata delle conseguenze sull'opinione pubblica d’eventuali rivelazioni sui metodi di interrogatorio.

 

In quella circostanza, i vertici dell'intelligence avvertirono la necessità di un  imprimatur scritto della Casa Bianca, anche se nel 2002 già il Dipartimento di giustizia aveva 'approvato' in via informale tali metodi. La CIA temeva che la Casa Bianca potesse in un secondo momento, se messa alle strette da uno scandalo, prendere le distanze dai metodi usati dall'agenzia investigativa per interrogare i sospetti terroristi di Al Qaeda.

 

Tenet richiese un documento di approvazione scritto nel giugno 2003, durante una riunione del Consiglio per la sicurezza nazionale. Il memorandum d’approvazione, dice il giornale, arrivò pochi giorni dopo. Poi nel giugno 2004 Tenet chiese alla Casa Bianca un nuovo documento scritto sulla scia dello scandalo per le torture nel carcere iracheno di Abu Ghraib.

 

Anche questa volta fu accontentato, dice il 'Post'.

 

Funzionari dell'amministrazione interpellati dal giornale hanno confermato l'esistenza dei due documenti segreti, senza tuttavia riferire nulla sul loro contenuto.

 

Lo scrittore e giornalista vicino ai conservatori Usa, Christopher Hitchens, ebbe l’idea di proporre una distinzione tra la tecnica d’interrogatorio estrema e la tortura, catalogando il waterboarding nella prima definizione. Invitato a provare in prima persona cosa si prova nel venir sottoposti al trattamento - e a sfidare le sue stesse argomentazioni -, l'intellettuale accettò: "Credetemi, è tortura", disse al termine dell'esperienza.

 

Il suo racconto, pubblicato su Vanity Fair, riporta sia la brutalità del metodo e l'orrore che si prova nell'essere 'vicini all'annegamento', ma anche considerazioni circa la validità di informazioni raccolte sotto interrogatori 'estremi': "Gli interroganti, durante l' 'operazione', non avevano neppure il tempo di farmi domande. Se me le avessero fatte, avrei risposto immediatamente. Avrei risposto qualsiasi cosa".

 

Lasciamo ad ognuno il giudizio per dire se gli Stati Uniti possono essere davvero considerati i difensori dei diritti umani e se sono davvero nelle condizioni di poter giudicare la situazione dei diritti umani negli altri paesi.