Il Messaggio

 

di Chávez

      

 

Hugo Chávez ha mandato una lunga lettera a Fidel Castro, in occasione del 26 di Luglio, che inizia con queste parole :

“Con il più genuino fervore rivoluzionario, ricevi un saluto martiano e bolivariano, rivoluzionario e socialista da chi ti sa e ti sente Padre e Maestro...”     

 

 

È tornato venerdì dal suo viaggio in Europa che ha svolto in quattro giorni solamente e, volando verso ovest, è giunto a Caracas alle 23.00, quando nel punto di partenza, Madrid, era l’alba.

 

Mi hanno telefonato presto dal Venezuela sabato e mi hanno comunicato che desiderava conversare con me per telefono quel giorno. Io ho risposto che era possibile verso le 13.45, nel primo pomeriggio.

 

Ho avuto il tempo di annotare 25 punti che si potevano trattare parlando per telefono, alcuni dei quali erano già stata toccati dal presidente del Venezuela parlando con la stampa.

 

Chávez era sereno, riflessivo e soddisfatto del suo viaggio.

 

Abbiamo scambiato criteri sui prezzi degli alimenti, del petrolio e materie prime, investimenti necessari, svalutazione del dollaro, inflazione, recessione, truffe, saccheggi imperialisti, errori dell’avversario, rischi di guerra nucleare, problemi senza soluzioni del sistema e altre cose che non sono segreti.

 

Anche in questo modo io uso solo eccezionalmente questa via di comunicazione.

 

Abbiamo condiviso dettagli e annotazioni. Non mi ha detto una parola dell’eccellente messaggio che ha scritto in occasione del 26 di luglio, nel quale analizza la mia denuncia in “La strategia di Machiavelli”.

 

Il messaggio ’ho ricevuto la notte dello stesso sabato.

 

In Chávez si reincarnano le idee di Bolívar, solo che al tempo del Libertador  questi contatti richiedevano mesi di tempo e il suo viaggio in Europa almeno due anni.

 

Ieri l’ho ascoltato in “Alò Presidente”.

 

Il suo programma d’investimenti è impressionante.

 

Forse prima non si è mai prestata tanta attenzione ai desideri e alle necessità più forti delle persone  e già si vedono i primi frutti.

 

Quando la sera ho acceso il televisore, Chávez era tra il pubblico che assisteva alla partita di softball tra la squadra femminile del Venezuela e quella di Cuba nel gioco finale di una coppa. 

 

Hanno vinto le venezuelane uno a zero e addirittura senza hit né corse alle basi. Alla giovane  pitcher – la lanciatrice - del Venezuela, una ragazza aggraziata, ha sbarrato enormemente gli occhi dopo l’ultimo out, quando si è resa conto della prodezza che aveva eseguito.

 

In mezzo alla squadra giubilante che saltava, c’era anche Chávez, dando abbracci e baci.

 

Se non fossimo internazionalisti ci saremmo depressi, ma dopo averci pensato alcuni momenti mi sono rallegrato per lui e per il Venezuela.

 

Che barbaro! Come riesce a sopportare tanti sforzi ?

 

Oggi è il suo compleanno. Raúl ed io gli abbiamo inviato un quadro che raffigura il Che che emerge dalla terra, così come lo ha dipinto un pittore della provincia più occidentale di Cuba. Realmente impressionante!

 

Gli manderò al più  presto questa riflessione.

 

 

Fidel Castro Ruz

28 luglio 2008

Ore 11.30