29 maggio '08 - EFE

GUANTANAMO

Amnesty Internacional denuncia la tortura

 

 

 

La reclusione indefinita di stranieri nella base navale statunitense di Guantánamo (Cuba), le condanne inflitte ai soldati che si rifiutano di prestare servizio in Iraq, l’uso del pistole da elettrochoc nelle prigioni degli USA nel 2007, sono stati elementi denunciati da Amnesty Internacional nella sua relazione annuale.

 

Il capitolo dedicato agli  Stati Uniti nel rapporto sulla situazione dei diritti umani nel mondo.

 

AI denuncia la discriminazione razziale negli operativi della polizia, l’applicazione della pena di morte e la violenza contro le donne indigene.

 

Secondo AI più di un centinaio di prigionieri di Guantánamo sono stati trasferiti nei loro paesi d’origine nel 2007 e che alla fine dell’anno restavano nella base navale circa 275 prigionieri detti combattenti nemici. 

 

Nell’ambito della detta guerra contro il terrore nel luglio del 2007, il presidente degli USA, George W. Bush, ha rinnovato  l’autorizzazione del programma di detenzione e gli interrogatori segreti della CIA ai sospettati di terrorismo.

 

AI ha inviato all’epoca una lettera a Bush, avvisandolo che con quella decisone autorizzava di nuovo il delitto internazionale di scomparsa forzata, ma non ha mai avuto risposte. Inoltre il rapporto ricorda che il direttore della CIA ha rivelato in dicembre che l’agenzia aveva distrutto i video con le immagini degli interrogatori.

 

La maggior parte dei prigionieri di Guantánamo si trova in regime d’isolamento in installazioni di massima sicurezza e questo accentua l’inquietudine sulla loro salute fisica  e mentale.

 

AI ha anche indicato che quattro detenuti definiti pericolosi presunti terroristi sono stati portati  a Guantánamo nel 2007.

 

Amnesty Internacional ha denunciato che centinaia  di persone sono sempre custodite dagli statunitensi in  Afganistan e in Iraq ed ha espresso la sua preoccupazione per gli omicidi commessi in quest’ultimo paese da guardie private contrattate da imprese degli Stati Uniti.

 

La tortura e i maltrattamenti in carcere e sotto la custodia della polizia negli USA è stata denunciata da AI, che afferma che sono 69 le persone morte per aver ricevuto scariche di pistole Taser (armi da elettrochoc), e che il totale dei morti dal 2001 per questo motivo è di 300.

 

Riferendosi al sistema di giustizia statunitense, AI critica il caso dei Cinque cubani condannati nel 2001 per cospirazione, attuando come agenti segreti di Cuba, tra le varie accuse.

 

Alla  fine del 2007, la Corte d’Appello non si è ancora pronunciata su un ricorso per questi accusati, le cui mogli non ricevono i visti per poterli visitare, negati da anni dagli Stati Uniti.

 

L’anno scorso sono stati condannati a morte 42 prigionieri portando il totale a 1099 esecuzioni da quando la Corte Suprema ha tolta la sospensione della pena capitale.

 

La discriminazione razziale nelle operazioni di polizia viene denunciata da AI come il trattamento per le persone senza nazionalità statunitense, nell’ambito della guerra contro il terrore.

 

Le donne indigene sono sempre vittime di violazioni e violenze sessuali in grado sproporzionato  e, per via del complesso labirinto giurisdizionale delle differenti aree d’autorità federali e statali, gli aggressori scappano sempre alle azioni della giustizia, segnala ancora AI nel suo rapporto annuale.