2 maggio '08 - Pascual Serrano tratto da Rebelion

 

 

 

La tournée europea del

 

proconsole di Bush per Cuba

 

 

 

La previsione che il prossimo mese di giugno il Consiglio dell'Unione Europea affronti il mantenimento del congelamento o l'eliminazione definitiva delle sanzioni imposte a Cuba nel 2003, frutto dell'idillio tra Aznar e Bush, ha svegliato gli allarmi a Washington. Gli USA anche osservano con preoccupazione che le relazioni tra Cuba e l'UE si possano ancor più stringersi nella Conferenza UE-America Latina che si celebrerà a Lima questo mese di maggio.

Col risultato che la Casa Bianca ha inviato in tournée per
l'Europa il suo uomo per Cuba. Si tratta di
Caleb McCarry, nominato da George Bush, nel denominato Piano per la Transizione a Cuba nel luglio 2005, proconsole per l'Isola, qualcosa come quel Paul Bremen, che fu nominato per l'Iraq.

McCarry ha senza dubbio le condizioni per la missione: è figlio di un agente della CIA, ha lavorato nell'ufficio del senatore Jesse Helms, che é stato copatrocinatore della legge che ha acutizzato il blocco contro Cuba; ed ha già  messo in pratica le sue doti di destabilizzatore in Haiti dove si é incaricato di canalizzare il denaro del Partito Repubblicano per abbattere Jean Bertrand Aristide. Qualcosa di simile pretendono fare ora con Cuba, dove McCarry ha già ricevuto 60 milioni di dollari per la sua "transizione" che si sommano ad altri 200 milioni anteriormente previsti. Col risultato che Cuba considera che la mera nomina di McCarry viola il Diritto Internazionale e la Carta di fondazione delle Nazioni Unite nella misura in cui ha come oggetto un cambiamento di sistema in un paese sovrano con un Governo eletto democraticamente.

Zappa e Pressione

La tournee di McCarry é cominciata il 10 aprile ed ha incluso Berlino, Bruxelles, Oslo, Stoccolma e
Madrid, sebbene, a differenza di altre occasioni, la tendenza dominante è stata una discrezione limitrofa alla clandestinità, dato che in alcuni casi le sue visite non sono state annunciate né pubblicizzate. Questo conferma che si trattava di un lavoro di zappa e pressione, più che di portare l'opinione pubblica europea ad una posizione di scontro contro Cuba, che sanno in anticipo che non sarà accolta dalla cittadinanza di questo continente.

L'obiettivo Cuba come elemento fondamentale della sua agenda veniva riconosciuto da un portavoce del Ministero degli esteri tedesco che ha qualificato la visita come "incontro ordinario", sebbene svelava che si sarebbero trattati "temi latinoamericani in generali e cubani in particolare".

A Stoccolma, McCarry si é riunito nell'ambasciata statunitense coi gruppi anticubani svedesi recettori di fondi dell'Amministrazione Bush. Tutto fa pensare che i recenti
scandali finanziari, per l'uso indebito dei milionari aiuti dell'USAID (l'agenzia federale statunitense che distribuisce fondi con intenzionalità politica sotto l'alibi della solidarietà) di cui i gruppi di Miami furono protagonisti provocheranno, sempre più, che l'Amministrazione statunitense guardi alle organizzazioni controrivoluzionarie europee come adeguate destinatarie di questi fondi. Ciò ha già provocato le prime gomitate tra questi gruppi: mentre il direttore della rivista "Miscellanee di Cuba", Alexis Gaínza, cercava di farsi meriti davanti a McCarry, annunciando e consegnandogli esemplari della sua rivista, dove si includeva un'intervista al proconsole, il direttore di "CubaNuestra", Carlos Manuel Estefanía, criticava l'assenza alla riunione dell'ambasciata di un altro editore di una rivista anticubana, Guillermo Milán. Pare che se a Miami per ogni controrivoluzionario c'è un'organizzazione, in Svezia c'è un'organizzazione ed inoltre una rivista, probabilmente con l'unico obiettivo che l'USAID la conosca.

Casualmente, durante la gita di McCarry, il suo gran protettore in Europa, il ceco Vaclav Havel ha presentato, a Bruxelles, la Fondazione Europea per la Democrazia che, dice, cerca di sostenere la democrazia fuori dell'Unione Europea, "dal Tibet fino a Cuba". O forse, avrebbero dovuto dire, solo nel Tibet e Cuba, cioè, due regioni su cui intervenire per colpire paesi che non si piegano agli Stati Uniti. L'ha accompagnato il presidente della Commissione Europea, José Manuel Durão Barroso, che anche si esercitò da anfitrione nella Conferenza delle Azzorre, dove Bush, Aznar e Blair annunciarono tra l'altro la loro particolare "democratizzazione" dell'Iraq.

Schermo dell'intervento

La Fondazione non ha occultato che ha come strategia prestare "assistenza finanziaria per appoggiare l'opposizione interna contro regimi dittatoriali o attivisti di paesi dove le libertà sono fragili". Tra i primi includono Cuba e tra i secondi Bolivia ed Ecuador. Riconoscono anche che sperano nei finanziamenti dei governi della UE e della Commissione Europea, oltre a fondazioni private, senza dubbio promosse da quelle multinazionali che sono tanto infastidite dalle politiche di recupero delle risorse naturali che promuovono i governi progressisti latinoamericani. Havel ha precisato che non si tratta solo di appoggio economico, hanno bisogno anche di aiuto intellettuale, politico e dei mezzi di comunicazione". Sembra che l'appoggio dei cittadini e popolare sia irrilevante nel suo modello democratizzatore, hanno solo bisogno di denaro, governi e gruppi di comunicazione.

A
Madrid, la presenza di McCarry si é praticamente svolta nella clandestinità; perfino il conservatore ABC l'ha definita "inosservata" e di "diplomazia discreta". Nella capitale spagnola si é incontrato con Javier Sandomingo, direttore generale di Iberoamérica; l'ambasciatore statunitense in Spagna, Eduardo Aguirre; il controrivoluzionario Carlos Alberto Montañer, accusato dal Governo cubano di partecipare ad azioni terroristiche contro Cuba, e l'impresario cubano americano Leopoldo Fernández Punjals, fondatore di Telepizza che nel 1999 ha venduto la sua partecipazione riscuotendo 50000 milioni di pesetas, di quelle di allora, lasciando la sua quotazione con una caduta del 50% del prezzo delle azioni e senza ripartire nessun dividendo tra il resto degli azionisti.

Piano per l'annessione

Qualunque analista riconoscerà che il discorso degli USA sui diritti umani e Cuba è sola un alibi per prendere il controllo dell'Isola. Il denominato Piano per la Transizione a Cuba è uno sproposito che burla la Carta di fondazione delle Nazioni Unite nella misura in cui ha come intenzione abbattere un Governo sovrano. Un Piano che, come ha denunciato il Governo cubano, contiene un annesso segreto che evidenzia metodi preoccupanti che la Casa Bianca si riserva per ottenere i suoi obiettivi. Ed in quanto alla parte "buona" del Piano, ha promesse tanto ridicole come alfabetizzare i cubani — un popolo che sta alfabetizzando decine di paesi — o vaccinare contro il morbillo, in un paese dove si sradicò questa malattia decadi fa e dove l'incidenza della malattia è più bassa che negli Stati Uniti.

Davanti ai silenzi sui risultati della tournee di McCarry per l'Europa, solo il tempo dirà se in realtà la UE ha la ferma decisione di adottare una politica propria ed indipendente verso Cuba o continuerà ad accettare le pressioni e ricatti degli Stati Uniti. Il Governo dell'Isola ha dimostrato che non ha nessun problema per affrontare una discussione sui diritti umani con l'Europa. Il Governo spagnolo ha potuto comprovarlo in aprile dello scorso anno dopo una riunione del suo Ministro degli Esteri col Presidente, allora in funzioni, Raúl Castro. Dopo quell'incontro, i due ministri degli Esteri diffusero un comunicato congiunto dove ci si ci si accordava "
per lo stabilimento di consultazioni politiche, includendo un dialogo in materia di diritti umani, le cui modalità sono già state definite", che ha come primo principio il "pieno rispetto alla sovranità nazionale delle due parti, all'uguaglianza sovrana di entrambi gli Stati, nella loro cornice giuridica ed ordinamento costituzionale, e la non ingerenza nei temi interni". Spetta alla Spagna ottenere che in giugno la politica dell'Unione Europea sia quella di un dialogo tra uguali, per la quale la prima misura è accettare la logica esigenza di L'Avana di eliminare definitivamente le sanzioni contro Cuba. Che vengono in Europa i gestori di
Guantanamo a chiedere sanzioni per il resto dell'Isola per violazione dei diritti umani, è solo una prova in più dei paradossi assurdi della politica internazionale.