1 aprile 2008 - www.granma.cu

 

Posada alla TV

 

 

Canale 23, della televisione locale di Miami, ha avuto il pessimo gusto di includere le immagini e le parole di Luis Posada Carriles mentre partecipava ai funerali del musicista Israel López a Miami.

 

Posada Carriles, che ha dichiarato la sua partecipazione agli attentati con bombe perpetrati contro i centri turistici dell’Avana - in uno morì un turista italiano - non ha un passato di musicista o di specialista culturale di sorta. Non è davvero nemmeno una figura rappresentativa della comunità di Miami, ma ha invece alle spalle una storia di terrore e di morte, che non va dimenticata.

 

Nel mese di maggio del 2007 gli avvocati di Posada dissero che costui sarebbe rimasto a Miami, appartato dalla vita pubblica e dai mezzi di comunicazione cui non avrebbe rilasciato dichiarazioni sino a che non si chiarirà completamente la sua situazione legale negli USA.

 

"Posada non farà dichiarazioni pubbliche sino a che non saranno chiariti tutti i suoi punti pendenti", aveva detto Arturo Hernández, il principale avvocato della difesa.

 

"Ci sono troppe cosa a rischio per esporsi a interviste con la stampa", aveva aggiunto l’avvocato parlando per l’edizione del 15 maggio 2007 di El Nuevo Herald.

 

Un giurato d’istruzione in New Jersey mantiene aperta un’investigazione sulla presunta partecipazione di Posada negli attentati contro le installazioni turistiche di Cuba, nel 1997, con la complicità di esiliati cubani residenti in Florida.

 

La giudice federale Kathleen Cardone ha decretato nel maggio del 2007 l’annullamento per Posada delle accuse migratorie che pesavano su di lui.

 

Il Dipartimento di Giustizia ha appellato la sentenza e Posada ha risposto – con i suoi avvocati - all’appello.

 

Posada Carriles deve anche affrontare un ordine finale di deportazione e una richiesta di estradizione del Governo del Venezuela che lo responsabilizza dell’esplosione, nel 1976, di un aereo civile cubano con 73 passeggeri a bordo, tutti morti.

 

Il reporter Mario Vallejo disponeva di un mucchio di figure di rilievo ai funerali del musicista per fare interviste e Canale 23 avrebbe dovuto selezionare meglio le sue trasmissioni.

 

È così forte il desiderio di compiacere il settore dell’ultra destra reazionaria dell’esilio cubano da parte di Canale 23, da approfittare dell’insolita apparizione dell’anziano terrorista nel luogo meno indicato per ricordarci che la giustizia statunitense non è uguale per tutti?