DICHIARAZIONE DELLA DELEGAZIONE DI PARLAMENTARI BRITANNICI E SINDACALISTI STATUNITENSI, CANADESI ED INGLESI SUL GOVERNO URIBE

 

16 aprile '09 - www.nuovacolombia.net



Siamo una delegazione di parlamentari britannici e sindacalisti statunitensi, canadesi ed inglesi.

Abbiamo passato questo giorno qui nel dipartimento di Arauca, Colombia, ascoltando le testimonianze delle vittime dei terrificanti abusi contro i diritti umani.

Abbiamo sentito di padri, madri, fratelli e figli assassinati, di famiglie sfollate, di contadini innocenti ammazzati e travestiti da guerriglieri, di sindacalisti minacciati, intimiditi ed uccisi.

Siamo in uno stato di shock per via di quello che abbiamo sentito, e data l'evidenza non abbiamo dubbi sul fatto che il governo di Alvaro Uribe e le forze di sicurezza sono complici di questi crimini di lesa umanità. Inoltre, siamo convinti che le attività assassine delle forze paramilitari siano approvate ed attivamente appoggiate dal governo e dalle forze dello Stato.

Questi crimini sono aggravati dall'impunità di cui godono quelli che li hanno commessi, e dalla latitanza del sistema giudiziario quando si tratta di processare criminali e mandanti.

Invece di incarcerare i veri criminali, il governo ha imprigionato i sindacalisti, i membri dell'opposizione politica ed i difensori dei Diritti Umani come Martín Sandoval, che vari di noi hanno avuto la possibilità di visitare oggi. Chiediamo la sua immediata liberazione e quella degli altri prigionieri politici e sindacalisti.

Una volta tornati nel Regno Unito ed in Nordamerica, chiederemo la fine immediata dell'appoggio militare e politico alla Colombia. Ci muoveremo affinché non si dia Trattato di Libero Commercio alcuno con la Colombia sino a quando i diritti umani e dei lavoratori non saranno rispettati in modo internazionalmente verificabile, affinché sia di dominio pubblico la complicità delle multinazionali come l'Occidental Petroleum con la violazione dei diritti umani e dei lavoratori in Colombia, ed affinché cessi immediatamente la criminalizzazione dell'opposizione democratica e legittima, così come le esecuzioni extragiudiziarie.

Domenica 4 aprile 2009

1. Ian Davidson MP: Member of Parlament for Glasgow;
2. Jeremy Dear: General Secretary of the Nacional Union of jaurnalist (NUJ) which represents 32.000 journalist, also chair of Justice for Colombia and a member of both the TUC Executive and TUC General Council;
3. David Drever: President of the Educational Institute of Scotland (EIS) which represents 60.000 teachers in Scotland;
4. Simon Dubbins: Director of Internacional Relations for Unite Union which represents 2.100.000 members in several sectors, also a member of the executive of the European TUC and President of the graphical sector of Union Network Internacional (UNI), 5. Samuel Gurney: internacional Policy Officer for the TUC and member of the ILO Governing Body;
6. Sally Hunt: General Secretary of the University and Collage Union (UCU) which represents 118.000 members in academia, also a member of the Justice for Colombia Nacional Comité ando f both the TUC Executive and TUC General Council where she is spokesperson on internacional relations;
7. Peter Kilfoyle MP: Member of Parliament for Liverpool, former Goverment Minister;
8. Adam Lee: Oficial for the trade union, United Steelworkers (USW) which represents 1.2 million members from several sectors in the US and Canada;
9. Andy Love MP: Member of Parliament for Edmonton, Parliamentary Private Secretary;
10. James McGovern MP: Member of Parliament for Dundee;
11. Karie Murphy: Parliamentary Assistant;
12. John O'Neill: Partner al Thompsons Solicitors;
13. Sandra Osborne MP: Member of Parliament for Ayr, Carric & Cumnock, member of the Foreign Affaire Select Committee;
14. Stephanie Peacock: Member of the Labour Party Nacional Executive Comité;
15. Frederick Redmond: Internacional Vice President of trade union United Steelworkers (USW) representing 1.2 million membres from several sectors in the US and Canada, also a member of the AFL-CIO Executive Council;
16. Mark Rowlinson: Legal Officer for the trade union, United Steelworkers (USW) which represents 1.2 million members from several sectors in the US and Canada;
17. Michael Shaw: President of the FIRE Brigadas Union (FBU) which represents 45.000 members in the FIRE service;
18. James Sheridan PM: Member of Parliament for Paisley and Renfrewshire North;
19. Carol Wilson: Parliamentary Assistant;
20. Anthony Woodhouse: Chair of the Nacional Executive Comité of Unite the Union which represents 2.100.000 members in several sectors.

 

 

Aquile nere: il vero volto dei

nuovi “paras” colombiani

 

 

17 marzo '09 - A.Necciai tratto da siporcuba.it

 

 

Da qualche anno imperversano in Colombia, un paese già martoriato dalla povertà di ampi strati della popolazione e da una guerra civile di lunga durata. Si fanno chiamare “Aquile nere”, le nuove organizzazioni criminali dedite a ogni forma di delinquenza, considerate – a ragione –  le degne eredi delle famigerate AUC (Autodefensas Unidas de Colombia), i corpi paramilitari di estrema destra di recente smantellati in seguito all’entrata in vigore della legge “Justicia y paz”. Le AN sono comparse per la prima volta nel dipartimento Norte de Santander, nel nordest colombiano, al confine con il Venezuela. Da lì altri gruppi criminali, sempre sotto il nome di “Aquile nere”, hanno cominciato ad espandere le loro attività in vari municipi concentrandosi nelle zone di Santander, Cesar, Caquetà e Antioquia, tanto da indurre il presidente colombiano Uribe – sul cui governo continuano a piovere accuse di combutta con le vecchie AUC per attività di “guerra sporca” e di narcotraffico – a ordinare al suo esercito la creazione di un “Nucleo speciale di ricerca” per snidare i membri di queste pericolose bande armate.

Col tempo le AN hanno stretto legami con i potenti cartelli della droga (come già era accaduto per le AUC) e sono coinvolte in attività illecite come estorsioni, rapine, sequestri di persona e atti terroristici contro le popolazioni. Peraltro, in perfetta continuità con le vecchie AUC, le AN svolgono oggi la loro medesima funzione politica attaccando membri delle FARC (Fuerzas Armadas Revolucionarias de Colombia, la guerriglia di ispirazione bolivariana e guevarista) e provvedendo all’eliminazione fisica – sovente dietro commissione – di sindacalisti, attivisti politici e dei diritti umani, e di altri individui “scomodi” appartenenti ai movimenti civili. La loro attività più redditizia resta il narcotraffico, grazie al quale si finanziano e si armano e che li spinge, in casi sporadici, persino a scendere a patti scellerati con i loro nemici ideologici, i guerriglieri delle FARC, per spartirsi i lauti guadagni del commercio della droga. A gonfiare i sempre più folti ranghi di queste bande criminali sono sia gli ex paras delle AUC (quelli che non hanno aderito alla smobilitazione, ma anche molti “smobilitati” tornati a delinquere), sia malviventi “comuni” senza alcuna relazione con i vecchi paramilitari, ma particolarmente vogliosi di entrare nel business del narcotraffico. Secondo un rapporto della Polizia Colombiana, tra il 2006 e il 2007 sono stati catturati ben 1765 membri di bande armate criminali (Bacrim), dei quali 258 erano paramilitari “smobilitati”.

Uno degli individui sospettati di comandare le AN è l’ex paras Vicente Castaño (meglio conosciuto con il nome di “El Profe” e cofondatore delle AUC), il quale scomparve in seguito alla smobilitazione dei paramilitari e subito dopo essere stato accusato dell’assassinio del fratello Carlos, il capo storico delle AUC freddato ad Antioquia per ordine degli altri jefes reclusi nel carcere di massima sicurezza di Itagüí. Ma in realtà i sospetti arrivano ben più in alto, fino a lambire i palazzi della politica. Se il presidente colombiano Alvaro Uribe nega l’esistenza di legami tra le istituzioni e le decine di organizzazioni armate facenti capo alle nuove AN, la magistratura – di contro – continua a svolgere spinose indagini sulla presunta alleanza di un settore del governo con i capi dei narco-paramilitari. Molti di loro, come Salvatore Mancuso (di chiare origini italiane), don Berna e Jorge 40, sono già stati estradati negli Stati Uniti per reati legati al narcotraffico, ma potrebbero decidere da un momento all’altro di “vuotare il sacco” rivelando molte verità compromettenti sul conto di Uribe e dei suoi uomini di partito, per far scontare al presidente colombiano il fatto di non aver mantenuto le sue promesse di impunità secondo i dettami della legge di amnistia “Justicia y paz”.

Per allontanare e far dimenticare all’opinione pubblica i sospetti che lo riguardano, il mandatario colombiano si affida ai media nazionali (tutti – o quasi – subordinati al suo governo), i quali “sebbene non possano nascondere la portata degli scandali in atto, continuano ad avvalorare una presunta popolarità di Uribe ottenendo, grazie alla tecnica Goebbels (“ripetete una bugia, cento, mille, un milione di volte e diventerà una verità”), che sia presa per buona anche internazionalmente. Dimenticando che le elezioni di Uribe sono state non soltanto illegittime (per l’asseverata compra di voti che hanno reso possibile la riforma costituzionale che ha permesso la rieleggibilità presidenziale), ma anche ottenute con il contributo decisivo dei vari blocchi paramilitari, all’origine dello stesso scandalo della cosiddetta para-politica”. **

Mentre le istituzioni colombiane affondano sommerse dagli scandali, le Aquile nere sono tornate prepotentemente alla ribalta, ora anche sulla scena internazionale. Qualche mese fa, i loro capi si sono fatti sentire inviando lettere minatorie ad Ong di vari Paesi (tra cui l’Italia) con sede in Colombia, a sindacati dei lavoratori e a movimenti studenteschi nazionali ed internazionali che da anni si battono per la difesa dei diritti civili del popolo colombiano. Nel testo, pieno di insulti all’indirizzo delle FARC e dei suoi “fiancheggiatori”, si legge che tutte queste organizzazioni e i loro aderenti sono dichiarati dalle Aquile nere “obbiettivi militari”, e pertanto passibili di eliminazione. E di solito, purtroppo, alle minacce dei paramilitari fa regolarmente seguito l'esecuzione delle stesse.

 

             ** “La nazione dei veleni” di Guido Piccoli – Latinoamerica n°104 (3/2008).