COLPO DI STATO IN HONDURAS


NOTIZIE DAL GOLPE

 

25 agosto '09www.granma.cu (PL)

 

 

Migliaia di Honduregni domandano

il ritorno dell’ordine costituzionale
 

 

Migliaia di Honduregni hanno ieri domandato la restituzione dell’ordine costituzionale, mentre una missione dell’Organizzazione di Stati Americani (OEA) stava negoziando una soluzione alla situazione creatasi successivamente al golpe militare del passato 28 giugno.

 

Migliaia di Honduregni domandano il ritorno dell’ordine costituzionaleI manifestanti si sono riuniti intorno all’hotel della capitale dove questo lunedì sono cominciate le riunioni con settori dei Paesi, il gruppo dei sette Ministri degli Esteri ed il segretario generale dell’OEA José Miguel Insulza.

 

L’area, vicina alla Casa Presidenziale, è vigilata da un forte contingente di truppe dell’esercito e dal corpo antisommossa della polizia, che ha bloccato l’accesso all’hotel.

 

La marcia, partita dalle vicinanze dell’Università Pedagogica Nazionale, ha percorso varie strade, cantando cori nella 58° giornata consecutiva della resistenza del Colpo di Stato.

 

La protesta è coincisa con lo sciopero nazionale degli insegnanti e del settore pubblico, convocato dalle tre centrali della Nazione.

 

Una delegazione del Fronte Nazionale contro il Colpo di Stato si è riunito con i delegati dell’OEA esponendole la richiesta popolare di ristabilimento dello Stato di Diritto.

 

Il dirigente Rafael Alegría, uno dei partecipanti all’incontro, ha precisato che quest’obiettivo passa inevitabilmente per la restituzione del Presidente Manuel Zelaya.

 

Nel frattempo, il Canale 36 della televisione di Honduras neppure ieri ha potuto trasmettere, a causa di un attentato subito dalla sua équipe di trasmissione, da parte di un gruppo di incappucciati, che hanno anche attaccato l’emittente Radio Globo.

 

I dirigenti dell’emittente radio hanno denunciato che l’aggressione è avvenuta durante la trasmissione del concerto internazionale organizzato dagli artisti del Fronte Nazionale contro il Colpo di Stato.

 

 

21 agosto '09www.granma.cu (PL)

 

 

Marcia massiccia esige lo Stato
di Diritto in Honduras

 

Una massiccia marcia di oltre quattro ore ha percorso ieri la capitale dell’Honduras per esigere la restituzione dello Stato di Diritto, e del Presidente costituzionale Manuel Zelaya, come ha riportato PL.

 

“La 54° giornata di resistenza è stata un successo. Ha il sapore del trionfo”, ha affermato lo scorso pomeriggio il coordinatore generale del Fronte Nazionale contro il Colpo di Stato, Juan Barahona, durante l’atto finale celebrato a 300 metri dal quartiere generale delle forze armate.

 

I membri del Fronte hanno cominciato a concentrarsi a partire dalle 08:00 davanti all’Università Pedagogica Nazionale, e alle 10:00 hanno cominciato un lungo percorso per tutti i quartieri popolari.

 

Durante il tragitto, sono stati esclusi dalla marcia due giovani – carichi di pietre proprio di fronte ad un Distretto di Polizia rafforzato con truppe dell’esercito – perché sospettati di essere provocatori al soldo del sindaco della capitale, Ricardo Álvarez e del conservatore Partito Nazionale, che appoggia il Governo de facto.

 

Nel frattempo il candidato presidenziale Carlos H. Reyes e le basi del Partito Liberale opposte al golpe, hanno rifiutato l’ipotesi di nuove elezioni sotto il Governo de facto.

 

In un comunicato, Reyes e i suoi collaboratori hanno suggerito il mantenimento della candidatura presidenziale indipendente, proponendo però che tutti i “candidati non golpisti presenti ad ogni livello delle elezioni popolari si ritirino dal processo elettorale se si mantiene la dittatura”.

 

 

Aumenta la repressione

 

 

La deputata del partito di Unificazione Democratica (UD) d’Honduras, Silvia Ayala, partecipante al Foro di San Paolo che si celebra in Messico, ha denunciato ieri l’aumento della repressione e criminalità nel suo Paese.

 

“Mentre – ha detto – il popolo continua la sua lotta con nuove strategie, come la costituzione di fronti di avvocati in resistenza, equipe di esperti del diritto che in tutto il Paese stanno assumendo gratuitamente la difesa di coloro che sono stati detenuti per aver partecipato alle manifestazioni pacifiche o che sono stati licenziati perché vincolati alle proteste.

 

 

20 agosto '09www.granma.cu (PL)

 

 

Detenzioni e processi giudiziali

arbitrari in Honduras

 

 

Al meno 27 Honduregni sono stati sottoposti a giudizi aperti iniziati martedì e continuati questo mercoledì, per i fatti registrati nel Congresso honduregno la settimana precedente, dove centinaia di manifestanti hanno protestato contro il regime de facto e chiesto il ritorno del Presidente legittimo Manuel Zelaya.

 

In questa protesta del Fronte della Resistenza, che ormai compie 53 giorni in piede in guerra contro il Colpo di Stato, i manifestanti sono stati aggrediti dalla polizia honduregna, istruita dal regime illegittimo istallatosi in Honduras a partire dal passato 28 giugno.

 

La maggior parte dei catturati si trovavano in realtà fuori dal perimetro della protesta.

 

I presunti implicati nel fatto saranno giudicati per ribellione, danni alla proprietà privata e svolgimento di manifestazioni illecite.

 

Uno dei detenuti, Justo Mondragòn, ha denunciato a Telesur che "stando seduti nel Parque Central, ci hanno presi, picchiati e portati negli scantinati del Congresso dove si trovano le statue, e lì hanno continuato a massacrarci. Da quel momento ad ora, abbiamo passato momenti lunghi".

 

Secondo fonti di informazioni, 11 degli imputati sono rimasti detenuti nel principale centro penitenziario del Paese durante lo svolgersi del relativo giudizio nella Corte Suprema.

 

Contemporaneamente allo svolgersi del processo, i sostenitori di Manuel Zelaya, hanno continuano a manifestare per le strade, appostandosi di fronte alla Sala delle Sentenze della Corte Suprema di Giustizia (CSJ), dove hanno preteso la libertà dei 27 accusati.

 

Marco Tulio Amaya, del gruppo di avvocati difensori dei manifestanti, ha informato che durante l’udienza di tre ore della prima giornata, sono state presentate varie istanze di nullità per violazioni ai diritti umani ed obiezioni contro il Procuratore Gloria Barahona, per aver insultato gli imputati ed aver forzato lo stato d’innocenza.

 

Nel frattempo, centinaia di Honduregni hanno pacificamente marciato verso l’Ambasciata statunitense a Tegucigalpa in protesta al rovesciamento dell’ordine costituzionale nel Paese centroamericano.

 

Da parte sua, la prima dama Xiomara Castro, ha reiterato alla Commissione dei diritti umani della OEA con sede nel Paese, la necessità che si agisca contro i golpisti al potere, "visto che sono già passati parecchi giorni", ha precisato.

 

Il popolo honduregno da oltre mezzo centinaio di giorni consecutivi è in lotta per il ritorno del suo legittimo Presidente Manuel Zelaya, cacciato successivamente al golpe del 28 giugno.

 

18 agosto '09www.granma.cu (PL)

 

 

Continua per le strade honduregne

la resistenza antigolpista

 

 

Il Fronte Nazionale Contro il Colpo di Stato di Honduras è tornato oggi per le strade della capitale reclamando la restituzione dell’ordine costituzionale e del Presidente Manuel Zelaya.

 

I dirigenti dei movimenti popolari hanno fatto sapere che la lotta in vista di tali obiettivi e la convocazione di un’assemblea costituente, si manterranno pacifiche, a dispetto della forte repressione delle forze armate e della polizia, come ha citato PL.

 

Durante una conferenza stampa allestita per strada di fronte all’Università Pedagogica Nazionale, essi hanno esortato la comunità internazionale a continuare l’allerta verso coloro che hanno usurpato il potere grazie ad un golpe militare il 28 giugno.

 

Nel 22° comunicato del Frente letto da Israel Salina, Segretario generale della Federazione Unitaria dei Lavoratori (FUTH), si sottolinea che la lotta continua anche nella parte interna del Paese.

 

Secondo il dirigente contadino Rafael Alegría, i golpisti stanno conducendo la Nazione in una terribile crisi caratterizzata dall’assenza di medicine e di ospedali pubblici e dalla mancanza di fondi per acquistarli.

 

Alegría ha precisato che sono migliaia gli Honduregni i cui diritti più elementari sono stati violati durante le repressioni dei militari e degli organi di polizia ai danni delle manifestazioni pacifiche che reclamavano lo Stato di Diritto.

 

Dopo la conferenza stampa migliaia di persone sono confluite in un marcia per le strade capitaline fino al raggiungimento della sede dell’Organizzazione di Stati Americani (OEA), per esprimere all’Istituzione regionale il proprio ripudio verso il golpe militare. La manifestazione è successivamente passata a 300 metri dalla Casa Presidenziale, il cui accesso è stato immediatamente bloccato dalle truppe dell’esercito.

 

La sposa del Presidente Manuel Zelaya, Xiomara Castro, si è quindi unita alla manifestazione, annunciando ai giornalisti che dopo 52 giorni di lotta, il popolo continua con la medesima convinzione, a dispetto della repressione.

 

Allo stesso tempo, il Frente ha preteso l’immediata libertà per i prigionieri politici, vittime – hanno denunciato – della repressione delle autorità de facto.

 

Il dirigente delle basi del Partito Popolare contrario al Colpo di Stato, Rássel Tomé,  ha anticipato che un équipe di avvocati del Frente sta rappresentando i detenuti accusati di presunti crimini, tra i quali la rivolta stando ad uno studio di PL.

 

Ha inoltre precisato che si tratta di 24 persone arrestate la scorsa settimana durante le aggressioni della polizia e dell’esercito alle manifestazioni tenutesi nella capitale, aggiungendo che 11 di loro, che non hanno potuto pagarsi la libertà su cauzione, si trovano ora nel penitenziario di Támara, situato nella parte nord di Tegucigalca.

 

Agli altri sono state applicate differenti misure cautelari fino al giorno dell’udienza con i giudici, la prima delle quali è fissata per domani nella sede del comando speciale della polizia anti-sommossa Cobras.

 

 

17 agosto '09www.granma.cu (PL)

 

 

Le più potenti famiglie di Honduras hanno finanziato il Colpo di Stato

 

 

Leticia Salomón, ricercatrice dell’Università Nazionale di Honduras, ha affermato che dieci fra le più potenti famiglie del suo Paese hanno finanziato il Colpo di Stato dello scorso 28 giugno contro Manuel Zelaya, Presidente legittimo e costituzionale.

 

Durante la trasmissione del programma domenicale José Vincente Oggi, l’omonimo giornalista ha reso notizia dell’informazione della Salomón, secondo la quale il golpe sarebbe stato organizzato da un gruppo di impresari capeggiati da Carlos Roberto Flores Facussé, ex-Presidente e proprietario del giornale La Tribuna.

 

Il giornalista ha anche aggiunto che tale periodico, insieme ad altri due, La Prensa e El Heraldo ed i canali 2, 3, 4, 5, e 9 sarebbero stati i pilastri fondamentali del golpe.

 

Come ha enfatizzato l’uomo “Si ripete la storia: i media honduregni, così come fecero quelli venezuelani nel 2002 e 2003, stanno fungendo da punte di lancia contro la democrazia ed i diritti fondamentali”.

 

14 agosto '09www.granma.cu (PL)

 

Almeno 24 i prigionieri politici

 

Il Fronte Nazionale contro il colpo di Stato in Honduras ha denunciato che il regime mantiene reclusi 24 prigionieri politici del governo usurpatore  guidato dall’l'imprenditore Roberto Micheletti. 

 

In un comunicato, il Fronte ha precisato che questi cittadini  sono stati arrestati due giorni fa mentre manifestavano pacificamente vicino al Congresso, e che sono anche stati brutalmente picchiati e feriti dalla polizia.  Inoltre sono accusati di furto, sedizione e danno alla proprietà privata e pubblica, tra gli altri delitti. Un'udienza illegale è stata svolta  in un commissariato di Polizia,  senza che gli accusati avessero a disposizione una difesa, dopo24 ore circa.

 

12 accusati sono stati condannati agli arresti, mentre altri 12 saranno sottoposti  a misure sostitutive durante il processo giudiziario. 

 

Tra costoro si trova la ingegnere agronomo ed attrice Alba Leticia Ochoa, che è stata vista in un video mentre veniva brutalmente picchiata,presa a  calci e lanciata al suolo nel palazzo legislativo, dagli agenti della polizia.  Il comunicato aggiunge  che coloro che non hanno potuto dimostrare di possedere un bene immobile, cioè, che non hanno potuto dimostrare la proprietà di beni “per essere i più poveri”, sono stati condannati agli arresti preventivi. 

 

La deputata Silvia Ayala, del Partito di Unificazione Democratica, ha condannato  che nella città di San Pedro Sula i procuratori condannano  le vittime della repressione e non attuano contro i veri colpevoli della violenza, che si è scatenata nel paese. 

 

Intervistata dall'emittente Radio Globo, all'inizio di una marcia popolare contro il colpo militare, la deputata ha sottolineato che si tratta di un sistema giudiziario screditato davanti al popolo, perché è solo al servizio dell’oligarchia.

 

I golpisti hanno attaccato gli studenti  ELAM

 

Le forze golpiste in Honduras hanno attaccato gli studenti della Scuola  Latinoamericana di Medicina (ELAM) in visita in questo paese, che offrivano assistenza medica a vari manifestanti feriti.

 

In un’intervista telefonica dal Messico, la deputata del Partito d’Unificazione  Democratica (UD), Silvia Ayala, ha affermata che i giovani sono stati picchiati  e trasferiti in un commissariato, mentre curavano le vittime della repressione, a  San Pedro Sula.

 

Alcuni presentavano varie ferite e segni di colpi, ha detto la funzionaria, che guida la resistenza pacifica nella seconda città d’importanza della nazione centroamericana.

 

I fatti sono avvenuti con il peggioramento della situazione e con il regime di fatto che ha dichiarato l’emergenza, dopo le forti proteste che si svolgono già da 47 giorni e che chiedono il ritorno di Manuel Zelaya.

 

La tensione sociale continua  in Honduras, dopo la repressione militare con il prolungamento della crisi, senza soluzioni negoziate ha segnalato PL.

 

Le forze armate e la polizia mettono in pratica una vasta operazione per disperdere e fermare gli oppositori che partecipano alle marce e che esigono il ritorno dell’ordine costituzionale  del presidente eletto Manuel Zelaya.

 

Il Fronte Nazionale contro il Colpo di Stato, in vari comunicati, ha denunciato la brutalità delle azioni dei militari e della polizia, che maltrattano, torturano e picchiano i detenuti

 

 

13 agosto '09www.granma.cu (PL)

 

La polizia ha attaccato la manifestazione popolare nella capitale

 

 

Le forze speciali dell’Honduras hanno attaccato una manifestazione di resistenza contro il colpo di Stato nel centro della capitale, Tegucigalpa, con un saldo di feriti e detenuti da verificare.

 

La polizia ha attaccato la manifestazione popolare nella capitale Tra gli arrestati c’è il deputato Marvin Ponce, del Partito Unificación Democrática, che è stato picchiato duramente, ha denunciato a Prensa Latina il dirigente contadino Rafael Alegría. 

 

Gli incidenti sono avvenuti  vicino alla sede del Congresso, in una strada molto stretta, dov’era giunta la testa di una marcia di migliaia di persone per domandare la restituzione dell’ordine di diritto.

 

La polizia è uscita dalle cantine del palazzo  legislativo ed ha sparato granate di gas lacrimogeni contro la folla che è andata verso il parco centrale e nelle  stradine del centro storico della città.

 

Gli agenti sono avanzati ed hanno lanciato molti gas; una granata è caduta sul monumento dell’Eroe Nazionale, Fancisco Morazán. 

 

Il governo di fatto, di fonte alla resistenza popolare, ha di nuovo imposto il coprifuoco

 

12 agosto '09www.granma.cu (PL)

 

 

La OEA deve sanzionare i golpisti

 

 

Il Fronte Nazionale contro il colpo di Stato in Honduras ha reclamato misure concerete contro il governo di fatto ad una missione della Organizzazione degli Stati Americani - OEA - che andrà in questo paese.

 

Il coordinatore generale del Fronte, Juan Barahona, ha affermato durante una manifestazione culturale della resistenza che le organizzazioni popolari staranno molto attente alla gestione dell’organismo emisferico.

 

“Poniamo tutta la nostra attenzione alla missione dei Ministri degli Esteri della OEA, che deve imporre un tempo, un giorno e l’ora in cui i golpisti devono abbandonare il potere usurpato”, ha dichiarato.

 

La OEA ha condannato il colpo di Stato del 28 giugno ed ha reclamato il ritorno senza condizioni del presidente costituzionale Manuel Zelaya.

 

Inoltre ha sospeso l’Honduras dall’Organizzazione.

 

Una mediazione del presidente della Costa Rica, Oscar Arias, richiesta dagli Stati Uniti, ha cercato d’ottenere il rientro di Zelaya, però con severe condizioni come l’amnistia per i golpisti e la rinuncia al fomento della democrazia partecipativa.

 

Questa gestione è fallita per il rifiuto del governo di fatto di permettere il ritorno di Manuel Zelaya, pur con le limitazioni per esercitare l’incarico proposte da Arias.

 

La delegazione della OEA sarà composta  dal segretario di Stato del Canada per i Temi Esteri nel continente americano, e dai ministri degli Esteri di Argentina, Jorge Taiana; Costa Rica, Bruno Stagno; Giamaica, Kenneth Baugh; del Messico, Patricia Espinosa e della Repubblica Dominicana, Carlos Morales Troncoso.

 

 

MICHELETTI ACCETTA LA MISSIONE DELLA OEA COME “TURISTA”

 

 

Il presidente di fatto dell’Honduras, Roberto Micheletti, ha affermato accetterà la visita della missione della OEA, se visiterà l’Honduras - per via della crisi politica provocata dal colpo di Stato -  “in qualità di turista” e che “non potrà dargli ordini”.

 

La OEA ha designato la missione per cercare un dialogo e permettere il ritorno di Manuel Zelaya.

 

“Sono benvenuti tutti i cittadini che vogliono rendersi conto di quel che sta succedendo realmente in Honduras”,  ha detto Micheletti in una conferenza stampa nella Casa Presidenziale ed ha espresso soddisfazione perchè “è la prima volta che ci ascoltano, la prima volta che si rendono conto di quel che sta succedendo”.

 

Micheletti ha reiterato il suo rifiuto al ritorno di Zelaya, il presidente eletto e costituzionale, ed insiste che di fronte alle pressioni popolari e della comunità internazionale:”Continueremo a resistere sino a consegnare il paese al nuovo presidente”, che dovrebbe essere eletto il prossimo novembre.

 

 

CHE NON DIANO ORDINI!

 

 

“I membri della missione della OEA possono venire con le libertà che corrispondono in un paese democratico e potranno visitare le prigioni, la Procura e guardare i documenti necessari per chiarire questa situazione.

 

È importante che si sappia che noi vogliamo ascoltare tutto il mondo”, ha detto Micheletti, designato dal Parlamento come nuovo governante lo stesso giorno in cui è stato espulso con la forza Manuel Zelaya.

 

“La gente che viene, però non potrà dare ordini perchè io l’ho già detto e lo ripeto: nel nostro paese nessuno può venire a dare ordini”.

 

Sulla presenza del titolale della OEA, Michetti ha detto – dato che lo accusa di parzialità: “Non dobbiamo ostacolare nessuno e se il signor Insulza vuole venire qui a  spendere denaro come un turista, sia il benvenuto!”

 

Roberto Micheletti ha sottolineato l’importanza che la Repubblica Dominicana sia uno dei paesi che integrano la missione e parte del programma PETROCAIBE, uno dei paesi ai quali il Venezuela vende petrolio a condizioni vantaggiose e al quale anche l’Honduras - nel governo di Zelaya - aveva aderito.

 

 

La grande marcia è giunta a Tegucigalpa 

 

 

È cominciata il 5 agosto la grande marcia del popolo in resistenza che è appena giunta a Tegucigalpa.

 

onduras. La grande marcia è giunta a Tegucigalpa Una folla enorme che reclama l’abbandono del potere da parte degli usurpatori e che ha avvisato che approfondirà la sua protesta per il ritorno dell’ istituzionalità e del presidente, Manuel Zelaya.

 

“Ci temono perchè non abbiamo paura”, ha cantato la figlia di Zelaya, Hortensia  chiamata ‘La Pichu’, e migliaia di honduregni le hanno fatto il coro, alzando i pugni, in una marcia nel boulevard Juan Pablo II, della capitale, vicino alla  Casa Presidenziale, informa AFP.

 

La prima dama della nazione, Xiomara Castro de Zelaya, che guida le attività vicine alla Casa Presidenziale, ha detto che i golpisti  hanno cercato di dare false informazioni, sostenendo che in Honduras c’è pace.

 

“Ma non stanno dando certo  le informazioni adeguate”, ha detto, riportata da YVKE Mundial.

 

“Mantengono sequestrato il popolo dell’Honduras con le manipolazioni”, ha esclamato ed ha approfittato per denunciare che il governo golpista non ha lasciato entrare la missione della OEA - Organizzazione degli Stati Americani – nel paese, perchè credono che le lotte sociali termineranno adesso, ma invece non termineranno perchè questo è solo l’inizio in Honduras”, ha esclamato ancora.

 

“Anche con il presidente Zelaya continueremo a lottare per le trasformazioni sociali del nostro paese”. 

 

Questa è stata la più grande manifestazione per il ritorno del presidente costituzionale, dopo quella realizzata il 5 luglio, vicino all’aeroporto di Toncontín, a Tegucigalpa.

 

 

11 agosto '09www.granma.cu (PL)

 

 

44 giorni di resistenza

 

Migliaia di honduegni hanno  marciato nelle strade della Capitale Tegucigalpa, reclamando la restituzione dell'ordine costituzionale, nel 44º giorno di resistenza antigolpista.

 

I manifestanti, convocati dal Fronte Nazionale contro il colpo di Stato, si sono riuniti di fronte alla sede dell'Università Pedagogica Nazionale Francisco Morazan e quindi si sono diretti verso gli uffici delle Nazioni Unite per esprimere la loro gratitudine per la condanna dell'organismo mondiale al colpo militare che ha deposto il presidente eletto, Manuel Zelaya, il 28 giugno scorso.

 

Una delegazione di vari dirigenti del Fronte è entrata nell’edificio, in Viale Centro America, per spiegare ai funzionari della ONU la posizione popolare che contrasta il golpe militare.

 

Gridando slogan come “Adelante, adelante, que la lucha es constante”, (avanti avanti che la lotta è costante), i manifestanti  hanno camminato fino alla sede del Municipio, nel centro storico della città, per esprimere la loro condanna per l'appoggio del sindaco, Ricardo Alvarez, al colpo militare.

 

Il coordinatore generale del Fronte, Juan Barahona, ha affermato in un discorso sul posto che il popolo continuerà la resistenza pacifica sulle strade fino ad ottenere la vittoria sui golpisti e la restituzione dello stato di diritto.

 

Barahona ha convocato i manifestanti a concentrarsi nellevicinanze della Casa Presidenziale, custodita dalle truppe dell'esercito, per ricevere migliaia di persone partecipanti alla Marcia Nazionale di Resistenza Popolare.

 

I manifestanti che sono partiti da vari dipartimenti  sei giorni fa ed alcune Carovane, sono arrivati a Tegucigalpa.

 

 

La marcia della Resistenza

giunge a destinazione

 

 

 

Il Fronte Nazionale contro il colpo di Stato in Honduras ha deciso di intensificare la resistenza pacifica nelle strade, mentre si avvicinano alla capitale e a San Pedro Sula, le migliaia di persone che partecipano alle Marce della Resistenza.

 

I manifestanti giungono oggi martedì 11, dopo una settimana di cammino, durate il quale hanno incontrato la solidarietà della popolazione, che ha offerto acqua, cibo, vestiti, scarpe, medicinali e ospitalità, ha reso noto PL.

 

Il sacerdote cattolico Andrés Tamayo, che apre la camminata dall’orientale dipartimento di  Olancho, e circa 4000 manifestanti, nel pomeriggio di lunedì 10, si trovavano alla periferia della capitale, come altre marce provenienti dal sud del paese e dalla regione centrale  del dipartimento di Comayagua.

 

Alla marcia partita dal dipartimento di Cópan , a ovest della capitale, partecipa Xiomara Castro, moglie del presidente costituzionale, Manuel Zelaya.

 

Nell’Assemblea Nazionale svolta domenica 9, le organizzazioni popolari che integrano il fronte contro il colpo, hanno accordato unanimemente di continuare le azioni di mobilitazione pacifica.

 

La Federazione delle Organizzazioni Magistrali - FOMH - ha segnalato che lo sciopero nazionale continua, mentre le tre centrali sindacali hanno ratificato che continua lo sciopero nazionale del settore pubblico, con il quale si mantengono occupate numerose dipendenze governative.

 

“Questa settimana dev’essere intensa, con una forte mobilitazione del popolo nelle strade e sino alla sconfitta dei golpisti”, ha detto il coordinatore generale del Frente, Juan Barahona.

 

Tra grida e applausi,  Barahona ha aggiunto che: “Noi dobbiamo essere convinti che la sconfitta dei golpisti l’otterremo con la forza e l’unità del popolo nelle strade”.   

 

L’Associazione Nazionale delle piccole e medie imprese ha emesso un comunicato ne quale condanna il colpo di Stato ed offre solidarietà alla  resistenza popolare per la restituzione dell’ordine costituzionale e di Zelaya.  Ugualmente il Partito Innovación y Unidad Socialdemócrata dell’Honduras (PINU-SD) ha confermato la sua condanna al colpo reazionario e la domanda di restituzione dell’ordine costituzionale, ha annunciato il suo direttore esecutivo, Wilfredo Méndez, parlando all’Assemblea del Fronte.
 

8 agosto '09www.granma.cu (PL)

 

La resistenza popolare si rafforza   
Lo afferma il Fronte Nazionale del paese  

 


“La resistenza popolare contro il colpo di Stato del 28 giugno si rafforza e continua a crescere”, ha affermato uno dei principali dirigenti del movimento, Juan Barahona sostenendo che basta osservare le folle che si sono riunite giovedì e venerdì nella capitale, per domandare la restituzione dell’ordine costituzionale e questo  solo a Tegucigalpa,  ha detto.

 

“La prossima settimana la partecipazione sarà maggiore”.

Barahona ha ricordato che nelle comunità dell’interno è cominciata la Marcia Nazionale di Resistenza Popolare, che raggiungerà la capitale e la città di San Pedro Sula,  la seconda del paese.

 

Le dimostrazioni contro i golpisti sono cominciate lo stesso 28 giugno, il giorno del colpo di stato, e durano ininterrottamente da 42 giornate.

 

“La resistenza degna e coraggiosa del popolo è ammirabile! 41 giorni sono tanti, ma noi andiamo avanti!”, ha dichiarato.

 

Alla marcia di venerdì 7 si sono uniti migliaia di autisti con i loro veicoli, membri dell’Associazione Nazionale dei taxi, con 19,000 iscritti al sindacato in Honduras, i cui dirigenti hanno dichiarato che sono in resistenza permanente.

 

Oggi, sabato 8, i partecipanti alla Marcia Nazionale di Resistenza Popolare continuano il loro cammino  dopo aver passato la notte in comunità contadine.

 

I rapporti inviati dai partecipanti a Radio Globo, indicano che nella strada i manifestanti ricevono la solidarietà della popolazione, che offre acqua, cibo, alimenti, vestiti, scarpe e ospitalità.  

 

Barahona ha precisato che la principale attività di oggi sarà una manifestazione politico culturale nel Parco Centrale di Tegucigalpa, prevista per quasi tutta la giornata

 

 

I ministri di Zelaya  resistono
per le strade  

 

 

Diversi membri del gabinetto ministeriale del presidente legittimo, Manuel Zelaya, partecipano alla resistenza popolare nelle strade della capitale contro il colpo di Stato del 28 giugno scorso. 

 

Il titolare di Commercio ed Industria nell'amministrazione  Zelaya, Freddys Cerrato, ha informato i giornalisti che continueranno con le proteste a partire da venerdì 7, nonostante le denunce espresse contro di loro dal Pubblico Ministero. 

 

Cerrato ha sfidato il Pubblico Ministero a mettere in pratica le accuse, sottolineando che durante le loro nomine hanno applicato misure popolari ed incrementato la partecipazione democratica cittadina, azioni che non sono certo un delitto.

 

Inoltre ha annunciato che due giorni fa hanno avuto una riunione con l'ambasciatore degli Stati Uniti, Hugo Llorens, al quale hanno manifestato la necessità di ripristinare nel modo più rapido possibile l'ordine costituzionale nella nazione ed ha aggiunto che i nordamericani continuano a credere alla mediazione del presidente del Costa Rica, Oscar Arias, per cercare una soluzione alla crisi provocata dal golpe militare che ha espulso Zelaya. 

 

Il ministro ha spiegato che questa posizione vuol dire che ascoltano sia i settori maggioritari che si oppongono al golpe ed anche il gruppo, molto piccolo, di imprenditori contrari al ritorno di Zelaya alla presidenza. 

 

Cerrato ha osservato che l'atteggiamento dei gruppi di potere economico sta generando odio di classe ed ha assicurato che è necessario arrivare ad una rapida intesa, perché la crisi sta colpendo terribilmente i settori più poveri. 

 

Fino ad oggi, l'unica dei membri del gabinetto di Zelaya che mantiene una presenza costante nelle manifestazioni popolari è Arcadia Gomez, addetta alle relazioni col movimento sociale. 

 

Altri, come Patricia Rodas, ministra degli Esteri, ed il ministro della Presidenza, Enrique Flores Lanza, sono stai obbligati ad andare all'estero. 

 

Le manifestazioni sono cominciate la mattina del 28 giugno, poche ore dopo il colpo e sono giunte al 42º giorno consecutivo di resistenza.

 

 

6 agosto '09www.granma.cu (PL)

 

 

Assassinato un contadino dai golpisti

 

 

Gli abitanti del dipartimento di El Paraiso hanno espresso la loro condanna e il cordoglio per l'assassinio di un contadino per l'intervento delle forze comandate dal regime golpista che ha usurpato il potere il 28 giugno. 

 

Il contadino Pedro Hernandez è morto quando i militari del 9º Battaglione di Fanteria hanno aperto il fuoco contro un veicolo che trasportava varie persone, vicino a un posto di blocco presso la frontiera con il Nicaragua. 

 

Secondo il portavoce delle forze armate, Ramiro Archaga, i militari hanno sparato contro le ruote dell'auto perché il guidatore si è rifiutato di fermarsi, ma una vicina della vittima ha denunciato che i militari si sono scagliati indiscriminatamente contro tutti i passeggeri. 

 

Almeno sei pallottole sono state sparate contro il veicolo. Le altre persone si sono salvate a stento.   

 

La morte di Pedro Hernández è stata condannata duramente di familiari e dai vicini della comunità di Los Almendros, dov’ara nato Hernandez. 

 

“Siamo disgustati per questo atto criminale, perché era un uomo buono, un lavoratore, uno dei tanti che viveva in estrema povertà”, ha detto una vicina a Radio Globo ed ha  denunciato che gli abitanti vicini alla frontiera  vivono come in un campo di concentramento con un coprifuoco di 24 ore, imposto dal regime di Roberto Micheletti. 

 

Lo scorso 24 luglio è stato assassinato in questo stesso dipartimento Pedro Magdiel Muñoz, che era stato catturato dalla polizia al posto di blocco militare di Alauca. 

 

Il regime di fatto ha militarizzato la regione confinante per impedire a migliaia di manifestanti d’accorrere a Las Manos ad aspettare il presidente costituzionale, Manuel Zelaya, diversi giorni fa

 

Violenta repressione contro gli universitari

 

 

Le forze antisommossa hanno represso una manifestazione pacifica di studenti dell'Università Nazionale Autonoma dell’Honduras (UNAH),  provocando scontri che sono durati diverse ore. 

 

Violenta repressione contro gli universitari Gli agenti hanno maltrattato le autorità della casa di alti studi, e tra loro la rettrice, Julieta Castellanos, che è stata spintonata e gettata a terra, mentre tentava di dialogare con gli ufficiali di queste forze. 

 

Gli incidenti sono incominciati verso mezzogiorno quando gli alunni, professori e lavoratori del centro di studi hanno bloccato temporaneamente i viali confinanti per fare conoscere al popolo la creazione del Fronte Universitario di Resistenza. 

 

Un Comunicato esprime la loro condanna del colpo militare del 28 giugno, e chiede la restituzione dell'ordine costituzionale e del presidente eletto dal popolo, Manuel Zelaya. 

 

Questa è stata la prima manifestazione del Fronte Universitario, anche se in precedenza alcuni gruppi studenteschi dell'UNAH avevano manifestato assieme alle altre forze popolari la loro ripudio al golpe militare. 

 

L'attacco della polizia è avvenuto poco prima dell’annuncio ai leader della protesta che la manifestazione si poteva svolgere solo fino alla 12:30 ora locale. Gli studenti hanno risposto lanciando pietre ed oggetti vari contro la violenza militare. 

 

I gas e getti d’acqua lanciati con gli idranti hanno obbligato gli universitari a ritornare verso il campus, dove sono stati perseguiti dalle forze antisommossa. 

 

Gli studenti però hanno respinto i poliziotti obbligandoli a ritirarsi, con vari attacchi successivi e lanci di granate e gas lacrimogeni. 

 

Gli scontri si sono prolungati fino al tardo pomeriggio. 

 

La repressione è stata condannata dal Fronte Nazionale contro il colpo di Stato che ha organizzato un posto di blocco con migliaia di persone davanti alla Corte Suprema di Giustizia per denunciare la complicità di quest’organo, che e complice  del governo di fatto.

 

Gli studenti dell'Università Pedagogica Nazionale hanno deciso di sommarsi alle proteste del Fronte ed hanno previsto anche una marcia notturna con le torce.

 

6 agosto '09www.granma.cu

 

Denunciata la violenta repressione

a San Pedro Sula

 

 

Almeno 50 detenuti e altrettanti feriti sono il saldo di un attacco della polizia e dei militari contro i manifestanti nella città del nord dell’Honduras, San Pedro Sula, hanno denunciato i difensori dei diritti umani.

 

Un rapporto del Comitato dei Familiari dei Detenuti e dei Desaparecidos dell’Honduras (COFADEH) precisa che l’aggressione è avvenuta quando gli oppositori hanno reclamato la restituzione dell’ordine democratico.

 

Molte telefonate ricevute nel COFADEH  hanno informato sul brutale attacco, perpetrato dagli agenti di polizia del Comando delle Operazioni Speciali (COBRAS) e dai militari della 105ª Brigata della città.

 

Le forze repressive del governo di fatto si sono scatenate contro i manifestanti ed hanno usato idranti, gas lacrimogeni e bastoni, ed i feriti sono molti, è stato confermato.

 

Radio Globo ha trasmesso, citando testimoni, che un giovane è stato ferito con una pallottola nella spalla ed una donna che cercava di aiutarlo è stata colpita alla bocca con il calcio di un fucile da un poliziotto.

 

Il COFADEH ha pubblicato una relazione iniziale di 39 persone detenute, molte con ferite e lesioni per i colpi ricevuti.

 

La maggioranza è stata liberata dopo la gestione degli avvocati difensori dei diritti umani.

 

Il Governo di fatto chiude Radio Globo 

 

Il Gerente Generale e proprietario di Radio Globo, Alejandro Villatoro, ha  appena informato il Comitato dei Familiari dei Detenuti Desaparecidos in Honduras (Cofadeh) che la Commissione Nazionale delle Telecomunicazioni (CONATEL) gli ha  comunicato la decisione di chiudere  l’emittente di copertura nazionale, bloccando le trasmissioni. 

 

La decisione del CONATEL rappresenta un duro colpo alla libertà d’espressione e al diritto all’informazione del popolo dell’Honduras, libertà prevista nella  Costituzione della Repubblica e dalla Legge d’Emissione del Pensiero e dei Trattati Internazionali. 

 

Radio Globo ha informato obiettivamente su tutti i fatti derivati dal colpo di Stato perpetrato il passato 28 giugno contro il presidente costituzionale de lla Repubblica, Manuel Zelaya Rosales. 

 

A partire del colpo, le sue installazioni sono state militarizzate ed il suo segnale bloccato.

 

Il suo proprietario, i giornalisti e il personale tecnico sono stati vittime di  minacce e provocazioni.

 

Radio Globo ha comunque diffuso ampliamente le notizie sulle molteplici violazioni a diritti umani, scatenate dalle forze repressive del governo di fatto che attacca  con violenza le ininterrotte manifestazioni sviluppate in differenti città dell’Honduras in 35 giorni di resistenza popolare contro il colpo

 

4 agosto '09www.granma.cu (PL)

 

Visita ufficiale in Messico  del

presidente honduregno Manuel Zelaya

 

 

Il presidente costituzionale dell’Honduras, Manuel Zelaya, ha raggiunto il Messico per incontrarsi con il presidente  Felipe Calderón, hanno annunciato le fonti ufficiali.

 

I media  della stampa hanno risaltato la ricerca dell’appoggio del presidente Zelaya contro il governo di fatto che ha usurpato il potere con un colpo di Stato più di un mese fa.

 

Nonostante le critiche internazionali, la repressione dell’illegittimo  Roberto Micheletti in Honduras continua, con un saldo di due morti civili negli ultimi tre giorni, tra coloro che manifestano contro il governo di fatto.

 

Zelaya ha abbandonato la frontiera con il Nicaragua, dov’è stato installato per più d’una settimana, per raggiungere Città del Messico da Managua,  dove sarà ricevuto nella residenza ufficiale los Pinos, da dove invierà un messaggio alla stampa, hanno confermato le fonti presidenziali.

 

Dopo la visita a Calderón, molto probabilmente Zelaya raggiungerà il Brasile.

 

Per ora ha ricevuto un invito in Messico ed  un secondo da Luis Inacio Lula Da Silva.

 

“Vado a parlare con Calderón, che è il presidente in questo momento del Gruppo di Río”, ha detto Zelaya alla catena veneuelana Telesur, domenica.

 

Nello stesso giorno in cui era prevista una consultazione popolare, il presidente legittimo dell’Honduras, Manuel  Zelaya è stato espulso con la forza dalla sua casa e dal suo paese dai golpisti.

 

Il Ministero degli Esteri del Messico ha assicurato che appoggia tutti gli sforzi per il ritorno di Zelaya al potere dal quale è stato espulso dall’illegittimo governo di fatto.

 

Patricia Espinosa,  segretaria agli Esteri del Messico, ha approvato la mediazione del governante della Costa Rica, Oscar Arias, sul conflitto in Honduras

 

Il Magistero honduregno continua

lo sciopero antigolpista

 

Migliaia di maestri e professori dell’Honduras hanno approvato per acclamazione di continuare lo sciopero nazionale per il ristabilimento dell’ordine costituzionale e il ritorno del presidente eletto dal popolo, Manuel Zelaya.

 

Il Magistero honduregno continua lo sciopero antigolpista La decisione è stata presa in un’assemblea realizzata per la strada, di fronte alla sede del Collegio dei Professori d’educazione media (COPEMH), dove si vegliava la salma di uno dei suoi membri, Róger Vallejo, morto per uno sparo nella testa.

 

Lo sciopero è stato annunciato con un comunicato dalle organizzazioni studentesche rappresentate nella riunione da 10 dei loro dirigenti.

 

Eulogio Chávez, presidente del COPEMH, ha affermato che non possono continuare ad insegnare mentre si assassinano i maestri durante le manifestazioni pacifiche contro il colpo militare dello scorso 28 giugno.

 

“Tutti ci sommiamo alle azioni convocate dal Fronte Nazionale (contro il colpo di Stato), e poi ci sarà tempo per le lezioni: oggi dobbiamo lottare per rla democrazia”, ha affermato.

 

Milton Bardales, presidente del Collegio Professionale dell’Unione Magistrale COPRUMH), ha spiegato che simili assemblee si stanno realizzando nei restanti 17 Dipartimenti di tutto il paese  e che in molti le famiglie degli studenti si sommano alla lotta democratica.

 

Vari oratori hanno appoggiato la decisione e condannato la repressione delle forze armate e l’assassinio del professor Vallejo, ferito a morte con uno sparo alla testa durante l’attacco militare ad una marcia, giovedì scorso.

 

“Non posso insegnare la storia quando la storia si sta scrivendo con il sangue del nostro popolo: le lezioni le stiamo dando qui”, ha sottolineato la professoressa Claudia Mejías, dell’Istituto Centrale di Tegucigalpa.

 

Israel Moya, presidente del Colleggio dei Pedagoghi dell’Honduras, ha ricordato che i maestri non stanno cercando aumenti di salario, ma stanno lottando per una causa nobile, una democrazia altamente partecipativa, alla quale si oppongono  solamente i golpisti.

 

Chávez ha indicato che il 98% dei docente partecipa  alla lotta per la democrazia, risaltando la condanna della base per la Giunta dirigente del Primo Collegio Magistrale dell’Honduras (PRICMAH), che ha invitato a riprendere le lezioni ed ha accusato questi dirigenti di partecipare alle riunioni della  Federazione delle Organizzazioni Magistrali (FOMH) dove si accordano le azioni,  per poi andare dai mezzi di comunicazione che sostengono il colpo militare e chiamare a riprendere le lezioni.

 

 

3 agosto '09www.granma.cu

 

 

Scorre il sangue del popolo  
I gorilla hanno ucciso un altro insegnante

 

 

Un professore è stato assassinato domenica 2 agosto in Honduras, mentre  tornava a casa sua, a Tegucigalpa, dopo aver partecipato al funerale del docente Róger Vallejo, morto sabato  per uno sparo alla testa, ricevuto due giorni prima durante una manifestazione contro il colpo di Stato.

 

Honduras: Scorre il sangue del popolo  Alcuni dirigenti dei sindacati magistrali hanno identificato la vittima come Martín Florencio Rivera Barrientos, assassinato con 25 pugnalate, in accordo con i primi rapporti ottenuti, ha informato l’agenzia Prensa Latina. 

 

Il rappresentante di questa organizzazione sindacale, Milton Bardales, ha affermato che i soli nemici di Rivera Barrientos erano il presidente del governo usurpatore, Roberto Micheletti, e il capo delle forze armate, il generale Romeo Vázquez, autori del colpo militare del 28 giugno. 

 

“È una campagna d’intimidazione contro il magistero, il sindacato più grande e organizzato del paese”, ha detto, aggiungendo che, nonostante la repressione e gli omicidi, i golpisti non potranno fermare la lotta popolare per riscattare lo stato di diritto e la restituzione del presidente costituzionale, José Manuel Zelaya Rosales. 

 

Bardales ha denunciato maltrattamenti ai docenti e ad altre persone arrestate la scorsa settimana nelle città di Comayagua e Santa Rosa de Copán,  durante la repressione delle dimostrazioni  popolari antigolpiste.

 

Con la morte di Rivera Barrientos, sono già cinque le persone assassinate dal governo usurpatore.

 

La politica di repressione è installata in Honduras dallo scorso 28 giugno, data in cui ha preso il potere con la forza un regime dittatoriale guidato da Roberto Micheletti

 

 

1 agosto '09www.granma.cu (PL)

 

 

Patricia Rodas chiede a Washington

misure energiche contro i golpisti

 

 

La ministra degli Esteri dell’Honduras, Patricia Rodas, ha detto che le  conversazioni del presidente Manuel Zelaya con una delegazione degli Stati Uniti mancano di nuove proposte ed ha chiesto a Washington misure energiche contro i golpisti.

 

“Se il governo nordamericano vuole davvero che si restituisca il potere legittimo a Zelaya, deve applicare sanzioni ai responsabili della sommossa e agli autori intellettuali che mantengono al potere il regime di Roberto Micheletti” ha aggiunto.

 

“Non basta la sospensione dei visti diplomatici, se non c’è energia nelle risposte degli USA ai golpisti... costoro sentono che esiste un tacito appoggio alle loro azioni”, ha commentato Patricia Rodas parlando alla catena TeleSur.

 

La ministra ha partecipato alle conversazioni che si sono svolte a Managua, tra il presidente Zelaya e l’ambasciatore statunitense accreditato a Tegucigalpa, Hugo Llorens.

 

 

PIÙ DURE LE MISURE

REPRESSIVE A TEGUCIGALPA

 

 

Il regime di fatto in Honduras ha incrementato le misure repressive annunciando tagli salariali ai lavoratori che partecipano alle marce contro il colpo di Stato.

 

La giunta che ha usurpato il potere il 28 giugno, ha inviato ispettori nelle scuole, gli istituti e i centri di lavoro per verificare che si taglino gli stipendi ai manifestanti.

 

L’obiettivo della misura è contenere le marce,  i blocchi delle strade e le altre dimostrazioni pacifiche del popolo contro i golpisti. 

 

La repressione militare contro i manifestanti ed  i nuclei di resistenza nazionale  sta aumentando la sua ferocia, perchè l’opposizione al governo di fatto sta crescendo, ha denunciato il quotidiano Tempo.

 

I rappresentanti del regime di Micheletti assicurano che il paese vive nella normalità, ma i fatti sono ben lontani e s¡’è avuto un saldo doloroso di persone ferite, maltrattate e picchiate. 

 

La prima dama dell’Honduras, Xiomara Castro de Zelaya, ha reclamato dai golpisti l’eliminazione del  coprifuoco, dei blocchi militari e della repressione contro il popolo, durante una marcia nella capitale.

 

“Il popolo non si spaventa”, ha dichiarato. 

 

 

IL CANADA OFFRE AIUTI MILITARI

 

 

Il Canada continua a fornire aiuti militari all’esercito dell’Honduras, nonostante il colpo di Stato  che ha posto questo paese nel caos, ha scritto il quotidiano Toronto Star.

 

Questo atteggiamento del governo  conservatore di Stephen Harper genera critiche, perchè non segue la comunità internazionale che condanna il regime di fatto, guidato da Roberto Micheletti.

 

Ottawa ha condannato il colpo di Stato, ma  mantiene la sua collaborazione con le truppe dell’Honduras. 

 

L’attivista del gruppo  Rights Action, Grahame Russell, ha definito il ruolo  del governo canadese come una doppia facciata,  dato che se in pubblico ha criticato il regime, di fatto dietro le spalle dice: “Non vi preoccupate... noi vi appoggiamo economicamente e militarmente".

 

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