“Ho fiducia nella società

uruguayana”, José Mujica

 

30 novembre '09 - www.granma.cu (PL)

 

 Il recentemente eletto Presidente José Mujica ha assicurato di avere fiducia nella società uruguayana e nel popolo e ha dichiarato come formula politica “né vinti, né vincitori, umiltà nel senso strategico e lavorare, lavorare e lavorare”.

 

Mujica e Danilo Astori, del Fronte Ampio (FA), hanno trionfato nel secondo turno elettorale delle elezioni con numeri che Factum, Equipos Mori e Cifra situano al di sopra del 51% dei voti espressi questa domenica nel ballottaggio.

 

L’inchiesta ha situato l’altro contendente, il binomio Luis Alberto Lacalle-Jorge Larrañaga, del Partito Nazionale, al di sopra del 44%.

 

Nelle sue prime dichiarazioni alla stampa dopo la vittoria il Presidente della coalizione di sinistra ha segnalato il grande impegno assunto nei confronti del paese con l’incentivo del quinquennio del governo di Tabaré Vázquez.

 

“Ci troviamo in una situazione diversa da quella di cinque anni fa. Ci sarà una transizione molto più complessa, ma l’impegno sta nel dare continuità al programma, a cose che non si sono potute sviluppare. Le domande aumentano, e deve essere così” ha enfatizzato.

 

Mujica ha segnalato quattro temi centrali della campagna del FA: il cambio climatico, l’energia, l’insegnamento e la sicurezza, però – ha anticipato – “possono sorgerne di più”.

 

“Ci sono temi vitali che preoccupano tutti. Non scartiamo nulla a priori, ci potrebbe essere un gabinetto multipartitico”, ha precisato.

 

Astori, da parte sua, ha commentato che la grande e meravigliosa responsabilità consiste nel generare migliori condizioni ed opportunità per gli uruguayani.

 

Ha ripetuto che questo secondo governo del FA parte da una piattaforma importante creato dal primo governo di questa forza, diretto da Vázquez, ed ha evidenziato che la società uruguayana si manifesta a favore di accordi inter-partidici.

 

Vázquez consegnerà a Mujica la fascia presidenziale il primo marzo del 2010.

 

 

Festeggiano sotto la pioggia
 

la vittoria del Frente Amplio

 

30 novembre '09 - Wilfredo Alayon Perez (PL)

 

Migliaia di simpatizzanti del Frente Amplio (FA) stanno festeggiando sotto la pioggia scrosciante e il forte vento la vittoria della coppia José Mujica-Danilo Astori nella seconda giornata, il ballottaggio delle elezioni.

 

I primi dati della casa d’investigazioni Factum, assegnano al FA il 51,7% dei voti, ed al rivale del  Partito Nacional, Luis Alberto Lacalle-Jorge Larrañaga, il 44,1%, con il 4% a voti bianchi e nulli.

 

I seguaci del Fa hanno affrontato la pioggia e il freddo per ascoltare le parole di Mujica e di Astori, e quindi hanno festeggiato la vittoria per le strade.

 

La bella Ramala, il lungomare inondato d’acqua e di raffiche, ha visto molte persone portare le bandiere rosse,azzurre e bianche del FA  e riempire le strade con veicoli, camion e camminando, soprattutto nell’Avenida 18 Luglio, la più centrale, che ha accolto un vero mare di popolo.

 

La manifestazione si è svolta davanti all’Hotel NH Columbia, dov’era presente il presidente Tabaré Vázquez, per salutare Mujica e Astori, compiendo la promessa d’andare personalmente a congratularsi.

 

Mujica, dirigendosi alla massa riunita, ha detto nel suo tipico linguaggio: “Sapete una cosa popolo: il mondo è a rovescio, perchè voi dovreste stare qui e noi lì ad applaudirvi! Questa battaglia l’avete fatta voi! Con questa piattaforma di lancio che è stato il governo di Tabaré, continuiamo a lavorare al nostro progetto nazionale e convochiamo tutti i partiti a partecipare con noi e a dare soluzioni a tanti problemi.

 

Astori ha detto che: “La prima promessa è che non vi deluderemo e con  la promessa una richiesta  a voi che avete vinto le elezioni. La domanda è che continuiate a governare insieme a noi, perchè senza di voi non potremo fare quel governo che vogliamo”.

 

I dati ufficiali si conosceranno nelle prossime ore.

 

 

La cattiva coscienza. Il paese

della coda di paglia

 

6 novembre '09 - www.prensa-latina.cu

 

Che in certe elezioni vinca un partito o l'altro è parte del gioco democratico. Un'opzione può essere migliore, molto meglio o peggiore dell'altra. La dignità di un paese non si misura in opzioni ideologiche bensì in decisioni morali. Mi dispiace che l'opportunità di far vedere e dimostrare che la giustizia non negozia né continua mendicando ai poteri che minacciano in nome della pace, questa stessa, è stata ripetutamente defraudata. E se i paesi non si vergognano con più frequenza di quello che dovrebbero, è semplicemente per la loro cattiva coscienza, che non permette loro di imporre a loro stessi quello che reclamano agli altri, né concedono ad altri i diritti dei quali godono quelli che hanno il potere di decidere. Nel 1989 il popolo uruguaiano ha confermato la legge di Impunità, per la quale si perdonavano gli autori dei sequestri, torture, sparizioni e morti organizzati dallo Stato. Quasi una generazione dopo, nel referendum del 2009, benché per stretto margine, si conferma la stessa ignominia.  

Da quando i nostri paesi del sud nacquero come repubbliche indipendenti che si volevano disperatamente inventarsi come nazioni, ebbero virtù ed errori. Il primo di tutti gli errori, l'errore che ha persistito durante tutte le sue storie è stato quello dell'impunità. L'unica forma che hanno trovato a questo errore che per ripetuto e per storico non merita chiamarsi errore bensì debolezza di carattere, è stato guardare da un'altra parte o lamentarsi. Lamentarsi, sempre lamentarsi e mai guardare la realtà di fronte e la coscienza dei crimini propri direttamente agli occhi.  

Non possiamo mai più rinunciare alla giustizia. Rinunciare alla giustizia è un atto di vigliaccheria. Quando si rinuncia alla giustizia a nome della pace si sta legittimando l'impunità della forza. Quando dopo una generazione quella forza è già un sacco di marciumi, la rinuncia è l'eredità di una tara storica, perché a volte i colpi insegnano e  quando sono troppo forti lasciano per tutta la vita un’incapacità. Quando chi rinuncia non è la vittima che chiede verità e giustizia, bensì altri compatrioti che riposano soddisfatti confortevoli nelle loro case, allora solo non è un atto di vigliaccheria bensì, peggio, un profondo atto di egoismo aromatizzato col marciume di tutte le giustificazioni e le pseudo autorizzazioni morali.  

Se perdonare è divino, lasciamo che Dio perdoni. Se perdonare è anche una virtù umana, perdoniamo a coloro che si sono pentiti e hanno collaborato con la giustizia. Non è possibile perdonare a chi non è stato mai giudicato né condannato ed a chi deve pregare infruttuosamente che dicano dove stanno le ossa della figlia o della madre di qualche desaparecido. Quando non si hanno neanche giudicato i violentatori, perdonare è solo il premio che una vittima masochista consegna al sadismo e l'impunità ed un credito a lungo termine per nuovi abusi e nuove umiliazioni.  

Dico tutte questi parole dure, senza dolcificanti né compiacenze demagogiche non perché mi creda meglio che nessuno bensì perché qualcuno deve osare dirlo d'una volta per tutte: questo paese, non ha vergogna. Lo dico anche sapendo che molti dei miei cari parenti ed amici sono stati complici di questo errore storico. Affermo che l'hanno fatto con la migliore intenzione. Ma l'hanno fatto anche con la peggiore coscienza storica, quella vecchia tradizione che nacque coi nostri paesi, già dai celebrati genocidi indigeni. Per non entrare in altri spiacevoli dettagli al momento del tè.

 

*speciale per ARGENPRESS.info

URUGUAY

 

Il più votato, José Mujica: ci
 

sarà una seconda votazione

 

26 ottobre '09 - www.granma.cu

 

Il candidato del Frente Amplio (FA), José Mujica, è stato il più votato nelle lezioni di ieri, domenica 25, in Uruguay, ma ci sarà una seconda tornata con il principale contendete  Luis Lacalle, del Partido Nacional, il 29 novembre.

 

Il candidato del Frente Amplio ha ottenuto il 48% dei voti.

 

AFP, ha reso noto che Mujica ha avuto il  48% dei voti, in accordo con i dati preliminari, dato che i risultati ufficiali saranno noti solo nel pomeriggio del 26.

 

L’ex presidente Lacalle (1990-1995), del Partido Nacional (PN), ha ricevuto circa il  28% dei voti.

 

“Questa cifra è un punto di partenza molto ottimista, in vista della seconda votazione”, ha detto  Mujica in una conferenza stampa  aggiungendo che: “Non scartiamo d’ottenere la maggioranza parlamentare, anche se non possiamo affermarlo con certezza in questo momento. La nostra coalizione farà uno sforzo ulteriore, perchè lo vuole il popolo dell’Uruguay”.

 

Danilo Astori, compagno di formula de Mujica come candidato a vicepresidente, ha detto: “Siamo molto contenti con i voti ricevuti, che superano quelli dei due partiti tradizionali uniti ed indica che camminiamo verso la vittoria, ma la vittoria ci indica una sfida ulteriore, un altro compito”.

 

Il postulante del Partido Colorado (PC), Pedro Bordaberry, ha ottenuto il 17%, molto più del previsto  e gli altri due  candidati presidenziali, Pablo Mieres (Partido Independiente) e Raúl Rodríguez (Asamblea Popular), hanno ricevuto il 2% e lo 0,5%, in accordo con i sondaggi. 

 

Il plebiscito per derogare la Legge di Caducità del 1968 che regalava l’impunità ai militari della dittatura, ha ricevuto il 47% dei voti, un totale insufficiente per approvare l’annullamento dello strumento giuridico.

 

Nemmeno la Riforma Costituzionale per l’implementazione del voto epistolare è passata, ricevendo solo il 38% dei voti, e dato che per le due proposte era indispensabile il 50%, più uno del totale.   

 

Il ballottaggio del mese di novembre è necessario  per via della legge elettorale di questo paese,  che esige il 50% più 1 dei voti  per l’elezione di un candidato. Per la votazione di novembre è già stata annunciata un’alleanza tra il PN e il PC.

 

Gli uruguaiani hanno votato per eleggere il presidente della Repubblica per il quinquennio 2010 - 1015 e gli integranti del potere legislativo:30 senatori e 99 deputati. 

 

In questa tornata ha votato più dell’l80% degli aventi diritto.

 

 

Dichiarata illegale la legge sulla

prescrizione in Uruguay

 

20 ottobre '09www.granma.cu

 

La Suprema Corte di Giustizia (SCJ) dell’Uruguay, ha ieri reso nota “l’incostituzionalità” della Legge di Prescrizione della Presunzione Punitiva dello Stato, legislazione che impediva di giudicare i militari e i poliziotti delle forze della dittatura sofferta in quel paese nel 1974, accusati di violare i diritti umani, ha informato AP.

 

Rispetto a questo, l’avvocato Juan Errandonea ha precisato che la sentenza della Corte determina la riapertura dei processi contro i responsabili degli omicidi e delle sparizioni di vari cittadini durante il regime dittatoriale.

 

Con questa pronuncia la SCJ ha chiuso le discussioni sullo strumento giuridico, derogato dal Procuratore Rafael Ubiría a causa della sua incompatibilità – ha dichiarato – con la Convenzione Americana sui Diritti Umani, le Carte delle Organizzazioni degli Stati Americani (OEA) e quella delle Nazioni Unite (ONU), e la Convenzione Interamericana sulle Sparizioni Forzate di Persone, tra gli altri trattati.  

 

Il ricorso contro la citata norma è stato intrapreso nell’ottobre del 2008, durante le indagini per la morte dela militante dei giovani comunisti Nibia Sabalsagaray, avvenuta nel 1974 mentre permaneva in una istallazione militare.

 

La Legge sulla Prescrizione fu approvata nel 1986 con i voti dei parlamentari dei Partiti Nazionale e Colorado, e l’opposizione del Fronte Ampio.

 

Nelle prossime elezioni generali, che si terranno il 25 ottobre, la popolazione uruguaiana avrà la possibilità di votare il suo annullamento in un plebiscito convocato a tal proposito.

 

 

Storica giornata: l’Uruguay vaglia la

costituzionalità della Legge di Caducità 

 

25 febbraio '09 - www.granma.cu (PL)

 

 

L’Assemblea Generale, massimo organo del potere legislativo in Uruguay, è chiamata oggi a valutare la legittimità costituzionale o meno di una legge che ha amnistiato i responsabili delle violazioni dei diritti umani durante la dittatura (1973-1985).

 

Composto dalle due camere del Parlamento, l’Assemblea è stata convocata la scorsa settimana a richiesta dei parlamentari del governativo Fronte Ampio (FA), dopo che l’Esecutivo ha delegittimato la normativa in un’azione promossa dal procuratore Mirtha Guinzane.

 

La richiesta del magistrato riguarda solo il caso della militante comunista Nibia Sabalsagaray, uccisa nel 1974 in un campo militare, ma se accolta nell’istanza finale (la Suprema Corte di Giustizia, SCJ) potrebbe creare un precedente per processare un nutrito numero di ex militari e poliziotti.

 

Come fatto dal governo, i parlamentari della maggioranza hanno sostenuto l’incostituzionalità dei tre articoli della Legge di Caducità dell’Obbligatorietà dell’Azione Penale dello Stato.

 

Il numero 1 prevede che gli ex militari e poliziotti non saranno processati per i delitti commessi in quegli anni, ma è impugnato per violare l’articolo 8 della Costituzione che stabilisce che tutti i cittadini sono uguali di fronte la legge.

 

Gli articoli 3 e 4 stabiliscono che quando una causa riguardante fatti occorsi durante la dittatura arriva in dibattimento, il magistrato dovrà inviarla al presidente della Repubblica, affinché decida se rientra o meno nella Legge di Caducità.

 

Però come in questi casi l’Esecutivo deve partecipare anche nelle indagini delle denunzie presentante al Podere Giudiziale, c’è una franca violazione del principio costituzionale della separazione dei poteri.

L’Assemblea Generale sarà scenario oggi di un accesso dibattito tra i senatori e deputati dell’FA e quelli dei partiti d’opposizione Nazionale e Colorado, i primi propensi alla deroga della normativa e gli altri alla sua difesa.

 

Considerata la correlazione delle forze nel Parlamento, è quasi scontato che i citati articoli saranno definiti incostituzionali.

 

In ogni modo la vicenda non è risolta definitivamente, perché le risoluzioni dell’Assemblea Generale non sono vincolanti ed il giudizio finale spetta alla Suprema Corte di Giustizia, in un processo che potrebbe durare vari mesi.