“Ed il popolo divenne la forza contro

le armi della guerra, quell’11 aprile”

 

13 aprile '09 - www.granma.cu (ABN)

 

Sette anni fa il popolo si organizzava e riuniva le sue forze per lanciarsi nelle strade, nonostante le pallottole sparate dalla Polizia Metropolitana di Alfredo Peña e dai mercenari stranieri, nonostante  l’assedio della stampa, nonostante il pericolo generale che minacciava la Patria, e fu a partire da un 12 aprile che il popolo venezuelano divenne la principale forza contro le armi della guerra di quarta generazione”, ha ricordato il presidente Hugo Chávez. 

 

Queste dichiarazioni fanno parte del testo “Vuelta a la Patria”, scritto dal presidente bolivariano nella sua colonna domenicale “Le linee di Chávez”,  nelle quali ha ricordato i fatti che avvennero in Venezuela nei giorni  11, 12 e 13 aprile  del 2002.

 

Il presidente Chávez ha detto che il popolo venezuelano da quel 12 aprile istruì  i mezzi di comunicazione sociale e interruppe il silenzio dei media.

 

Il popolo anonimo, popolo infinito, divenne belligerante nella comunicazione e nemmeno nell’ora più oscura della repressione e del silenzio stampa interruppe il suo messaggio ed esercitò la comunicazione come si deve fare: comunicando per la liberazione.

 

“Che lezione ha saputo dare il popolo venezuelano ai mezzi di comunicazione”, ha affermato Chávez.

 

Nella settimana che si concluse il 13 aprile del 2002 soffrimmo, ma vincemmo contro il primo colpo dei mezzi d’informazione.

 

Chávez ha citato nel suo testo il grande scrittore Luis Britto García, all’inizio del suo libro: “Dittatura dei media in Venezuela, investigazione  di alcuni media al di sopra di ogni sospetto”. 

 

Le vittime venezuelane del colpo d’aprile sono le prime della guerra dell’Iraq:  tre date che sono testimoni della vocazione di libertà delle venezuelane e dei venezuelani.

 

Il presidente ha segnalato che gli agitatori dell’11 aprile conoscevano dettagliatamente lo sviluppo della cospirazione e attuarono in conseguenza.

 

“Abbandonarono la loro gente, la gettarono nella voragine e nel caos che avevano organizzato, ma non avevano previsto che il popolo li avrebbe affrontati e in questo la storia ci ha dato ragione”, ha concluso  il capo dello Stato venezuelano.