Il blocco frena il

trasporto pubblico

 

8 ottobre 2009 - Lourdes Pérez Navarro www.granma.cu

 

 

 

Il danno provocato dall’embargo economico imposto dagli Stati Uniti, si calcola in 357 milioni 802 mila dollari per il solo periodo che va dal marzo del 2008 all’aprile del presente anno.

 

Antonio Puentes, Vice Ministro del Trasporto, e Camino Chávez, direttore dell’Impresa degli Uffici Ferroviari, hanno spiegato che a dispetto della vicinanza del mercato statunitense, è necessario effettuare la compera di parti e pezzi attraverso paesi terzi. Questo aumenta i prezzi – fondamentalmente a causa del trasporto della mercanzia – avviene in condizioni di pagamento molto sfavorevoli per Cuba, e tra il 10 ed il 15% delle cose che accedono all’Isola sono di seconda mano.

 

È stato inoltre impossibile mantenere un flusso di riparazione e attenzione tecnica continua, visto che i prodotti concordati arrivano sfasati e con ritardi di vari mesi.

 

Oltre 12 milioni corrispondono al ramo ferroviario, che non può acquistare pezzi di ricambio nel mercato nordamericano per la riparazione ed il mantenimento di 80 locomotrici da lì provenienti, che integrano l’équipe di trazione del paese.

 

Con un uso che va dai 30 ai 50 anni, attualmente il coefficiente di disponibilità tecnica di  questo materiale è del 49,7%: prestano servizio 59 locomotrici modello MLW, C-30 e General Motor, 21 sono inattive, ed il resto è in attesa della sostituzione di parti e pezzi. In qualche caso, questi sono stati fabbricati negli stessi uffici ferroviari, assieme alle industrie Basica e Siderurgica. In altri, per le loro caratteristiche, (sistema di aria elettrico e elettronico) è stata impossibile la loro produzione.

 

L’impossibilità di accedere al mercato statunitense ha obbligato la ferrovia cubana ad investire risorse e a realizzare importanti innovazioni nei sistemi tecnici di viabilità (costruiti fin dal loro principio secondo le norme statunitensi), al fine di adattarli alla tradizione europea e permettere il passaggio di locomotrici, vagoni ed auto provenienti da quella regione, dall’Asia e dai paesi arabi.