L’Italiano ed il suo "king

grass" di 50 anni

 

26 febbraio '09 - J.L.Cautin www.granma.cu

 

 

Dei suoi 78 anni Francisco Pepite Vitola ha trascorso a Guantanamo oltre 60, iniziando la sua giornata di lavoro all’alba. La sua vocazione per l’allevamento, ereditata dai nonni, gli ha imposto quasi da bambino l’abitudine di svegliarsi molto presto per lavorare.

 

Quest’abitudine gli ha permesso raggiungere risultati degni d’imitazione: è il miglior produttore di latte della provincia da 30 anni è possiede un’area di "king grass" (erba dell’elefante, nome scientifico pennisetum purpureum) di referenza nazionale, sfruttata ormai da quasi mezzo secolo.

 

Durante il 2008, l’Italiano, com’è conosciuto Nepite per essere nato in Italia, ha prodotto 180mila litri di latte, quantità storica ed irraggiungibile per il resto dei produttori contadini del territorio.

 

In riconoscimento ai suoi risultati, e specialmente al mondo efficiente con cui sfrutta la terra, questo socio della Cooperativa di Crediti e Servizi Rafforzata Luis Rustan, nel capoluogo di provincia, è stato beneficiato, alcuni anni fa, dallo Stato con l’affidamento di nuove aree, che gli hanno permesso di incrementare le stalle, i capi d’allevamento e la sua "raccolta" di latte da 80mila ad oltre 105mila litri.

 

"Gli ultimi tre anni sono stati a Guantanamo favorevoli per l’allevamento, consentendo un recupero parziale sia della produzione del latte sia della carne. Io ed i miei quattro lavoratori abbiamo approfittato bene di questa congiuntura", spiega Nepite.

 

L’allevatore d’esperienza guarda il cielo con preoccupazione ed esclama: "Adesso non si può dire lo stesso del comportamento climatico. Da ottobre non pione nelle pianure di Guantanamo. Le mie vacche, che in epoca buona forniscono una media di 10 litri di latte al giorno, adesso si fermano a 5".

 

L’Italiano encomia l’appoggio statale per assicurare un alimento così importante e mostra ad esempio il buon prezzo con cui adesso viene pagato il latte ai produttori ed anche lo stimolo in valuta.

 

Sottolinea anche la fornitura di Norgol, un integratore alimentare per bovini, e di miele per accompagnare il pasto ed i foraggi.

 

Informa che il suo allevamento, composto da308 capi bovini, di cui 78 vacche da latte, si nutre fondamentalmente d’erba di Guinea e di "king grass" come foraggio verde.

 

"Ho una grande fede nel king grass. Tanto che negli anni sessanta ne ho seminato 0,1 "caballeria" (una caballeria equivale a 13,2 ettari) e rende ancora come se fosse nuova, con 4 o 5 raccolte l’anno", spiega Nepite Vitola.

 

Non è comune incontrare un’area di questa graminacea con più di tre anni di vita, gli dico.

 

"Il problema è nella cura e lo sfruttamento. Io non permetto che nessun animale, nemmeno i tacchina (che mangiano i germogli), entri all’area del king grass. Se lo permetti, o che entrino altri animali, lo perdi in un battibaleno".

 

"L’altro è tagliarlo a tempo debito, nel mio caso lo faccio ogni 45 o 50 giorni e ben corto, come la canna. E’ anche indispensabile l’irrigazione e la fertilizzazione, che garantisco con la materia organica proveniente dal letame dei bovini e dei caprini".

 

"Il king grass è un alimento di grande valore per le vacche. Se tutti gli allevatori lo seminassero e lo curassero, sono sicuro che la produzione di latte e carne sarebbe molto maggiore", sostiene Nepite.

 

"Io non mi considero uno studioso degli allevamenti, ma ho l’esperienza degli anni, e le dico che mi ha dato un buon risultato cominciare la mungitura alle cinque del mattino così al massimo già alle nove, le mucche stanno pascolando. Ricordiamo che il latte entra alla mucca dalla bocca, ovvero per quello che mangia".