Non è il paradiso

 

ma è Cuba

 

15 settembre '09 - Andrés Gómez www.granma.cu

 

Questa estate a Cuba è stata molto afosa e, secondo la maggioranza dei cubani, la più torrida che ricordano. Questo lo hanno attribuito alla crisi ambientale mondiale, anche se, attraverso la stampa nazionale, si è saputo che  le insopportabili temperature nell’Isola del luglio scorso, erano come quelle del luglio del 1941 e cosi che è tutto da vedere...

 

La gran maggioranza della popolazione cubana però, nel 1941 non era ancora nata. 68 anni fa quelli che hanno 68 anni non si ricordano di sicuro del caldo sofferto in quella lontana estate... comunque i cubani non sbagliano dicendo che  è stata un’estate più calda che mai.

 

Recentemente sono stato per varie settimane nell’Isola, soprattutto a L’Avana,  e seguivo le notizie via Internet; per obbligo professionale e per un tantino di masochismo seguivo la delirante visione della stampa di Miami a proposto della realtà cubana.

 

Fantasmagorica: così è la visione che crea la stampa di Miami sulla realtà dell’Isola ed assolutamente  distante dalla realtà.

 

La falsa visione, a parte il detto embargo (il blocco, come lo chiamano negli USA), ha la ben definita finalità di disprezzare il popolo cubano, il suo governo e la sua innegabile opera costruttiva, con l’appoggio della stragrande maggioranza e, nonostante tutti i problemi, con una società migliore.

 

Una cosa differente da quello che si può vede qui negli Stati Uniti.

 

A L’Avana la vita quest’estate è trascorsa normalmente in tutta l’Isola.

 

La maggioranza della popolazione è stata in vacanza  dalla metà di luglio. Cuba e cosi  e quelli a cui è toccato lavorare contro l’istinto e il desiderio, lo hanno fatto (più o meno) e i più giovani, che sono proprio tanti, sono stati in giro per i parchi e le strade, lo ripetiamo, sudando, perchè faceva davvero tanto caldo!

 

Quelli che nelle case si occupano dei doveri quotidiani, sono andati ai mercati, alla bottega, alla panetteria a comprare le provviste. Nei mercati agricoli e negli statali,  il riso, il mais, i fagioli, la cipolla, l’aglio, i tuberi, gli ortaggi, la frutta di stagione, sono stati abbondanti e a prezzi controllati dallo Stato. Quest’estate le banane da cucinare (platanos) che erano sparite dopo i terribili cicloni di un anno fa, erano e sono molto belle e i manghi sono stati (e sono ancora), grandi, dolci e terribilmente squisiti.

 

Pane, crackers, grissini e dolci sono sempre più buoni, soprattutto per le nuove macchine installate e non sono mancate la carne di maiale e d’agnello che sono disponibili, come d’abitudine, a prezzi molto alti. Le uova di gallina giungono con la tessera annonaria e sono in vendita nei negozi dello stato, ma anche in alcuni mercati in moneta forte. La carne di pollo si compra – poca – con la tessera, e nei mercati in moneta forte (ma anche in alcuni dello Stato a 23 pesos la libbra) e c’è chi la vende a borsa nera. In cubano si dice “por la izquierda”, (per la sinistra) e anche parlando di questo si tratta di una sinistra, e non di destra…

 

Sono mancati alcuni prodotti normalmente disponibili in moneta forte, anche se nessuno d’importanza critica. Nella maggioranza dei mercati è mancata la carta igienica, come il dentifricio (con la tessera si ha diritto a un tubo mensile a famiglia sino a 6 persone).

 

La carne di vitello, normalmente disponibile a prezzi molto alti, è un lusso che non si trova alla portata della grande maggioranza della popolazione: è mancata nei mercati in moneta forte, ma in questo caso, chi è che se ne è  reso conto?

 

Nonostante le restrizioni imposte al consumo di combustibili, il servizio delle guague, gli autobus, è stato soddisfacente, nonostante l’estate ed un numero maggiore di persone che usavano il trasporto pubblico. 

 

Il servizio è stato buono per raggiungere le spiagge che erano piene di gente, come qualsiasi tratto della costa, includendo il Malecon.

 

La popolazione ha sfruttato con grande piacere un mare a temperature squisite.

 

Non posso tornare a Miami senza parlare del “concerto”, ridicolo, anche se pericoloso scandalo inventato dalla destra controrivoluzionaria di Miami e dalla sua stampa, che dimostra ancora una volta il suo carattere retrogrado, aggressivo, procace e la sua impotenza e sconfitta politica.

 

A Cuba, Juanes è solo un cantante che ha deciso - e con lui altri cantanti che lo accompagneranno a L’Avana – e dimostrerà con questa decisione la buona volontà verso il popolo cubano, coraggio personale e professionale.

 

E il popolo cubano è un pubblico pieno di gratitudine, che stima il coraggio e  l’onestà. Anche se a L’Avana e in tutta l’Isola, senza dubbi, l’ultima parola del pubblico sul concerto dipenderà da quanto bene canteranno e suoneranno, cosa non facile, perchè noi cubani dai secoli dei secoli siamo abituati alla buona musica.