L’entrata più immediata

dell’Isola è il risparmio

 

22 maggio '09 - L.B.Medina www.granma.cu

 

Come Fidel ha detto insistentemente, l’entrata immediata in moneta forte che può avere il paese è il risparmio, nelle condizioni straordinarie provocate nel mondo dalla grave crisi economica e finanziaria.

 

Questa politica si trasforma in un fatto molto vitale. 

 

Il Presidente del Banco Centrale, Francisco Soberon, ha dichiarato che la gravità del problema presente è sottolineare che, se politicamente diciamo “Patria o morte”, senza una virgola d’esagerazione si potrebbe dire in ambito economico “Risparmio o morte”.

 

Ed assieme al risparmio, l’efficienza, una parola detta tante volte che ha un contenuto che si riceve solo in un campo d’astrazione, come un discorso vuoto, quando dovrebbe divenire la sola misura, partendo dal gruppetto degli indici minimi per fare tutto meglio e che non sia più la parola d’ordine di un momento, che resta fredda e indifferente in tanti manifesti o avvisi sui muri.

 

Può sembrare ripetitivo, ma il problema è quanto appare imprescindibile affrontare la passività dei collettivi di lavoratori e il formalismo delle nostre organizzazioni che non esigono a sufficienza, per tutto quello che si tralascia di produrre e o si sciupa.

 

È necessaria una maggiore comprensione e disposizione di tutti i lavoratori, dei dirigenti, per risparmiare e produrre con maggior resa e prestare servizi che, anche se modesti soddisfino la gente, e fare tutto con razionalità, perchè le complicazioni finanziarie ci obbligano a realizzare aggiustamenti economici in circostanze straordinarie.

 

Il paese necessita che le spese calino obbligatoriamente per non ipotecarci; di usare di più la pianificazione; rivedere gli inventari; stabilire norme di consumo unitarie.

 

Gli imperativi della vita ora non sono altro che evitare di sciupare le risorse che non si devono  deviare, rivedere le tendenze  all’accaparramento e immobilizzo e cercare formule per elevare la produttività,  fatto che si ottiene solo se si creano le condizioni organizzative indispensabili, se si fa una valutazione sistematica del modo in cui si è utilizzata la capacità di ogni lavoratore e ovviamente remunerato per il suo reale apporto.

 

In altre parole mancano risposte per produrre e non disperdere le potenzialità, usare bene la giornate di lavoro e sfruttare al meglio i macchinari e gli investimenti, perchè non è possibile sostenere lo squilibrio nel commercio estero registrato nei primi tre mesi di quest’anno, quando le importazioni sono state il 78% e le esportazioni il 22%.

 

Alla chiusura del XIX Congresso della CTC, il compagno Raúl ha sottolineato che uno dei problemi più difficili del lavoro ideologico è far sì che i lavoratori si sentano padroni collettivi delle ricchezze della società e attuino in conseguenza.

 

Ma per questo è necessario che le collettività esigano molto e la “resa dei conti”  dei lavoratori non permette d’applicare tutta la profondità per facilitare una partecipazione conseguente in tutti i temi del centro di lavoro.

 

Il paese non necessita burocrati o tecnocrati: necessita amministratori che siano gelosi guardiani dello Stato Socialista e che operino come dirigenti dei collettivi.

 

Ci si deve chiedere  se si deve permettere d’amministrare e dirigere una attività a colui che non considera che le sue funzioni principali sono precisamente rispettare questi obblighi, esigere e controllare che si compiano i piani e che il denaro e le risorse che lo Stato ha posto nelle sue mani siano usati in maniera efficiente.

 

A noi cubani piacciono i modi di dire, i proverbi per disegnare una determinata   Situazione. Così per questa “Ci si devono stringere bene i pantaloni”: non è possibile affrontare questa battaglia con passività.