Cuba inizia l’anno

 

scolastico 2009/10

 L’istruzione è l’arma più potente della Rivoluzione

 

 

2 settembre 2009 - www.granma.cu

 

 

Più di 13000 scuole, e 200 Università hanno aperto le loro porte per dare inizio ai corsi scolastici in tutta Cuba. Una volta in più si compie la grande opera di una Rivoluzione coerente con la sua stessa storia e con i suoi principi, poiché non si sarebbe potuta concepire senza questa potente arma, come ha valutato il suo leader.

 

Che gli oltre 3 milioni di giovani e bambini trovino sui propri banchi libri, quaderni, matite ed acquarelli, che dispongano per il proprio apprendimento di mezzi audiovisivi, che le loro aule siano pulite e pitturate, è conseguenza della verticalità di questa Rivoluzione, e del pensiero del suo Comandante in Capo.

 

“L’imprescindibile che deve realizzare una Rivoluzione è preparare uomini e donne. L’imprescindibile che deve realizzare una Rivoluzione è insegnare ed educare. Il compito più importante di una Rivoluzione, senza il quale non c’è Rivoluzione, è permettere al proprio popolo di studiare”.

 

Così disse Fidel nel lontano 19 settembre del 1961, e così è stato fino ad oggi, a dispetto degli uragani che hanno rovinato centinaia di giardini scolastici e a dispetto dell’embargo della Nazione più forte del Pianeta, che è costato centinaia di milioni di dollari all’istruzione.

 

Però, dato che la Rivoluzione è in costante movimento, l’anno che è appena cominciato ha presentato nuove e più profonde formule per insegnare la Storia di Cuba a tutti i livelli di insegnamento, come via per aumentare la preparazione politica-ideologica, civica ed etica. Avrà inoltre un’importanza fondamentale l’apprendimento della lingua materna, soprattutto legata all’ortografia, usata come via fondamentale per il ragionamento, la comprensione delle materie, e l’adeguata espressione orale e scritta degli educandi. Parallelamente un nuovo sistema di valutazione costituirà una sfida sia per gli studenti che per i professori.

 

Saranno più di 700000 gli studenti universitari nel Paese, coscienti che la stessa storia della Rivoluzione nasce dalle aule dei centri degli studi superiori, come quelle della maestosa Università dell’Avana, testimone del pensiero e dell’azione di uomini come José Antonio Echevarria e Fidel Castro.

 

Cuba sa, perché conosce il pensiero del suo Eroe Nazionale José Martí, che si è liberi solo quando si è colti, e sa anche, perché lo ha vissuto, quali sono le pretese di quelli che si sono impegnati a soggiogare i popoli, mantenendoli nella più cruda ignoranza.

 

Qual è la politica che seguono i nostri saccheggiatori e le loro istituzioni? La prima cosa che cancellano è l’istruzione, quando impongono ai Paesi, attraverso il Fondo Monetario Internazionale, politiche restrittive. Le prime cose che chiudono sono le scuole, i primi budget che azzerano solo quelli dell’istruzione, e dopo, quelli della salute e della sicurezza sociale. “Per questo dico che gli educatori sono e devono essere le avanguardie della liberazione dei nostri popoli, nel senso reale della parola, per raggiungere l’indipendenza, avanguardie dell’integrazione dei nostri popoli, più che i soldati”.

 

Con questa massima di Fidel, i Cubani hanno aperto questo mese di settembre, contagiati dall’allegria dei loro bambini, dall’entusiasmo dei loro giovani, e dall’impegno dei maestri, nella difesa della Rivoluzione con la forza invincibile dell’istruzione e della conoscenza.