XXXI FESTIVAL DEL NUOVO CINEMA LATINOAMERICANO

Sin titulo, di X Alfonso

 

25 dicembre '09 - G.Minuti www.granma.cu

 

Nella Casa de Amistad, dell’ICAP, l’antica casa di Catalina Laza e Pedro Pablo, due personaggi leggendari a Cuba, con la partecipazione di Elio Games, Roberto Rodríguez ed altri  dirigenti dell’Istituto di Amicizia tra i Popoli, del Ministero di Cultura, dell’Istituto di Cinematografia, è stato presentato alla stampa il documentario Sin Titulo, girato dal musicista X Alfonso, alla sua prima esperienza come regista. 

 

Quest’opera, che dura 59 minuti, è stata presentata nell’ambito del 31º Festival del Nuovo Cinema Latinoamericano, fuori concorso, ed è un’idea originale di Movie Group, un consorzio di imprese italiane associate, che lavora nel mondo dello spettacolo e della comunicazione da più di 20 anni.

 

I suoi lavoratori sono impegnati in importanti azioni di solidarietà e aiuti, in eventi di promozione della conoscenza della realtà sociale e culturale del popolo cubano. 

 

Nella storia di questa appassionata unione, è sorta l’idea di finanziare  la realizzazione di un documentario, capace di far capire perchè e come mai, nonostante 50 anni di difficoltà dovute al crudele isolamento economico - il blocco imposto dagli Stati Uniti -  la produzione culturale ed artistica di Cuba continua ad essere una delle più originali e feconde dell’America Latina e del mondo.

 

X Alfonso è stato scelto tra tanti giovani artisti - è nato nel 1972 – per la sua carriera molto peculiare. Dopo gli inizi in campo musicale  nel 1990, col padre Carlos Alfonso, ha scritto la musica per il film cubano, María Antonia, del regista  Sergio Giral, ottenendo il Premio Coral per la ' Miglior colonna sonora di un film latinoamericano nel XVII Festival Internazionale del Nuovo Cinema Latinoamericano.

 

Ha realizzato  produzioni discografiche e concerti dal vivo con differenti cantanti solisti come Santiago Feliú, Carlos Varela, ha suonato con Roberto Carcassés, Decemer Bueno, Elmer Ferrer, ha partecipato a vari Festivals di Jazz Plaza a L’Avana.

Nel 1992, fondò con Iván Latour e Osamu Menéndez, il gruppo di rock Havana, e fu selezionato  per un documentario sui giovani cubani realizzato L’Avana da  cineasti nordamericani del canale Sundance nel 1997. Ha composto musiche per opere di danza di compagnie prestigiose come “Danza Abierta”, diretta da Marianela Boán, e per l’opera “Transit” della compagnia catalana diretta Maria Rovira. Col gruppo SINTESIS, ha realizzato turnee internazionali partecipando in America Latina ed in Europa (Francia, Olanda, Finlandia) ad importanti festival.   

 

Sua mamma, a sua volta cantante, ha detto che Alfonso ha sempre piacevolmente stupito la famiglia, prima col famoso gruppo rock, poi con il progetto Benny Morè, con il suo contatta con Chucho Valdes ed ora con “Sin Titulo”. Omara Portuondo ha pronunciato elogi e simpatiche parole per X Alfonso durante la conferenza stampa, a cui ha partecipato anche Roberto Carcasses.

 

 

SIN TITULO

 

 

Auspicata dal Ministero di cultura cubano questo documentario prende lo spettatore, attraverso le dichiarazioni di artisti di vario genere, musicisti famosi come Juan Formell di VanVan, o Chucho Valdes, che accarezza il suo pianoforte, Omara Portuonodo, che parla di sè, di come usa il suo tempo, della nipotina; attori e direttori di teatro che sanno fare anche il muratore e l’idraulico, cantanti di rap che raccontano la loro giornata, il loro sogno  di un giovanissimo rapero: studiare nell’Istituto Superiore d’Arte, dove si entra per merito, l’inventore d’una macchina da presa costruita con rottami, il fotografo del Capitolio, che usa una macchina fotografica che ha più di cent’anni...   

 

Tutti raccontano le loro giornate normali, pine di invenzioni, con lo spirito tipico dei cubani, pieno d’allegria e d’amore.

 

Immagini di quartieri popolari, di ballerini, di strade popolose regalano un’Avana vera, fanno sentire amici i protagonisti.

 

X Alfonso non è un regista, ma ha un buona esperienza in videoclip e si vede. 

 

Gianfranco Giuliani, responsabile delle comunicazioni della Movigroup, in Cuba con altri dirigenti dell’impresa, ha raccontato che X Alfonso aveva girato quasi tre ore di pellicola. 

 

“Abbiamo dovuto tagliare, anche perchè altrimenti non avrebbero mai accettato il documentario nei concorsi. Ci è piaciuta questa sua Cuba di artisti, nella vita, nella musica, nella pittura, nel teatro, nella danza, un paese che sa offrire umanità ed amore, un’Isola di persone che sanno trasformare professione e passione in una vera opera d’arte, perfetta per la Fabbrica d’Arte che abbiamo ideato con Movigroup,  che offrirà altre opere in altre occasioni”.
 

 

La Fondazione del Nuovo Cinema

Latinoamericano rende omaggio all’ICAIC

 

16 dicembre '09 - www.granma.cu (PL)

 

Il 5 dicembre, a L’Avana, si è tenuto un emotivo incontro tra i fondatori dell’Istituto Cubano dell’Arte ed Industria Cinematografiche (ICAIC) e la Fondazione del Nuovo Cinema Latinoamericano (FNCL).

 

Alla presenza dei membri del Consiglio Superiore della FNCL, presenti anche al XXXI Festival Internazionale del Nuovo Cinema Latinoamericano, l’istituzione ha celebrato i cinquant’anni dalla fondazione dell’ICAIC.

 

Il panamense Pedro Rivera, a nome della FNCL, ha riconosciuto tutti questi anni di aiuti, di collaborazione e di generosità da parte dell’istituzione colturale cubana, nella formazione dei nuovi cineasti latinoamericani.

 

In esclusiva per AIN, Alquima Peña, Direttrice Generale della FNCL, ha affermato che rendere quest’omaggio era un dovere, e che si è stato realizzato con affetto e solidarietà, perché l’ICAIC ha avuto a che vedere con tutto lo sviluppo e l’integrazione dei cineasti d’America Latina.

 

I cineasti cubani, ha aggiunto, sono presenti nella cinematografia di tutto il continente, dall’affermazione dell’ICAIC come movimento alla fine degli anni ’50.

 

Omar González, Presidente dell’ICAIC, ha ringraziato per il gesto della FNCL e ha segnalato che se l’industria cubana del cinema, in questi 50’anni, si è relazionata con l’America Latina e ha incentivato tutto il sapere latinoamericano, è perché è coerente con i principi della Rivoluzione.

 

Qui stiamo parlando della Rivoluzione, che ha voluto l’ICAIC, la decolonizzazione dello spettatore, in condizione di scegliere, e, allo stesso tempo, la creazione di un’industria del cinema.

 

Durante l’atto, celebrato nella sede della FNCL, è stato proiettato il documentario “50 sogni”.

 

Sei paesi si accaparrano i Corales 

14 dicembre '09 - www.granma.cu (PL)

Cineasti di Cile, Argentina, Uruguay, Perù e Brasile, hanno vinto i Premi principali del 31º Festival del Nuevo Cine Latinoamericano de L’Avana:

 

Lungometraggio di fiction:

 

Primo premio Coral: La teta asustada, di Claudia Llosa (Perù),

 

Secondo premio Coral: La nana, de Sebastián Silva (Cile),

 

Terzo premio Coral: Viajo porque preciso, volto porque te amo, di Marcelo Gómes (Brasile),

 

Premio Speciale della Giuria: El secreto de sus ojos, di Juan José Campanella (Argentina).

 

Regia: Juan José Campanella (El secreto de sus ojos).

 

Miglior attore: Ricardo Darín (El secreto de sus ojos),

 

Migliore attrice: Catalina Saavedra (La nana),

 

Sceneggiatura: Sabine Berman (Backyard),

 

Fotografia: Ricardo Della Rosa (À deriva),

 

Direzione artistica: Susana Torres y Patricia Bueno (La teta asustada)

 

Edizione: Oscar Figueroa (Backyard)

 

Musica originale: Federico Jusid (El secreto de sus ojos)

 

Opere prime: Primo Premio Coral: Huacho, di Alejandro Fernández Almendras (Cile),

 

Secondo premio: Gigante, di Adrián Biniez (Uruguay),

 

Terzo premio: Cinco días sin Nora, di Mariana Chenillo (Messico).

 

Premio Speciale della Giuria: El vuelco del cangrejo, di Oscar Ruiz Navia (Colombia).

 

Miglior contributo artístico: Los famosos y los duendes de la muerte, di Esmir Filho (Brasile)

 

Menzione: La Yuma, di Florence Jaugey (Nicaragua),

 

Regia: Juan José Campanella (El secreto de sus ojos)

 

Miglior attore: Ricardo Darín (El secreto de sus ojos),

 

Miglior attrice: Catalina Saavedra (La nana),

 

Sceneggiatura: Sabine Berman (Backyard)

 

Fotografia: Ricardo Della Rosa (À deriva),

 

Regia artistica: Susana Torres e Patricia Bueno (La teta asustada),

 

Edizione: Oscar Figueroa (Backyard),

 

Musica originale: Federico Jusid (El secreto de sus ojos).

 

Peccato che il pubblico italiano non vedrà queste opere, che hanno il solo difetto di non appartenere al circuito statunitense e quindi non vengono diffuse nei cinema dell’Europa.

 

León Gieco ha regalato a Fidel  

il documentario “Mundo Alas”

 

10 dicembre '09 - www.granma.cu (PL)

 

Il cantautore argentino León Gieco ha regalato al leaer cubano Fidel Castro e al fratello, il Presidente Raúl Castro, il suo documentario “Mundo Alas” sui cantanti disabili, la cui prima si è tenuta lunedì nel Festival del Cinema di L’Avana “Lunedì, nella sala Yara, abbiamo proiettato il documentario, non perdetevelo, l’ho appena inviato a Fidel” ha detto Giego in un incontro con cinefili realizzato nell’ambito del Festival.

 

“Oggi ho mandato il documentario a Fidel, a Raúl, a Abel (Prieto, Ministro della Cultura), e al Presidente del Festival, Alfredo Guevara, perché se loro sono preoccupati, se stanno pensando ad un piano per i disabili, questo documentario potrebbe essere loro molto utile” ha aggiunto il cantautore.

 

“Mundo alas”, che ha definito come un documentario “felice e grazioso” e che ha realizzato con Sebastián Schindel e Fernando Molnar, é stato proiettato tra le presentazioni speciali dell’evento, nelle quali lottano per il premio Coral 104 opere da 17 paesi, con 5 lungometraggi di fiction argentine.

 

“Ha una forza incredibile, i ragazzi (disabili) alla fine dimostrano tutte le loro abilità”. “Sono molto orgoglioso di averlo fatto” ha affermato Gieco, autore di più di 300 canzoni e che non viaggiava a Cuba da più di cinque anni.

 

“Non voglio più passare tanto tempo senza venire a Cuba, però così mi sono portato una sorpresa. L’ho vista meglio che mai, non so perché, più pulita, più culturale, con più lotta (…) l’ho vista bella davvero” ha commentato Gieco.

 

Gieco ha anticipato che tornerà a Cuba in febbraio, perché è stato invitato a presentare il suo libro “Mundos alas” nella Fiera Internazionale del Libro de L’Avana.

 

Fito Páez assiste alla proiezione
 

de Le mani al piano

ll documentario di 75 minuti che si proietta nel 31 Festival del Cinema Latinoamericano di L’Avana penetra nella relazione di Fito con il piano, uno strumento essenziale nella sua formazione come musicista
 

10 dicembre '09 - Yelanys Hernández Fusté www.granma.cu (PL)

 

Fito Páez in ultima fila. Fernando Rubio e Gastón Palus in quella davanti alla kia. Regista e produttore ascoltavano il cantante rivivere in ogni sequenza riprodotta nel grande schermo del cinema La Rampa. Anche tutti gli assistenti.

 

Le risate nelle scene più intime o i commenti quando qualche famigliare appariva nelle immagini, si sentivano dietro la mia poltrona. È che si è creato un felice slittamento del tempo martedì scorso, con il documentario che commemora un singolare momento della vita creativa di Fito Páez.

 

Ed è così che si svolge Le mani al piano, un materiale che ha captato l’artista proprio mentre stava concependo canzoni e si faceva accompagnare da accordi di un piano, per metterle in un disco chiamato Rodolfo.

 

Il documentario, che si proietta nel 31 Festival del Nuovo Cinema Latinoamericano, penetra, nei suoi 75 minuti, nella relazione di Fito con il piano, uno strumento essenziale nella sua formazione di musicista.

 

“È stato il mio primo amico”, ha affermato Páez di fronte alla camera riferendosi al Foster che aveva in casa, lasciandoci intendere che il film è un omaggio a tutti questi anni insieme.

Però il proposito è stato ancora più grande per il regista e lo staff. Si trattava di illustrate quanto ha significato la musica nella vita dell’autore di 11 e 6 e Yo vengo a ofrecer mi corazón. Le immagini mostrano le influenze che egli incontrò nei dischi che collezionava suo padre, la sempre presente storia di sua madre nella musica, e le lezioni del suo maestro e vicino.

 

“La verità è che le canzoni creano una grande intimità e Fernando si integrò quando ancora non le avevo finite. C’è una cosa molto curiosa che successe (mentre si girava): le luci accese. Sembrava un ospedale più che una sala di registrazione. Però fu l’accordo che decidemmo prima di cominciare e non ci diede mai fastidio”, ha raccontato Páez.

Fito non era arrivato tanto lontano nel cinema. Almeno non per essere il protagonista della sua stessa storia. Per questo Fernando Rubio è riuscito ad aggiungere a questo racconto la famiglia del cantante, ed è sorprendente vedere come questi “attori” che hanno un ruolo nella vita dell’interprete, riproducano dettagli personali dell’artista attraverso della fotografia e l’esercizio della memoria.

 

Fernando definisce il film come “l’esperimento di un uomo sull’altro”. E mette in chiaro che nelle sequenze, la sua ammirazione per l’opera del conosciuto cantante argentino, perché per lui è stata la musica, attraverso le immagini, che hanno condensato l’uomo.

 

Ed in esso, Gastón Pauls conviene. Si sente molto orgoglioso del fatto che il documentario sia passato “per i suoi occhi” e di averlo prodotto. Spera che il film abbia un lungo tragitto.  Nel frattempo, lo emoziona che sia piaciuto a L’Avana, luogo nel quale Páez è sempre accorso ad esibire i suoi film.

 

Non riesco a vedere Le mani…solo come la ripresa del processo creativo di un fonogramma, che ha occupato il suo protagonista per dieci mesi – tra giugno del 2007 e marzo del 2008.

 

Anche se Fito dice sempre che la sua arte continua e che uscirà nel CD Confiá – al quale già sta lavorando – o nel tour che comincerà il prossimo marzo in tutta l’America ed in parte d’Europa. Le mani sul piano è un documentario che ritrae il musicista in un periodo di tempo così importante, che ci rende un’immagine eterna.

 

 

Progetti iberoamericani nel Settore

dell’Industria del festival habanero

 

9 dicembre '09 - www.granma.cu (PL)

Direttori di 8 paesi presentano i propri progetti nel Seminario Iberoamerica Film Crosing Bordes, una prospettiva del Settore Industria inaugurata nel 2008 nel Festival di L’Avana

Il Seminario offre una piattaforma a professionisti dell’audiovisivo , con un’esperienza minima di tre anni nell’industria, per promuovere le loro opere in fase di sviluppo – fiction, animazione o documentario – con una produzione e distribuzione della regione ed europea.

 

Nella 31 edizione della mostra-evento avanera saranno presentati 25 materiali filmici iberoamericani, dal 3 al 13 dicembre.

 

Di seguito, la lista delle opere selezionate:

 

Argentina:

-El camino de Santiago, di Alejandro Guzzo
-Ansiedades, di Alejandro Carlini
-Compadres, di Ciro Néstor Novelli
-Pase lo que pase, di Eva Mariela Lauria
-October le chat, di Federico José Radero
-2016, di Lucía Tebaldi
-Enigmas privados, di Maximiliano Monzón

 

Spagna:

-The activists, di Alejandro Urrosolo
-Atrapa sueños, di Alexander Giraldo
-Ménage à trois, di Álvaro García-Capelo
-Hasta el último momento, di Ana Castañosa Bielsa
-Varados, di José del Río Mons
-18 quilates: quemando el cielo, di Rodrigo Abascal
-Incómodos, di Jesús Sueiro Lemus
-Libertad, di Sac Nicté García

 

Messico:

-La casa de las sombras, di Carlos Eduardo Aguilar
-El albergue, di Alejandra Islas

 

Colombia:

-La sirga, di Gerylee Polanco Uribe
-Wayuu, los hijos del desierto, di Hécto Izácaga Correa

 

Cuba:

 -Silicona, di Antonio Santana
-Apuntes de madrugada, di Juan García Prieto.

 

 

Tina Modotti: ribelle universale 

 

5 dicembre '09 - Mercedes Santos Moray  www.granma.cu

 

Abbiamo voluto rendere omaggio, come lo ha fatto il Festival Internazionale del Nuovo Cinema Latinoamericano, ad una donna che è stata una ribelle universale: all’italiana Tina Modotti.

 

Nota come una delle migliori fotografe del XX secolo, la testimonianza della sua opera è esposta nel  Pabellón Cuba al pubblico, nello spazio dei giovani artisti ed intellettuali.

 

Tina ritorna dall’estetica e dall’etica di una vita nella quale ruppe schemi e scandalizzò molti suoi contemporanei,  se pensiamo che ha vissuto negli anni ‘20 e ‘30 del XX secolo e che è stata protagonista di molti grandi avvenimenti.

 

Fu attrice nel cinema muto a  Hollywood, poi divenne  una grande fotografa con il suo collega e maestro nordamericano Weston.

 

Il processo del suo pensiero sociale e politico la portò a militare all’avanguardia ed a combattere il fascismo, con un particolare accento durante la guerra civile spagnola.

 

I suoi amori di donna, la passione condivisa con il giovane rivoluzionario cubano Julio Antonio Mella, che lei fissò per sempre in fotografie che mostrano la sua splendida bellezza maschile, tutto parla di Tina, della Maria della guerra, di una donna che ruppe tabù e pregiudizi, che visse e amò pienamente, sempre conseguente con i suoi sentimenti, emozioni ed ideali.

 

Hanno partecipato all’inaugurazione della bellissima esposizione Alfredo Guevara, presidente del Festival del Nuovo Cinema, Abel Prieto, ministro di Cultura e Ricardo Alarcón, presidente del Parlamento, con altre autorità, artisti e un numeroso pubblico appassionato.

 

INAUGURATO IL 31ª FESTIVAL DEL

NUOVO CINEMA LATINOAMERICANO

 

Si sogna e si combatte

 

dallo schermo

 

4 dicembre '09 - Pedro de la Hoz  www.granma.cu (AFP)

 

Con la certezza che grazi allo schermo cinematogFoto: Alberto Borregorafico non si è mai smesso di sognare e di combattere per la giustizia e la bellezza, è stato inaugurato il 31º Festival del Nuovo Cinema Latinoamericano de L’Avana, nel teatro Karl Marx.

 

L’appuntamento dei cineasti del continente si iscrive, come ha dichiarato Alfredo Guevara, presidente del Festival, in una cultura di resistenza irrinunciabile, che si rifletterà nell’opera dei più giovani.

 

“L’obbligo di ogni artista, ha precisato, è riempire il mondo di bellezza e sarà ben difficile farlo quando in questo  XXI secolo ci sono 27 milioni di schiavi, tra i quali milioni di bambini, e la recente debacle del capitale finanziario ha sommato nella povertà tante persone...”

 

Un regalo di lusso per i presenti, è stata la presentazione del maestro Chucho Valdés con la cantante Omara Portuondo, che hanno conquistato il pubblico interpretando il classico “Ventanni”, di  María Teresa Vera.

 

Erano presenti  anche i membri del Burò Politico del Partito, Ricardo Alarcón de Quesada, presidente dell’Assemblea Nazionale del Poder Popular  e Abel Prieto, ministro di Cultura.

 

Curtis Hanson, regista di “L.A.

Confidencial” nel Festival di L’Avana

 

4 dicembre '09 - www.granma.cu (AFP)

 

Lo statunitense Curtis Hanson, regista del famoso film “Los Angeles Confidential”, parteciperà al 31 Festival Internazionale del Nuovo Cinema Latinoamericano iniziato giovedì, come hanno reso noto a AFP fonti del Comitato d’Organizzazione.

 

Hanson, di 64 anni, che ha vinto un Oscar con quello stesso film ed è anche stato regista di altri film come “The Hand that Rocks The Cradle” (1992), “Wonder Boys” (2000), e “8 Mile” (2002), ha assistito all’apertura del Festival.

 

Altra persona presente è stato il famoso compositore chitarrista statunitense Gary Lucas, che ha realizzato uno spettacolo accompagnando con la chitarra elettrica la proiezione della versione spagnola del film “Dracula” (1931) diretta da Goerge Meldford.

 

Luca, “che ha dedicato parte del suo lavoro alla sonorizzazione in vivo di film muti, ci ha proposto uno spettacolo con la chitarra elettrica per questo film”, la cui copia è stata riscoperta nella Cinemateca di Cuba negli anni ’80 in stato molto buono, ha spiegato il Direttore del Festival Iván Giroud in un’intervista pubblicata nel giornale dell’evento.

 

Considerato uno dei cinque migliori chitarristi del rock vivo, Lucas ha suonato con Jeff Buckley ed il gruppo Capitain Beefheart, e durante la sua carriera si è esibito con grandi interpreti e compositori come Leonard Berstein, Lou Reed, John Cale, Robyn Hitchock, Patti Smith, Iggy Popo e Bryan Ferry.

 

Entrambi coincidono nel Festival con il loro compatriota, il produttore e musicista Robert Kraft, supervisore musicale di film del calibro di “Titanic” e “moulin Rouge”, che offrirà una conferenza sabato.

 

Anche se il Festival di L’Avana ha frequentemente goduto della presenza di artisti statunitensi, tale presenza si è ridotta a partire dal 2004, quando il Governo di George W. Bush ha indurito le restrizioni ai viaggi sull’Isola.

 

Tuttavia, sotto l’amministrazione di Barack Obama, si stanno rendendo più frequenti gli intercambi con artisti, scienziati e sportivi.

 

Nel Festival Internazionale del Nuovo Cinema Latinoamericano, che si concluderà il 13 dicembre, competono in totale 104 film, e se ne proietteranno altri 170 latinoamericani fuori gara.

 

 

Comincia il Festival del Nuovo
Cinema Latinoamericano     

 

3 dicembre '09 - Anubis Galardy www.granma.cu (PL)

 

Il Festival del Nuovo Cinema Latinoamericano de L’Avana inizia oggi la sua 31ª edizione con più di  400 pellicole e la proiezione del film argentino “El secreto de sus ojos”, di Juan José Campanella.

 

Questi film che ha battuto tutti i records di pubblico in Argentina aprirà stanotte l’appuntamento, nel teatro Karl Marx, do¡ve inoltre si esibiranno Jesús (Chucho Valdés) e Omara Portuondo, nientemeno.

 

Noto in Cuba per il film “El hijo de la novia”, il regista argentino aspira ad un premio Coral per i lungometraggi di fiction, settore ai cui partecipano 19 cineasti.

 

Quest’anno si presentano  104 opere di 17 paesi, distribuite in 20 pellicole di fiction, 21 opere prime, 24 documentari e lo stesso  numero di animati, 15 cortometraggi e 28 sceneggiature inedite.

 

Nelle varie giurie ci sono figure come la brasiliana Lucía Murat, il venezuelano Luis Alberto Lamata, l’argentino Juan José Jusid, tra gli altri.

 

Per 10 giorni, attori, registi, specialisti della regione e del mondo, tra i quali i musicisti argentini León Gieco e Fito Páez, l’attrice  tedesca Hanna Schygulla, il produttore nordamericano Robert Kraft il musicista Gary Lucas tra i tanti, passeggeranno per L’Avana.

 

Il Festival porta novità, come una mostra di films dell’orrore, un ciclo di animati del Belgio, una mostra dedicata alla cinematografia di Puerto Rico, nella quale  si proietterà il documentario “Sin mapa”, sul popolare duo di musica alternativa  Calle 13 ( che sta cercando di venire a L’Avana).

 

L’Istituto Cubano di Arte e Industria Cinematografica (ICAIC) è il grande omaggiato dall’anno per i suoi cinquant’anni di vita, impegnati nello sviluppo del movimento del Nuovo Cinema Latinoamericano, sorto quarant’anni fa.

 

Le 15 sale disponibili accoglieranno anche 170 produzioni di nazioni: Polonia, Germania, Francia, Italia, Spagna e Finlandia, che portano valide  mostre parallele. I cubani spettatori fedeli, da oggi ritornano a riempire le sale cinematografiche, facendo lunghe code per vedere i films in gara. 

 

31º Festival del Nuevo Cine Latinoamericano

Tristán Bauer e il  suo
 documentario sul Che

 

26 novembre '09 - www.granma.cu (PL)

 

"Se ci dicessero che siamo quasi dei romantici, che siamo degli idealisti inveterati, che stiamo pensando in cose impossibili e che non si può ottenere dalla massa di un popolo quello che è quasi un archetipo umano, noi dobbiamo rispondere una e mille volte che sì, che si può e dev’essere così e dev’essere così e così sarà, compagni!”

 

Queste parole le disse Ernesto Che Guevara molti anni fa e risuonano con una potenza storica straordinaria che permette di riflettere sull’attuale presente dell’America Latina  ed integrano parte del documentario “Ernesto Guevara” del regista argentino Tristán Bauer, che dura due ora circa.

 

In questa pellicola che verrà presentata durante il 31º Festival del Nuovo Cine Latinoamericano a L’Avana si ascolta la voce del Che, che dice a sua moglie Aleida March, prima di partire per la Bolivia: “Questo è il solo ed intimante mio, intimamente conosciuto da noi due, che ti posso lasciare adesso”.

 

Il Che le aveva registrato il messaggio e poi le aveva letto la poesia "Los heraldos negros", del poeta peruviano César Vallejo.

 

Mentre si ascolta la poesia, lo schermo si riempie d’immagini di bombardamenti in luoghi distinti che terminano con l’esplosione della bomba atomica che gli Stati Uniti lanciarono sulla popolazione civile della città giapponese di Hiroschima.

 

Inoltre si ascoltano testi che il Che ha scritto a sua moglie; in uno le ricorda Hiroschima, segnalandole che è buono visitare questo posto per lottare con energia per la pace.

 

Le immagini dell’infanzia del Che ad Altagracia raccontano, con la voce in off di Bauer, la vita del piccolo Ernesto in modo quasi poetico.

 

Poi appaiono le immagini più vicine al processo rivoluzionario, che sono del 1956  e quindi si sente il Che, che spiega le misure della Rivoluzione cubana, come la nazionalizzazione delle compagnie nordamericane in tre tappe.

 

Il grande impero nordamericano  sembra crollare nello schermo, quando si distruggono i cartelli delle multinazionali...

 

Poi si vede il Che in Cecoslovacchia e nella Repubblica Popolare della Cina nel 1960, e si ascolta un suo discorso sul Vietnam.

 

Bauer ha lavorato per dieci anni a questo progetto ed ora i cubani vedranno il risultato, sull’opera, la vita ed il pensiero del Che.

 

 

Il Festival del Cinema Avanero
 

avrà una nuova sede per i giovani

 

24 novembre '09 - Maylín Vidal www.granma.cu (PL)

 

Il 31° Festival Internazionale del Nuovo Cinema Latino Americano de L’Avana, si estenderà per la prima volta al Pabellón Cuba, situato in una delle vie più percorse della capitale, con ampie proposte per i giovani.

 

A soli pochi metri dalla sua sede permanente, l’Hotel Nacional di Cuba, il Pabellón sarà uno spazio di incontro per le nuove generazioni di cineasti cubani, con i loro colleghi latinoamericani, ha annunciato ieri in una conferenza stampa Alfredo Guevara, presidente dell’appuntamento.

 

“Aspiriamo a convertire questo luogo in un mondo di giovani, in una grande festa della gioventù nell’ambito del festival” ha affermato Guevara.

 

Una galleria d’arte aprirà le sue porte con un’esposizione di foto, per la maggior parte inedite, dell’artista italiana Tina Modotti, tra le quali ci saranno quelle scattate al suo compagno e leader studentesco universitario Julio Antonio Mella (1903-1929), con il quale ha portato avanti una profonda relazione sentimentale.

 

Dalle prime ore del pomeriggio, fino alla notte, il pubblico avrà opportunità di dialogare con personalità della cultura e del cinema tanto straniere quanto cubane.

 

Una delle novità del programma sarà un ciclo dei più recenti film portorichegni, ed un laboratorio di adattamento di pezzi teatrali alla celluloide.

 

Concerti di jazz con figure della portata del trombettista cubano Yasek Manzano e gruppi come Síntesis accompagneranno le performance, precedenti alle proiezioni notturne.

 

Si aggiungono esibizioni dei trovatori, spettacoli per bambini, presentazioni di riviste, e vendita di oggetti artigianali e dischi.

 

10 sale accoglieranno l’evento avanero, dal 3 al 13 di dicembre.

 

Per la prima volta lo stesso si estenderà al centro storico della città con vari concerti nella Basilica Menos del Convento de San Francisco de Asís e l’Oratorio San Felipe Neri.

 

 

Direttori di 17 paesi competono nel

Festival del Cinema de L’Avana

 

13 novembre '09 - Anubis Galardy www.granma.cu (PL)

 

Film di 17 paesi, con il Brasile in testa, competeranno nel 31° Festival Internazionale del Nuovo Cinema Latinoamericano de L’Avana, al quale partecipano nuovi realizzatori e veterani come la brasiliana Suzana Amaral.

 

Ma la spinta la danno soprattutto i giovani con proposte che hanno già meritato gli elogi della critica, o lodi in eventi internazionali, che saranno in circolazione a Cuba dal 3 al 13 dicembre.

 

Un altro elemento che salta immediatamente alla vista, sono le coproduzioni con Francia e Spagna, rivelatrici della direzione intrapresa da questi paesi per aprirsi uno spazio nel terreno dominato dalle produzioni statunitensi, e cioè da Hollywood, e nei mercati distributori in America Latina.

 

Da questo lato troviamo il talento e l’audacia delle giovani proposte, per la maggior parte laureatesi nelle scuole di cinema, come la San Antonio de los Baños, situata a Cuba, dalla quale sono usciti realizzatori che hanno ottenuto validi risultati in concorsi e mostre in varie parti del mondo.

 

Nel festival de L’Avana, il Brasile la fa da protagonista con 23 offerte nelle cinque categorie di cui si compone il concorso, seguito dall’Argentina e dal Messico, con 21 ciascuno, ci sono poi il Cile e Cuba (9), il Peru (7) e Colombia, Uruguay e Venezuela (4).

 

Completano la lista Nicaragua, Porto Rico, Paraguay, Bolivia, Sud Africa, Canada, Regno Unito e Spagna, con un film ciascuno.

 

A seguito, la lista dei 21 film di fiction in concorso:

 

Argentina:

-El último verano de la Boyita/Julia Solomonoff
-Francia, di Israel Adrián Caetano
-La invención de la carne, di Santiago Loza
-Argentina/España: El secreto de sus ojos, di Juan José Campanella
-Argentina/España/Francia: El niño pez, di Lucía Puenzo

Bolivia:

-Zona sur, di Juan Carlos Valdivia Flores

 

Brasile:

-A la deriva, di Heitor Dhalia
-Hotel Atlántico, di Suzana Amaral
-Viajo porque necesito, vuelvo porque te amo di Marcelo Gómez, Karim Ainouz
-Chile/Francia: Navidad, di Sebastián Lelio
-Chile/México: La Nana, di Sebastián Silva
-Colombia/Alemania/Argentina/Holanda: Los viajes del viento, di Ciro Guerra
-Colombia/España: Rabia, di Sebastián Cordero

 

Cuba:

-El premio flaco, di Iraida Marlberti, Juan Carlos Cremata Malberti
-Lizanka, di Daniel Díaz Torres

Messico:

-Backyard-El traspatio, di Carlos Carrera González
-Cefalópodo, di Rubén Imaz Castro
-Viaje redondo, di Gerardo Tort

 

Peru/Spagna:

 

-La teta asustada, di Claudia Llosa
Uruguay/Colombia/Argentina/España:
-Hiroshima, di Pablo Stoll
-Venezuela/Argentina/España: Un lugar lejano, di José Ramón Novoa