La Convenzione sui Diritti del Bambino

 Feste infantili in tutte

le scuole dell’Isola

 

 21 novembre '09 - M.E.Álvarez Ponce www.granma.cu (AIN)

 

In Cuba si vive, si respira la Convenzione  sui Diritti del Bambino ha affermato a L’Avana José Juan Ortiz Brú, rappresentante nell’Isola del Fondo delle  Nazioni Unite per l’Infanzia (UNICEF).

 

Ortiz Brú ha presentato nella sede dell’Associazione Cubana della ONU (ACNU) il rapporto annuale “Stato Mondiale dell’Infanzia”, in un’edizione speciale in occasione dei 20 anni di adozione da parte dell’Assemblea generale della ONU di questo Trattato Internazionale, ratificato da 193 Stati parte.

 

Il rappresentante del UNICEF ha considerato un privilegio lavorare per l’infanzia in un paese come Cuba, per i suoi sforzi e le conquiste in questo settore.

 

“Da mezzo secolo l’Isola è all’avanguardia, ha segnalato Ortiz Brú, ed ha ricordato che quando fu approvata la Dichiarazione dei Diritti del Bambino, il 20 novembre del 1959, erano mesi che la Rivoluzione aveva già iniziato a lavorare per porre le fondamenta di questa immensa opera.

 

Questa piccola Isola dimostra che se si vuole tutto è possibile, che si può fare molto con poco, se esiste la volontà politica e che nè la crisi, nè il blocco, nè le catastrofi naturali o le difficoltà economiche hanno fatto abbandonare o tralasciare dallo Stato la sua politica a favore dell’infanzia”, ha affermato, ed ha sottolineato che in questo ambiente sano e protettore, creato per ogni bambina, bambino e adolescente cubano, con assoluta garanzia di tutti i loro diritti, vive la Convenzione.

 

“La possiamo vedere, sentire e toccare in questi bambini che giocano a qualsiasi ora senza pericoli per le strade, come nell’Organizzazione dei Pionieri José Martí, perchè se si parla di diritti, pensiamo subito alla salute e  all’educazione, ma qui c’è anche l’elemento essenziale - molto fragile in altri luoghi - della partecipazione, e mi piacerebbe sapere se in altri paesi i bambini festeggiano la loro Convenzione come in Cuba, dove in ogni scuola si fa festa e sono loro quelli che decidono e fanno...” 

 

Ortiz Brú ha aggiunto che: “Questo è quello che vogliamo per tutti nel mondo e che questo esempio si conosca e si moltiplichi”.

 

Prima della presentazione del Rapporto è stato annullato un fracobollo speciale per la data dallo stesso funzionario della ONU, accompagnato da Yamilé Ramos, presidentessa dell’Organizzazione dei Pionieri; Pablo Rodríguez,  vice direttore generale de la ACNU, e Odalys Roque, dirigente del Ministero dell’Informatica e le Comunicazioni.

 

 

L’Isola è un esempio di volontà


politica per proteggere l’infanzia

 

9 novembre '09 - Lourdes Pérez Navarro www.granma.cu

 

Oggi parliamo di crisi energetica, finanziaria, climatica e alimentare e per questo insieme, in un solo mese, i governi dei paesi più ricchi hanno trovato 18 b¡lioni di dollari destinati a salvare le banche.

 

Senza dubbio però, gli aiuti ufficiali allo sviluppo non raggiungono nemmeno la centesima parte di questa somma. 

 

Per le banche c’è il denaro, ma per salvare bambine e bambini, e adolescenti il denaro non si trova...

 

“O cambiamo questa visione, questa volontà politica nel mondo del nord, o sarà impossibile costruire una società migliore per tutti e per tutte”, ha affermato José Juan Ortiz Bru, rappresentante della UNICEF in Cuba, intervenendo nella giornata finale del III Incontro Internazionale sulla Protezione Giuridica dei Diritti dei Minori,  che si è  svolto nel Palazzo delle Convenzioni.

 

Come funzionario della UNICEF —istituzione delle Nazioni Unite che collabora con i governi nell’accompagnare le politiche incamminate alla protezione ed allo sviluppo dell’infanzia - Ortiz ha valutato “d’altissima considerazione” quello che Cuba realizza e non solo per quello che ha conseguito, ha detto, ma per lo sforzo continuo, in condizioni veramente difficili, per far sì che l’infanzia sia al centro delle politiche pubbliche.

 

“Se si sostiene che l’implementazione delle Convenzioni dei Diritti dei Minori necessita di molte risorse e che senza queste non si può fare molto, l’esempio che offre Cuba, senza dubbio, dimostra che queste affermazioni sono errate. Questa nazione non è ricca, ma se  paragoniamo la situazione dell’infanzia qui a Cuba, con quella esistente in altri paesi dell’America Latina e dei Caraibi,  vediamo che è evidente che l’infanzia è stata ed è una priorità della Rivoluzione. Questo dimostra che se esiste la volontà politica, si possono realizzare molte cose!”

 

L’avvocato Roberto González, fratello di René, uno dei Cinque Eroi, ha denunciato  di fronte a professionisti di 20 paesi partecipanti all’incontro, il reiterato disprezzo del Diritto Internazionale nel caso di questi Patrioti, che più che legale è politico.

 

González  ha segnalato la violazione dei diritti dei figli e degli altri familiari dei Cinque, dato che il Governo degli Stati Uniti  limita o nega i visti, come nel caso di Olga e Adriana, le mogli di René e di Gerardo, rispettivamente, che non vedono i mariti da undici anni, o cerca d’usare il rilascio per piegare la volontà di questi cubani illegalmente reclusi, e costringerli a posizioni contrarie ai loro ideali patriottici.

 

"Questa è, ha detto, la guerra di un grande impero contro una grande famiglia".

 

 

L’UNICEF riconosce la

protezione all’infanzia a Cuba

A dispetto dei problemi economici, da molti anni non si vede sull’Isola un solo bambino per strada, senza scuola e senza garanzie di salute, ha affermato José Juan Ortiz, rappresentante cubano nel Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia (UNICEF)

 

 

15 ottobre '09 - Dora Pérez Sáez www.granma.cu (JR)

 

Osservando la realtà cubana, ci si rende conto del buon esempio che è per gli altri paesi, perché pur essendo una nazione sottosviluppata, è riuscita ad applicare la Convenzione dei Diritti del Bambino come un vero modello.

 

Così ha affermato a questo giornale José Juan Ortiz, rappresentante a Cuba del Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia (UNICEF) nella presentazione del rapporto Sviluppo per l’infanzia, documento che contiene informazioni circa l’avanzo nel raggiungimento negli obiettivi del millennio.

 

L’esperto ha segnalato che, a dispetto dei problemi economici, da molti anni non si vede sull’Isola un solo bambino per strada, senza scuola e senza le garanzie della salute.

 

“Questo vuol dire che la protezione e lo sviluppo sono garantiti per volontà politica, non è una questione di risorse finanziarie. Se c’è volontà, si danno le risorse perché è una priorità. Però, per molti paesi, tanto ricchi quanto sviluppati, l’infanzia non è una priorità.

 

Cuba ha dimostrato che se lo è, gran parte dei problemi, non tutti, trovano una soluzione. Essa si colloca al di fuori dei gravissimi rischi che corrono i bambini in altri luoghi, come il lavoro minorile, la schiavitù e la mancanza di una scolarizzazione e di un’anagrafe alla nascita”.

 

Secondo Ortiz, la collaborazione di UNICEF con Cuba che va dal 2008 al 2012 è concentrata nell’adolescenza, fascia d’età che va dai 12 ai 18 anni.

 

“Storicamente UNICEF, come la maggior parte dei Governi, ha sempre lavorato sulla prima infanzia, per questioni basilari di sopravvivenza. Parlavamo dei bambini, per i bambini, ma mai con i bambini. Improvvisamente abbiamo scoperto, parlando con altri giovani non tanto piccoli, che sapevano esattamente chi erano, e apportavano soluzioni, insomma, abbiamo scoperto un favoloso potenziale”.