Il Vertice di Copenaghen

č stato una farsa

 La conferenza stampa del ministro degli esteri di Cuba

 

 22 dicembre '09 - www.granma.cu

 

“Una farsa, una riunione antidemocratica, arbitraria e con esclusioni”: il ministro degli Esteri di Cuba, Bruno Rodríguez Parrilla ha definito cosě la Conferenza delle Nazioni Unite sul Cambio Climático, appena svolta a  Copenaghen, in Danimarca.

 

Parlando alla stampa nazionale e straniera accreditata a Cuba, nella sede del Ministero degli Esteri, Rodríguez Parrilla ha offerto molti esempi delle sudice manovre realizzate, durante l’incontro danese, dagli Stati Uniti e da altre nazioni industrializzate per non adottare impegni rispetto al clima.

 

Ha definito l’atteggiamento del presidente degli USA, Barack Obama, durante la sua breve visita in Danimarca, come “prepotente cinica e totalmente sinuosa, incamminata a confondere soprattutto l’opinione pubblica internazionale e gli stessi partecipanti al Vertice, facendo credere che si era giunti per accordo ad un documento finale”.

 

Il ministro cubano ha segnalato che dopo che Obama si č riunito in privato - alla faccia della maggioranza dei capi di tutte le delegazioni presenti – con 16 nazioni citate “a parte” dal presidente imperiale, č stato adottato un documento apocrifo, con impegni insufficienti per le necessitŕ del pianeta.

 

Rodríguez Parilla ha accusato i paesi industrializzati d’aver prodotto un documento finale con il quale pretendono di ripartire le responsabilitŕ e gli impegni  monetari con le nazioni emergenti e persino con le piů povere del pianeta, includendo quelle isole che spariranno come conseguenza del cambio climatico.

 

“I poderosi, ha spiegato Rodríguez Parrilla, non accettano impegni vincolanti che li obblighino a ridurre le loro emissioni di diossido di carbonio del 40% per il 2020 e a trasferire tecnologie agli stati poveri, e aiuti finanziari per programmi destinati alla riduzione delle emissioni,  senza compromettere lo sviluppo”.

 

Il ministro ha elogiato i discorsi dei presidenti del Venezuela e della Bolivia, Hugo Chávez ed Evo Morales, rispettivamente, alla ricerca della salvezza per l’appuntamento e per il pianeta.

 

Evo, uno dei presidenti piů applauditi, ha proposto la realizzazione di un Vertice dei Popoli contro il Cambio Climatico, nel suo paese, per il prossimo 22 aprile.

 

Il Sudan, nella sua qualitŕ di presidente del Gruppo dei 77 piů la Cina, Venezuela, Bolivia, Cuba e le altre nazioni del sud, tutte  si sono incaricate di bloccare le manovre della presidenza della Danimarca, nel suo affanno d’imporre una dichiarazione a tono con gli interessi dei piů ricchi.

 

“Il pianeta č in pericolo ed il Vertice di Copenaghen ha preteso d’essere la sepoltura del Protocollo di Kioto ed e stato un passo indietro negli sforzi per salvare il pianeta”, ha sottolineato ancora Rodríguez Parrilla.

 

 

Cuba responsabilizza Obama

 

per il fallimento di Copenaghen

 

 22 dicembre '09 - Roberto Hernández www.granma.cu (PL)

 

Il Ministro degli Esteri cubano, Bruno Rodríguez, ha responsabilizzato ieri il Presidente statunitense Barack Obama per il fallimento della Conferenza sul cambio climatico che ha riunito piů di 100 capi di Stato a Copenaghen.

 

C’č stato un solo Obama, imperiale, arrogante, che non ascolta, che impone posizioni e che addirittura minaccia i paesi in via di sviluppo, ha affermato Rodríguez in un incontro con la stampa.

 

Purtroppo, la conferenza si č chiusa senza il raggiungimento di nessun accordo, ha aggiunto il capo della diplomazia, che ha segnalato la sola presenza di una componente ambigua e ingannevole imposta da Obama alle spalle della conferenza a un gruppo di paesi.

 

Dopo si č cercato di imporre questo documento a tutte le parti, ha aggiunto Rodríguez, che ha considerato che Copenaghen ha costituito un passo indietro, un fallimento, una farsa.

 

Non si č presa nessuna decisione in relazione agli impegni vincolanti o meno, di natura politica, di diritto internazionale, ha detto dispiaciuto il Ministro.

 

La Conferenza č stata un fallimento ed un inganno ai danni dell’opinione pubblica mondiale, ha affermato Rodríguez, che ha colpevolizzato i paesi ricchi per la loro mancanza di volontŕ politica.

 

Non c’č neppure stata la foto dei capi di Stato, ma in cambio, ce n’erano molte della repressione violenta dei manifestanti, ha riassunto Rodríguez reiterando che si č trattato di un passo indietro nell’azione della comunitŕ mondiale per prevenire e mitigare gli effetti del cambio climatico.