"Latinoamerica" propone una rete

internazionale di controinformazione
 

 

2 ottobre '09 - www.granma.cu


Il numero 108 della rivista "Latinoamerica", in uscita in questi giorni, propone un'interessante novità, il sito rinnovato, promotore di una rete di contro informazione internazionale, alla quale collaborano i prestigiosi intellettuali da sempre al fianco della rivista: dal premio Nobel della Pace Adolfo Péerez Esquivel al teologo della liberazione Frei Betto, dal prestigioso linguista nordamericano Noam Chomsky al sociologo e ricercatore Bruce Jackson, dal poeta argentino candidato al Nobel  Juan Gelman fino a Eduardo Galeano e Luis Sepulveda, collaboratori storici di Latinoamerica, insieme a tanti voci libere del mondo. 

 

Uno sforzo in un'epoca dove molti pensano sia d'obbligo resistere all'informazione negata.

 

Il numero 108 è centrato sulla lezione politica che viene dall'Honduras. Una nazione senza identità, una volta base operativa delle "guerre sporche" di Ronald Reagan in centro America e ora simbolo dell'ambiguità di parte della politica estera dell'attuale governo di Washington che, nonostante le promesse di Obama di cambiar metodi in America latina, vuole riavere il controllo di quello che fino agli anni '90 era il "cortile di casa".

 

Latinoamerica 108 sottolinea questa contraddizione con una conversazione virtuale di Adolfo Pérez Esquivel proprio con il nuovo presidente degli Stati Uniti al quale probabilmente in questa occasione, come spiega subito dopo in un saggio Juan Gelman, il vecchio apparato militare di Bush J. ha confezionato e lasciato in eredità una polpetta avvelenata.

 

Nella sezione "Analisi"  l'argomento è trattato anche dal sociologo colombiano Frank Molano Camargo e dallo scrittore uruguaiano Raúl Zibechi, che inquadra gli eventi in corso in Honduras in un panorama dove il tentativo di restaurare i vecchi equilibri di potere in America latina comprende anche i massacri degli indigeni in Perù, assolutamente elusi dalla grande stampa occidentale.

 

Il numero 108 di Latinoamerica propone anche un articolo del teologo della liberazione Frei Betto, sorpreso perchè il primo presidente nero degli Stati Uniti non abbia ancora  liberato i cinque agenti dell'intelligence cubana che dieci anni fa smascherarono le centrali terroristiche, coperte dalla CIA, in Florida e in New Jersey, attive nell'organizzare attentati a Cuba.

 

Il numero 108 è arricchito pure dalla testimonianza di Harry Villegas, detto Pombo, sopravvissuto al Che in Bolivia...

 

E anche da un ricordo di Alessandra Riccio del poeta uruguaiano Mario Benedetti, e di Bruna Gobbi, intrepida fondatrice, trent'anni fa, della rivista, entrambi recentemente scomparsi.