HOME INTERNAZIONALISMO

 

Preparati i collaboratori cubani

 per l’emergenza in Guatemala

 

29 maggio 2010 - www.granma.cu (ain)

 

I collaboratori cubani della sanità hanno espresso alle autorità del Guatemala la loro disposizione a prestare servizio di fronte all’emergenza sorta per l’eruzione del vulcano Pacaya.

 

Henry Carreño, coordinatore nazionale della brigata nel paese centroamericano, ha confermato a Prensa Latina la preparazione di un gruppo di questi professionisti, per realizzare il lavoro che sarà necessario, disposizione comunicata al Ministero di Salute Pubblica e Assistenza Sociale.

 

“Stiamo aspettando la risposta”, ha affermato Carreño, precisando che i 26 integranti della brigata che si trovano nel dipartimento di Escuintla, dove c’è il vulcano Pacaya, sono tutti in perfette condizioni, dato che vivono e lavorano lontano dall’area dell’eruzione.

 

“Abbiamo dovuto evacuare solamente una collaboratrice verso la capitale, perche si trovava ad Amatitlán, nel dipartimento di Guatemala,e in quella zona si sentono gli effetti dell’eruzione” ha aggiunto.

 

Prensa Latina ha riportato che il Vulcano Pacaya è in una nuova fase eruttiva similare a quella di giovedì 27, che ha dato inzio all’emergenza nelle zone circostanti.

 

Il vulcano presenta esplosioni e colonne di cenere alte anche 1.500 metri, che vanno da sud a nord, ha informato l’Istituto Nazionale di Sismologia, Vulcanologia, Meteorologia e Idrologia (INSIVUMEH).

 

L’attività del Pacaya, alto 2552, ha riattivato la caduta intensa di cenere su vari paesi del dipartimento di Guatemala, includendo la capitale, a soli 30 chilometri di distanza.

 

Lo spessore dei materiali accumulati è di diversi centimetri nelle zone urbane e nell’aeroporto internazionale della capitale “La Aurora”, è di 2,5 come media.

 

La Coordinatrice Nazionale per la Riduzione dei Disastri(CONRED)ed il INSIVUMEH mantengono sotto controllo l’evoluzione eruttiva del vulcano ed hanno invitato, d’ora in avanti, ad eseguire i lavori di pulizia della sabbia in maniera periodica e soprattutto hanno invitato a pulire dalla cenere i tetti delle abitazioni, partendo dai più fragili, perchè potrebbero crollare per il peso.

 

Sino ad ora si registrano la morte del reporter della televisione Notisiete, Aníbal Archila, colpito da una grande quantità di pietre incandescenti gettate in uno scoppio violento, mentre si trovava a 20 metri dal cratere ed un altro decesso, relazionato indirettamente con il disastro. Un giovane è caduto nel vuoto mentre puliva il tetto di un edificio. Inoltre sono scomparsi tre bambini tra sette e dieci anni, spariti da quando è avvenuto lo scoppio più forte. 67 persone sono  assistite per i colpi e le fratture subite nei luoghi vicini alla montagna.

 

Quasi 2000 guatemaltechi sono stati evacuati per l’eruzione del vulcano Pacaya, 50 Km a sud dalla capitale, che da venerdì sta eruttando nuovamente lava e cenere.

 

Il direttore dell’Istituto Nazionale di Vulcanologia (Insivumeh), Eddy Sánchez, ha detto in una conferenza stampa che “il Pacaya ha accumulato molta energia per vari anni, ed ora è come una pentola che libera la pressione violentemente”.

 

Di fronte alla forza dell’eruzione, il governo mantiene lo stato di calamità decretato dal 27 maggio, nei dipartimenti di Guatemala (centro), Sacatepéquez (ovest) ed Escuintla (a sud).

 

In Guatemala ci sono 288 vulcani, e otto sono in attività.