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Medici cubani celebrano il

giorno dei lavoratori

 

5 maggio 2010 - Leticia Martínez Hernández www.granma.cu (pl)

 

Mentre le piazze cubane si riempivano di milioni di persone per festeggiare il giorno dei lavoratori, anche le strade di Port-au-Prince si riempivano di haitiani che si svegliavano molto presto, come sempre, per guadagnarsi i gourdes (le monete) che avrebbero reso più felice il loro ritorno a casa, o all’accampamento dove quasi quattro mesi fa vivevano in tende ammassate. Ed ha davvero poco che festeggiare il paese che presenta uno degli indici più alti di disoccupazione del continente.

 

Quando il Primo Maggio passava senza pene né glorie per la capitale che offre poche offerte di lavoro, i medici cubani si aggiungevano alla festa del popolo nella quale si trasforma questa data. Proprio dove si costruì il primo ospedale-tendone che offrì assistenza sanitaria dopo il terremoto del 12 gennaio, i collaboratori hanno ribadito il loro impegno a rimanere il tempo necessario e di unire le forze per ricostruire il sistema della sanità haitiana. Si sono anche aggiunti al popolo per condannare la campagna mediatica che tanto li offende.

 

In nome della Brigata Medica Internazionale "Henry Reeve", che presenta ad Haiti oltre mille dottori, il giovane ecuadoriano Milton Yulán ha ricordato che mentre Obama, Premio Nobel per la Pace, sta pensando a dispiegare un arsenale di missili in grado di raggiungere bersagli ovunque, Cuba sta pensando a come portare più medici ad Haiti. “Sono ecuadoriano di nascita, ma cubano di cuore. Questa è la prima volta in sette anni che non sarò nella Piazza della Rivoluzione, ma i nostri cuori si trovano nelle piazze di tutta Cuba”.

 

Yilian Jiménez, capo della Brigata Medica ha affermato che “si tratta di un buon giorno nel quale ratificare l’impegno dei nostri collaboratori cubani verso il grande uomo che ci dirige, il Comandante Fidel”. A lui, a Raul e a quel popolo così avocato è stato dedicato quel giorno.