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Olga e Adriana denunciano a Ginevra le

violazioni dei diritti umani dei Cinque

 

13 marzo 2010 - www.granma.cu (cubadebate)

 

 

Olga Salanueva e Adriana Pérez, mogli di due degli antiterroristi cubani reclusi ingiustamente negli Stati Uniti dal 1998, hanno incontrato alti funzionari del Consiglio dei Diritti Umani - CDU - delle Nazioni Unite.

 

Le mogli di René González e Gerardo Hernández, rispettivamente, si trovano in questa città svizzera per dare continuità alle gestioni di denuncia dell’ingiusta reclusione che soffrono questi due patrioti, come Ramón Labañino, Antonio Guerrero e Fernando González, loro compagni di causa.

 

In occasione della 13ª Sessione del Consiglio, hanno parlato con la direttrice dell’Ufficio dell’Alto Commissario per i Diritti Umani,  María Clara Martín, e con El Hadji Malick, presidente-relatore del Gruppo  di Lavoro sulle Detenzioni Arbitrarie, ha informato il sito digitale antiterroristas.cu.

 

Ugualmente, hanno parlato con Manfred Nowak, relatore speciale sulla tortura e i trattamenti crudeli, inumani e degradanti, e con Dragana Korlgan, assistente del Relatore sul diritto di ogni persona al godimento al più alto livello possibile della salute fisica e mentale.

 

Le due cubane hanno incontrato anche Pasipau Chirwa, assistente della Relatrice Speciale sull’indipendenza dei giudici e gli avvocati nel seno del CDU.

 

In tutte le conversazioni hanno riferito il reiterato e prolungato rifiuto del governo degli Stati Uniti di rilasciare visti umanitari, situazione che impedisce loro di visitare i mariti da undici anni, come ha denunciato Cuba di fronte al Consiglio.

 

Ginevra:Cuba chiede di riaprire il caso dei Cinque

 

11 marzo 2010 - Fausto Triana www.ganma.cu

 

Cuba  ha chiesto nel Consiglio dei Diritti Umani - CDU - dell'ONU, che si riapra il caso dei Cinque  antiterroristi, la cui detenzione negli Stati Uniti è stata considerata  arbitraria in questo organismo.

 

“Il nostro paese considera necessario ricordare che resta pendente il caso dei Cinque combattenti antiterroristi cubani prigionieri politici nelle carceri degli USA, la cui reclusione è stata definita arbitraria”, ha detto la diplomatica dell’Isola, Anayansi Rodríguez, direttrice dei Temi  Multilaterali (DAM) del Ministero degli  Esteri di Cuba, che ha segnalato che il Gruppo di lavoro  sulle Detenzioni Arbitrarie in sua Opinione 19/2005, aveva indicato l’illegalità della misura.

 

Parlando nel dibattito interattivo con i relatori sulle detenzioni arbitrarie e le scomparse forzate, nella 13ª Sessione del CDU, la Rodríguez ha ricordato il pronunciamento sul caso dei Cinque, come sono noti internazionalmente.

 

“Questo pronunciamento compirà cinque anni il prossimo mese di maggio, senza che le autorità degli Stati Uniti abbiano mai adottato le misure necessarie per porre fine alla situazione che ha determinato la conclusione del gruppo”, ha detto.

 

Inoltre ha sottolineato che gli esperti della ONU  fecero notare allora che la reclusione di  Antonio Guerrero, Fernando González, Gerardo Hernández, Ramón Labañino e René González "è arbitraria" e contravviene alle leggi internazionali, con riferimento concreto all’articolo 14 della Convenzione Internazionale dei Diritti civili e politici.

 

La funzionaria cubana ha denunciato che il governo di Washington continua le sue azioni di manipolazione politica, facendo pressioni a istanze giudiziarie che hanno dimostrato l’incapacità di attuare con obiettività ed indipendenza nei temi di Cuba.

 

Alle mogli dei due dei Cinque  prigionieri politici negli USA, Olga Salanueva e Adriana Pérez - presenti nella Sala del Consiglio – si continua a negare il diritto di visitare i mariti.

 

La titolare della DAM ha chiesto al presidente-relatore, incaricato del tema delle detenzioni arbitrarie, di condividere con il CDU le sue opinioni sul caso e trasferire le azioni, per dare un seguito.

 

"In concreto, Cuba le raccomanda di porre un seguito al tema  della detenzione arbitraria dei Cinque, nel contesto della visita che il gruppo di lavoro prevede di realizzare negli Stati Uniti”, ha puntualizzato e nello stesso tempo ha invitato la comunità internazionale ad offrire il più ampio appoggio al reclamo di una pronta liberazione di coloro che sono degni paradigmi della lotta contro il terrorismo.

 

A proposito delle scomparse forzate o involontarie,  la Rodríguez ha commentato l’esperienza vissuta nei decenni passati nella regione latinoamericana durante le dittature militari imposte e sostenute da Washington.