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Giustizia per i 5 e le loro famiglie
 

Una lettera indirizzata a Michelle Obama per chiedere la concessione del visto per gli Stati Uniti, perchè Adriana Perez ed Olga Salanueva possano visitare i loro mariti.

 

19 maggio 2010 - www.granma.cu

 

 

Stimata Signora Michelle Obama

 

Noi, donne  della Svezia, le chiediamo che si impegni per la causa di due donne alle quali  per più di 10 anni è stata negata la visita ai loro consorti incarcerati negli Stati Uniti. Si tratta di due donne cubane, Adriana Pérez ed Olga Salanueva, alle quali in ripetute occasioni e con differenti argomenti è stato negato la visto d'ingresso negli USA. Per visitare i loro mariti, Gerardo Hernández e René González, ingiustamente condannati a due ergastoli e 15 anni, relativamente, per aver cercato informazioni negli USA sulle attività terroriste in Florida che sono indirizzate contro la loro patria. Fanno parte del gruppo che è noto mondialmente come I Cinque Cubani, prigionieri politici negli USA. Hanno contribuito con la loro azione a salvare molte vite sia a Cuba che negli Stati Uniti.

 

Le autorità degli USA hanno giustificato il loro rifiuto alle reiterate richieste di queste due donne adducendo che rappresenterebbero una minaccia alla sicurezza nazionale degli USA. Ma nessuna delle due è stata processata per tali imputazioni, e non sono state nemmeno presentate prove della loro supposta colpevolezza. Che le ragioni per il rifiuto manchino di contenuto, si riflette dal fatto che cambiano in un'occasione o in un'altra.

 

A dicembre del 2009 il Dipartimento di Sicurezza Interna ha rifiutato la richiesta di Olga Salanueva per l'ottava volta. Senza giustificazione, le è stato negato di visitare suo marito, René González. Quando è stato arrestato a settembre del 1998, lei viveva legalmente insieme a lui e alle loro due figlie a Miami, dove è nata la figlia minore, cittadina statunitense, così come suo padre. Quando il marito è stato arrestato, è stata arrestata anche Olga, con l'intenzione di fargli pressione affinché si dichiarasse colpevole dei reati che non ha mai commesso. Dopo tre mesi è stata deportata a Cuba, senza sua figlia di due anni. Ha ricevuto un visto a marzo del 2002, che è stato revocato prima che potesse utilizzarlo. Dopo 10 anni, le autorità degli USA, continuano a castigarla crudelmente malgrado non abbia commesso alcun reato.

 

Anche ad Adriana Pérez è stato concesso un visto a luglio del 2002, e ha viaggiato negli USA per fare visita a suo marito, Gerardo Hernández.

 

Ma quando è giunta ad Houston è stata fermata all'aeroporto, fotografata, le sono state prese le sue impronte digitali, è stata interrogata per 11 ore, senza permetterle un avvocato e personale diplomatico del suo paese, e poi è stata restituita a Cuba. Con una crudeltà studiata, le è stata data speranza per poi umiliarla e negarle il desiderato incontro con suo marito.

 

L'ultima volta che è stata negata la richiesta di visto ad Adriana è stato a luglio del 2009, in occasione del 21º Anniversario del suo matrimonio.

 

Il negare ai familiari di visitare i detenuti, implica un castigo non necessario ed aggiuntivo per ambedue le parti e viola le norme internazionali delle relazioni umane. Queste includono il diritto di tutti i detenuti al contatto con le loro famiglie e le visite dei familiari. Ci domandiamo perché tanta crudeltà contro due donne oneste che non hanno commesso nessun reato ed il cui unico desiderio è quello di poter visitare i loro mariti.

 

Le richieste di visto umanitario di Olga Salanueva ed Adriana Pérez è avallato da un importante numero di istituzioni ed organizzazioni religiose, legali e dei diritti umani, che coinvolgono il Consiglio Mondiale delle Chiese, il Consiglio delle Chiese di Cristo degli USA, il Consiglio delle Chiese di Cuba, l'Associazione Americana dei Giuristi, Amnesty International, fino ad una lunga lista di Premi Nobel, - per la Letteratura e la Pace, - parlamentari, vescovi, sacerdoti, giuristi, scrittori, attivisti di diritto umano ed intellettuali di tutto il mondo. Inoltre, Olga ed Adriana sono state anche ricevute da parlamenti e da governi di molti paesi che appoggiano la loro lotta, ed a febbraio di quest'anno dal parlamento europeo.

 

Stimata Signora Michelle Obama. Le chiediamo che interceda affinché Olga ed Adriana ottengano i visti e possano visitare i loro mariti, affinché così diminuisca anche l'ombra che ricade sugli Stati Uniti per il trattamento crudele nei confronti dei Cinque e delle loro famiglie.

 

Stoccolma 17 aprile 2010

 

 

Membro del Parlamento Europeo Eva -Britt Svensson (Partito di Sinistra)

Ex Commisionaria dell'UE Anita Gradin

Membri del parlamento di Svezia Anne Ludvigssen (Partido Socialdemocratico), Bodil Ceballos, (Partito Verde), Siv Holma (Partito Sinistra), Helena Bargholtz (Partito Liberale) , Liselotte, Olsson (P. Sinistra), Amineh Kakabaveh (P. Sinistra), Marianne Berg (P. Sinistra)

Vescovo Eva Brunne, Diocesi di Stoccolma

Dirigente d'opposizione Ann -Margarethe Livh, Municipio di Stoccolma

Donne per la Pace, Bibbi Steinertz,

La Lega di Sinistra delle Donne Svedesi, Stoccolma, Majlis Fridén

 

Per aderire alla nostra lettera invia il tuo nome, professione/incarico, città o luogo di residenza, paese al Comitato per la Libertà dei Cinque, Svezia, c/o Vania Ramírez, Lidköpingsvägen 30, 2 tr, 121 39 Johanneshov, o all’indirizzo di posta elettronica

 

libertadalos5.estocolmo@gmail.com

 

Grazie per il tuo appoggio!