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Mujica e Morales stringono i lacci diplomatici

e si pronunciano sulla campagna contro Cuba

 

15 marzo 2010 -  www.granma.cu

 

I Presidenti dell’Uruguay e della Bolivia José Mujica e Evo Morales, sabato a Cochabamba hanno stretto le relazioni tra i due paesi con accordi sul gas, l’uso di porti atlantici, e l’impulso del meccanismo di integrazione Urupabol, che include anche il Paraguay.

 

A dodici giorni dall’investitura come Presidente dell’Uruguay, Mujica ha realizzato la sua prima visita ufficiale alla Bolivia, dove è arrivato nella notte di venerdì, dopo aver assistito alla presa di possessione in Cile di Sebastián Piñera.

 

Nella città di Cochabamba, Mujica e Morales hanno firmato una dichiarazione congiunta che raccoglie vari accordi, tra i quali, l’inizio delle esportazioni di gas boliviano in Uruguay e la celebrazione di una riunione di commissioni di entrambi i paesi per renderlo viabile.

 

La Bolivia ha ricevuto dall’Uruguay il suo appoggio alla rivendicazione del litorale marittimo, perso durante una guerra contro il Cile alla fine del XIX secolo, attraverso una soluzione “pacifica e giusta” e anche l’offerta di usare, nell’Atlantico, i porti fluviali di Montevideo e Nueva Palmira.

 

Rispondendo alla domanda di un giornalista, tanto Morales quanto Mujica per la prima volta si sono pronunciati sulla morte del detenuto cubano Orlando Zapata e le critiche internazionali che ha ricevuto il Governo di l’Avana al rispetto.

 

Il Presidente uruguayano ha espresso la sua fiducia nel fatto che il popolo cubano ed il suo Governo troveranno un modo per ottenere il rispetto della comunità internazionale mantenendo la sua indipendenza e sovranità e si è scagliato contro il “mondo ricco” che si arroga il diritto di giudicare ed imporre agli altri senza assumersi le proprie responsabilità”.

 

Evo Morales ha giudicato la questione come un “problema interno” e ha criticato lo “scandalo internazionale” che ha generato la morte di Zapata mentre, nessuno si preoccupa delle morti causate dal capitalismo o l’interventismo militare degli Stati Uniti.

 

Ha anche dichiarato che, secondo le ampie informazioni offerte da Cuba, Zapata Tamayo era un “delinquente”.