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La Bolivia rifiuta il rapporto

statunitense sul narcotraffico

3 marzo 2010 -  www.granma.cu

 

 

Il Governo boliviano ha oggi rifiutato l’ultimo rapporto statunitense sul narcotraffico nella regione, che critica il lavoro contro la droga delle autorità nazionali.

 

Il vice ministro boliviano della Difesa Sociale, Felipe Cáceres, ha assicurato che fin dall’uscita dal paese dell’Agenzia Statunitense Antinarcotici (DEA), le intercettazioni di materiale diretto alla produzione di sostanze stupefacenti si sono duplicate.

 

Cáceres ha indicato che nei primi quattro anni del Governo di Evo Morales, sono state sequestrate oltre 91 tonnellate di droga, rispetto alle 49 intercettate tra il 2000 ed il 2005.

 

Ha inoltre segnalato che a fronte delle 4000 operazioni antidroga annuali realizzate durante le precedenti amministrazioni, nella gestione di Morales si è arrivati a 10000 per anno, motivi per i quali si vogliono prendere le distanze dal rapporto di Washington.

 

“Il Governo boliviano non riconosce l’autorità statunitense nel certificare o bocciare la lotta antidroga. L’unica istanza internazionale è l’ONU, ed il suo rapporto sarà reso pubblico in giugno” ha continuato il vice ministro in conferenza stampa.

 

Cárceles ha pure negato che cartelli colombiani, brasiliani o messicani stiano lavorando in Bolivia, spiegando che si tratta di individui vincolati alle mafie dei rispettivi paesi.

 

Il funzionario ha infine aggiunto che le organizzazioni produttrici di coca hanno la volontà politica di rispettare i trattati firmati col Governo che mirano a ridurre le quantità prodotte, perché riconoscono che gli eccedenti vengono sviati verso attività illecite.