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IL TRADUTTORE SI SCUSA PER GLI ERRORI

 

Un'altra vittima della "democrazia" honduregna

 

16 giugno 2010 - Anneris Ivette Leyva www.granma.cubaweb.cu

 

Luis Arturo Mondragón, direttore del Canale hondureño 19, non doveva morire a 37 anni nella notte di lunedì, sul marciapiede di casa, di fronte al più sfortunato dei testimoni: suo figlio.

 

Ma coloro che lo avevano già minacciato, per giudicare  la corruzione di certi funzionari locali e deputati, hanno ritenuto che qualche proiettile sparato da un veicolo in movimento impregnasse rapidità alla soluzione del problema.

 

Il crimine, riportato da Telesur, torna a riflettere come la barbarie scatenata lo scorso 28 giugno 2009, quando un golpe ha violato la legittimità del governo hondureño di José Manuel Zelaya, non é una fiera che si ammansisce con la povera scenografia di una pretesa restituzione democratica.

 

Ma ci sono coloro a cui piace guardare senza vedere, e neppure le più di 300 aggressioni contro la stampa (assassini, sequestri, intimidazioni, censure, chiusure di organi d'informazione), da allora, né gli otto giornalisti hondureñi trovati morti, quest'anno, gli provocano commozione.

 

Quando il passato 7 giugno  la segretaria di Stato USA, Hillary Clinton, ha cercato di convincere i 33 paesi membri dell'OSA, riuniti nella loro XL Assemblea Generale, della rilevanza di riammettere l'Honduras dentro la organizzazione, poiché a suo giudizio la situazione in quel paese si era normalizzata con le elezioni vinte da Porfirio Lobo, si é reso evidente, una volta ancora, che ci sono notizie che passano, inosservate?

 

Di certo é che i crimini, da mille voci denunciati, contro i giornalisti hondureñi (tra cui uno speaker), non hanno incitato interrogazioni a Lobo da parte della Clinton, ma il riconoscimento del suo "consistente e forte impegno per un governo democratico".

 

 

Assassinano il nono giornalista in Honduras

 

dall’inizio dell’anno

 

16 giugno 2010 - www.granma.cu (pl)

 

 

L'assassinio del giornalista Luis Arturo Mondragon ha elevato a nove il numero di professionisti della stampa uccisi quest’anno in Honduras ed ha trasformato il paese nel più pericoloso per l'esercizio della professione. 

 

Mondragon, che lavorava come direttore di notizie del Canale 19 della città di El Paradiso, è stato crivellato a colpi di pistola ieri sera, mentre era sul marciapiede della stazione di televisione e stava parlando per telefono a suo figlio, pochi minuti dopo di essere uscito dal programma.

 

Il comunicatore aveva ricevuto minacce di morte per denunciare atti di corruzione commessi da funzionari locali e deputati. 

 

La stampa è una dei settori più colpiti dal golpe di Stato del 28 giugno in Honduras, con più di 300 aggressioni che vanno da assassini, fino ad abusi, intimidazione, censura e chiusura di mezzi di comunicazione. 

 

Solo nel primo semestre del 2010 hanno perso la vita in maniera violenta nove giornalisti, mentre molti altri sono dovuti uscire dal paese, dopo aver ricevuto ripetute minacce. 

 

I comunicatori sociali appartenevano a differenti mezzi e distinte regioni del paese e la maggioranza aveva utilizzato i suoi programmi per denunciare violazioni dei diritti umani, casi di corruzione o narcotraffico.