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La traversata dello yacht Granma
(25 novembre – 2 dicembre del 1956)

“A Fidel, fidelidad”, ha detto Gino, l’italiano del Granma, 

nel suo incontro con il Comandante in Capo, a Bayamo

 

2.12.10 - G.Ginestri www.granma.cu

 

A Cuba, nell'archivio storico delle FAR (Forze Armate Rivoluzionarie) c'è un dossier su Gino Donè Paro, l'unico europeo partecipante al "Desembarco del Granma" del 1956.

 

Di due anni più vecchio di Fidel Alejandro Castro Ruz, l’italiano era nato da genitori braccianti il 18 maggio 1924 a Monastier di Treviso, vicino a Venezia. Dopo le scuole va nei militari, e l' 8 settembre 1943 è a Pola. Torna a casa e diventa partigiano con la Missione Nelson e con il Comandante Guido, un ingegnere milanese italo-americano operante nell'area della laguna veneziana. Gino a fine guerra riceve un encomio dal Generale Alexander, e poi emigra a Cuba passando dal Canada. Nel 1951 lavora all' Avana come carpentiere nella grande Plaza Civica: l'attuale Plaza de la Revoluciòn. Nel 1952 il veneziano si fidanza con Olga Norma Turino Guerra, giovane rivoluzionaria di ricca famiglia cubana, abitante nella città coloniale di Trinidad, amica di Aleida March de La Torre, di Santa Clara, futura seconda moglie del Che. Con esse due anni dopo Gino entrerà nel "Movimento 26 Luglio", chiamato con la sigla "M-26-7", dalla data dell'assalto dei castristi (26 Luglio 1953) a caserme di Bayamo e Santiago de Cuba. Nel 1954 Gino sposa la fidanzata. Poi nel 1955 e nel 1956, diventato tesoriere del "M-26-7" di Santa Clara, viene incaricato dal dirigente Faustino Perez Hernandez di portare dollari in Messico, dove lo attende Fidel che deve comperare il battello Granma. A Città del Messico l’italiano diventa molto amico del medico asmatico argentino Ernesto Che Guevara de La Serna, il quale gli confida che se non avesse incontrato Fidel egli sarebbe emigrato in Italia per specializzarsi in "anti-asma" nella prestigiosa facoltà di medicina dell’Università di Bologna. Nella capitale messicana Gino diventa amico anche di Fidel e di Raul e, in quanto ex partigiano, collabora agli addestramenti militari. Quindi il 25 novembre 1956 egli parte dal porto messicano di Tuxpan tra gli 82 patrioti del battello Granma, per il “desembarco” a Cuba. A bordo il suo grado è quello di Tenente del Terzo Plotone comandato dal Capitano Raul, fratello di Fidel. Gli 82 sul Granma erano: 78 cubani, più un argentino (Che), più un messicano (Alfonso), più un domenicano (Ramon), più Gino (detto El Italiano). Sul passaporto italiano c'è scritto Gino Donè, ma all'anagrafe cubana, quando si è sposato, è stato registrato come Gino Donè Paro, cioè anche col cognome materno, come si usa nei paesi di lingua spagnola. Dopo lo sbarco del 2 dicembre 1956 ai piedi della Sierra Maestra (dove Gino salva la vita al Che in preda ad un attacco d’asma) e dopo il massacro di Alegria de Pio (dove la metà degli 82 vengono catturati e assassinati dai batistiani) il veneziano torna a Santa Clara, dove durante le festività natalizie partecipa ad alcune azioni di sabotaggio assieme alla guerrigliera Aleida March de La Torre. Ma nel gennaio 1957 riceve l'ordine dal "M-26-7" di andare all'estero salpando con una barca da Trinidad. Dapprima fuori Cuba, e poi dentro Cuba, egli addestra militarmente vari giovani che vogliono combattere assieme ai patrioti cubani... Poi diventa un agente segreto di Cuba... (e "scompare")...

 

 Dopo circa mezzo secolo da quel lontano 1957 Gino ha rilasciato un'intervista al quotidiano italiano Liberazione, pubblicata il 5 ottobre 2006, dove ha detto che: "Dal giorno del Desembarco in poi, noi superstiti abbiamo fatto quello che abbiamo potuto, chi in una forma e chi in un'altra. Io che ero straniero ero il più indicato per starmene lontano da Cuba per fare ciò che nella Sierra Maestra non avrei potuto fare. C'era bisogno di addestramenti, collegamenti, informazioni, notizie, soldi, armi, e di molte altre cose ancora. Così, chi con armi e chi senza armi ha fatto quello che doveva fare. E anch'io"... Nel maggio 1996, alla Fiera Turistica di Varadero, a Cuba, il comandante Jesus Sergio Montané Oropésa, "moncadista-granmista" assistente di Fidel, durante una breve intervista con Gianfranco Ginestri, aveva detto di lui: "Gino era il più adulto, il più serio, il più disciplinato; e dopo la vittoria non ha mai cercato privilegi; e ogni tanto ci telefoniamo". L'ultima volta che Gino è andato a trovare Montanè a Cuba è stato alla vigilia 40° anniversario del Desembarco, per un mese intero, nel novembre-dicembre 1995, ospitato in una residenza del Consiglio di Stato, come un capo di stato... (Poi purtroppo Montanè muore nel 1999)...

 

Nel 2003, senza figli e vedovo due volte: della cubana Norma e della portoricana Antonia, Gino è andato ad abitare a San Donà di Piave, in provincia di Venezia, dove vivono le numerose amate nipoti, figlie di fratelli e sorelle. All'Avana è in contatto con il suo amico guerrigliero granmista Arsenio Venancio Garcia Davila, col quale è andato alla sfilata del Primo Maggio 2004, dove entrambi sono stati decorati: poi il 18 maggio è tornato a Venezia dov'è stato festeggiato il suo 80° compleanno dall’ANPI, da organizzazioni Pro-Cuba e dai Circoli Italia-Cuba del Veneto. Per il suo 81° compleanno, nel 2005, è stato invitato a Firenze della Fondazione Italiana Ernesto Che Guevara.  Per il suo 82°, nel 2006, a Bologna è diventato socio onorario del locale circolo della Associazione Italia-Cuba. Nel 2006 si è recato tre volte a Cuba, per partecipare a tre celebrazioni del 50° anniversario del Desembarco del Granma, e per incontrare Fidel alla vigilia del suo ricovero in ospedale, prima delle sue dimissioni da presidente. Nel 2006 in Italia sono stati scritti diversi paginoni su Gino: Liberazione del 5 ottobre, Repubblica L'Unità del 2 dicembre. E il 27 gennaio 2007 la rivista Lo Specchio gli ha dedicato quattro pagine con intervista e biografia e foto… Poi lui tornato a Cuba per farsi intervistare dalla televisione cubana... (Infine, in Italia, il 18 maggio 2007 Gino ha festeggiato il suo 83° - e ultimo - compleanno, a Roma, circondato dall’affetto di tanti compagni)...

 

GINO DONE’ PARO E’ MORTO la sera del 22 marzo 2008, in un ospedale della provincia di Venezia, due mesi prima del suo 84° compleanno.