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Balletto

 

Il Balletto Nazionale di Cuba

al San Carlo di Napoli

 

17 dicembre 2010 - www.granma.cu Claudia Borrelli Circolo “Campi Flegrei – Napoli” dell’associazione di Amicizia “Italia – Cuba”

 

Il Festival della Danza curato da Alessandra Panzavolta al Teatro San Carlo si è concluso con l’esibizione nei giorni 21, 23  e 24 novembre del Balletto Nazionale di Cuba. Ogni qual volta si parla del balletto cubano non si può non menzionare la più famosa ballerina dell’isola caraibica: Alicia Ernestina de la Caridad dei Cobre Martínez Hoyo,  nota con il nome di Alicia Alonso.

 

Alicia nasce all’Avana, dove nel 1931 inizia i suoi studi nella Scuola di Balletto della Società Pro-Arte musicale. Lo stato di arretratezza della scuola cubana di danza, durante gli anni della dittatura di Batista, la spinge a dedicarsi ai suoi studi negli Stati Uniti e in Europa divenendo una ballerina affermata ed esibendosi in molte commedie musicali.

 

“Quando arrivai a New York portai in dote lo spirito della mia gente. Un modo di sentire tutto proiettato all’esterno, che fa dire a molti che lo stile cubano del balletto l’ho inventato io”. Continua a coltivare la sua passione nonostante la malattia la porti ad una parziale cecità alla giovane età di 19 anni. Soltanto la tecnica acquisita in anni di studi e accompagnata da una vigorosa tenacia le consentono di continuare ad esibirsi. La stessa ostinazione, con la quale diviene una delle più riconosciute ballerine a livello mondiale, la sostiene nella creazione di una scuola di ballo, sotto la sua direzione, con lo scopo di formare nuove generazioni di eccellenti ballerini.

 

Nel 1948 nasce una prima compagnia che porta il suo nome. In quegli anni è già una leggenda, balla a Parigi, a Vienna, in Italia al San Carlo e alla Scala, ma allo stesso tempo non abbandona mai l’idea di contribuire alla diffusione della disciplina del balletto nel suo paese d’origine. A Cuba il progetto trova l’opposizione del regime dittatoriale di Fulgencio Batista che costringe Alicia e il suo corpo di ballo all’ esilio dal 1955 al 1959.

 

Soltanto dopo la vittoria della Rivoluzione la compagnia di balletto di Alicia Alonso può rientrare definitivamente a Cuba.

 

Il nuovo governo rivoluzionario, applicando una perseverante politica di diffusione della cultura e delle arti, che interessa anche il mondo del balletto, segna l’inizio di una nuova fase della compagnia. In quell’anno, all’interno di un nuovo programma culturale, la Compagnia Alonso si riorganizza nel Balletto Nazionale di Cuba e da allora non solo ha arricchito il suo repertorio e promosso lo sviluppo di nuovi ballerini, ma anche incoraggiato la formazione di coreografi, professori, scenografi, artisti e musicisti.  Oltre alla sua intensa attività a Cuba, il Balletto Nazionale realizza annualmente un programma di tour internazionale, che lo porta su scenari di diversi paesi d’Europa, d’Asia e d’ America.  

 

A Cuba, al di là di del livello di eccellenza raggiunto dal Balletto Nazionale, scuole di danza, non solo classica, sono diffuse in tutto il paese. La Rivoluzione ha investito ed investe tutt’ora nell’ istruzione, formazione e cultura dei giovani, dando a tutti la possibilità di scegliere liberamente una professione, sostenuti economicamente per tutto il percorso di studi dallo stato e di trovare immediatamente dopo un’attinente collocazione nel mondo del lavoro, come sottolinea la prima ballerina Anette Delgado, intervistata  prima dello spettacolo dalla delegazione del Circolo “Campi Flegrei – Napoli” dell’associazione di Amicizia “Italia – Cuba”.

 

Racconta, inoltre, che anche senza una grandiosa struttura come il teatro San Carlo, i ballerini del suo paese sono orgogliosi di esibirsi in piazza semplicemente per il loro pubblico.   

 

Lo spettacolo messo in scena per il San Carlo comprendeva tre esibizioni del vasto repertorio del Balletto Nazionale: Le Silfidi, Elegia per un giovane in memoria di Fabio di Celmo, Didone abbandonata. Il primo è considerato uno dei primi balletti romantici, in cui la mancanza di una trama, la danza si svolge tra un gruppo di Silfidi e un giovane poeta, è giustificata dalla vivacità coreografica delle ballerine e dal solipsismo dell’unica presenza maschile. La storia della Didone abbandonata è liberamente ispirata all’Eneide di Virgilio, il finale sorprende per l’eccezionale interpretazione dei giovanissimi ballerini -  costante per tutta l’esecuzione - e per gli effetti di scena con i quali si rendono le fiamme che avvolgono il corpo della giovane.

 

l più significativo per il contenuto è Elegia per un giovane, il balletto è ispirato ad un evento di cronaca. È la storia di un giovane italiano Fabio di Celmo, che viveva per motivi di lavoro alcuni mesi l’anno a Cuba, seguendo con il padre Giustino l’attività della società familiare di import-export. Il  4 settembre 1997 Fabio si trovava nell’atrio dell'Hotel Copacabana  dell’Avana dove esplose una carica esplosiva e colpito da una scheggia, morì. L’esplosivo era stato piazzato dal terrorista salvadoregno Raúl Cruz León.

 

Gli anni ’90 a Cuba si caratterizzarono per una ripresa economica legata anche agli ingenti investimenti effettuati dal governo nel turismo, che diedero una boccata di ossigeno alla drammatica situazione finanziaria del paese. Infatti la nazione era schiacciata da una gravissima crisi, determinata dalla caduta dell’Unione Sovietica, da cui il paese dipendeva economicamente, e che prese il nome di periodo especial.

 

Per ostacolare la ripresa e ottenere il consenso popolare necessario a rovesciare il governo di Fidel Castro, nel 1997 una serie di attentati venne realizzata contro le più importanti mete turistiche cubane da parte di alcuni anticastristi.

 

L’artefice dell’attentato al Copacabana fu arrestato appena dopo l’esplosione e confessò di aver agito su indicazione di Luis Posada Carriles, esule cubano e membro della Fundación Nacional Cubano-Americana, associazione che si propone di "riportare la democrazia e la libertà a Cuba".

 

Posada Carriles circa un anno dopo rilasciò un'intervista al New York Times, con la quale si attribuì la paternità degli attentati ed ammise i suoi legami con la CIA e l'FBI.

 

Il balletto è incentrato sulle caratteristiche umane di Fabio, simili a quelle di tanti suoi coetanei, ed in particolare sulla sua passione per il calcio. Sulla scena si contrappongono immagini gioiose  a quelle allegoriche dei mandanti e della precoce morte di Fabio (l’attentatore è rappresentato da con un’emblematica divisa di tre colori: bianco rosso e blu…).

 

Non possono che lasciare il segno le parole rilasciate dalla grande Alicia Alonso. Infatti la storica artista cubana, avvicinata dai membri del circolo Circolo “Campi Flegrei – Napoli”, i quali hanno voluto ringraziarla per questa rappresentazione in nome di Fabio di Celmo, ha voluto lasciarci alcune parole: ”Per noi a Cuba il periodo degli attentati è stato un momento terribile: la morte di Fabio di Celmo ci ha sconvolti. Per questi sanguinari terroristi la a vita di un uomo vale 1000 dollari”

 

Una morte di cui pochi italiani sono al corrente, ma che è significativa del regime di disinformazione in cui viviamo. Presente in sala durante l’esibizione il padre Giustino, che vive a Cuba e sostiene il governo rivoluzionario, e che, visibilmente emozionato, ha seguito il Balletto Nazionale in questa tournèe italiana. 

 

90 anni di gioventù

 

17 dicembre 2010 - Amelia Duarte de la Rosa www.granma.cu

 

Gli studenti e i professori dell’Università delle Arti (ISA), nel Salone delle Cerimonie della scuola hanno dedicato un commosso e sincero omaggio  alla prima ballerina assoluta Alicia Alonso in occasione  del suo 90º compleanno.

 

La gala artistica ha incluso le presentazioni degli studenti di musica Victor Díaz, che ha interpretato il Notturno op. 48 Nº 1, di Chopin; Lianne Vega, con composizioni di Ernesto Lecuona; il quintetto di tromboni Brass Cuba e musicisti della Casa di Repentismo di Güines.

 

Inoltre si sono esibiti alcuni studenti di recitazione, come Lilion Santiestéban, con una lettura di frammenti del testo “Festa di Alicia Alonso”, di Lezama Lima.  

 

Il rettore dell’ISA, Rolando González Patricio ha definito l’incontro  "una mostra d’amore per la nostra Alicia Alonso, un mito che molte volte ha toccato l’orizzonte dell’impossibile", ed ha ringraziato a nome di tutti la presenza della maestra, una delle figure cubane più universali.

 

Durante l’omaggio, Alicia Dottoressa Honoris Causa in Arte, ha ricevuto l’opera “Nella quiete, la danza*, un olio su tela dello studente Léster Álvarez; la fotografia “ Saggio  sulla parabola del seminatore”, di Alfredo Sarabia  e una scarpetta scolpita in cioccolato del professor Denis Izquierdo, della Facoltà di scultura.