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16 mila pazienti cubani beneficiati

con Heberprot-P

 

27.9.2010 - William Fernández www.granma.cu (ain)

 

Oltre 16 mila pazienti cubani sono stati curati con l’Heberprot-P, un prodotto dell’industria biotecnologica nazionale, unico al mondo, che favorisce la cicatrizzazione delle ulcere più complicate ed evita l’amputazione delle estremità inferiori.

 

L’innovativo biofarmaco realizzato da specialisti del Centro di Ingegneria Genetica e Biotecnologia (CIGB) e dall’Istituto Nazionale di Angiologia e Chirurgia Vascolare, si applica in tutto il paese a livello di ospedali e policlinici.

 

Miriela Gil Mena, coordinatrice del Programma di Estensione Nazionale dell’Heberprot-P, ha recentemente affermato in una conferenza stampa che la sua scoperta ha potenziato il metodo di trattamento ed il maneggio del diabete, dove il processo di cicatrizzazione delle ulcere è molto complesso.

 

La specialista ha indicato che il suo uso riduce considerevolmente il numero di pazienti sottomessi a chirurgia di amputazione, elevando così la loro qualità della vita.

 

Gil Mena ha spiegato che, quando si somministra localmente in forma liquida, la medicina stimola la formazione di tessuto utile per permettere la chiusura delle lesioni anche attraverso inserzioni di pelle.

 

Manuel Raíces, segretario organizzatore del Congresso Internazionale Biotecnologia 2010, che si svolgerà dal 20 al 22 ottobre nella capitale cubana, ha spiegato che il prodotto ha dimostrato la sua efficacia nelle sperimentazioni cliniche effettuate.

 

Raíces ha indicato che ogni trenta secondi a una persona nel mondo viene amputata una gamba, quindi il trattamento con Heberprot-P viene ad essere un balsamo per diminuire la tassa di mortalità.

 

Nel pianeta vivono attualmente circa 285 milioni di diabetici, cifra che si eleverà fino ai 438 milioni nel 2030, d’accordo con le stime delle organizzazioni internazionali.

 

La generalizzazione e l’uso dell’Heberprot-P ha costituito uno dei risultati scientifici rilevanti di Cuba nella sfera della biotecnologia e prodotti farmaceutici, la cui industria è stata qualificata come la migliore del Terzo Mondo dalla prestigiosa rivista scientifica britannica Nautre.

 

FARMACO CUBANO EFFICACE

NELLA CURA DEL PIEDE DIABETICO

 

10.9.2010 - Xinhua www.giannimina-latinoameica.it

 

Il medicinale Heberprot-P, unico al mondo per il trattamento dell’ulcera del piede diabetico, sarà al centro dell’attenzione al Congresso di Biotecnologia Habana 2010, in programma dal 20 al 22 ottobre prossimo nella capitale cubana come hanno annunciato gli organizzatori incontrati oggi dalla stampa locale.

 

Luis Herrera, presidente del comitato organizzatore dell’incontro, ha affermato che il farmaco si è dimostrato efficace e sicuro su oltre 10 mila pazienti tra Cuba, Venezuela, Argentina e Algeria, secondo quanto riportato lunedì 6/9 sul giornale Granma.

 

Elaborato dal Centro di Ingegneria Genetica e Biotecnologia della capitale cubana, Heberprot-P è un farmaco basato sul fattore di crescita umana ricombinante. Tale prodotto permette di rimarginare le lesioni e diminuire le amputazioni nella maggior parte dei casi salvando così gli arti che prima erano destinati ad essere mutilati. Herrera ha precisato che, a livello mondiale, il diabete colpisce oltre 300 milioni di persone e le ulcere del piede diabetico costituiscono una delle complicazioni di peggiore evoluzione medica e dal maggiore impiego di risorse all’interno dei sistemi sanitari.

 

 

VACCINI CUBANI CHE

VARCANO LE FRONTIERE

Patricia Grogg intervista la scienziata cubana CONCEPCIÓN CAMPA


Ancora oggi, dopo vari anni di provata efficacia, il vaccino cubano contro la meningite B continua ad essere ignorato dai paesi industrializzati, e la maggior parte della letteratura medica di questi paesi dichiara che l’immunizzazione contro tale sierotipo sia inesistente.


"Ci sono molte barriere regolamentari, ostacoli imposti a volte dalle proprie multinazionali", ha detto all’IPS la scienziata cubana Concepción Campa, a capo del gruppo di ricercatori che negli anni ‘80 scoprì e sviluppò il vaccino in grado di salvare milioni di bambini.


Va Mengoc-BC è l’unico vaccino disponibile in tutto il mondo contro la malattia causata dal meningococco B e dal 1991 è inserito all’interno del programma nazionale di vaccinazione infantile di Cuba. Da allora, la meningite non è più un problema di salute pubblica su questa isola.


"È stato usato con successo anche in altri paesi dell’America Latina come Brasile, Argentina, Uruguay, Colombia e in alcuni paesi del Centro America. Il vaccino è indiscutibilmente più accettato rispetto agli inizi ma continua ad essere escluso dall’Europa", ha spiegato Campa, presidente e direttrice generale dell’Istituto Finlay. La metà del personale del Finlay è formato da donne. Tra i loro contributi di ricerca, sviluppo e produzione di vaccini e sieri si annoverano la protezione contro la meningite A e C, la leptospirosi, la difterite, il tetano, la febbre tifoide e la pertosse.

 

IPS: Cercavo a caso su Internet e mi sono imbattuta su un riferimento medico europeo che affermava l’assenza di un vaccino contro la meningite tipo B, quando voi ce l’avete dai primi anni ‘90. Com’è possibile?

 

CONCEPCIÓN CAMPA: Questo vaccino deve competere con (laboratori) multinazionali che utilizzano programmi di marketing molto costosi e vengono elaborati con estrema intelligenza imprenditoriale. Abbiamo parlato con alcune compagnie, ma sin da subito chiariscono: "Siamo una società a fini lucrativi e la nostra ragione principale sono le percentuali di guadagno. Naturalmente lavoriamo anche per la salute". Per noi tale principio implica uno svantaggio. Lavoriamo innanzi tutto per il bene della salute umana, non a scopo di lucro, e non disponiamo della quantità di denaro necessaria per le operazioni di marketing e per informare la popolazione. La vaccinazione antimeningococcica B ha patito abbastanza a tale riguardo.


IPS: Ma Cuba ha bisogno di incrementare le sue entrate finanziarie e la biotecnologia rappresenta una strada da seguire.

 

CC: Certo, solo che i nostri guadagni non saranno mai equiparabili a quelli ottenuti dalle multinazionali. Non siamo in perdita e non potremmo esserlo dato che abbiamo bisogno di ricercare e sviluppare nuovi prodotti. Ma il profitto delle multinazionali non è paragonabile con gli utili che otteniamo noi.

 

IPS: Cuba ha scelto di lavorare, nel campo della biotecnologia, congiuntamente con paesi terzi. È così anche nel caso dell’Istituto Finlay?

 

CC: Il primo accordo venne stipulato con il Brasile e proprio partendo dalla vaccinazione antimeningococcica B, attorno all’anno 1990 o 1991. Avevano bisogno di quantità enormi di questo vaccino e noi avevamo la capacità di fornire i principi attivi ma non il processo industriale di riempimento e confezionamento finale. Ci siamo associati per inviare loro il preparato in bottiglioni, cosa che abbassava il costo del vaccino per loro e a noi veniva fornito il processo industriale. Così nacque una collaborazione che è stata molto forte con il Brasile.


IPS: Un buon antecedente all’associazione tra l’Istituto Finlay e l’Istituto governativo di Tecnologia in Immunobiologia, Bio-Manguinhos, in Brasile, atta alla produzione di vaccini destinati alla cosiddetta cintura della meningite in Africa.

 

CC: Esatto. Nel 2006 abbiamo ricevuto la richiesta da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per produrre il vaccino antimeningococco A-C necessario per far fronte ai germi epidemici in Africa. Ci siamo associati e abbiamo superato assieme la valutazione dell’OMS. È una collaborazione Sud-Sud che funziona molto bene. Per produrre questo vaccino abbiamo costruito un intero impianto solamente con gli investimenti cubani, che abbiamo inaugurato nel dicembre del 2008. Ora stiamo lavorando anche al vaccino antimeningococco W-135, uno di quelli che sta colpendo maggiormente l’Africa. Risponde anche ad un’emergenza sollevata dall’OMS. In base all’accordo, Cuba vende al Brasile il principio attivo del vaccino. La nazione sudamericana porta a termine il processo che include il riempimento, la liofilizzazione (essiccamento sotto vuoto e a temperature molto basse), il confezionamento, l’etichettatura e i controlli di qualità, per poi venderlo agli organismi internazionali o direttamente ai paesi africani.


IPS: Con quali altri paesi sono stati stretti degli accordi di collaborazione?

 

CC: Abbiamo progetti di ricerca con la Malesia e alcuni paesi europei come Gran Bretagna, Svezia, Svizzera e Italia. In America Latina, con Cile, Messico, Argentina e con lo stesso Brasile, per quanto riguarda le ricerche di base. Per la produzione, la collaborazione più forte è sempre stata con il girante sudamericano. Sono in corso altri tentativi: conversazioni e processi di negoziazione per produzioni in cooperazione con Vietnam, India, Egitto e Cina, tra gli altri. Abbiamo provato questa collaborazione anche con il Sudafrica. Il primo passo sarebbe la produzione e poi il trasferimento della tecnologia.

 

IPS: Qual è il segreto per sviluppare un’industria così complessa nei paesi in via di sviluppo?


CC: Cuba conta su vari punti di forza di lavoro. Il primo è la priorità riconosciuta dallo Stato, che ha investito milioni per ottenere l’industria che abbiamo oggi. Il secondo risiede nelle sue risorse umane, risultato di un processo rivoluzionario che piazzò l’istruzione in primo luogo.
Un altro punto forte è la collaborazione tra tutti i centri di ricerca. Noi non competiamo, ci aiutiamo. Proprio in questo momento, stiamo creando il vaccino antipneumococco tra due istituzioni scientifiche. Ognuna ha la sua indipendenza economica e organizzativa ma sul lavoro siamo davvero una famiglia che si vuole bene e si capisce.

 

IPS: Il vaccino antipneumococco è già una realtà?

 

CC: Ci stiamo lavorando in collaborazione con il Centro di Chimica Biomolecolare perché il pneumococco si è convertito in una delle cause principali delle malattie infettive non solo tra i bambini cubani ma anche in altre parti del mondo. È un vaccino che già esiste ma bisogna adeguarlo nella sua composizione, efficacia e prezzo. È abbastanza avanzato e speriamo di fare i primi esperimenti clinici nel futuro prossimo. Questo batterio provoca la polmonite, la meningite e l’otite. È un vaccino a sette valenze, ovvero protegge dai sette tipi di pneumococco più comuni a Cuba e in America Latina. Ogni nostro sviluppo parte da una necessità di salute per questo paese o per gli altri paesi del Sud.

 

IPS: In quali altri progetti è impegnata la vostra istituzione?

 

CC: Lo sviluppo più immediato è quello della vaccinazione antimeningococcica W-135, che è quasi completata e la sperimentazione clinica sarà effettuata il prossimo gennaio. Quando si tratta di un prodotto già sul mercato, le norme consentono di dimostrare che è pari o superiore a quelli già esistenti.

 

10000 pazienti curati

 20 maggio 2010 - www.cubadebate.cu

Più di 10mila pazienti di dieci di paesi, compresa Cuba, sono stati curati con successo con il “Heberprot-P”, farmaco studiato e prodotto nell’Isola, leader mondiale del trattamento delle ulcere del piede diabetico.


Il Dottor Héctor Álvarez, direttore dell’ Istituto de Angiología y Cirugía Vascular, ha dichiarato che questo farmaco facilita la chiusura delle lesioni e permette la diminuzione di amputazioni nella maggioranza dei casi, salvando – così – arti che prima erano condannati alla mutilazione.


Tra i paesi che usano il Heberprot-P, sviluppato dal Centro de Ingeniería Genética y Biotecnología, figurano Venezuela, Argentina, México, República Dominicana, Serbia, Libia, Túnez y Argelia.


In quest’ultimo il Dottor Álvarez ha annunciato che comincerà prossimamente un programma nazionale; un gruppo di esperti cubani partiranno per questo paese.


Del totale dei pazienti curati con successo da questo farmaco, circa 3mila sono cubani.


“Heberprot-P” è uno dei risultati scientifici rilevanti della Nazione nel 2009 nel campo della biotecnologia e prodotti farmaceutici, insieme a vaccini tetravalenti e pentavalenti, nuove formulazioni dell’interferone Alfa e Gamma, anticorpi monoclonali e altro.


A livello mondiale le lesioni del piede diabetico rappresentano un grave problema di salute e si calcola che nel 2025 saranno circa 300 milioni le persone malate di questa infermità cronica, che provoca un alto numero di decessi e una elevata percentuale di amputazioni.