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Cuba allerta sulle violazioni dei

diritti umani nel mondo

28 ottobre 2010 - www.granma.cu (pl)

Cuba ha ribadito le sue accuse contro gli Stati Uniti per un’ampia serie di violazioni dei diritti umani perpetrate dal Governo nordamericano ed ha giudicato Washington che denigra i paesi del Sud. 

 

Le denunce sono state presentate  dal rappresentante permanente di Cuba presso la ONU, Pedro Nuñez Mosquera, che ha risposto ad un delegato statunitense, nel dibattito della Terza Commissione sulla Promozione e Protezione dei diritti umani. 

 

Il diplomatico cubano ha definito sprezzante la forma in cui l'emissario nordamericano si  riferiva ai paesi sottosviluppati ed ha sollecitato delle risposte per i  vari requisiti presentati dal ministro degli Esteri  di Cuba, Bruno Rodriguez, durante l'Assemblea Generale.   Queste domande sono vincolate alle responsabilità degli Stati Uniti per i fatti avvenuti  nei campi dei prigionieri di Abu Ghraib, Bagram e Nama, e per le azioni rivelate da Wikileaks sui crimini in Afghanistan ed in Iraq. 

 

Inoltre, ha ricordato anche quel che avviene nel campo di concentramento di Guantánamo e le esecuzioni extragiudiziarie proclamate dall'ex presidente George W. Bush nel suo discorso sullo Stato dell'Unione nel 2003, tra gli latri temi. 

 

“Perché si discriminano, con tanto accanimento, gli immigranti latini negli Stati Uniti e la popolazione afro-discendente vive in condizioni peggiori degli altri cittadini” ha chiesto il diplomatico, che ha anche domandato quando miglioreranno le condizioni carcerarie negli USA, ed ha puntualizzato che gli Stati Uniti violano i diritti umani del popolo cubano con il blocco economico, commerciale e finanziario imposto da Washington da quasi mezzo secolo. 

 

Lo stesso blocco ieri è stato condannato dall'Assemblea Generale dell'ONU da una schiacciante maggioranza con 187 voti, ha osservato. 

 

Nel suo intervento, Núñez Mosquera ha messo in allerta sull'assenza di principi di universalità, obiettività, imparzialità e sulla mancanza di obiettività nella messa a fuoco che vari paesi concedono al tema dei diritti umani. 

 

Ha segnalato che invece di promuovere la cooperazione ed il dialogo per l'esercizio di tutti i diritti, alcuni Governi pretendono di trasformarsi nei giudici di tutto il mondo per rendere universale un modello unico d’organizzazione sociale. 

 

Nel suo discorso ha respinto i tentativi d’eliminare la diversità di culture, religioni e sistemi politici, economici e sociali con l'imposizione dei modelli dei centri di potere dell’impero.

 

Inoltre ha detto che la libertà e la democrazia non sono un patrimonio esclusivo delle nazioni del primo mondo, alle quali nessuno ha mai concesso la facoltà di giudicare e determinare il destino politico e sociale degli altri paesi. 

 

“In questi momenti è più che mai necessaria la  possibilità del diritto allo sviluppo, senza il quale non ci saranno pace e sicurezza nel mondo, dove la democrazia continuerà ad essere una menzogna”. 

 

L'ambasciatore cubano ha respinto le pretese d’eliminare, riscrivere o interpretare nuovamente  i propositi ed i principi del Diritto Internazionale e della Dichiarazione della ONU per legittimare un ordine unipolare e gli interessi egemonici di alcune potenze. 

 

In un altro punto, ha espresso la disposizione di Cuba a cooperare con tutti gli esperti designati per il compimento dei mandati del Consiglio dei Diritti Umani, stabiliti su basi non discriminatorie. 

 

“Questa decisione si manterrà ferma, nonostante  la politica di ostilità ed il blocco  genocida applicato dalle successive amministrazioni degli Stati Uniti e della recente e feroce campagna politico-mediatica anticubana”, ha dichiarato ancora ed   fa fatto un appello per evitare che l'ipocrisia e le doppie facciate incidano nei  lavori della Terza Commissione, e che i difetti che avevano inquinato la Commissione dei Diritti Umani ritornino nell'attualità, comprendendo il Consiglio dei Diritti Umani. 

 

Cuba continuerà a difendere la cooperazione autentica, il rispetto mutuo, la verità, la giustizia, l'universalità, l'imparzialità e non la selezione nella messa a fuoco dei diritti umani, ha concluso.