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L'impero visto

dall'interno

 

 

Mi stupisce l’ignoranza generalizzata intorno a dei problemi vitali per l’esistenza dell’umanità, in un’epoca in cui conta con favolosi mezzi di comunicazione, nemmeno immaginabili 100 anni fa, alcuni così recenti come Internet.

 

Solo tre settimane fa è stata pubblicata la notizia dell’imminente distribuzione di uno spettacolare libro di Bob Woodward, giornalista del Washington Post, i cui articoli, condivisi con Carl Bernstein, rovinarono 38 anni fa il governo di Nixon per le attività spionistiche svolte nel giugno del 1972 contro il Partito Democratico e che originarono lo scandalo Watergate per le violazioni legali che la società nordamericana non poteva darsi il lusso d’ignorare.

 

Ho contattato il nostro “ambasciatore a Washington”, come definisco Jorge Bolaños, capo dell’Ufficio d’Interessi di Cuba nella capitale degli Stati Uniti, e l’ho pregato d’inviarmi per lo meno due esemplari del libro che s’annunciava di prossima pubblicazione nelle librerie. Bolaños mi ha inviato quattro esemplari.

 

Il testo, naturalmente, è in inglese; passerà - come è abituale - molto tempo prima che gli oltre 500 milioni di persone nel mondo, capaci di parlare o comprendere lo spagnolo, compresi gli immigranti latinoamericani negli Stati Uniti, possano leggerlo in questa lingua.

 

Ho contattato una delle nostre migliori traduttrici d’inglese, chiedendole un sforzo speciale per sintetizzarne il contenuto. Il voluminoso esemplare in lingua originale, intitolato “Le guerre di Obama”, è composto da 33 capitoli e 420 pagine.

 

Devo segnalare che in solo tre giorni mi ha consegnato una sintesi dei 33 capitoli, di 99 pagine con carattere 18 punti.

 

Farò il mio dovere di trasmettere il contenuto di questo libro, utilizzando testualmente le diafane e precise parole inviatemi dalla specialista del nostro servizio di traduzione in lingua inglese. Per diversi giorni, utilizzerò lo spazio delle Riflessioni per questo motivo.

 

È impossibile capire qualcosa dell’attuale politica degli Stati Uniti se si ignora il contenuto di questo libro di Woodward, vincitore di più di un Premio Pulitzer; naturalmente, non ha la benché minima intenzione di liquidare l’impero.

 

Il nostro paese sarà il primo al mondo a conoscere in forma articolata il contenuto essenziale di questo libro. Come è risaputo, a Cuba tutti i cittadini possiedono alti livelli di scolarità ed è il paese con il più alto indice di giovani iscritti all’università.

 

La nostra principale forza non è nelle armi; è nelle idee.

 

“CAPITOLO 1

 

“Due giorni dopo essere stato eletto Presidente, Obama convocò per una riunione a Chicago il direttore nazionale dei servizi segreti, Mike McConnell, con l’obiettivo di conoscere i dettagli delle più segrete operazioni d’intelligence del vasto sistema di spionaggio degli Stati Uniti. All’incontro sarebbero stati presenti altri funzionari, però McConnell chiarì che l’ex presidente Bush gli aveva ordinato di rivelare queste informazioni riguardanti le spie, le nuove tecniche d’infiltrazione all’interno di Al Qaeda, le guerre in Iraq ed in Afghanistan e la protezione della nazione, esclusivamente al presidente eletto.

 

“Michael J. Morell, capo del Dipartimento analisi della CIA, e McConnell si sedettero da soli con Obama in una stanza della sicurezza. Fu informato, tra i vari temi, che la principale minaccia per gli Stati Uniti proveniva dal Pakistan e che questa era la priorità N. 1 del DNI. Se gli Stati Uniti si fossero ritirati, l’India ed il Pakistan avrebbero riempito il vuoto di potere in Afghanistan. La cosa migliore era che Obama cercasse la pace tra questi due paesi. Bush aveva ordinato gli attacchi con aeroplani privi di pilota contro gli accampamenti in Pakistan, ordinando che fossero notificati a questo paese in maniera “concorrente”, cioè mentre si verifica l’attacco o, per maggior sicurezza, alcuni minuti dopo.”

 

Raccomandiamo ai lettori di memorizzare i nomi delle personalità menzionate, nonché delle teorie elaborate per giustificare i fatti incredibili che stanno compiendo.

 

“Al Qaeda reclutava persone di 35 paesi che non avevano bisogno del visto sul passaporto per entrare negli Stati Uniti; era una grande preoccupazione. Obama fu informato delle parole chiave per gli attacchi dei velivoli privi di pilota (SYLVAN-MAGNOLIA), conosciute solamente dalle persone con il più alto livello d’accesso alle questioni della sicurezza, tra cui si trovava ora il nuovo presidente.

 

“I principali successi provenivano dalle fonti umane, le spie sul campo, che indicavano alla CIA dove guardare, dove andare a caccia e dove uccidere. Le spie erano i veri segreti che Obama avrebbe custodito d’ora in avanti. La CIA era molto scrupolosa con le sue fonti.

 

“Ognuna aveva un nome in chiave, come, per esempio, MOONRISE. Quando troppe persone sapevano di lui, o di lei, oppure dei suoi successi, si liquidava. L’ufficiale addetto al caso informava che MOONRISE si era sacrificato, però la persona in questione non era morta realmente. Cambiava solo il suo codice e la CIA aveva ora un’altra fonte chiamata SOOTHING STAR, la stessa persona con un nome nuovo.

 

“Un segreto importante che non era mai stato riportato da mass media, né da nessun’altra parte, era l’esistenza in Afghanistan di un esercito segreto di 3000 uomini, il cui obiettivo era uccidere o catturare i talebani ed alle volte addentrarsi nelle zone tribali per pacificarle ed ottenere appoggio.

 

“McConnell e Morell parlarono del programma nucleare iraniano. Si sapeva che cercavano d’ottenere un’arma nucleare e che esistevano installazioni nascoste. McConnell disse d’essere sicuro che l’Iran avrebbe ottenuto un’arma nucleare, probabilmente primitiva, ma che avrebbero potuto farla esplodere nel deserto con un grande effetto; era dell’opinione che questo sarebbe accaduto negli anni 2010-2015.

 

“Un’altra grande minaccia era la Corea del Nord, che possedeva sufficiente materiale per fabbricare sei bombe. I coreani avrebbero conversato, mentito, minacciato di ritirarsi e dopo avrebbero cercato di rinegoziare.

 

“I cinesi avevano pirateggiato i computer della campagna d’Obama nell’estate del 2008 ed anche quelli di McCain, ed avevano sottratto schedari e documenti ad una velocità sorprendente. McConnell disse che gli Stati Uniti erano vulnerabili agli attacchi cibernetici.”

 

D’immediato, il libro di Woodward riflette la prima reazione di Obama di fronte al groviglio ed alla complessità della situazione creata dalla guerra antiterroristica scatenata da Bush.

 

“Obama commentò ad uno dei suoi più vicini consiglieri d’aver ereditato un mondo che poteva esplodere in qualsiasi momento in oltre 6 forme differenti e di poter contare su mezzi poderosi, però limitati per evitarlo. Obama riconobbe che, dopo le elezioni, tutti i problemi del mondo erano visti come una sua responsabilità e che le persone dicevano: ‘Lei è la persona più potente del mondo. Perché non fa qualcosa?’

 

“CAPITOLO 2

 

“John Podesta, ex capo di gabinetto di Bill Clinton, era convinto che la politica doveva essere progettata, organizzata e monitorata attraverso un sistema centralizzato nella Casa Bianca. Però Obama aveva in mente per l’incarico un’altra persona: Rahm Emmanuel, che si trasformò nel N. 3 della Casa Bianca. Erano entrambi di Chicago, ma non si conoscevano bene.

 

“Obama, quando era candidato presidenziale, aveva detto a David Petraeus in Iraq che gli chiedesse tutto ciò di cui avesse avuto bisogno se fosse alla fine diventato comandante in capo dell’esercito. Obama era preparato a dire ‘no’ a quello che Bush aveva detto ‘sì’.

 

“Petraeus quasi ridefinì il concetto di guerra in un nuovo manuale da lui scritto (Counterinsurgency Field Manual) e lo mise in pratica in Iraq. La sua idea principale era che gli Stati Uniti non potevano abbandonare la guerra. Dovevano proteggere e conquistarsi la popolazione, vivere con lei, perché potesse imporsi un governo stabile e competente. Il nuovo soldato, a suo parere, doveva essere un assistente sociale, un pianificatore fisico, un antropologo ed uno psicologo.

 

“Petraeus aveva pochi hobby (non pescava, non cacciava, non giocava a golf). Poteva sembrare un uomo di 35 anni. Poteva correre 5 miglia in circa 30 minuti. Ottenne il grado di Dottore all’Università di Princeton. Suo padre morì ed egli decise di rimanere in Iraq per sovrintendere la guerra. Gli iracheni lo chiamano il Re David. Alcuni dei suoi colleghi lo chiamano La Leggenda dell’Iraq. Però la presidenza di Obama avrebbe cambiato lo status di Petraeus.

 

“CAPITOLO 3

 

“Il nuovo Direttore della CIA, Mike Hayden, si recò a New York per discutere con il Presidente del Pakistan, Asif Ali Zardari, degli attacchi dei droni ‘Predator’ all’interno di quel paese. La grande lezione imparata nella Seconda Guerra Mondiale ed in Vietnam era che gli attacchi aerei, perfino i bombardamenti massicci, non possono far vincere una guerra.

 

“I giornali pachistani si preoccupavano per il numero delle vittime civili. Però la morte accidentale di pachistani era solo una parte della storia.

 

“In una riunione sostenuta da Hayden con il presidente pachistano, quest’ultimo gli disse: ‘Uccidete i capi. Siete voi quelli che vi preoccupate dei danni collaterali. A me non preoccupano’. Zardari dava così il suo assenso alla CIA e Hayden ringraziò per il suo sostegno.

 

“In una delle sue lunghe conversazioni, Obama affrontò con David Axelrod, il suo principale e più stretto consigliere politico, il tema di Hillary Clinton. Questi domandava ad Obama come poteva fidarsi di Hillary. Obama rispose. “Credo di conoscerla bene. Se fa parte della squadra, ci sarà fedele”. Si mantenne di fianco a suo marito durante lo scandalo di Mónica Lewinsky ed Obama rimase impressionato dalla sua resistenza. Aveva bisogno di una persona di sufficiente statura da trasformarsi nell’attore principale della scena internazionale.

 

“La Clinton non era convinta che quel posto sarebbe stato per lei. Non esisteva nessuna riserva di fiducia tra i due team.

 

“In seguito arrivarono i problemi con suo marito e le forti contribuzioni per la sua biblioteca presidenziale, la sua fondazione e la Clinton Global Iniziative. Gli avvocati di Obama dissero che queste imprese non potevano accettare denaro se Hillary fosse stata nominata Segretaria di Stato. Lei riconosceva che questo era un grande ostacolo, ma che non avrebbe messo Bill a vivere in una grotta per quattro o otto anni. ‘Non gli dirò di cancellare le operazioni che ha in 26 paesi e che stanno salvando delle vite’, disse. ‘Non ne vale la pena’. Podesta le promise che avrebbero lavorato in questo.

 

Fu preparato un discorso in cui lei avrebbe ringraziato per telefono Obama per l’averla presa in considerazione per la carica, però Podesta si incaricò che i due non potessero collegarsi.

 

“Il ‘no’ di Hillary si trasformò in un un ‘chissà’. Marke Penn, il principale stratega della sua campagna, pensava che se fosse rimasta nel Dipartimento di Stato per otto anni, si sarebbe trovata nella migliore posizione per ricandidarsi come Presidentessa. Avrebbe avuto solo 69 anni, la stessa età di Reagan quando assunse il potere.”

 

“CAPITOLO 4

 

“James L. Jones, un Generale in pensione, considerava che il governo di Bush era incredibilmente disorganizzato e penosamente poco serio rispetto alla pace in Medio Oriente. Jones disse che il Consiglio di Sicurezza di Bush era carente di personale, non era funzionale ed il consigliere per la sicurezza nazionale doveva applicare delle misure per garantire un ragionevole progresso nel raggiungimento degli obbiettivi.

 

“Un settore troppo ampio della politica era con il modulo del pilota automatico ed il consigliere alla sicurezza nazionale doveva trovare la forma d’ottenere risultati senza dover controllare in dettaglio quello che i differenti dipartimenti e le agenzie dovevano fare. Obama domandò come si doveva ottenerlo. ‘Convinca i suoi subordinati che la loro visione è la sua’, gli consigliò Jones. […] Obama decise che Jones fosse il suo consigliere alla sicurezza nazionale.”

 

“Jones si sorprese che Obama lo nominasse a questo carico di così tanta responsabilità e che si fidasse di qualcuno che appena conosceva. Jones pensava che tutto si basasse sulle relazioni personali e lui non intratteneva questo tipo di rapporti con Obama.”

 

“Il 26 novembre Bush convocò una delle ultime riunioni del Consiglio di Sicurezza Nazionale per analizzare un rapporto molto segreto sulla guerra in Afghanistan, elaborato dal tenente generale dell’Esercito Douglas Lute, conosciuto come lo Zar della Guerra. Il rapporto concludeva dicendo che gli Stati Uniti non avrebbero potuto rimanere in Afghanistan a meno che non si risolvessero tre grandi problemi: migliorare la governabilità, diminuire la corruzione ed eliminare i santuari dei talebani in Afghanistan.”

 

Accade ora un altro sorprendente episodio, dietro il quale c’è la mano del governo degli Stati Uniti, dimostrando il rischio di cui ci parlò ipoteticamente l’autore della teoria dell’“Inverno Nucleare”. Basterebbe - ci disse - una guerra tra il Pakistan e l’India, i due paesi che possiedono meno armi atomiche nel Gruppo degli 8 che appartengono al “Club Nucleare”. Quanto rivelato nel libro “Le guerre di Obama” dimostra che qualsiasi irresponsabilità della politica degli Stati Uniti può condurre alla catastrofe.

 

“A Condoleezza Rice il rapporto non piacque. Bush decise che non l’avrebbe reso pubblico. Successivamente, 10 persone armate iniziarono ad aggirarsi per la città indiana di Bombay, creando un spettacolo di caos e violenza, trasmesso dal vivo dalla televisione per 60 ore. Morirono sei cittadini statunitensi. L’operazione fu organizzata da un gruppo conosciuto con la sigla LeT, che significa l’Esercito dei Puri ed era finanziato dai servizi segreti pachistani. Bush voleva evitare tensioni tra l’India ed il Pakistan. La base del suo mandato era tolleranza zero nei confronti dei terroristi e dei loro alleati. L’FBI inorridì vedendo che un’operazione di basso costo con l’utilizzo d’alta tecnologia aveva paralizzato la città di Bombay. Le città statunitensi avevano lo stesso grado di vulnerabilità. Un funzionario dell’FBI disse: ‘Bombay ha cambiato tutto.’

 

“CAPITOLO 5

 

“Assumendo l’incarico di direttore della CIA, Hayden aveva ereditato un’organizzazione che, secondo lui, soffriva della ‘sindrome del bambino picchiato.’

 

“Obama l’aveva convocato ad una riunione informativa sulle operazioni segrete. Hayden considerò che questa fosse l’opportunità per provare quanto gravi erano le minacce e quanto seriamente le considerava la CIA. Riferì delle 14 operazioni altamente segrete, il cui obiettivo era condurre a termine operazioni clandestine e letali contro il terrorismo, ostacolare lo sviluppo da parte dell’Iran di armi nucleari, dissuadere la Corea dal Nord a non fabbricare più armi nucleari, realizzare operazioni contro la proliferazione in altri paesi, operare in maniera indipendente o in sostegno agli Stati Uniti in Afghanistan, effettuare una serie di operazioni letali ed altri programmi in Iraq, sostenere gli sforzi clandestini per fermare il genocidio nella regione sudanese del Darfur, offrire informazioni segrete alla Turchia per impedire che il Partito dei Lavoratori stabilisca nel Kurdistan un enclave separatista all’interno della Turchia.

 

“Il 5 gennaio 2009 Hayden viene a sapere, grazie a un articolo pubblicato dalla versione on-line del quotidiano The Washington Post, d’essere stato sostituito nel suo incarico di direttore della CIA e che al suo posto avevano nominato Leon Panetta. Hayden considera che essere rimpiazzato da un politico era un’umiliazione personale. Panetta possiede l’abilità di saper costruire relazioni interpersonali. Hayden, nel suo incontro con Panetta, l’avverte: 1) Lei è il comandante della nazione nella guerra globale contro il terrorismo; 2) Può contare sul migliore personale del governo federale; 3) Ho letto alcuni dei suoi articoli; non torni ad utilizzare le parole CIA e tortura nello stesso paragrafo. La tortura è una fellonia. Può non piacerti, ma non dire mai che esiste la tortura. Legalmente la CIA non ha torturato nessuno. McConnell avverte Panetta: ‘Devi capire la battaglia che devi ingaggiare con la CIA, perché loro ti vedono come se fossi il nemico.’

 

“CAPITOLO 6

 

“Obama chiede a Biden di recarsi in Afghanistan ed in Pakistan prima della sua investitura come presidente e gli chiede di portare con se un Repubblicano. Viene scelto Lindsey Graham, della Carolina del Sud.

 

“Biden disse ufficialmente al Presidente pachistano qual’era l’idea di Obama: l’Afghanistan sarebbe stata la sua guerra; a breve avrebbe inviato altre truppe, ma per farlo aveva bisogno di lavorare insieme al Pakistan.

 

“Zardari,da parte sua, riconobbe di non possedere tanta esperienza come la sua defunta moglie, Benazir Bhutto, ma che la sua missione non era differente e necessitava che gli Stati Uniti l’aiutassero a guadagnare un sostegno sufficiente sul piano interno; nel paese c’era molto anti-americanismo…”

 

“Biden l’avvertì che era necessario che Zardari smettesse di fare il doppio gioco, perché la CIA pensava che molte informazioni segrete erano utilizzate per avvertire gli accampamenti dei terroristi contro gli attacchi dei droni.

 

“Biden e Graham partirono per Kabul. Dopo le elezioni del 2004 le relazioni di Karzai con gli Stati Uniti erano diventate molto instabili. Frequentemente criticava gli statunitensi per il numero delle vittime civili. Le prove di corruzione nel suo governo e nella sua famiglia esacerbavano le tensioni con gli Stati Uniti.

 

“Biden avvertì Karzai che la sua intenzione non era rendergli la vita difficile, ma che il successo degli Stati Uniti dipendeva in larga misura da lui.

 

“Karzai convocò diversi membri del suo gabinetto perché informassero direttamente Biden e Graham di ciò che stavano facendo. Dissero a Karzai che Obama era intenzionato ad aiutare, ma che quell’idea di sollevare il telefono e chiamare il Presidente Obama, come faceva con Bush, ormai non valeva più. Biden criticò Karzai per la sua incapacità di governare l’intero paese, il suo rifiuto di visitare il paese per creare consenso tra le varie tribù, le sontuose case dei funzionari afgani vicine al palazzo presidenziale, senza dubbio pagate dagli Stati Uniti. ‘Lei è solo il sindaco di Kabul’, disse Biden a Karzai.

 

“Karzai criticò l’alto numero di vittime civili e Biden si impegnò a minimizzarle, però lo avvertì che in questa guerra doveva stare con loro; che se questa per loro non era una guerra, gli Stati Uniti non avrebbero inviato altri soldati. Karzai rispose che non stava facendo nessuna critica, ma che li stava informando dell’esistenza di un problema.

 

“Biden suggerì di trattare il tema in privato, non in una conferenza stampa, ma Karzai non era d’accordo. Le vittime civili erano un problema pubblico e Biden l’aveva denigrato davanti ai membri del suo gabinetto. Karzai avvertì che il popolo afgano non l’avrebbe tollerato e che gli afgani dovevano essere i loro alleati, non le loro vittime. L’ambasciatore William Word intervenne per dire che la conversazione era stata utile, ma che dimostrava che esistevano delle insoddisfazioni da entrambi le parti.

 

“Biden ebbe un colloquio con David McKiernan, il capo delle truppe statunitensi in Afghanistan, che gli disse che per vincere quella guerra era necessario l’invio dei 30.000 effettivi ancora in attesa dal governo Bush. Biden chiese di Al Qaeda e David gli rispose che lì in due anni non aveva visto nemmeno un solo arabo. Ciò confermava i sospetti di Biden: Al Qaeda, il motivo principale di questa guerra, era un problema pachistano.

 

“Biden consigliò ad Obama di prendere le distanze da Karzai. Graham gli confessò: ‘Signor Presidente, stiamo perdendo questa guerra.’ Graham era convinto che era impossibile vincere la guerra in Afghanistan se si perdeva quella in Iraq.

 

“CAPITOLO 7

 

“il 20 gennaio, la cerimonia d’investitura di Obama fu sul punto d’essere sospesa. Fonti sicure d’intelligence indicavano che un gruppo d’estremisti somali aveva deciso d’attaccare Obama con esplosivi. Ciononostante, tutta l’attenzione si concentrava sul discorso di Obama e su cosa avrebbe detto.

 

“Il generale Petraeus si trovava nuovamente in Afghanistan.

 

“Il 21 di gennaio, Obama convocò una riunione del suo gruppo nazionale per la sicurezza. La decisione chiave era nominare Petraeus responsabile del Comando Centrale. Obama chiese che gli fossero proposte tre opzioni sulla guerra in Iraq. Ordinò che in 60 giorni fosse realizzato uno studio per sapere ‘come saremmo arrivati dove vorremmo arrivare’. Una delle alternative da considerare, su richiesta del Presidente, era il ritiro delle truppe in un periodo di 16 mesi.

 

“Un team di 80 persone iniziò a studiare la situazione in Afghanistan. S’analizzarono gli interrogatori dei prigionieri, le notizie dal campo di battaglia, i registri finanziari, la propaganda ed i comunicati emessi dai talebani.

 

“Quando Petraeus domandò che cosa era stato trovato, Derek Harvey, dell’Agenzia d’Intelligence per la Difesa, gli rispose che la situazione era quella di un cieco che aiuta a camminare un altro cieco; gli Stati Uniti conoscevano pochissimo l’insorgenza afgana, chi era il nemico e dove si trovava, come vedeva questa guerra e qual’erano le sue motivazioni. Si sapeva troppo poco del nemico per tracciare una strategia che conducesse alla vittoria. Harvey cercava di rivoluzionare il sistema di conseguimento d’informazioni segrete e si dedicò completamente a questo. Era dell’opinione che la guerra potesse essere vinta, ma che il governo degli Stati Uniti avrebbe dovuto fare per molti anni dei grandi compromessi, che chissà non avrebbero avuto molto consenso tra gli elettori. Credo che la guerra in Afghanistan si possa fare, ma non si possa vendere’, disse Harvey.

 

“Obama annunciò che l’invio di nuovi effettivi avrebbe dovuto essere annunciata come parte di una nuova strategia. Petraeus indicò che gli obiettivi non sarebbero stati raggiunti senza una maggiore quantità di truppe e che non si poteva contare solo con gli attacchi degli aeroplani privi di pilota. Petraeus insistette nell’invio dei 30.000 effettivi. Obama domandò se era necessario inviare contemporaneamente tutte quelle truppe, avvertì che era necessario prima contare su una strategia e che il Presidente aveva bisogno che gli fossero proposte le decisioni d’adottare. Il Presidente sembrava capire che questa guerra non si sarebbe vinta in uno o due anni. Il Presidente abbandonò la riunione per adempiere ad altri impegni, senza aver adottato alcuna decisione in merito.”

 

Prosegue domani.

 

 

Fidel Castro Ruz

10 ottobre 2010

ore 18.00

 

Nella Riflessione di ieri appare un paragrafo chiave tratto dal libro di Woodward:  "Un segreto importante che non era stato mai pubblicato nei media né in nessuna altra parte era l'esistenza di un esercito coperto di 3.000 uomini in Afghanistan il cui obiettivo era quello di ammazzare o catturare i talebani ed a volte addentrarsi nelle zone tribali per pacificarle ed trarre il loro appoggio". Tale esercito, creato e gestito dall'Agenzia Centrale d’Intelligenza (CIA, preparato ed organizzato come "forza speciale", è stato integrato su basi tribali, sociali, antireligiose ed antipatriottiche;  la sua missione è l'inseguimento e l'eliminazione fisica di guerriglieri talebani ed altri afgani, qualificati da estremisti musulmani. Non hanno niente a che vedere con Al Qaeda e Bin Laden, un saudita reclutato e finanziato dalla CIA per lottare contro i sovietici quando le loro truppe hanno occupato l'Afghanistan. Qualora il Vicepresidente Biden si è spostato a Kabul, agli inizi del 2009, David Mckiernan, capo delle truppe degli Stati Uniti in Afghanistan, gli disse quando egli domandò per Al Qaeda:  "che non aveva visto un solo arabo in due anni da quella parte." Nonostante la relativamente breve ed effimera importanza che i principali media internazionali di stampa diedero a "Le guerre di Obama", questi, tuttavia, non trascurarono questa notizia rivelatrice.

 

Il governo degli Stati Uniti si trovava davanti ad un problema insolubile. In una delle ultime riunioni del Consiglio di Sicurezza Nazionale durante la presidenza di Bush, si approvò una relazione dove si affermava:  "che gli Stati Uniti non potrebbero mantenersi in Afghanistan a meno che si risolvessero tre grandi problemi:  migliorare la governabilità, diminuire la corruzione ed eliminare i santuari dei talebani."

 

Potrebbe aggiungersi che il problema è più grave se si prendono in considerazione i compromessi politici e militari degli Stati Uniti nei confronti del Pakistan, un paese dotato di armi nucleari, la cui stabilità in mezzo a tesi equilibri etnici, era stata colpita dall'avventurosa guerra di Bush in Afghanistan. Centinaia di chilometri di frontiera montagnosa, con popolazioni della stessa origine  attaccate e massacrate da aerei senza pilota, sono condivisi per il Pakistan ed l’Afghanistan. Le truppe della NATO la cui morale decresce giorno dopo giorno, non potranno vincere questa guerra. 

 

Senza enormi quantità di combustibile, generi alimentari e munizioni, nessun esercito può muoversi. La stessa lotta degli afgani e pachistani, da ambedue le parti della frontiera, ha scoperto il punto debole delle sofisticate truppe degli Stati Uniti ed Europa. Le lunghe rotte di forniture si stanno trasformando in cimitero degli enormi camion e cisterne destinati al suddetto lavoro. Gli aerei senza pilota, le comunicazioni più moderne, le sofisticate armi convenzionali, radioelettriche e perfino quelle nucleari, vanno oltre.

 

Il problema è, però, molto più grave di quello che queste righe esprimono.

 

Seguiamo, tuttavia, avanti con la sintesi dello spettacolare libro di Woodward.

 

"CAPITOLO 8

 

"Jack Keane, Generale in pensione, molto vicino a Hillary Clinton, le ha fatto notare che la strategia applicata in Afghanistan non era corretta, che l'elevato numero di vittime non avrebbe messo fine all'insurrezione, che questo aveva l'effetto contrario, che l'unica uscita era un’offensiva controinsorgente intensiva per proteggere gli afgani.  McKiernan non interagiva con i governatori delle province. Keane gli ha fatto sapere che si ricorreva molto alla lotta antiterroristica e la strategia controinsorgente non andava allo stesso modo.

 

"Keane gli ha proposto di sostituire  McKiernan con il Tenente Generale Lloyd Austin III, secondo al comando in Iraq;  e propose anche a McChrystal, aggiungendo che codesto era, sicuramente, il migliore candidato.

 

"McChrystal aveva organizzato buone campagne antiterroristiche in Iraq, ma i successi tattici non si traducevano in vittorie strategiche. Per tale motivo, la controinsorgenza era necessaria.

 

"CAPITOLO 9

 

"Nell'udienza di conferma di Leon Panetta come Direttore della CIA davanti al Comitato di Intelligenza del Senato, egli affermò che l'Agenzia non invierebbe oramai gli ipotetici terroristi ad un altro paese affinché fossero torturati, perché questo era proibito secondo le ordine esecutive del nuovo Presidente.  Egli dichiarò che aveva il sospetto che la CIA inviava persone ad altri paesi affinché fossero interrogate utilizzando tecniche che 'violavano le nostre norme.'

 

"Hayden lo guardava alla televisione e si chiedeva, a disagio, se Panetta avesse ignorato la conversazione che ambedue avevano avuto il mese scorso. Hayden contattò Jeff Smith, ex assessore generale della CIA, chi aiutava nella transizione tra Hayden e Panetta e lo minacciò dicendogli:  'Oppure egli ritira quello detto nella sua dichiarazione pubblica domani o avremo lo spettacolo dove l'attuale Direttore della CIA dirà al futuro Direttore della CIA che non sa di quello che sta parlando.' Hayden disse che l'esprimerebbe pubblicamente e che quello non farebbe bene nessuno. Il giorno successivo fu il Senatore Kit Bond, del Missouri, il capo repubblicano del Comitato di Intelligenza chi chiese a Panetta se egli si disdiceva di quello che aveva detto il giorno precedente e Panetta disse di sì.

 

“In seguito Hayden incontrò Panetta e gli disse che aveva letto i suoi scritti, dove diceva che il governo di Bush aveva selezionato la migliore informazione di intelligenza per allegare l'esistenza di armi di distruzione di massa in Iraq. Panetta aveva incolpato di ciò un'unità speciale del Pentagono creata da Rumsfeld. Panetta rispose che non era vero che era stato un errore di loro, ed accettò che  in quel caso, c’era stato un catastrofico errore di intelligenza nell'agenzia nella sarebbe il direttore.

 

"Il 13 febbraio il presidente incontrò ancora una volta il Consiglio di Sicurezza Nazionale per discutere quattro scelte per lo spiegamento di truppe in Afghanistan.

 

" 1.  Decidere soltanto dopo avere definito una strategia.

 

" 2.  Inviare immediatamente 17000 soldati.

 

" 3.  Inviare i 17000, ma in due parti.

 

" 4.  Inviare 27000, per rispondere alla richiesta del Generale McKiernan.

 

"Clinton, Gates, Mullen e Petraeus appoggiarono immediatamente l'invio dei 17000.  Questa fu anche la raccomandazione di Jones. Richard Holbrooke, in un video di sicurezza, ricordò che 44 anni prima il Presidente Johnson dibatteva la stessa cosa con i suoi assessori a proposito del caso di Vietnam. Non si può dimenticare la storia', aggiunse.  Il Vietnam ci aveva insegnato che le guerriglie vincono in una situazione di impasse, quindi egli appoggiava l'invio dei 17000. Finalmente Obama notificò al Pentagono che aveva deciso di inviare 17000.

 

"CAPITOLO 10

 

"Per il governo di Obama l’obiettivo era chiaro:  smantellare e finalmente sconfiggere Al Qaeda e i suoi alleati estremisti, le sue strutture di appoggio ed i suoi santuari in Pakistan, ed evitare il suo ritorno a Pakistan o Afghanistan. Jones, Gates e Mullen si chiedevano se potessero fidarsi dei pachistani. Biden proponeva rinforzare le operazioni anti-terroristiche e centrarsi su Al Qaeda e  Pakistan. Obama domandò se l'invio dei 17000 e dopo di 4000 in più, farebbe la differenza e la risposta fu affermativa.  Obama domandò quanto sarebbe costato quest’operazione e la risposta fu che non si sapeva che questo era solo uno studio e che non si era fatto un calcolo del preventivo, ma che il costo di collocare un soldato statunitense in Afghanistan, compresi i pagamenti come veterano di guerra, l'assicurazione di salute, il costo dell'attenzione ai suoi parenti, l'alimentazione e l'armamento, ammontavano approssimativamente a  25000 dollari annui.  Il costo di un soldato afgano sul terreno ammontava a circa 12000 dollari. Più tardi Obama confermò che il Pakistan sarebbe il centro di qualunque nuova strategia.

 

"In una riunione con il Consiglio di Sicurezza Nazionale, Obama disse che sperava di contare almeno per due anni sull'appoggio popolare per la sua strategia.  Biden espresse che il dado era tratto, benché facendo notare che dissentiva, ma assicurò che appoggerebbe la strategia del presidente.

 

"CAPITOLO 11

 

"Petraeus si mostrava impensierito.  Gli preoccupava di diventare la vittima dei suoi successi precedenti in Iraq. Probabilmente una contro insorgenza non era la strategia corretta in Afghanistan ma Petraeus gli aveva assegnato il compito di studiare il tema ad un gruppo di esperti in operazioni ed attività di intelligenza chi avevano un'opinione contraria. Sembrava che il Presidente non avesse accettato i suoi argomenti in favore di un'operazione contro insorgente.  Il presidente annunciò in un discorso la sua strategia di smantellare e sconfiggere Al Qaeda.  Una casa editrice del giornale The Washington Post elogiò il piano con questo titolare:  'Il prezzo del Realismo.'  Il discorso sorprese alcuni.  Personalmente il presidente aveva fatto cambiamenti al testo.  Obama non si era compromesso totalmente con l'invio di tutte le truppe richieste dall'esercito.  Obama disse che esaminerebbe ancora una volta la questione dopo le elezioni in Afghanistan.

 

"Il Segretario di Difesa Gates sembrava comodo con la decisione:  Due giorni dopo dichiarò che non credeva necessario di chiedere più truppe o chiedere al Presidente che le approvasse finché non si vedesse l'azione delle stesse.

 

"Il Presidente del Pakistan incontrò Obama nel suo ufficio. Obama gli disse che non voleva armare il Pakistan contro l'India.  Riconobbe che avevano avanzato in Swat ma che il cessate il fuoco aveva provocato che gli estremisti sovvertissero la legittimità del governo pachistano, e che il governo stesse dando l'impressione che nessuno stava a carico. Obama riconobbe che il Pakistan agiva ora con più decisione, il che era diventato evidente per la sua azione in Swat e per avere permesso che la CIA lanciasse mediamente un attacco con aerei non pilotati ogni tre giorni nel corso del mese precedente. I pachistani avevano lanciato un'operazione con     15000 soldati, uno dei maggiori finora, contro i talebani.

 

"Il capo dello Stato Maggiore Unito si rendeva conto che la soluzione del problema afgano si trovava proprio davanti agli occhi, andando qua e là per i corridoi del Pentagono.  McChrystal era già una leggenda.  Aveva lavorato più che nessuno, risolvendo problemi e senza protestare. Eseguiva con precisione tutti gli ordine.  Finalmente Gates annunciò che McChrystal sarebbe il nuovo comandante delle truppe in Afghanistan.  “La nostra missione lì', disse, 'ha bisogno di nuove idee e di nuovi approcci da parte dei nostri capi militari.' In seguito Obama espresse che egli era stato d’accordo con questa decisione perché si fidava delle opinioni di Gates e Mullen, ma che non aveva avuto occasione di conversare personalmente con lui.

 

"Il 26 maggio 2009 apparve nella relazione al Presidente una delle più sensibili notizie d’intelligenza profonda.  Il suo titolo era:  I recluti di Al Qaeda in America del nord potrebbero fare cambiare gli obiettivi e le tattiche negli Stati Uniti ed in Canada. Secondo la relazione, circa 20 sostenitori di Al Qaeda con passaporti statunitensi, canadesi o europei si formavano nei santuari del Pakistan per ritornare ai loro paesi di origine e perpetrare atti terroristici ad alto profilo, tra cui mezza dozzina del Regno Unito, vari canadesi, alcuni tedeschi e tre statunitensi.  Non si conoscevano i loro nomi. Dennis Blair pensava che le relazioni erano le sufficientemente allarmanti e credibili affinché il Presidente fosse informato. Ma Rahm Emmanuel non era d’accordo. Blair rispose, come consulente d’intelligenza del Presidente, che era veramente preoccupato ed Emmanuel l'accusò di tentare di rendere responsabili lui ed il Presidente.

 

"Uscendo dalla Casa Bianca Blair era convinto che ambedue vivessero in pianeti differenti rispetto a questo tema.  Sempre di più vedeva un difetto nel governo.

 

"CAPITOLO 12

 

"Il Generale Jones era solito viaggiare personalmente in Afghanistan per fare le proprie valutazioni.  Egli era dell'opinione che gli Stati Uniti non potevano perdere quella guerra, altrimenti la gente direbbe che i terroristi avevano vinto e questo tipo d’azione si ripeterebbe in Africa, America del sud ed altri posti.  Le organizzazioni come la NATO, l'Unione Europea e le Nazioni Unite potrebbero rimanere seppellite nel letamaio della storia.

 

"Jones visita i soldati feriti, si riunisce con il colonnello ed incontra McChrystal.  McChrystal gli confessa che l'Afghanistan era molto peggiore di quello che egli sperava.  Gli fece notare che c’erano molte ragioni per preoccuparsi e che se la situazione non cambiava presto diventerebbe irreversibile.  Jones chiese che l'enumerasse i problemi e McChrystal cominciò a citare tutta una litania di essi:  il numero di talebani nel paese era molto superiore di quello che si pensava, 25000.  Jones commentò che quello era dovuto al trattato firmato tra Pakistan e le sue tribù, perché lì i nuovi talebani potevano essere allenati senza interferenze.  Il numero di attacchi talebani era di circa 550 la settimana e negli ultimi mesi si era perfino raddoppiato.  Le bombe ai bordi della strada ammazzavano approssimativamente 50 soldati delle truppe della coalizione ogni mese, a differenza della cifra di otto registrata l'anno scorso.

 

"Jones insisteva che la nuova strategia aveva tre tappe:

 

" 1.- La sicurezza.

 

" 2.- Lo sviluppo economico e la ricostruzione.

 

" 3.- La governabilità da parte degli afgani sotto l'impero della legge.

 

"Jones insisteva che la guerra non sarebbe vinta solo dall'esercito, che durante il prossimo anno la parte della strategia da attuarsi era lo sviluppo economico, e che se quello non si faceva bene non ci sarebbero sufficienti truppe nel mondo per riuscire la vittoria.  Jones chiarì che questa era una nuova epoca e che Obama non darebbe ai comandanti dell'esercito tutte le forze che essi chiedevano, come soleva fare Bush durante la guerra in Iraq. 

 

 Jones aggiunse che il Presidente sapeva che camminava sul filo del rasoio, il che voleva dire che non erano solo tempi difficili e pericolosi, ma che la situazione poteva avanzare in qualsiasi senso.

 

"Nella provincia di Helmand, Jones chiarì che la strategia di Obama era destinata a ridurre la partecipazione ed il compromesso degli Stati Uniti, che egli non pensava che l'Afghanistan doveva essere la guerra soltanto degli Stati Uniti, ma che c'era stata una tendenza ad americanizzarla.

 

"Al suo ritorno Jones informa ad Obama che la situazione era sconcertante;  che non c'era nessun rapporto tra quello che gli dicevano durante gli ultimi mesi e quello che il Generale McChrystal stava affrontando. Obama gli domanda quante truppe finalmente si necessitavano e Jones l'informa che non c'era ancora un numero definito.  Egli pensava che era necessario completare le due prime tappe della strategia - sviluppo economico e governabilità -, altrimenti l'Afghanistan inghiottirebbe qualunque cifra addizionale di truppe.

 

"Nel Pentagono la reazione era molto differente.  Jones fu accusato di volere mettere un limite alla cifra di truppe.  Lo stesso diceva che non era giusto che il presidente prendesse la decisione che aveva dovuto prendere a marzo, e prima di completare i 21000 soldati, decidere che come la situazione era tanto cattiva erano necessari da 40000 a 80000 soldati addizionali.

 

"Tra la Casa Bianca ed il Pentagono c’era un abisso sempre maggiore, e questo succedeva solo quattro mesi dopo che il Presidente facesse conoscere la sua nuova strategia.

 

"CAPITOLO 13

 

"Alcuni funzionari del governo statunitense descrivevano il governo di Obama utilizzando la terminologia afgana, e dicevano che la presidenza era pervasa da 'tribù', il che rifletteva le loro divisioni.  La tribù di Hillary viveva nel Dipartimento di Stato;  la tribù di Chicago occupava gli uffici di Axelrod ed Emmanuel;  la tribù della campagna presidenziale occupava il Consiglio di Sicurezza Nazionale che stava diretto dal capo di gabinetto Mark Lippert ed il direttore di comunicazioni strategico Denis McDonough.  A questo gruppo lo chiamavano la 'insorgenza.'

 

"La sconfitta del Talebano richiedeva più truppe, denaro e tempo che il suo smantellamento. La sconfitta significava una resa incondizionata, una capitolazione totale;  la vittoria, vincere nel più ampio senso della parola, distruggere completamente il Talebano.

 

"Richard Holbrooke si mostrava pessimista a proposito delle elezioni del 20 agosto in Afghanistan ed espresse:  'Se ci fossero 10 risultati possibili in Afghanistan, 9 di essi sono cattivi.  Tutti essi fluttuano tra la guerra civile e le irregolarità.'

 

"Dal momento in cui chiusero i collegi elettorali il 20 agosto, ci furono notizie di frode nelle urne.  Molti funzionari delle Nazioni Unite e del Dipartimento di Stato non abbandonarono le loro residenze per visitare i centri di votazione per ragioni di sicurezza.

 

"Il giorno successivo alle elezioni Hoolbroke e l'ambasciatore statunitense si riunirono con Karzai, al quale gli domandarono che cosa farebbe se c'era ballottaggio.  Karzai disse che egli era stato rieletto e che non ci sarebbe ballottaggio.

 

"Dopo la riunione Karzai telefonò al centro di operazioni del Dipartimento di Stato e chiese di parlare con Obama o Hillary.  L'ambasciatore statunitense raccomandò il presidente di non accettare la chiamata, perché Karzai si era impiegato alla difensiva dicendo che il ballottaggio era impossibile.  Obama fu d’accordo in non parlare con lui.

 

"Le relazioni d’intelligenza descrivevano  Karzai come una persona sempre di più delirante e paranoica.  Karzai disse loro:  'Siete contro di me.  È un complotto tra gli statunitensi ed i britannici.'

 

"Nel mese d’agosto si creò un gruppo affinché interrogasse i membri del gruppo strategico del Generale McChrystal che erano appena ritornati  dall'Afghanistan, allo scopo di sapere che cosa succedeva sul terreno, come andava la guerra, che cosa stava funzionando e che cosa no. McChrystal diede al gruppo tre domande a modo di guida per loro studio:  è possibile compiere la missione?; che cosa si deve cambiare affinché la missione si realizzi?; sono necessari più risorse per compiere la missione?

 

"McChrystal ha chiesto al gruppo di essere pragmatico e di centrasse sulle cose che realmente funzionavano.

 

"Il gruppo arriva alla conclusione che l'esercito capiva relativamente poco la popolazione afgana.  Non riusciva a capire come le campagne d’intimidazione lanciate dai talebani colpivano la popolazione.  La raccolta d’informazione d’intelligenza era un disastro.  Il gruppo ha scoperto che 70 percento dei requisiti d’intelligenza si centrava sul nemico.  Alcuni membri del gruppo pensavano che tra uno o due anni la guerra sarebbe completamente americanizzata.  Gli statunitensi preferivano che gli alleati della NATO apportassero denaro ed assessori per le forze di sicurezza afgane invece di andare di qua e di la per tutto il paese chiedendo appoggio aereo per attaccare gli afgani di apparenza sospettosa.

 

"Il gruppo aveva solo brutte notizie per McChrystal.  Si potrebbe portare a termine la migliore campagna di controinsorgenza nella storia del mondo, ed ancora così, la stessa sarebbe fallita per la debolezza e la corruzione che esistevano nel governo afgano. McChrystal rimase come se fosse stato investito da un treno.  Comunque, ringraziò il gruppo.

 

"McChrystal fece sapere a Gates che aveva bisogno di 40000 soldati in più.  Dopo lunghe discussioni, Gates gli promise che gli avrebbe dato tanti soldati come potesse e finché potesse.  'Lei ha là un campo di battaglia ed io ho qui un campo di battaglia’, gli disse.

 

"CAPITOLO 14

 

"Biden aveva passato cinque ore tentando di concepire un'alternativa per McChrystal, la quale chiamò 'antiterrorismo plus.'  Invece di una quantità intensiva di soldati, il piano si centrava su quello che egli credeva era la minaccia reale:  Al Qaeda. Questa strategia faceva enfasi sulla distruzione dei gruppi terroristici mediante l'assassinio o la cattura dei loro leader.  Biden pensava che era possibile dissuadere Al Qaeda di ritornare in Afghanistan, e così evitare d’intraprendere la costosa missione di proteggere il paese afgano.

 

"Biden pensava che Al Qaeda prendesse  la strada dove troverebbe minore resistenza e che non ritornerebbe ai suoi antichi posti di origine se:

 

" 1.  Gli Stati Uniti mantenevano almeno due basi (Baram e Khandahar, affinché le Forze Speciali potessero operare in qualunque posto di quel paese.

 

" 2.  Gli Stati Uniti contassero su forze sufficienze per controllare lo spazio aereo afgano.

 

" 3.  Le reti d’intelligenza umana dentro dell’Afghanistan gli fornivano le Forze Speciali delle informazione sugli obiettivi che sarebbero attaccati.

 

" 4.  L'elite della CIA, una forza composta da      3000 afgani per operazioni anti-terroristiche potevano muoversi liberamente.

 

"L’Afghanistan doveva trasformarsi in un ambiente leggermente più ostile per Al Qaeda che Pakistan affinché lo stesso decidessero di non ritornare.

 

"Obama aveva bisogno che qualcuno lo guidasse.  Era stato nel Senato solo quattro anni, e Biden 35.  Il presidente pensava che i militari non potevano fare pressione su di lui, ma essi potevano schiacciare un presidente inesperto.  Biden viene a vedere Obama e questo gli disse:  'Sei tu chi conosci quella gente.  Avanti. Fai pressione.'

 

"Obama confessò dopo che lui voleva che il suo vicepresidente fosse un detrattore aggressivo, e che dicesse esattamente quello che pensava, che facesse le domande più difficili, perché era convinto che quello era il migliore modo di servire il paese e le truppe, stabilendo un forte dibattito su queste questioni di vita o morte.

 

"Obama convocò ad un piccolo gruppo dei più sperimentati membri del suo staff di sicurezza nazionale per esaminare il rapporto classificato di 66 pagine elaborato da McChrystal che in sintesi diceva che se non si inviavano più soldati era probabile che la guerra finisse in un fallimento nei prossimi 12 mesi.  Il presidente aggiunse che le scelte in questo caso non erano buone e chiarì che non accetterebbe automaticamente la soluzione proposta dal Generale né da nessuno.  'Dobbiamo affrontare questo con lo spirito di sfidare le nostre proprie presunzioni.'

 

"Peter Lavoy, vice capo dell’analisi presso l'ufficio del direttore della DIN, considerava che dietro gli attacchi con aerei non pilotati, Bin Laden e la sua organizzazione erano stati colpiti, assediati, ma non eliminati che Al Qaeda era diventato la sanguisuga del Talebano.

 

"Obama voleva sapere se era possibile o non sconfiggere Al Qaeda e come;  se era necessario distruggere al Talebano per distruggere Al Qaeda;  che cosa si poteva fare nei prossimi anni;  che tipo di presenza era necessaria in Afghanistan per potere contare su una piattaforma antiterroristica efficace.

 

"Quello che non si disse e tutti sapevano era che un presidente non poteva perdere una guerra né fare vedere che stava perdendola. Obama disse che sarebbe necessario lavorare per cinque anni e proponeva considerare altre priorità nazionali."

 

 

Fidel Castro Ruz

11 ottobre 2010

18.00

 

 

"CAPITOLO 15

 

"L'Ammiraglio Mullen comparve davanti al Comitato dei Servizi Armati del Senato per la sua udienza di conferma per un secondo mandato di due anni, due giorni dopo la prima sessione consacrata alla strategia.  Nel suo allegato l'Ammiraglio si riferisce alla strategia suggerita da McChrystal ed aggiunge che 'probabilmente questo significhi più truppe.'

 

"Quando Obama seppe della dichiarazione di Mullen, gli fece sapere al suo staff il suo disagio nel sapere che Mullen appoggiava pubblicamente la strategia di McChrystal. L'Ammiraglio dichiarò che 'il talebano era cresciuto sia in volume che in complessità', e per tale motivo appoggiava gli sforzi orientati ad una controinsorgenza con le risorse adeguate. Per caso l'Ammiraglio ignorava quello che Obama aveva detto appena due giorni prima? Non aveva detto il Presidente a tutti i presenti, compreso Mullen, che nessuna delle scelte sembrava adeguata, che era necessario che loro sfidassero le proprie presunzioni e che ci sarebbero quattro o cinque sessioni di dibattito su questo tema? Come mai il principale assessore militare del Presidente informava pubblicamente queste conclusioni preliminari?

 

"Nella riunione dei principali del Consiglio di Sicurezza Nazionale si evidenziava che erano furiosi.  I Generali e gli Ammiragli chiudono continuamente il passo al Presidente.

 

"Emmanuel commentò che quello che si muoveva tra l'Ammiraglio e Petraeus non era corretto, che tutti avevano appoggiato pubblicamente la necessità d’inviare più truppe. Neanche il Presidente aveva avuto un'opportunità.

 

"Morrell pensava che Mullen aveva potuto evitare la controversia nella sua udienza, semplicemente dicendo che la sua funzione era quella di assessore militare principale del Presidente degli Stati Uniti e del segretario di Difesa, e che doveva dare loro le sue raccomandazioni in privato prima di annunciarle pubblicamente e che non considerava adeguato di condividerle prima con il Comitato.

 

"Morrell pensava che tutto faceva parte della compulsione di Mullen per comunicare, rafforzare la prominenza e la statura della sua posizione.  Aveva una pagina in Facebook, un conto in Twitter, video in YouTube ed un website chiamato 'I viaggi con Mullen:  una conversazione con il paese.'

 

"Lo stesso Mullen uscendo nella hall scoprì che egli stesso era il tema di un'animata controversia.

 

"Emmanuel e Donilon gli chiesero:  Come si pensa che dobbiamo affrontare questo tema? Tu hai detto questo, e che cosa dobbiamo dire noi?

 

"Emmanuel aggiunse che questa notizia sarebbe comparsa in tutti i telegiornali notturni.

 

"Mullen rimase sorpreso.  La Casa Bianca sapeva in anticipo quello che egli andava a dire, ma nella sua dichiarazione non aveva dato cifre specifiche di truppe.  Fu tanto amorfo come poté.  Ma nella sua udienza di conferma egli doveva dire la verità e la verità era che egli condivideva la nozione del bisogno di una controinsorgenza. 'Ecco quello quello che penso', disse. Quale era la sua scelta?

 

"Donilon si chiedeva perché Mullen aveva dovuto usare la parola 'probabilmente', e perché non aveva detto ‘non so.' Quello sarebbe stato meglio.

 

"Il titolare della prima pagina del giornale The Washington Post della mattina seguente diceva:  'Mullen: 'Probabilmente' ci sarà bisogno di più truppe.'

 

"Obama convocò il Generale in pensione Collin Powell ad una riunione privata nell'Ufficio Ovale il 16  settembre. Essendo Repubblicano, Powell aveva dato un forte appoggio ad Obama durante la sua campagna.

 

"Riferendosi all'Afghanistan, Powell gli commentò che non si trattava di una decisione che si prendeva una sola volta, che questa era una decisione che avrebbe conseguenze per una gran parte del suo governo. Gli raccomandò:  'Signore Presidente, non si lasci sollecitare dalla sinistra che vuole che lei non faccia nulla. Non si lasci sollecitare dalla destra che vuole che lei faccia tutto. Prenda Lei il suo tempo e decida Lei stesso.'

 

"E gli ha anche raccomandato di non lasciarsi sollecitare dai media, che si prendesse il suo tempo, che compilasse tutta l'informazione necessaria per garantire che sarebbe comodo con la decisione presa.

 

"Se lei decide di inviare più truppe, oppure se lei ritiene che è quello che si deve fare, cerchi di capire bene quello che andranno a fare le suddette truppe e tenti di avere qualche certezza che l'invio delle truppe addizionali produrrà un successo. Lei non può garantire il successo in un teatro di operazioni tanto complesso come quello dell'Afghanistan, che si complica sempre di più con il problema del Pakistan.

 

"'Lei deve garantire che la base di questo suo compromesso sia solida, perché adesso è un po' debole' disse Powell, facendo riferimento a Karzai e alla corruzione generalizzata che esiste nel suo governo.

 

"Il Presidente non appoggiava pienamente un'operazione di controinsorgenza, perché quello significava assumere la responsabilità dell'Afghanistan per un lungo periodo di tempo.

 

"Il Presidente disse che una volta ricevuta la valutazione fatta da McChrystal, era evidente che tutti dovevano riunirsi in un salone per garantire che tutti cantassero lo stesso cantorino.

 

"CAPITOLO 16

 

"Il 29 settembre Jones convocò i principali del Consiglio di Sicurezza Nazionale per un dibattito di due ore, a modo di prova per la riunione del giorno successivo, senza la presenza del Presidente.

 

"Chiunque che vedrà il video della riunione, probabilmente sarà preoccupato.  Dopo otto anni di guerra, si battevano ancora per definire gli  obiettivi principali.

 

 "Biden aveva scritto un memorandum di sei pagine esclusivamente per il Presidente, mettendo in discussione i rapporti d’intelligenza sui talebani.  I rapporti presentavano il Talebano come il nuovo Al Qaeda.  Come i talebani erano coloro che combattevano contro gli statunitensi, era diventato solito che gli arabi, gli usbechi, i tayiko ed i ceceni andassero nell'Afghanistan per quello che loro chiamavano 'l'estate dello yihad.'

 

"Biden indicò che queste cifre erano esagerate, che il numero di combattenti stranieri non superava i 50 o i 75 ogni volta.

 

"Mercoledì 30 settembre il Presidente tenne la seconda riunione per esaminare la questione dell'Afghanistan e del Pakistan.  Questa volta il gruppo di assistenti era maggiore. Petraeus era presente.

 

"Il Presidente chiese:  Qualcuno è dell’opinione che dobbiamo andarci dall'Afghanistan?' Tutti rimasero in silenzio.  Nessuno disse nulla.

 

"'Bene', disse il Presidente, 'adesso che ne possiamo prescindere, continuiamo.'

 

Anche "Obama voleva allontanarsi dal tema dell'Afghanistan durante il resto della sessione.

 

"'Cominciamo da quello che c'interessa, che è infatti il Pakistan, e non l’Afghanistan', disse.  'In realtà, se volete, potete dire ai leader pachistani che ce ne andiamo dall'Afghanistan.'

 

"Obama stabilì le regole per il resto della sessione. 'Voglio, infatti, centrarmi sugli Stati Uniti. Sono dell’opinione che ci sono tre obiettivi chiave.  Uno è proteggere gli Stati Uniti, i loro alleati ed i loro interessi all'estero. Due, la preoccupazione circa la stabilità e le armi nucleari tra le mani del Pakistan. E se centro la mia attenzione negli Stati Uniti, esiste per caso qualche differenza tra i pericoli che derivano da Al Qaeda o dal Talebano?'

 

"Lavoy e Petraeus fecero i loro interventi.  MacChrystal fece una presentazione su quello che egli chiamava 'La Strada' verso la sua valutazione iniziale.

 

"Obama espresse:  'Bene, voi avete fatto il vostro lavoro, ma ci sono tre nuovi avvenimenti:  i pachistani si stanno comportando meglio;  la situazione in Afghanistan è molto più seria di quello che anticipavamo;  e le elezioni afgane non hanno creato il cambio che aspettavamo - un governo più legittimo.'

 

"Biden favoriva il presupposto, contestato dal Presidente, che il Pakistan evolverebbe nello stesso modo che evolverebbe l'Afghanistan.

 

"Robert Gates proponeva di tenere conto degli interessi all'esterno e degli alleati.

 

"Verso la fine della riunione Hillary chiese come sarebbero usate le truppe addizionali, dove andrebbero, se le stesse ci fossero andate come consulente, e come si applicherebbero le lezioni imparate in Iraq.

 

"Le analisi d’intelligenza al più alto livello non fu mai concludente circa un'azione in Afghanistan in questi momenti. Un Afghanistan completamente destabilizzato presto o tardi avrebbe destabilizzato il Pakistan. In modo che l'interrogante davanti al Presidente e il suo staff era questa:  Potevano gli Stati Uniti assumere quel rischio?

 

"Gates si riunì con l'ambasciatore pachistano, Haqqani, negli Stati Uniti. Doveva trasmettergli un messaggio esplicito del Presidente:  non ce ne andavamo dall'Afghanistan. Haqqani si riferì ad una lunga lista di cose che l'esercito pachistano necessitava. Il Congresso aveva approvato un fondo di 400 milioni di dollari nel maggio per migliorare l'arsenale della controinsorgenza.  Haqqani affrontò il problema del debito di un miliardo e sei milioni che gli Stati Uniti dovevano pagare all'esercito del Pakistan perché portasse a termine operazioni militari lungo la frontiera. Dopo l’11 settembre, gli Stati Uniti avevano creato un conto di spese a beneficio del Pakistan e di altri paesi, chiamato Fondo d’Appoggio alla Coalizione, con il quale si rimborserebbe agli alleati l'aiuto fornito.

 

"CAPITOLO 17

 

"Obama si riunisce con un gruppo bipartitico di circa 30 leader del Congresso allo scopo di offrire loro un'informazione aggiornata sulla revisione della strategia.

 

"Vari legislatori criticavano l’approccio di Biden che difendeva un'offensiva antiterroristica. L'interpretavano come una forma di ridurre la presenza degli Stati Uniti.

 

"Biden precisò che non difendeva una politica che implicasse un'operazione fatta soltanto con le Truppe Speciali.

 

"Il Presidente dovette precisare che nessuno stava parlando di abbandonare l'Afghanistan.

 

"McCain disse che sperava soltanto che la decisione non fosse presa alla leggera e che rispettava il fatto che la decisione doveva prenderla Obama come Comandante in Capo.

 

"Obama gli rispose: gli assicuro che non sto prendendo nessuna decisione alla leggera. E lei ha tutta la ragione. La decisione devo prenderla io ed io sono il Comandante in Capo.'

 

"Obama continuò dicendo:  'nessuno ha tanta urgenza di prendere questa decisione - e farlo nel modo giusto-  come io.'

 

"Quello stesso giorno alle 3 e 30 del pomeriggio Obama si riunì ancora una volta con il suo staff per esaminare la situazione del Pakistan

 

"Il consenso all’interno della comunità d’intelligenza era che la situazione in Afghanistan non si risolverebbe se non c'erano rapporti stabili tra l'India e Pakistan.

 

"Mullen accennava che i programmi di collaborazione tra gli eserciti degli Stati Uniti e Pakistan erano di circa 2 miliardi l'anno, a titolo di attrezzatura, allenamento ed altre imprese.

 

“Ci suggerì di aprire nuove installazioni in Pakistan per infiltrare fonti d’informazione nelle tribù ed includere assessori militari statunitensi nelle unità pachistane.

 

"Obama approvò tutte le azioni sul terreno.  Era eccezionale ricevere un ordine immediato dal Presidente, perché fino a questo momento, nelle sessioni di lavoro si parlava molto e non si prendevano decisioni.

 

"CAPITOLO 18

 

"Finalmente McChrystal aveva l'occasione di presentare la sua scelta per l'incremento di truppe soltanto davanti ai principale (Obama non era presente) l’8 ottobre.

 

"La sostanza della sua esposizione, con 14 diapositive, era che le condizioni in Afghanistan erano molto peggio di quello che si pensava, e che solo un'offensiva controinsorgente che contasse su piene risorse poteva rimediare la situazione.

 

"Jones disse che c'erano ancora domande senza rispondere, ed annotò nel suo libretto che era impossibile mettere in pratica qualunque strategia per Afghanistan che non affrontasse il problema dei santuari in Pakistan.

 

"McChrystal esponeva tre scelte:

 

" 1.   da 10000 a 11000 effettivi per allenare le forze di sicurezza afgane.

 

" 2.   40000 effettivi per proteggere la popolazione.

 

" 3.   85000 effettivi per lo stesso proposito.

 

"McChrystal precisò che in questo caso l'obiettivo non era sconfiggere al talebano bensì degradarlo, cioè, impedire che riprendesse  il controllo di parti chiave del paese.

 

"Hillary chiese se era possibile portare a termine la missione di degradazione con un minore numero di truppe, ed il Generale gli rispose di non, che egli difendeva i 40000 effettivi.

 

"Il giorno successivo Obama si svegliò con la notizia che gli era stato conferito il Premio Nobel della Pace.

 

"Quello stesso pomeriggio alle 2.30, il Consiglio di Sicurezza Nazionale in plenum avrebbe una sessione di lavoro con il Presidente.  Lo stesso cominciò la riunione chiedendo a tutti che gli dicessero che cosa si doveva fare con la guerra.

 

"Lavoy cominciò parlando di Pakistan e la sua ossessione con l'India, e che i pachistani avevano riserve circa il compromesso degli statunitensi.

 

"McChrystal disse che a meno che la missione cambiasse, egli presentava le stesse scelte.

 

"Eikenberry riassunse in 10 minuti le sue opinioni che erano abbastanza pessimistiche. Coincideva con il fatto che la situazione si stava deteriorando e che era necessario inviare più risorse, ma pensava che l'offensiva controinsorgente era molto ambiziosa.

 

"Gates ricordò che tutti avevano abbracciato solo tre scelte:

 

" 1.  Controinsorgenza, cioè, costruzione della               nazione.

 

" 2.  Anti-terrorismo, che molte persone pensano che si tratta di missili lanciati nell’oceano da una nave.

 

" 3.  Anti-terrorismo plus, la strategia proposta dal         vicepresidente.

 

"Tuttavia c'erano evidentemente più scelte, e non solo queste tre. Gates aggiunse che era necessario ridefinire l'obiettivo e che probabilmente gli Stati Uniti stavano tentando di ottenere di più di quello che si poteva raggiungere.

 

"Petraeus concluse:  'Noi non distruggeremo il Talebano, ma dobbiamo negargli l'accesso a zone popolate e linee di comunicazione chiave per contenerli.' 

 

"Biden chiese:  'Quale sarebbe il miglior stimato di tempo perché le cose vadano sulla strada giusta? Se entro un anno non c'è un progresso palpabile, che cosa facciamo?'

 

"Niente risposta.

 

"Biden insisté:  'Se il governo  non migliora e voi ricevete le truppe, quale sarebbe l'impatto?'

 

"Eikenberry rispose che sebbene gli ultimi cinque anni non fossero molto promettenti, c'erano stati piccoli progressi, e che poteva capitalizzarsi in essi, ma che non dovevano sperarsi avanzamenti significativi nei prossimi sei a dodici mesi.

 

"CAPITOLO 19

 

“Toccava il turno a Hillary nella riunione del 9  ottobre. Hillary disse che il dilemma era decidere che cosa era in primo luogo, se più truppe o un migliore governo;  che per evitare il collasso erano necessarie più truppe, tuttavia ciò non garantiva il progresso.

 

"Chiese se era possibile raggiungere gli obiettivi in Afghanistan e Pakistan senza il compromesso di inviare più truppe. Lei stessa rispose che l'unica forma di riuscire che il governo cambiasse era inviando più truppe, ma anche così, non c’erano  garanzie di risultato. 

 

"Aggiunse che tutte le scelte erano difficili ed insoddisfacenti ed aggiunse:  'Noi, certamente, abbiamo un interesse di sicurezza nazionale nel garantire che il Talebano non ci sconfigga. La stessa cosa succede con la distruzione di Al Qaeda che sarebbe difficile senza l'Afghanistan. È una scelta  eccessivamente difficile, ma le scelte sono limitate, a meno che ci compromettiamo ed otteniamo un vantaggio psicologico.'

 

     “Mullen si fece eco di altri commenti di linea dura.  Dennis Blair suggerì che la politica interna poteva essere un problema per il numero di morti, perché il mese precedente la cifra era ascesa a 40, il doppio di quella dell'anno anteriore. Egli si chiedeva se valesse la pena.  La risposta era che il popolo l’avrebbe appoggiato finché credesse che c'erano risultati.

 

"'Per la prima volta il Presidente avrebbe una strategia elaborata dal gabinetto di guerra in pieno, e potremo dire al popolo degli Stati Uniti quello che stiamo facendo', disse.

 

"Panetta pensava questo:  'Lei non può andare via.  Non può sconfiggere al Talebano' 'Loro non  parlavano della possibilità di stabilire una democrazia stile quella di Jefferson in Afghanistan', diceva Panetta, chi considerava che questa era la base per ridurre la missione degli Stati Uniti ed accettare Karzai nonostante i suoi difetti. Secondo Panetta, la missione era lottare contro Al Qaeda e garantire che non esistessero santuari.  Era necessario lavorare con Karzai.

 

"Susan Rice disse di non avere preso ancora una decisione, ma che pensava era necessario rinforzare la sicurezza in Afghanistan per sconfiggere  Al Qaeda.

 

"Holbrooke disse che erano necessarie più truppe;  la questione era sapere quante e come utilizzarle.

 

"John Brennan chiedeva che cosa era quello che si tentava di riuscire, perché le decisioni in materia di sicurezza che si adottassero sarebbero applicate anche in altre regioni. Se si trattasse di un governo non corrotto che prestasse servizi a tutta la popolazione, quello non sarebbe raggiunto finché  egli fosse vivo.  'È per quel motivo', egli diceva 'che le parole 'successo', 'vittoria' e 'vincere' complicano il nostro compito.'

 

Avevano trascorso già due ore e mezza. Il Presidente disse che quelle riunioni avevano portato ad una definizione utile del problema, che stava emergendo una nuova definizione.

 

"'Questo non verrà risolto oggi', disse Obama. ‘Abbiamo già riconosciuto che non potremo sconfiggere completamente il Talebano'

 

"Obama disse che se approvava l'invio di 40000 truppe, quello non basterebbe per una strategia di controinsorgenza che coprisse l’intero paese.

 

"Obama chiedeva se era possibile portare gli afgani su un punto tale che permettesse agli Stati Uniti di ritirarsi in un periodo di due, tre, quattro anni.

 

"Non possiamo mantenere un compromesso per tempo indefinito negli Stati Uniti', disse Obama. Non potremo mantenere l'appoggio interno e quello dei nostri alleati senza dare nessuna spiegazione che includa i limiti di tempo.'

 

"Holbrooke ritornò al suo ufficio nel Dipartimento di Stato, dove il personale si lamentava che si mantenevano svegli tutta la notte redigendo analisi che poi nessuno leggeva.

 

"Holbrooke rispose che la persona alla quale stavano diretti glieli leggeva.  Che le notti in candela non erano state in vane, e che dovevano preparare un nuovo pacchetto di rapporti per il Presidente". Così finisce la sintesi dei capitoli 15 al 19, dei 33 che contiene "Le guerre d’Obama."

 

Ieri si annunciava la pubblicazione, quasi simultanea, di un altro libro, "Conversando con me stesso", con prologo di Barack Obama. Ma questa volta l'edizione vedrà la luce in 20 lingue. Come si regge. Da quanto affermato, contiene lettere e documenti importanti dalla vita del suo autore:  il nostro conosciuto e stimato amico Nelson Mandela.

 

Negli anni finali della sua crudele reclusione, gli Stati Uniti trasformarono il sinistro regime dell'apartheid in potenza nucleare fornendogli più di mezza dozzina di bombe nucleari, destinate a colpire le forze internazionaliste cubane, per impedire il suo avanzamento nel territorio occupato da Sudafrica in Namibia. La schiacciante sconfitta dell'esercito dell'apartheid  a Sud dell'Angola distrusse l'infame sistema.

 

I nostri rappresentanti in Spagna promisero acquisire ed inviare immediatamente esemplari del libro, il cui lancio era annunciato per oggi, 12 ottobre. Ma quasi alle sei del pomeriggio niente si sapeva ancora, perché era giorno festivo in Spagna e le librerie non vendevano. Era il 518 anniversario della nostra scoperta e della trasformazione della Spagna  in impero.

 

Prosegue domani. 

 

 

Fidel Castro Ruz

12 ottobre 2010

19.12

 

 

"CAPITOLI 20 E 21

 

"Continuano le valutazioni sulle scelte attinenti alla guerra in Afghanistan. Sono individuate tre priorità in termini di sforzi civili:  l'agricoltura, l'educazione e la riduzione delle coltivazioni di papavero.  Riuscendo questi obiettivi si potrebbe minare l'appoggio al Talebano.

 

 "La grande interrogazione continuava ad essere che cosa si poteva fare in un anno.

 

 "Petraeus disse avere redatto un manuale intitolato 'Lezioni sulla riconciliazione', a partire dalle sue esperienze in Iraq, del quale Mullen non aveva conoscenza.

 

 "Secondo le inchieste pubbliche, due su tre statunitensi pensavano che il Presidente non aveva un piano ben definito per l'Afghanistan.  Perfino tra la popolazione, le opinioni erano divise a proposito del modo di procedere.

 

 "Axelrod respirò profondo. Il pubblico non faceva distinzione tra il Talebano ed Al Qaeda.  Quello poteva fare parte del problema.

 

"Soltanto 45 percento della popolazione approvava la maniera in cui Obama gestiva la questione della guerra (aveva perso 10 punti in un mese, 15 punti dal mese d’agosto e 18 da quando raggiunse il suo livello più alto).  La riduzione della cifra si doveva alla perdita dell'appoggio repubblicano.

 

 "Axelrod non si preoccupava; diceva che alla fine sarebbero egli o tutti a spiegare la decisione in termini chiari, affinché la gente potesse capire quello che si faceva e perché.

 

"Panetta dichiarò che nessun presidente democratico poteva andare contro le raccomandazioni dei militari, specialmente se il Presidente le aveva chieste. La sua raccomandazione era fare quello che loro dicevano.  Espresse ad altri funzionari della Casa Bianca che dal suo avviso la decisione si doveva prendere nell’arco di una settimana, ma che Obama non gli domandò mai e che egli non aveva mai espresso  volontariamente la sua opinione al Presidente.

 

"L'ex vicepresidente Dick Cheney espresse pubblicamente che gli Stati Uniti non dovevano titubare quando le sue forze armate stavano in pericolo.

 

"Obama desiderava prendere una decisione prima del suo viaggio in Asia.  Disse che non gli erano state presentate ancora due scelte, che si trattava dei 40000 effettivi o niente.  Disse che voleva una nuova scelta quella stessa settimana.  Aveva nella sua mano un memorandum di due foglie inviato dal suo direttore incaricato del preventivo, Peter Orszag, con lo stimato dei costi della guerra in Afghanistan.  Secondo la strategia raccomandata da McChrystal, il costo durante i prossimi 10 anni sarebbe di 889 miliardi di dollari, quasi 1 bilione di dollari.

 

"'Non è questo quel che sto cercando', disse Obama. Non prolungherò questo per dieci anni; non m’immergerò nella costruzione di una nazione a lungo termine.  Non spenderò un miliardo di dollari.  Gli ho sollecitati al riguardo.'

 

"'Questo non è in funzione dell'interesse nazionale. Sì, bisogna internazionalizzare questa situazione.  Quello è uno dei grandi difetti del piano che mi è stato presentato.'

 

 "Gates appoggiava la richiesta di truppe fatta da McChrystal, ma per il momento era necessario ritenere la quarta brigata.

 

 "Obama disse: 'Magari non necessitiamo la quarta brigata, né i 400000 effettivi delle forze di sicurezza afgane che McChrystal si proporsi allenare.  Potessimo aspirare ad una crescita più misurata di questa forza. Potessimo incrementare gli effettivi per resistere l’auge nemico, ma senza immetterci in una strategia a lungo termine.'

 

"Hillary pensava che a McChrystal gli si doveva  dare quello che egli chiedeva, ma era d’accordo che si doveva aspettare prima d’inviare la quarta brigata.

 

"Obama chiese Gates:  'Hai infatti bisogno di 40000 effettivi per sovvertire l'auge del Talebano? Cosa pensi se inviamo da 15000 a 20000? Perché non sarebbe sufficiente con quella quantità di truppe?' Reiterò che non era d’accordo nello spendere un bilione di dollari né con una strategia di controinsorgenza che si prolungasse per dieci anni.

 

"'Voglio una strategia d’uscita', aggiunse il Presidente.

 

"Tutti capirono che, appoggiando McChrystal, Hillary univa forze con i militari e con il Segretario di Difesa, limitando così la capacità di manovra del Presidente. Aveva ridotto le sue possibilità di aspirare ad un numero significativamente minore di truppe o una politica più moderata.

 

"Era un momento decisivo nelle sue relazioni con la Casa Bianca.  Ci si poteva fidarsi di Lei? Poteva Lei appartenere un giorno allo staff di Obama? Era stata Lei parte del suo staff? Gates pensava che Lei parlava a partire dalle sue proprie convinzioni.

 

"Molto rapidamente, quelli che avevano idee simili si raggrupparono. Biden, Blinken, Donilon, Lute, Brennan e McDonough era un gruppo poderoso, vicino ad Obama in molti sensi, ed erano l'equilibrio contro il fronte unito composto da Gates, Mullen, Petraeus, McChrystal ed adesso Clinton.

 

"CAPITOLI 22 E 23

 

"Obama convocò i capi dello Stato Maggiore alla Casa Bianca. Durante gli ultimi due mesi i militari uniformati insistevano nell'invio di 40.000 effettivi, ma i capi dei servizi individuali non erano stati ancora consultati.  I capi dell'Esercito, la Marina di Guerra, gli Infanti di Marina e la Forza Aerea erano quelli che reclutavano, allenavano, equipaggiavano e fornivano le truppe per i comandanti come Petraeus ed i suoi capi subordinati nel terreno come McChrystal.  Questi due ultimi non erano presenti perché si trovavano in Afghanistan.

 

"Obama chiese loro di proporre tre scelte.

 

"James Conway, comandante generale dei marine, si riferì all'allergia dei combattenti alle missioni prolungate che si estendono oltre la sconfitta del nemico.  La sua raccomandazione era che il Presidente non doveva immergersi in un'operazione a lungo termine per la costruzione di una nazione.

 

"Il generale George Casey, capo dello Stato maggiore dell'Esercito, disse che il ritiro programmato in Iraq permetterebbe all'esercito disporre dei 40000 effettivi per l'Afghanistan, ma che si sentiva scettico nei confronti dei grandi compromessi di truppe in queste guerre.  Per lui la chiave si trovava in una transizione rapida, ma che il piano di 40000 era un rischio globale accettabile per l'esercito.

 

"Il capo di operazioni navali ed il capo della Forza Aerea avevano poco da dire, perché qualsiasi  fosse la decisione in Afghanistan, l'impatto nelle sue forze sarebbe minimo.

 

"Finalmente Mullen presentò al Presidente tre scelte:

 

" 1.  85000 effettivi.  Questa era una cifra impossibile.  Tutti sapevano che non si disponeva di questa forza.

 

" 2.    40000 effettivi.

 

" 3.    da 30000 a 35000 effettivi.

 

"La scelta ibrida era di 20000 effettivi oppure due brigate per disperdere il Talebano ed allenare le truppe afgane.

 

"CAPITOLI 24 E 25

 

"Obama propone al Presidente pachistano una scalata contro i gruppi terroristici che operavano da quel paese.

 

"Il Direttore della CIA disse aspettare tutto l’appoggio del Pakistan, dato che Al Qaeda ed i suoi seguaci erano nemici comuni. Aggiunse che si trattava della propria sopravvivenza del Pakistan.

 

"Obama realizzava che la chiave per mantenere unito lo staff di sicurezza nazionale era Gates.

 

"Dopo il suo ritorno dall'Asia, Obama convoca una riunione del suo staff di sicurezza nazionale e promise loro che in due giorni prenderebbe la decisione finale. Disse essere d’accordo con gli obiettivi meno ambiziosi e più realistici, e che i predetti obiettivi dovevano realizzarsi in un periodo di tempo più breve di quello che il Pentagono aveva raccomandato inizialmente.  Aggiunse che il numero di truppe avrebbe cominciato a diminuire a partire dal mese di Luglio 2011, il periodo di tempo che Gates aveva suggerito nell'ultima sessione.

 

"Non abbiamo bisogno di perfezione;  quattrocentomila non sarà la cifra alla quale arriveremo prima di cominciare a ridurre le truppe.'

 

"Hillary sembrava quasi saltare sul suo sedile, indicando che voleva parlare, ma Jones aveva già deciso l'ordine di parola e la Segretaria dovette ascoltare prima i commenti di Biden.

 

"Biden aveva elaborato un memorandum che appoggiava il Presidente, che metteva in discussione il tempo e gli obiettivi della strategia.  Petraeus sentiva come se l'aria abbandonasse la sala.

 

"Biden non era sicuro che la cifra di 40000 era sostenibile dal punto di vista politico ed aveva molte interroganti circa la viabilità degli elementi della strategia di controinsorgenza.

 

"Clinton ebbe l'opportunità di parlare.  Lei appoggiava pienamente la strategia.  “Per un anno abbiamo aspettato un'elezione ed un nuovo governo lì.  La comunità internazionale e Karzai sanno quale sarebbe la conclusione se non incrementiamo i nostri compromessi. Quello che stiamo facendo adesso non darà risultati.  Il piano non è tutto quello che noi avremo voluto, ma non lo sapremo se non ci compromettiamo.  Io appoggio lo sforzo; ha un costo enorme, ma se l'intraprendiamo senza desideri non riusciamo niente.'  Le sue parole erano una versione di una frase molto usuale in lei quando era Prima Dama della Casa Bianca e che utilizza ancora regolarmente:  'fingilo fino a riuscirlo.'

 

"Gates proponeva aspettare fino a dicembre 2010 per fare una valutazione totale della situazione.  Credeva che il mese di Luglio ne fosse una data molto anticipata.

 

"Mullen, attraverso una videoconferenza da Ginevra, appoggiava il piano e disse che era necessario inviare truppe al più presto possibile,  che era sicuro che la strategia per una controinsorgenza avrebbe risultati.

 

"Vedendo che si allineava un blocco a favore dell'invio dei 40.000 effettivi, il Presidente intervenne:  Non voglio trovarmi entro sei mesi discutendo in questa sala l'invio di altri 40000'.

 

"Non chiederemo altri 40000', disse Mullen.

 

"Petraeus espresse che appoggiava qualunque decisione che prendesse il Presidente. E dopo avere dichiarato il suo appoggio incondizionato, espresse che la sua raccomandazione, dal punto di vista militare, era che gli obiettivi non potrebbero realizzare con meno di 40000 effettivi.

 

"Peter Orszag disse che probabilmente bisognerebbe chiedere al Congresso un finanziamento supplementare.

 

 

"Holbrooke era d’accordo con quello espresso da Hillary.

 

"Brennan assicurò che il programma antiterroristico sarebbe continuato indipendentemente dalla decisione che si adottasse.

 

"Emmanuel si riferì alla difficoltà di chiedere un finanziamento supplementare al Congresso.

 

"Cartwright disse che appoggiava la scelta ibrida di 20000 effettivi.

 

"Il Presidente cercò di riassumere.  'Dopo due anni ci sono ancora elementi ambigui in questa situazione', disse.  Ringraziò tutti ed annunciò che ci avrebbe lavorato durante la fine settimana per prendere una decisione definitiva nei primi giorni della settimana ventura.

 

"Mercoledì 25 novembre Obama si riunì nell'Ufficio Ovale con Jones, Donilon, McDonough e Rhodes.  Disse essere incline ad approvare l'invio di 30000 effettivi, ma che questa decisione non era definitiva.

 

"'Questo deve essere un piano per trasferire loro il comando ed uscire dall'Afghanistan.  Tutto quello che facciamo deve essere centrato sul modo in cui ci riduciamo la nostra presenza.  Fa parte del nostro interesse di sicurezza nazionale.  Deve essere  chiaro che è proprio questo che stiamo facendo', disse Obama. 'Il popolo statunitense non capisce di numero di brigate, ma di numero di truppe.  E ho deciso che siano 30000'.

 

"Obama sembrava adesso più sicuro circa la cifra di effettivi.

 

"'Dobbiamo chiarire al popolo che il cancro si trova in Pakistan. La ragione per la quale stiamo operando in Afghanistan è affinché il cancro non si espanda verso là.  E dobbiamo anche estirpare il cancro del Pakistan.'

 

"Sembrava che la cifra di 30000 fosse inamovibile.  Obama commentò che dal punto di vista politico era per lui più facile dire non ai 30000, perché così potrebbe dedicarsi all'agenda nazionale che egli voleva che fosse il centro del suo mandato come Presidente.  Ma i militari non capivano quello.

 

"'Politicamente sarebbe più facile per me dare un discorso e dire che il popolo statunitense era stufo di questa guerra, e che andavamo ad inviare soltanto 10000 assessori perché era questo il modo di  potere uscirci.  I militari, però, sarebbero spiaciuti.'

 

"Era evidente che una gran parte di Obama voleva precisamente pronunciare quel discorso.  Sembrava che recitasse.

 

"Donilon disse che Gates rinuncerebbe se si inviavano solo 10000 assessori.

 

"'Quello sarebbe qualcosa di difficile', disse Obama, 'perché non esiste nel mio staff di sicurezza nazionale un altro membro più forte di lui.'

 

"Il Presidente era deciso ad annunciare i 30000, per potere mantenere unita la famiglia.

 

"CAPITOLI 26 E 27

 

"Il 27 novembre Obama invitò un’altra volta Colin Powell al suo ufficio per una conversazione privata. Il Presidente gli disse che si dibatteva tra vari punti di vista differenti.  I militari si erano uniti per appoggiare McChrystal e la sua richiesta di 40000 effettivi, ed i suoi assessori politici erano molto scettici.  Egli continuava chiedendo nuovi approcci, tuttavia continuavano a dargli le stesse scelte.

 

"Powell gli disse:  'Lei non è costretto a tollerare quello.  Lei è il Comandante in Capo.  Quei tizi lavorano per lei.  Il fatto che adottino una posizione unanime nelle loro raccomandazioni, non significa che le stesse sarebbero quelle corrette.  Ci sono vari Generali, ma solo un Comandante in Capo.'

 

"Obama considerava Powell un amico.

 

"Il giorno successivo al giorno dei Ringraziamenti, Jones, Donilon, Emmanuel, McDonough, Lute ed il colonnello John Tien, veterano dell'Iraq, si recarono all’ufficio del Presidente.  Obama chiese perché si riunivano di nuovo con lui per trattare lo stesso tema. 'Pensai che questo aveva finito mercoledì', espresse.

 

"Donilon e Lute gli spiegarono che c'erano ancora domande del Pentagono senza risposta, e loro volevano sapere se si accettava un incremento del 10% alla cifra di effettivi, con cui si aggiungerebbe i facilitatori.

 

"Il Presidente, esasperato, disse di non, che soltanto i 30000, e chiese il perché di quella riunione dopo che tutti erano stati d’accordo. Al Presidente gli fu detto che lavorava ancora con i militari.  Loro volevano adesso che i 30000 effettivi stessero in Afghanistan nell'estate.

 

"Sembrava che il Pentagono riaprisse ognuno dei temi. Si discuteva anche la data di ritirata delle truppe (Luglio 2011).  Gates preferiva che fosse sei mesi dopo (alla fine del 2011).

 

"'Sono a disagio', disse Obama, senza alzare la voce.  Sembrava che tutti i temi sarebbero discussi, negoziati o chiariti ancora una volta.  Obama disse loro che era disposto a dare retromarcia ed accettare l'invio di 10000 assessori.  E quella sarebbe la cifra definitiva.

 

"Questa era una controversia che affrontava il Presidente ed il sistema militare. Donilon si meravigliava nel vedere il potere politico che i militari stavano esercitando, ma si rendeva conto che la Casa Bianca doveva essere il corridore di lunga distanza in questa competenza.

 

"Obama continuava lavorando con Donilon, Lute e gli altri.  Cominciò a dettare precisamente quello che voleva, elaborando quello che Donilon chiamò una 'foglia di termini e condizioni', simile al documento legale utilizzato in una transazione commerciale.  Accordò che il concetto strategico dell'operazione sarebbe stato 'degradare' il Talebano, non smantellarlo, né distruggerlo né sconfiggerlo.  Copiò al calco le sei missioni militari richieste per cambiare l'auge del Talebano.

 

"I civili, però, tentavano, al Pentagono e allo Stato Maggiore, di espandere la strategia.

 

"'Voi non potete fare quello al Presidente', diceva loro Donilon.  'Non era quello che Obama voleva.  Egli voleva una missione più ridotta.' Ma la pressione continuava.

 

"'Mettigli restrizioni', l'ordinava Obama.  Ma quando Donilon ritornava dal Pentagono veniva con più addizioni, e non con meno.  Una di esse era inviare un messaggio ad Al Qaeda. 'Quello non lo faremo', disse il Presidente quando fu al corrente.

 

"Donilon si sentiva come se stesse riscrivendo gli stessi ordini dieci volte.

 

"Dal Pentagono continuavano ad arrivare richieste per missioni collaterali.  Obama continuava a dire di no.

 

"Alcuni continuavano adesso appoggiando la richiesta originale di McChrystal, riguardanti i 40000 effettivi.  Era come se nessuno avesse detto loro di no.

 

"'No', disse Obama. La cifra definitiva era 30000, e manteneva la data di ritirata delle truppe per il mese di Luglio 2011 che sarebbe stata anche la data per cominciare a trasferire la responsabilità della sicurezza alle truppe afgane.

 

"I suoi ordini furono passati a macchina in sei foglie ad uno spazio.  La sua decisione non era soltanto di fare un discorso e riferirsi ai 30000;  questo sarebbe inoltre una direttiva, e tutti dovrebbero leggerla e firmarla.  Questo è il prezzo che lui esigerebbe, il modo in cui intendeva mettere fine alla controversia - almeno per il momento.  Ma come adesso noi tutti sappiamo, la controversia, così come  la guerra, forse non finirebbe, e la lotta continuerebbe.

 

"Il 28 novembre fu un altro giorno consacrato al Consiglio di Sicurezza Nazionale, incontro al quale parteciparono Donilon e Lute.  L'analisi della strategia si trasformava nel centro dell'universo.  Il Presidente e tutti loro erano calpestati dai militari.  Non importavano oramai le domande poste dal Presidente o qualcun altro.  Adesso l'unica soluzione vitale erano i 40000 effettivi.

 

"Donilon si chiedeva quanti di quelli che erano a favore di quella scelta sarebbero stati qui nel mese di Luglio 2011per vedere gli effetti della strategia.

 

"La conclusione era che tutti loro ce ne andrebbero via, rimanendo il Presidente con tutto quello che quei tizi gli avevano venduto.

 

"Il dibattito continuava - nella sua casa e nella sua testa. Obama sembrava vacillare in quanto ai  30000 effettivi.  Chiese l'opinione al suo staff.  Clinton, Gates e Jones non erano presenti.

 

"Il colonnello Tien disse al Presidente che non sapeva come sfiderebbe la catena di comando dei militari. 'Se lei dice a McChrystal, mi studiai 'la sua valutazione, ma ho deciso di fare un'altra cosa', probabilmente lei debba sostituirlo.  Lei non può dirgli 'fallo alla mia maniera, grazie per il tuo lavoro.'  Il Colonnello volle dire che McChrystal, Petraeus, Mullen, e perfino Gates, sarebbero disposti a dimettere - qualcosa senza precedenti nell'alto comando militare.

 

"Obama sapeva che Brennan si opponeva ad un gran incremento di truppe.

 

"Obama aveva ereditato una guerra con un principio, una parte intermedia, ma senza un fine chiaro.

 

"Lute pensava che Gates era troppo deferente con i militari uniformati. Il Segretario di Difesa è la prima linea di controllo civile del Presidente.  Se il Segretario non garantisce quel controllo, il Presidente dovrebbe farlo.  Lute pensava che Gates non stava prestando un buon servizio al Presidente.

 

"Il Presidente telefonò Biden e l'informò che voleva riunirsi con tutto lo staff di sicurezza nazionale la domenica nell'Ufficio Ovale.  Biden chiese riunirsi in primo luogo con lui ed Obama gli disse di no."

 

 

 

Fidel Castro Ruz

13 ottobre 2010

17.14

 

 

“CAPITOLI 28 E 29

 

“Obama scendeva dalla residenza, quando incontrò Biden.  Egli gli avvertiva: ‘Quello che Lei è sul punto di fare è un ordine presidenziale; quello non è più la continuazione di un dibattito.  Questo non è quello che Lei pensa. Questo è un ordine.  Senza di loro, saremmo in una situazione simile a quella del Vietnam.’

 

“Obama rispose:  ‘Non m’immischierò in un fallimento.  Se la mia proposta non  funziona, non farò come altri presidenti che se ne aggrappano, per motivo del mio ego oppure della mia politica, della mia sicurezza politica. Ecco quello che annunzierò ’, e distribuì copie del suo documento di sei pagine.

 

“‘Ci sarà un incremento di 30000 effettivi.  Nel dicembre 2010 si farà una valutazione per vedere cosa funziona e cosa non funziona.  Nel luglio 2011 cominceremo a ritirare le nostre truppe.’

 

“‘Nel 2010 non avremo una conversazione su come fare di più.  Non si ripeterà quello avvenuto quest’anno.  Non si tratta di una controinsorgenza né di costruire una nazione. I costi sono proibitivi’, espresse Obama.

 

“I militari avevano conseguito quasi tutto quello che avevano chiesto.

 

“Petraeus e Mullen gli ratificarono il loro appoggio al Presidente. Emmanuel era impensierito del costo dell’operazione – più di 30 miliardi di dollari.

 

“Biden riconobbe che quello non era un negoziato, che era un ordine del Comandante in Capo.  Era un cambio di missione, e se non s’intendeva così non si potevano giustificare i mesi dediti a questo lavoro.

 

“Il Presidente comunicò la sua decisione ad Eikenberry ed a McChrystal mediante una videoconferenza.  Ambedue furono d’accordo.

 

“Biden era convinto che il Presidente avesse piantato un bastone al cuore dell’offensiva controinsorgente diffusa.

 

“Petraeus disse in privato: ‘Lei deve anche sapere che non credo alla possibilità di vincere questa guerra. Sono dell’opinione che deve continuare lottando, quasi come nell’Iraq.  L’Iraq è poco più di una metafora per questa situazione.  Sì, nell’Iraq c’è stato un enorme progresso, tuttavia, ci sono attacchi orribili e bisogna stare attenti.  Questo è il tipo di guerra nella quale ci si coinvolge per tutta la sua vita, e forse per il resto della vita dei suoi figli.’

“Obama pronunciò il suo discorso al Teatro Eisenhower dell’Accademia Militare di West Point.

 

“Il giorno successivo, Clinton e Gates si presentarono davanti al Comitato dei Servizi Armati del Senato per parlare sul nuovo piano.

 

“Molti repubblicani erano a disagio della data limite prevista per luglio 2011, quando ipoteticamente avrebbe cominciato il ritiro delle truppe dell’Afghanistan.

 

“Petraeus disse dopo che il progresso della strategia poteva adottare svariate forme, che lui doveva soltanto dimostrare che si erano fatti dei progressi, il che sarebbe sufficiente per aggiungere tempo all’orologio affinché loro potessero ottenere quello di cui avevano bisogno.

 

“Lute avvertì che esso era una cattiva interpretazione di quanto detto dal Presidente,  che Obama era contrario all’idea di un compromesso a lungo termine.

 

“CAPITOLI 30 E 31

 

“Il 3 aprile Petraeus si riunì con Derek Harvey, il suo assessore d’intelligenza di fiducia.  Harvey gli mostrava una delle immagini più pessimiste della guerra.  Avvertì che la strategia politica e diplomatica non era collegata alla strategia militare.  ‘Non funzionerà’, disse. ‘Non raggiungeremo gli obiettivi fissati.’ Harvey prevedeva un ritorno complessivo alla situazione esistente prima dell’11  settembre.  Petraeus chiedeva quali erano le scelte e  Harvey riteneva che appoggiare il governo di Karzai era controproducente.

 

“Disse che i risultati delle elezioni avevano rafforzato  Karzai, e che egli riceveva ormai tutto ciò che voleva.

 

“Le truppe di McChrystal non erano riuscite a sgombrare le zone chiavi. ‘Il nemico ha cominciato ad adattarsi’, aggiunse Harvey.

 

“Il 16 aprile il Presidente si riunì con il Consiglio di Sicurezza Nazionale per esaminare l’informazione aggiornata sull’Afghanistan ed il Pakistan.

 

“Il Presidente cominciò a chiedere a proposito della situazione di zone specifiche; in tutte esse le truppe resistevano ed in nessuna delle stesse si era trasferito la responsabilità alle forze locali.

 

“Il modello stabilito era chiaro: resistere, resistere per anni senza progressi né trasferimenti.

 

“Nessuno nella riunione osò chiedere quando avrebbe cominciato il trasferimento.

 

“Donilon e Lute avevano preparato alcune domande perché il Presidente si centrasse sulla situazione a Khandahar.

 

“Il Presidente raccomandò a McChrystal di pensare nel modo in cui si sarebbe saputo che si otteneva il successo e quando se ne sarebbe saputo.

 

“Il risultato della riunione fu un primo strike per il Generale.

 

“Il generale di brigata Lawrence Nicholson visitò Jones e Lute alla Casa Bianca. A Nicholson ricordò il  termine di 12 mesi di cui disponeva per mostrare i successi raggiunti e cominciare il trasferimento. Quando i marine sarebbero pronti per fare qualcosa in più, entrare, per esempio, a Khandahar, o rientrare a casa e fare parte di coloro che sarebbero rientrati nel 2011?

 

“Nicholson disse che avrebbe bisogno di almeno altri  12 mesi, e ciò, nel caso delle circoscrizioni che vantassero le migliori condizioni. Lute gli ricordò che quello non era stato il compromesso, che non si erano ancora addentrati nelle periferie di Khandahar, il luogo in cui i talebani andrebbero a sistemarsi.  Quello importante era Khandahar.

 

“Nicholson disse che forse ci si arriverebbe in 24 mesi, se si eliminava il problema delle piantagioni di papavero, che era quello che nutriva l’insorgenza.

 

“Lute si chiedeva come se ne sarebbe raggiunto.  Anche se un’epidemia aveva rovinato 33 per cento delle suddette piantagioni,  le prospettive di una riduzione del finanziamento dell’insorgenza, erano lontane. Nonostante le teorie cospiratrici degli afgani, la CIA non aveva ancora sviluppato un insetto che avrebbe attaccato i papaveri.

 

“McChrystal comunicava alcuni progressi, però, quando Lute approfondiva nelle cifre, la realtà era un altra molto diversa.

 

“CAPITOLI 32 E 33

 

“Sedici mesi molto difficili per Dennis Blair erano trascorsi.  Egli aveva fallito nei suoi tentativi di nominare un capo intelligenza in ognuna delle capitali all’estero. La CIA aveva vinto e la controversia era pubblica. Dal suo avviso CIA si serviva del rapporto giornaliero al Presidente perché Obama fosse a conoscenza dei suoi successi.

 

“Blair era tanto frustrato che una volta disse: ‘Penso che la CIA è, soprattutto, un’organizzazione che somiglia un animale molto pericoloso, non molto intelligente, ma infatti ben allenato, che richiede di essere controllato da vicino dagli adulti.’

 

“Nel maggio 2010 Obama aveva chiesto a Jones ed ad altri se non era ormai arrivato il momento di mettere da parte di Blair.  Ci furono molte discussioni con la CIA, e Blair aveva esercitato una gran pressione per la firma di un accordo di non spionaggio con i francesi, al quale si sono opposti Obama ed il resto del suo gabinetto.

 

“Obama gli telefonò e gli comunicò la sua decisione di rimuoverlo, e gli chiese di presentare una qualsiasi giustificazione personale.

 

“Blair si sentì profondamente offeso.  Non era malato, sua famiglia si portava bene, ed aveva detto alla gente che sarebbe rimasto come capo della Direzione Nazionale d’Intelligenza durante quattro anni, perché parte dei problemi con l’ufficio erano le continue sostituzioni al più alto livello.

 

“Il 21 giugno Gates comunica a Jones sull’articolo pubblicato nella rivista Rolling Stone su McChrystal.  McChrystal diceva che Jones era un ‘pagliaccio’ che era rimasto nel 1985; che la strategia di Obama intendeva vendere una posizione invendibile.

 

“McChrystal chiamò Biden e riconobbe che aveva compromesso la missione.  Presentò le sue scuse a Holbrooke e presentò la sua rinuncia a Gates.

 

“Gates propose ad Obama di criticare McChrystal nei due primi paragrafi della sua dichiarazione, dicendo:  ‘credo che il Generale commise un grave errore e che la sua percezione è errata.’

 

“Obama accettò la rinuncia di McChrystal e propose  Petraeus perché occupasse la predetta carica.

 

“Obama si riunì con Petraeus durante 40 minuti.

 

“Mercoledì 23 giugno il Presidente annunciò i cambiamenti. Riconobbe il lungo certificato di servizio di McChrystal e disse che lo rattristava il fatto di perdere un soldato che rispettava ed ammirava.  Aggiunse che Petraeus ‘aveva dato un esempio straordinario di servizio e di patriottismo nell’assumere questo difficile compito’.  E concluse dicendo: ‘In seno al mio staff accetto il dibattito, tuttavia non tollererò la divisione.’

 

“Nell’incontro tra Obama e l’autore del libro, il  Presidente  parlò delle sue idee sul carattere della guerra e dei suoi sforzi per ridurre ed ulteriormente mettere fine alla missione combattiva degli Stati Uniti nell’Afghanistan.

 

“Gli si chiese con quale scena avrebbe cominciato un libro od un film sul modo in cui egli aveva gestito la questione dell’Afghanistan, e rispose che forse avrebbe cominciato dall’anno 2002, qualora si discuteva l’incremento delle truppe nell’Iraq.  Quello era stato, forse, il primo discorso sulla politica estera che avrebbe richiamato molto l’attenzione.

 

“Obama fu d’accordo che il carattere della guerra erano il costo, il tempo e le conseguenze, non definiti, e menzionò un statunitense famoso che una volta disse: ‘La guerra è l’inferno.’  Si riferì alla frase espressa dal generale dell’Unione, William Tecumseh Sherman, quando disse: ‘…ed una volta che si mollano i cani della guerra, non si sa dove andranno a finire le cose.’

 

“‘Quando arrivai alla carica c’erano due guerre erano in corso’, disse Obama. ‘Cercai di chiarire il caos.’

 

“‘Sarebbe molto facile immaginare una situazione nella quale, in assenza di una strategia chiara, finiremmo rimanendo in Afghanistan durante altri cinque, otto, dieci anni, e che lo facessimo soltanto per inerzia.’

 

“Alla fine dell’incontro, il Presidente realizzava che quasi tutto il lavoro giornalistico riguarderebbe i rapporti tra i leader civili e militari, e pensò che doveva esprimere le sue opinioni.

 

“‘Forse sono il primo Presidente tanto giovane perché la guerra del Vietnam sia al centro del mio sviluppo. Avevo 13 anni nel 1975, quando gli Stati Uniti abbandonarono il Vietnam.’

 

“‘Quindi, crebbi senza il carico che emanava dalle dispute sulla guerra nel Vietnam. Mi fidavo anche che nel nostro sistema i civili prendevano le decisioni politiche ed i militari le eseguivano. Non la penso come mi sembra che lo fanno molte persone che hanno avuto l’esperienza  del Vietnam, e che vedono questo come una contraddizione tra civili e militari.  Per me non si tratta di una lotta tra falconi e colombe. Per tale motivo, molti dei quadri politici tramiti i quali si esaminano questi dibattiti, non hanno niente a che fare con me dal punto di vista della mia generazione.  Non m’intimidiscono i militari né penso che loro cercano, comunque, di minare la mia posizione come Comandante in Capo’.”

 

In questo paragrafo finale dell’incontro tra Obama e Woodward, il Presidente degli Stati Uniti pronuncia parole enigmatiche rivelatrici: “…Mi fidavo anche che nel nostro sistema i civili. […]Per me non si tratta di una lotta tra falconi e colombe. […]Non m’intimidiscono i militari né penso che loro cercano, comunque, di minare la mia posizione come Comandante in Capo’.”

 

Ci sono  dei momenti in cui la pressione esercitata dai militari è forte, persistente e reiterata. Si percepisce l’immagine di un presidente resistito e sfidato, come avveniva nell’antica Roma, quando l’ imperio dipendeva quasi unicamente dal potere delle Legioni.

 

Tuttavia all’epoca dell’antica Roma, il pianeta era interamente sconosciuto nella sua dimensione, caratteristiche fisiche e posizione spaziale. Non esistevano allora le armi da fuoco; non c’era commercio né investimento complessivo, basi militari, forze navali ed aeree a livello del pianeta, né centinaia di satelliti, comunicazioni istantanee; né decine di migliaia di armi nucleari, alle quali si aggiungono quelle radioelettriche, elettromagnetiche e cibernetiche; né forti rivalità tra potenze con arme nucleari, il cui impiego, anche da parte di quelle che le hanno in meno, sarebbero sufficienti da mettere fine alla vita umana; e circa sette miliardi di persone che richiedono le risorse naturali del pianeta Terra.

 

E’ un quadro relativamente drammatico. Da una parte Barack Obama, avvocato con successo, intellettuale istruito e di discorso facile, e dall’altra, militari altamente professionalizzati, formati durante tutta la loro vita nell’uso della forza e nell’arte della guerra, dotati di armi che possono mettere fine agli esseri umani che popolano il pianeta in questione di ore.

 

Qual sarebbe la speranza che potrebbe emanare da questo quadro?

 

Ricordo il discorso di Bush a West Point, dove, come strumento della estrema destra di quel paese, affermò che gli ufficiali dovevano essere pronti per attaccare immediatamente e senza avviso previo sessanta oppure più angoli scuri del mondo.

 

In due di quegli angoli scuri, l’Afghanistan e l’Iraq, sono bloccati i soldati degli Stati Uniti, dopo avere provocato milioni di vittime.

 

Nelle riunioni del Consiglio di Sicurezza Nazionale con Obama si evidenziava il timore alla difficoltà ancora più serie provenienti da un terzo paese: Pakistan.

 

I rapporti tra la CIA ed il capo del “gruppo arabo”, Bin Laden, continuarono fino al giorno dell’avvenimento dell’attacco alle Torri Gemelle di New York, l’11 settembre 2001.

 

Che cosa informò il Servizio d’Intelligenza di Pakistan, ISI, alla catena nordamericana di radio e televisione CBS? Che il giorno 10 settembre Osama Bin Laden fu sottomesso a dialisi del rene all’ospedale militare di Rawalpindi in Pakistan. “Si deve tenere conto che l’ospedale è sotto la giurisdizione delle Forze Armate del Pakistan, che hanno rapporti stretti con il Pentagono… Non si è fatto niente per catturare il fuggitivo più conosciuto negli Stati Uniti, quindi, potrebbe darsi che Bin Laden servisse ad un miglior proposito.”

 

Tale informazione comparve al noto programma di Dan Rather del 28 gennaio 2002, quattro mesi e mezzo dopo l’attentato terroristico con il quale Bush giustificò la sua guerra antiterroristica.

 

Conoscere questo consente di capire perché nei dialoghi con Obama alla Casa Bianca se affermava che il problema più difficile potrebbe venire dal Pakistan.

 

La persona che scambiò più rispettosamente con Obama fu il generale Colin Powell, che appartiene al Partito Repubblicano che si oppose alla sua elezione come Presidente degli Stati Uniti. Come si sa, Powell potè essere il primo Presidente nero degli Estados Unidos. Egli preferì non candidarsi. Successivamente, Bush lo nominò Segretario di Stato. So che persone vicine si opposero fermamente alla sua aspirazione. Tuttavia, non ho  elementi di giudizio sufficienti per opinare sulle motivazioni di Colin Powell.

 

Mi auguro che la sintesi del libro “Le guerre di Obama” sia stata d’utilità ai lettori delle Riflessioni.

 

 

Fidel Castro Ruz

4 octubre 2010

21.51