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Il Socialismo è la sola garanzia per

continuare ad essere liberi ed indipendenti

Discorso del Generale d’Esercito Raúl Castro Ruz, Presidente dei Consigli di Stato e dei Ministri di Cuba, nella chiusura del Sesto Periodo di Sessione della Settima Legislatura dell’Assemblea Nazionale del Poder Popular, nel Palazzo delle Convenzioni, il 18 dicembre del 2010. “Anno 52º della Rivoluzione”.

 

 

Il discorso in questa occasione è leggermente più lungo dei precedenti, ma è stata davvero una sessione  eccezionale dell’Assemblea, per i temi discussi, le vostre opinioni e i documenti approvati.

Mentre mi dirigevo verso questa Assemblea, guardando la data del giornale, 18 dicembre, immediatamente mi è venuto in mente un semplice dettaglio storico, esattamente di 54 anni fa quando, allora, non pensavamo di vivere tanto nelle circostanze in cui ci trovavamo, con il nascente Esercito Ribelle,  le attuali Forze Armate Rivoluzionarie e la Rivoluzione in sè stessa, dopo il disastro e la sconfitta sofferta nel luogo noto come Alegria de Pio, tre giorni dopo lo sbarco, il 5 dicembre di quell’anno. Per 13 giorni, in piccoli gruppi, vagammo cercando di passare i due accerchiamenti che avevano posto e, aiutati dai contadini ci riunimmo con il piccolo gruppo di Fidel.  L’incontro avvenne che era già notte. Dopo un abbraccio iniziale, mi separò e la prima domanda fu: “ Quanti fucili hai?” “Cinque”, gli risposi. “ E due che ho io sette. Adesso si che vinciamo la guerra!” (applauso) e sembra per quanto si vede che aveva ragione. È una felice coincidenza, ed ho voluto  iniziare le mie parole di chiusura di questa attività con questo grato ricordo.

Compagne e compagni:

Siamo riuniti da alcuni giorni dibattendo tesi trascendentali per il futuro della nazione. In questa opportunità, oltre all’abituale lavoro  in commissione, i deputati hanno  partecipato alle Assemblee Generali, con il proposito d’analizzare i dettagli della situazione economica attuale  e le proposte per il bilancio e il piano dell’economia, per l’anno 2011.

I deputati hanno anche dedicato lunghe ore a valutare in profondità ed a chiarire i dubbi e le inquietudini sul Progetto delle Linee di Politica Economica e Sociale del Partito e la Rivoluzione.

I nostri media di diffusione hanno pubblicato ampiamente lo sviluppo di questi dibattiti per facilitare l’informazione alla popolazione.

Nonostante l’incidenza degli effetti della crisi mondiale sull’economia nazionale, l’irregolare comportamento delle piogge durante 19 mesi, dal novembre del 2008 al giugno di quest’anno, e senza escludere errori propri, posso affermare che il piano del 2010 ha tenuto un disimpegno accettabile per i tempi che viviamo.

Si realizzerà la meta di crescita dello 2.1 5 del PIL, il Prodotto Interno Lordo;  sono cresciute le esportazioni di merci e servizi  e prima della fine dell’anno abbiamo raggiunto il totale previsto dei visitatori stranieri, anche se nuovamente non si  rispetteranno le entrate,  si consolida un equilibrio finanziario interno e per la prima volta, dopo vari anni, comincia ad apprezzarsi una dinamica favorevole, anche se limitata nella produttività del lavoro paragonato al salario medio.

Continuano a  diminuire le trattenute dei trasferimenti all’estero, cioè le limitazioni che ci siamo visti obbligati ad imporre alla fine del 2008,  dei pagamenti delle banche cubane ai fornitori stranieri, e l’anno prossimo saranno totalmente eliminate; nello stesso tempo abbiamo fatto significativi passi avanti nei nuovi negoziati dei debiti con i nostri principali creditori.

Desidero nuovamente ringraziare per la loro fiducia e la comprensione i nostri soci commerciali e finanziari, ai quali ratifico il più fermo proposito d’onorare puntualmente gli impegni contratti. Il Governo ha impartito istruzioni precise di non fare nuovi debiti senza la sicurezza d’effettuare il pagamento nel tempo stabilito.

Com’è stato spiegato dal Vicepresidente del Governo e Ministro d’Economia e Pianificazione, Marino Murillo Jorge, il piano per il prossimo anno prevede una crescita del P.I.L del 3.1%, che si dovrà raggiungere nel mezzo d’uno scenario non meno teso e complesso.

Il 2011 è il primo dei  cinque anni inclusi nella proiezione a medio tempo della nostra economia, periodo nel quale, in maniera graduale e progressiva, s’introdurranno cambi strutturali e di concetto nel modello economico cubano.

Durante il prossimo anno proseguiremo in maniera decisa alla riduzione delle spese superflue, promuovendo il risparmio di ogni tipo di risorsa, perchè, come abbiamo detto in varie occasioni, questo costituisce la fonte d’entrate più rapida e sicura a nostra disposizione.

Ugualmente, senza tralasciare nulla, eleveremo la qualità dei programmi sociali nelle sfere della salute, l’educazione, la cultura e lo sport, nelle quali sono identificate enormi riserve d’efficienza con un uso più razionale delle  infrastrutture esistenti. Incrementeremo anche  le esportazioni di beni e servizi, mentre continueremo a concentrare gli investimenti in  quella attività  di più rapido  recupero.

In materia del piano e del bilancio, abbiamo insistito che deve terminare  la storia ripetuta degli inadempimenti e dei super-pagamenti.

Il piano e il bilancio sono sacri, e ripeto che sin d’ora il piano ed il bilancio sono sacri e si elaborano perchè si realizzino, non per ascoltare giustificazioni  di qualsiasi tipo o persino imprecisioni e menzogne, intenzionate o no, quando non si realizzano le mete tracciate.

A volte alcuni compagni, senza un proposito fraudolento, apportano informazioni inesatte dei loro subordinati senza averle controllate  e capono nella menzogna incoscientemente, ma questi dati falsi ci possono condurre a una  decisione sbagliata, con maggiore  o  minore ripercussione per la nazione.  Chi agisce così mente a sua volta e, sia chi sia, dev’essere rimosso definitivamente e non temporaneamente dall’incarico che occupa, e dopo le analisi degli organismi corrispondenti, anche separato dalle fila del Partito, se vi milita.

La menzogna e i suoi  effetti nocivi hanno accompagnato gli uomini da quando abbiamo imparato a palare in epoche remote, motivando la repulsione della società. Ricordiamo che nei dieci comandamenti  biblici, il numero otto dispone: “No dire falsa testimonianza, non mentire”. Ugualmente nei tre principi etici morali fondamentali della civiltà Inca si stabiliva: non mentire, non rubare, non essere pigro.

Si deve lottare per eliminare definitivamente la menzogna e l’inganno dei quadri a qualsiasi livello. Non è per caso che il compagno Fidel nella sua brillante definizione del concetto Rivoluzione, tra gli altri criteri ha segnalato “non mentire mai e non violare i principi etici”.

Dopo la pubblicazione dello scorso 9 novembre del Progetto delle Linee della Politica Economica e Sociale, il treno del VI Congresso del Partito è in marcia, già che il vero congresso sarà la discussione aperta e franca con i militanti e tutto il popolo delle tesi, e questo in un genuino esercizio democratico, permetterà di arricchirlo,  e senza escludere opinioni divergenti, otterremo la conformazione di un consenso nazionale sulla necessità e l’urgenza d’introdurre cambi strategici nel funzionamento dell’economia, con il proposito di rendere sostenibile e irreversibile il Socialismo in Cuba.

Non si devono temere le discrepanze di criteri e questo orientamento, che non è nuovo, non si deve interpretare come circoscritto al dibattito  sulle Linee; le differenze di opinioni, espresse preferibilmente nel luogo, tempo e forma, ossia, nel luogo adeguato, nel momento opportuno e in forma corretta, sempre saranno  preferibili alla falsa unanimità  basata nella simulazione e l’opportunismo. È inoltre un diritto del quale non va privato nessuno.

Più idee saremo più capaci di provocare nell’analisi di un problema, più vicini saremo alla sua  soluzione più appropriata.

La Commissione di Politica Economica del Partito e gli 11 gruppi che l’hanno formata, hanno lavorato per lunghi mesi  all’elaborazione delle dette tesi, che come è stato spiegato, costituiranno il tema centrale del Congresso, partendo dalla convinzione che la situazione economica è il principale compito  del Partito e del Governo e l’impegno di base dei quadri   a tutti i livelli.

Durante gli ultimi  anni  abbiamo  insistito che non potevamo basarci sull’improvvisazione e la fretta in questa sfera, considerando l’importanza la complessità  le inter-relazioni delle decisioni da adottare . È per questo che credo che abbiamo fatto bene a rimandare il Congresso del Partito, anche se abbiamo dovuto resistere pazientemente ai reclami onesti e anche malintenzionati, dentro e fuori Cuba, perchè ci affrettassimo nell’adozione di molteplici misure.  

I nostri avversari all’estero, come ci potevamo aspettare, hanno impugnato ogni passo che abbiamo fatto, e dapprima li definivano come cosmetici e insufficienti, adesso cercano  di confondere l’opinione pubblica prevedendo un sicuro fallimento  e concentrando le loro campagne  sull’esaltazione del presunto scetticismo e disincanto con cui dicono che il nostro popolo ha accolto questo Progetto.

A volte si ha l’impressione che i loro desideri  più intimi  impediscono d’apprezzare la realtà. Rendendo evidenti le loro pretese ci esigono senza dissimulazione  di distruggere  il regime economico e sociale che abbiamo conquistato, come se questa Rivoluzione  fosse  disposta a sottomettersi alla più umiliante resa o,  che è lo stesso, affidare il suo destino a condizioni degradanti.

In questi 500 anni, da Hatuey a Fidel, è stato molto il sangue sparso dal nostro popolo  per accettare adesso lo smantellamento di ciò che è stato realizzato al prezzo di tanto sacrificio.

A coloro che nutrono queste infondate illusioni, vale ricordare un’altra volta quello che ho detto in questo Parlamento il 1º agosto del 2009, e cito: “Io non sono stato eletto Presidente per riportare il capitalismo a Cuba nè per consegnare la Rivoluzione. Sono stato eletto per difendere, mantenere e continuare a perfezionare il socialismo, e non per distruggerlo”, fine della citazione.

Oggi aggiungo che le misure che stiamo applicando e tutte le modifiche che sarà necessario introdurre nell’attualizzazione del modello economico, sono indirizzate a preservare il socialismo, rafforzarlo e renderlo veramente irrevocabile, come’è stato incorporati nella Costituzione della Repubblica si richiesta dell’immensa maggioranza della nostra popolazione nel 2002.

Vanno esposte chiaramente tutte le informazioni e gli argomenti che danno fondamenta a ogni decisione e quindi va soppresso l’eccesso di segretezza a cui ci siamo abituato in 50 anni d’assedio nemico. Uno Stato deve mantenere con logici segreti alcuni temi e questo nessuno lo discute, ma non le questioni che definiscono il corso politico ed economico della nazione. È vitale spiegare e dare fondamenta, e convincere il popolo della giustezza, la necessità e l’urgenza d’una misura, per dura che appaia.

Il Partito e la Gioventù Comunista, oltre alla Centrale dei Lavoratori di  Cuba e dei suoi  sindacati, assieme al resto delle organizzazioni di massa e sociali,  hanno la capacità di mobilitare l’appoggio e la fiducia della popolazione, mediante il dibattito, senza vincoli a dogmi e schemi  irrealizzabili che costituiscono una barriera psicologica colossale, che è imprescindibile smantellare poco a poco, e che tra tutti realizzeremo.

Questo è precisamente il contenuto fondamentale che riserviamo alla Conferenza Nazionale del Partito che si svolgerà nel  2011, dopo il Congresso, in una data da fissare; in questa analizzeremo tra le altre questioni le modifiche ai metodi e agli stili di lavoro dell’ organizzazione del Partito, dato che, come conseguenza delle deficienze presentate nel disimpegno dagli organi amministrativi del Governo, il Partito negli anni, ha dovuto entrare in questioni che non gli corrispondono e questo ha limitato e compromesso la sua condizione d’avanguardia organizzata della nazione cubana e della forza dirigente più alta della società e dello Stato, in consonanza con l’Articolo cinque della Costituzione della Repubblica.

Il Partito deve dirigere e controllare, e non interferire nelle attività del Governo a nessun livello, perchè è a questo che corrisponde governare,  con le proprie norme e procedimenti, secondo le sue missioni nella società.

È necessario cambiare la mentalità dei quadri e di tutti i connazionali nella formazione del nuovo scenario che comincia a delinearsi.  Si tratta semplicemente di trasformare concetti sbagliati e insostenibili sul socialismo,  molto radicati in vasti settori della popolazione per anni, come conseguenza dell’eccessiva messa a  fuoco paternalista, idealista ed egualitaria che la Rivoluzione ha istituito per realizzare la giustizia sociale.

Molti cubani confondiamo il socialismo con le gratuità ed i sussidi, l’uguaglianza con il trattamento egualitario non pochi identifichiamo la tessera annonaria come un vantaggio sociale che non si dovrà mai eliminare. 

Al rispetto, sono convinto che vari dei problemi che oggi affrontiamo hanno origine in questa misura di distribuzione che se fu animata nel suo momento da un sano impegno d’ assicurare al popolo un rifornimento stabile di alimenti e di altre merci, in contrapposizione all’accaparramento senza scrupoli di alcuni, con fini di lucro, costituisce un’ espressione manifesta egalitaria, che beneficia allo stesso  modo coloro che lavorano e quelli che non lo fanno o che non la necessitano, e genera pratiche di  scambi, ravvivando il mercato sommerso, etc.

La soluzione a questo complesso e sensibile tema è semplice, perchè ha una stretta relazione con il rafforzamento del ruolo del salario nella società, e questo sarà possibile solo se, mentre si ridurranno gratuità e sussidi, eleveremo la produttività del lavoro e l’offerta dei prodotti alla popolazione.

In questa questione, come nella riduzione degli organici sopranumero,  lo Stato socialista non lascerà abbandonato nessun cittadino e mediante il sistema d’assistenza sociale si assicurerà che le persone con problemi per lavorare ricevano  la protezione minima richiesta. In futuro esisteranno sussidi, ma non  ai prodotti, ma alle cubane e ai cubani che per una o altra ragione lo necessiteranno realmente.  

Come si sa, dal mese di settembre è stata eliminata la distribuzione di  sigarette a prezzo politico, un articolo che riceveva solo una parte della popolazione  e che, ovviamente, per i suoi nocivi effetti sulla salute, non costituisce un articolo di prima necessità.

L’anno prossimo (2011) non potremo darci il lusso di spendere circa 50 milioni di dollari nell’importazione di caffè, per mantenere le quote che sino ad oggi si distribuiscono ai consumatori, includendo i bambini appena nati. Si prevede, come necessità obbligatoria, com’è avvenuto sino al 2005, di mescolarlo con cereali tostati, prodotti molto più economici del caffè - che costa 3000 dollari la tonnellata - mentre i cereali costano 390 dollari.

Se vogliamo continuare a   bere caffè puro e senza razionamento, l’unica soluzione è  produrlo a Cuba, dove è certo che esistono tutte le condizioni  per la  sua coltivazione in quantità  sufficienti per soddisfare la domanda ed anche per esportarlo con la più alta qualità.

Queste decisioni, ed altre che sarà necessario applicare, anche se sappiamo che non sono popolari, sono sì obbligatorie, per poter mantenere, ed anche  migliorare, i servizi gratuiti di salute pubblica, educazione e previdenza sociale per tutti i cittadini.

Lo stesso leader della Rivoluzione Cubana, il compagno Fidel, nel suo storico discorso del 17 novembre del 2005, ha detto: “Una conclusione a cui sono giunto da tanti anni è che tra i tanti errori che tutti abbiamo commesso, il più importante errore era credere che qualcuno sapeva di socialismo o che qualcuno sapesse come si costruisce il socialismo. Solo un mese fa, esattamente dopo cinque anni, Fidel nel suo messaggio nel Giorno Internazionale dello Studente, ha ratificato questi concetti che conservano totale vigenza.

Io mi ricordo i ragionamenti di uno scienziato sovietico che circa mezzo secolo fa considerava che anche se teoricamente era documentata la possibilità del volo dell’uomo nello spazio, quello non smetteva d’essere un viaggio verso l’ignoto, lo sconosciuto.

Anche se abbiamo contato con il legato storico marxista-leninista in cui scientificamente è dimostrata la fattibilità del socialismo e l’esperienza pratica dei tentativi della sua costruzione in altri paesi, l’edificazione di un nuova società nell’ordine economico è, a mia modesta opinione, a sua volta un progetto verso l’ignoto, per cui ogni passo va meditato profondamente e dev’essere pianificato prima del successivo, dove gli errori si correggono opportunamente e rapidamente, per non lasciare la soluzione al tempo, che li accrescerà e alla fine ci passerà una fattura ancora più cara. 

Abbiamo piena coscienza degli errori che abbiamo commesso e, precisamente, le Linee  marcano inizio del cammino della rettifica e della necessaria attualità del nostro modello economico socialista.

Nessuno si deve ingannare. le linee segnalano la rotta da percorrere verso il futuro socialista aggiustato alle condizioni di Cuba e non del passato capitalista e neocoloniale  distrutto dalla Rivoluzione. La pianificazione e non il libero mercato sarà la linea distintiva dell’economia e non si permetterà, come si legge nella terza delle linee generali, la concentrazione della proprietà. È chiaro più dell’acqua, anche se non c’è peggior cieco di chi non vuole vedere.  

La costruzione del socialismo va realizzata in corrispondenza con le peculiarità di ogni paese. È una lezione storica che abbiamo imparato molto bene Non pensiamo di tornare a copiare nessuno; abbiamo avuto abbastanza problemi nel farlo, anche perchè abbiamo copiato male, anche se non ignoriamo le esperienza altrui e apprendiamo da queste, includendo quelle positive del capitalismo.

Abbondando sul necessario cambio di mentalità, citerò un esempio: se siamo arrivati alla conclusione che la pratica del lavoro indipendente costituisce un’alternativa ulteriore d’impiego per i cittadini in età lavorativa, con il fine d’elevare l’offerta di beni e  servizi  alla popolazione e liberare lo Stato da queste attività per concentrarsi in quello che è veramente decisivo, quello che devono fare il Partito e il Governo è facilitare la gestione e non generare stigmi o pregiudizi verso questi lavori e per questo è fondamentale modificare la considerazione negativa esistente in non pochi tra noi verso le forme di lavoro privato.

I classici del marxismo-leninismo indicando le caratteristiche che dovrebbero caratterizzare la costruzione della nuova società, hanno definito,  tra l’altro, che lo Stato, in rappresentanza di tutto il popolo, dovrebbe mantenere la proprietà sui mezzi fondamentali di produzione.

Noi facciamo nostro in assoluto questo principio e passiamo a proprietà statale quasi tutta l’attività economica del paese. I passi che abbiamo fatto e daremo, nell’ampliamento della flessibilità  del lavoro indipendente, sono il frutto di profonde meditazioni e analisi e possiamo assicurare che non ci saranno retrocessioni.

Da parte sua, la Centrale dei Lavoratori  di Cuba ed i rispettivi sindacati nazionali stanno studiando le forme ed i metodi per organizzare l’attenzione a questa forza lavoro, promuovere il compimento stretti della legge e delle imposte e motivare in questi lavoratori la condanna delle illegalità.  Dobbiamo difendere i loro interessi come facciamo con qualsiasi altro cittadino, sempre che attuino in compimento delle norme giuridiche approvate.

In questa direzione, riveste una grande importanza l’introduzione a differenti livelli dell’insegnamento dei concetti alla base del sistema tributario, con l’obiettivo di familiarizzare in maniera permanente e concreta le nuove generazioni all’applicazione delle imposte, come la forma più universale di ridistribuzione dei fondi nazionali, nell’ interesse del sostentamento delle spese sociali.

In tutta la società dobbiamo fomentare i valori civici di rispetto e compimento da parte dei contribuenti dei loro obblighi tributari e creare nelle persone questa cultura e disciplina, bonificare a coloro che compiono e sanzionare l’evasione delle tasse.

Un altro compito a cui, nonostante i passi avanti compiuti manca molto, è l’attenzione alle distinte forme produttive nell’agricoltura, in modo che si elimino i differenti blocchi esistenti per potenziare le forze produttive nei nostri campi e che, in corrispondenza del  risparmio nell’importazione degli alimenti, gli agricoltori ottengano entrate giuste  e ragionevoli per il loro lavoro di sacrificio, che non giustifica che s’impongano prezzi abusivi alla popolazione.

A più di due anni dell’inizio della consegna di terre oziose in usufrutto, penso che siamo in condizione di valutare l’assegnazione di aree  addizionali al disopra dei limiti regolati dal Decreto Legge 259, del luglio  de 2008, a quei produttori  agricoli con i migliori risultati nell’utilizzo intensivo dei suoli sotto la loro responsabilità.

Considero opportuno chiarire che le terre consegnate in usufrutto sono proprietà di tutto il popolo, per cui se fossero necessarie per altri utilizzi in futuro, lo Stato compenserà gli usufruttuari e abbonerà loro il valore della buonuscita

Nel suo momento, una volta conclusi gli Studio a partire dalle esperienze  accumulate, presenteremo al Consiglio di Stato le corrispondenti proposte di modifica del citato Decreto-Legge.

Una delle  barriere più difficili da superare nell’impegno di una visione differente, e lo dobbiamo riconoscere pubblicamente, è l’assenza di una cultura economica nella popolazione, includendo non pochi quadri della direzione che  evidenziando un’ ignoranza supina nella materia, nell’affrontare i problemi quotidiani adottano o propongono  decisioni senza fermarsi un attimo  a valutare i loro affetti e le spese che si generano, e nemmeno se esistono risorse assegnate nel piano e nel bilancio con questa destinazione.

Non scopro niente quando affermo che improvvisare, in generale, e nell’ economia in particolare, conduce ad un sicuro fallimento, indipendentemente dai buoni propositi che si vogliono raggiungere.

Lo scorso 2 dicembre, in occasione del 54º anniversario dello sbarco del Granma, l’organo ufficiale del nostro Partito ha pubblicato un  frammento del discorso pronunciato da Fidel nel 1976, nella stessa data, quando si commemorarono 20 anni dal fatto e che, per la sua vigenza e attualità considero opportuno citare: “La forza di un popolo e di una Rivoluzione consiste precisamente nella sua capacità di comprendere e di affrontare le difficoltà. Nonostante tutto, avanzeremo in numerosi campi e lotteremo coraggiosamente  per elevare l’efficienza dell’economia, risparmiare le risorse, ridurre le spese non essenziali, aumentare le esportazioni e creare in ogni cittadino una coscienza economica. Prima ho detto che tutti siamo politici e adesso aggiungo che tutti dobbiamo essere anche  economisti e, ripeto, economisti, non economicismi????????, perchè non è lo stesso una mentalità di risparmio e di efficienza che una mentalità di consumo”, fine della citazione.

Dieci anni dopo il 1º dicembre del 1986, durante la sessione differita del III Congresso del Partito, Fidel disse e cito: “Molta gente non intende che lo Stato Socialista, nessuno  Stato, nessun sistema può dare quello che non ha, e tanto meno avrà se non produce; se si sta dando denaro senza copertura produttiva. Sono sicuro che gli organici esagerati, l’eccesso di denaro consegnato alla gente, gli inventari oziosi, gli sprechi, hanno molto a che vedere con il gran numero d’imprese in perdita che ci sono nel paese...”, fine della citazione.

A 34 e a 24 anni, rispettivamente, di questi orientamenti del Capo della Rivoluzione, questi e molti altri problemi sono sempre presenti.

Fidel con la sua genialità  apriva brecce e segnalava il cammino, ma in molti non siamo stati capaci d’assicurare e consolidare i passi avanti  per realizzare questi obiettivi.

Ci sono mancati la coesione, l’organizzazione e il coordinamento tra il Partito e il Governo; nel mezzo di minacce e urgenze quotidiane abbiamo trascurato  la pianificazione a medio e lungo tempo, non siamo stati  sufficientemente esigenti di fronte alle  violazioni e agli errori di carattere economico commessi da alcuni dirigenti e abbiamo rettificato in ritardo decisioni che non davano l’effetto sperato.  

Più di una volta ho commentato che in questa Rivoluzione quasi tutto è stato detto e che dobbiamo rivedere quali orientamenti del Capo della Rivoluzione abbiamo rispettato e quali no, da quella sua vibrante arringa “La Storia mi assolverà” sino ad oggi. Recupereremo le idee di Fidel che sono sempre vigenti e non  permetteremo che succeda di nuovo.

Gli errori, se sono semplicemente analizzati con onestà, si possono trasformare in esperienze  e lezioni per superarli e non tornare a ricadere  in loro. Questa è precisamente la grande utilità dell’analisi profonda degli errori e questa deve cominciare ad essere una norma permanente di condotta di tutti i dirigenti.

La realtà dei numeri è al di sopra di tutte le nostre aspirazioni e desideri.

Nell’aritmetica delle scuole elementari, si apprende da piccoli che due più due fa quattro non cinque e neanche sei; non si deve essere economisti  per comprenderlo, e quindi, se in un dato momento dobbiamo fare qualcosa in materia economica e sociale al di sopra delle risorse  disponibili, facciamolo  con la coscienza delle conseguenze e sapendo da prima che alla fine la crudezza dei fatti s’imporrà irrimediabilmente.

Cuba dispone di decine e decine di migliaia  di professionisti laureati dalla  Rivoluzione nelle specialità  di economia, contabilità e finanze, per ricordarne solo qualcuna con  questo profilo, che non abbiamo saputo utilizzare adeguatamente a favore di uno sviluppo ordinato della nazione.

Contiamo su quello che è più prezioso, il capitale umano, che dobbiamo collegare, con il concorso dell’Associazione Nazionale degli Economisti e dei Contabili (ANEC), per intraprendere il compito di educare in questa materia, in maniera costante e sistematica, il nostro popolo  istruito e i suoi dirigenti a tutti i livelli. Una numerosa rappresentazione del Comitato Nazionale della ANEC ha partecipato ai primi  seminari sulle  linee che organizziamo e molti dei  suoi membri sono immersi nel processo di discussione in marcia.

In questo senso va segnalato il contributo decisivo di migliaia e migliaia di contabili per recuperare il posto che  corrisponde alla contabilità, in direzione dell’attività economica che, come sappiamo è una condizione indispensabile per assicurare il successo e l’ordine in  tutto quello che ci proponiamo.

In queste circostanze, nessuno deve perdere di vista la rilevanza di mantenere una messa  fuoco  differenziata verso la gioventù ed in corrispondenza con questo, devo risaltare la decisione d’escludere dai processi di disponibilità lavorativa i  recenti laureati per il periodo di compimento del Servizio Sociale.

Ossia, non si tratta di ubicarli in funzioni non affini al loro profilo professionale com’è  avvenuto in passato, che sono stati posti anche a fare i portieri dei luoghi di lavoro, perchè precisamente questo periodo è disegnato per prepararli sulla base della produzione e dei servizi, completando in particolare la formazione teorica delle scuole e coltivando in loro l’amore per il lavoro.

Non appare meno importante il lavoro che corrisponde ai quadri e agli specialisti coinvolti con l’elaborazione e la revisione dei documenti legali a tono con le modifiche che si stanno strumentando; per esempio, solo per dare una copertura giuridica a due Linee ( le numero 158 e 159), che si riferiscono all’esercizio del lavoro indipendente, del suo regime tributario e dei processi di disponibilità lavorativa, è stato necessario emettere quasi 30 disposizioni tra Decreti Legge, accordi di Governo e risoluzioni di vari ministeri e istituti nazionali.

Solo alcuni giorni fa una risoluzione del Ministero delle Finanze che ha modificato i prezzi di un gruppo di prodotti agricoli, ha lasciato senza effetto altre 36 risoluzioni di questo stesso organismo emesse in differenti date di anni precedenti, ma tutte vigenti.

Quei fatti danno l’idea del lavoro che abbiamo di fronte in materia di riordinamento giuridico, con il fine di rinforzare le istituzioni del paese ed eliminare tante proibizioni irrazionali che sono durate anni, senza considerare le circostanze esistenti, creando situazioni per molteplici attuazioni al margine della legge, che di frequente danno spazio alla corruzione a distinti gradi. Si può giungere ad una conclusione provata dalla vita: le proibizioni irrazionali propiziano le violazioni e questo, a sua volta, conduce alla corruzione e all’impunità. Per questo credo che la popolazione ha ragione nelle sue preoccupazioni rispetto alla pesante trafila associata alla casa e alla compravendita dei veicoli tra le persone, citando solo due esempi che attualmente sono oggetto di studio per la loro soluzione in maniera ordinata.

Nello stesso tempo s’impongono la semplificazione ed il raggruppamento della legislazione vigente, in generale abbastanza dispersiva. I documenti rettori si elaborano  perchè siano di dominio di coloro che sono responsabili del loro compimento e non per essere rinchiusi in un cassetto. Come conseguenza è obbligatorio educare tutti i quadri ed esigere che lavorino con le disposizioni legali  alla base delle loro funzioni, e controllare che questo avvenga, come requisito d’idoneità per occupare un incarico determinato. 

Vale la pena ricordare che non conoscere una legge non esime nessuno dal suo rispetto e che, secondo la Costituzione, tutti i cittadini hanno uguali diritti  e doveri, per cui chi commette un delitto in Cuba, indipendentemente dall’incarico che occupa, sia chi sia, dovrà affrontare le conseguenze dei suoi errori ed il peso della giustizia.

Passando ad un altro tema compreso nelle Linee, dal piano  del prossimo anno (il 2011) sono stati esclusi 68 investimenti d’importanza per il paese, per non aver rispettato  le regole stabilite, tra le quali la determinazione del finanziamento, la preparazione tecnica e dei progetti, la definizione di forze costruttrici capaci di terminare nei tempi previsti e la valutazione degli studi di fattibilità.

Non permetteremo lo spreco delle risorse destinate alle investimenti per la spontaneità, l’improvvisazione e la superficialità che in non pochi casi  hanno caratterizzato i processi degli investimenti.

Trattando questo tema, sono obbligato a fare riferimento al ruolo determinante che corrisponde ai quadri del Partito, dello Stato, del Governo alle organizzazioni di massa e giovanili nella conduzione ordinata e armonica del processo per rendere attuale il modello economico cubano.

Nel corso del lento decentramento che stiamo praticando, sono state adottate diverse misure a favore d’una crescita dell’autorità dei dirigenti amministrativi e delle imprese, ai quali continueremo a delegare facoltà. In parallelo. si perfezionano i procedimenti di controllo e si eleva a livelli superiori l’esigenza, di fronte alle manifestazioni di negligenza, indolenza e di altre condotte incompatibili con il disimpegno degli incarichi pubblici.

Ugualmente abbiamo piena coscienza del danno che ha provocato la politica dei quadri per il fenomeno della “piramide rovesciata”, cioè che i salari non siano corrispondenti all’ importanza e alla gerarchia dei posti di direzione occupati.  Non esiste la differenza adeguata tra gli uni e gli altri, e questo non stimola la promozione dei più capaci verso responsabilità superori nelle imprese  e negli stessi ministeri. È una questione fondamentale che deve trovare una soluzione, in accordo con quanto segnalato nelle Linee numero 156 y 161, riferite alla politica salariale.

Il VI Congresso del Partito dev’essere, per la legge della vita, l’ultimo della maggioranza di noi che integriamo  la Generazione Storica; il tempo che ci resta è breve e senza il minor segno di immodestia o vanità personale, penso che abbiamo l’obbligo di approfittare del peso dell’autorità morale che possediamo  di fronte al popolo per lasciare il cammino tracciato.

Noi non ci  crediamo più intelligenti o capaci di altri, niente di questo genere, ma siamo convinti che abbiamo il dovere elementare di correggere gli errori che abbiamo commesso in questi cinque decenni di costruzione del socialismo in Cuba, e per questo proposito utilizzeremo tutte le energie che ci restano e che fortunatamente non sono poche.

Raddoppieremo la costanza e l’intransigenza di fronte al mal fatto. I ministri di Governo e gli altri dirigenti politici e amministrativi sanno che conteranno su tutto il nostro sostegno quando, nel compimento delle loro funzioni, educano ed esigono dai loro subordinati e non temono d’affrontare problemi. Affrontare problemi è affrontare il mal fatto e in questo momento è uno dei nostro compiti principali.

Inoltre, per tutti, è ben chiaro che non siamo più in quegli anni iniziali dopo il trionfo del 1959, quando alcuni che occupavano incarichi di governo, rinunciavano per dare una patente alla loro opposizione a quei  primi passo radicali che  intraprendeva la Rivoluzione, e quell’atteggiamento allora veniva definito contro rivoluzionario. Oggi quello che è veramente rivoluzionario ed onesto, quando un quadro si sente stanco o incapace di esercitare il suo incarico come dovrebbe, è sollecitare le dimissioni con dignità e senza alcun timore, e questo sarà sempre preferibile ad essere licenziato.

A proposito di questo tema, devo fare un riferimento a tre compagni che occupavano importanti responsabilità nella direzione del Partito e del Governo, ai quali, per le mancanze che hanno commesso, il Burò Politico e ha sollecitato loro la rinuncia dalla condizione di membri di questo organismo di direzione del Comitato Centrale e di deputati dell’Assemblea Nazionale del Poder Popular.

Si tratta di Jorge Luis Sierra Cruz, Yadira García Vera e Pedro Sáez Montejo. I primi due  sono anche stati liberati  dalla responsabilità di ministri del Trasporto e dell’Industria Basica, rispettivamente. Sierra per aver approfittato di facoltà che non gli corrispondevano  e che lo hanno portato a compiere seri errori nella direzione, e Yadira García per un pessimo lavoro alla guida del Ministero, riflesso in maniera particolare nel debole controllo delle risorse  destinate al processo degli investimenti,  propiziando lo spreco come è stato provato nel progetto d’espansione dell’impresa del nichel Pedro Soto Alba, a Moa, in provincia di Holguín. I due compagni sono stati criticati severamente in varie riunioni congiunte della Commissione del Buró Politico e del Comitato Esecutivo del Consiglio dei Ministri.

Pedro Sáez Montejo, dando mostra di superficialità incompatibile con l’incarico di Primo Segretario del Partito a L’Avana, ha infranto le norme del lavoro del Partito, e questo è stato discusso con lui da una commissione del Buró Politico, presieduta da me e integrata dai compagni Machado Ventura ed Esteban Lazo.

È giusto far sapere che tutti e tre hanno riconosciuto gli errori segnalati ad ognuno, ed hanno assunto un atteggiamento corretto, ragion per cui la Commissione del Buró Politico ha deciso di mantenere la loro condizione di militanti del Partito. Ugualmente è stato considerato conveniente ubicarli in lavori affini alle loro rispettive specialità.

Da un punto di vista personale, tutti e tre continuano ad essere miei amici, ma io ho un solo impegno, con il popolo e soprattutto con tutti i morti di questi 58 anni di lotta ininterrotta dal colpo di Stato del 1952.

Se abbiamo agito così con questi tre alti dirigenti, si sappia che questa è la linea che seguiranno  il Partito ed  il Governo con tutti i quadri, con una maggior esigenza, mentre avviseremo e adotteremo le misure disciplinari pertinenti, quando s’incontreranno trasgressioni di quanto stabilito.

Come stabilisce la Legge di modifica della Divisione Politico Amministrativa, nel prossimo mese di gennaio,  si costituiranno le nuove province di Artemisa e Mayabeque, i cui organi di governo inizieranno il loro funzionamento con nuovi concetti organizzativi e strutturali, molto  più razionali di quelli esistenti nell’attuale provincia Habana.

Sono state definite le funzioni, le strutture e gli organici.  Si lavora alla definizione delle attribuzioni e alle relazioni  con gli organismi dell’Amministrazione  Centrale dello Stato, le imprese nazionali e le organizzazioni politiche e di massa. Seguiremo molto da vicino  questa esperienza per  la sua graduale generalizzazione nel resto degli  organi locali di governo, ossia, di tutto il paese, nel trascorrere dei prossimi cinque anni.

Difenderemo l’utilità di proseguire elevando lentamente l’autorità dei governi provinciali e municipali e dotarli di maggiori  facoltà per il maneggio dei bilanci locali, ai quali si destinerà parte delle imposte generate nelle attività economiche, con il fine di contribuire al loro sviluppo.

Nel  mezzo della convulsa situazione internazionale, avanzano le relazioni con i popoli ed i governi di quasi tutte le nazioni.

Il mondo ha ascoltato stupito le scandalose rivelazioni di centinaia  di migliaia di documenti segreti del governo degli  Stati Uniti, una parte di questi molto recenti, sulle  guerre in Iraq e Afganistan e, ovviamente, sui più vari temi  delle loro relazioni con decine di Stati.

Anche se tutti si chiedono che cosa sta succedendo veramente  e come si  potrebbe relazionare tutto questo con i serpeggianti cammini della politica nordamericana, quanto è stato diffuso sino ad oggi  dimostra che questo paese, anche se dissimula una retorica d’amabilità, continua essenzialmente con le politiche di sempre   ed agisce come un gendarme globale.

Nelle  relazioni con gli Stati Uniti  non si apprezza la minor volontà  di rettificare la politica contro Cuba, nemmeno per  eliminare gli aspetti più irrazionali. È evidente che in questa questione continua a prevalere una minoranza reazionaria e poderosa che serve de sostento alla mafia anticubana.

Gli Stati Uniti non solo disprezzano il reclamo schiacciante di 187 paesi che  domandano di porre fine al blocco economico, commerciale e finanziario contro il nostro paese, ma sino addirittura nel 2010 hanno indurito la  sua applicazione ed hanno incluso nuovamente  Cuba nelle loro liste spurie, con le quali si arrogano il diritti di giudicare e diffamare  Stati sovrani, per giustificare azioni punitive ed anche azioni d’aggressione.

La politica degli Stati Uniti contro Cuba non ha la minor credibilità. Non resta loro altro rimedio che l’utilizzo della menzogna per reiterare accuse tra le quali  si notano soprattutto, per la loro scandalosa falsità, quelle che sostengono che siamo un paese patrocinatore  del terrorismo internazionale, tollerante del traffico interno di bambini e donne con fini di sfruttamento sessuale, violatori flagranti dei diritti umani e responsabili di restringere, in maniera significativa, le libertà religiose.

Il governo nordamericano cerca di nascondere  i suoi stessi peccati e pretende d’evadere le proprie responsabilità lasciando liberi e senza punizioni nel suo territorio noti  terroristi internazionali, ricercati dalla giustizia di vari paesi, e nello stesso tempo mantiene ingiustamente reclusi i nostri  Cinque fratelli che hanno combattuto contro le azioni dei terroristi.

Nella sua calunniosa campagna sul tema dei Diritti Umani in Cuba, gli Stati Uniti hanno incontrato la connivenza dei paesi europei conosciuti per la loro complicità con i voli segreti della CIA, con la presenza di centri di detenzione e  tortura, per aver scaricato  gli effetti della crisi economica sui lavoratori con meno entrate, la violenta repressione contro i manifestati e l’applicazione di politiche discriminatorie verso gli immigranti e le minoranze.

Assieme alle nazioni sorelle dell’America Latina andremo avanti, lottando per l’integrazione emancipatrice, nelle cornici dell’Alleanza Bolivariana per i Popoli  di Nuestra America, e lavoreremo per dare sempre più fermezza alla solidarietà e all’unità che ci rafforzerà tutti sempre più.

Così continueremo ad appoggiare la fraterna nazione di Haiti, dove il nostro personale della sanità, assieme ai medici latinoamericani e haitiani laureati in Cuba, affrontano con abnegazione ed in forma disinteressata e umanitaria l’epidemia di colera, i danni del  terremoto e la sequela di secoli  di sfruttamento e saccheggio di questo nobile popolo, che necessita dalla comunità internazionale le risorse per la ricostruzione e soprattutto per uno sviluppo sostenibile.

L’occasione è anche favorevole in questo Parlamento per inviare a nome di tutti i cubani, un messaggio di coraggio e solidarietà al fraterno popolo del Venezuela, che sta soffrendo gli effetti di piogge torrenziali con notevoli perdite di vite umane e molti danni materiali. Le decine di migliaia di collaboratori cubani che prestano servizio in questo paese hanno ricevuto temporaneamente l’istruzione di mettersi a disposizione dei  venezuelani e  del Presidente Hugo Chávez per tutto quello che è necessario.

Il prossimo mese d’aprile si compiranno  50 anni dalla Proclamazione del Carattere Socialista della nostra Rivoluzione. Nella sabbia di Playa Girón le nostre forze lottarono per la prima volta in difesa del socialismo ed in appena 72 ore, con la guida personale del Comandante in Capo sconfissero l’invasione mercenaria patrocinata dal governo nordamericano.

In occasione di un così importante avvenimento, il 16 aprile realizzeremo una Rivista Militare con la partecipazione di truppe e di mezzi da combattimento, e alla quale assisteranno i delegati al VI Congresso del Partito, che poi, nello stesso pomeriggio, si riuniranno per dare inizio ai loro lavori che speriamo di concludere il 19 aprile, Giorno della Vittoria di Playa Girón.

La chiusura della Rivista Militare vedrà, quali protagonisti, decine di migliaia di giovani, rappresentanti delle ultime generazioni, che costituiscono la garanzia della continuità della Rivoluzione.  

Questa commemorazione sarà dedicata alla nostra gioventù che non è mai venuta meno alla Rivoluzione.

Erano giovani quelli che morirono nell’assalto alla Caserma Moncada e a Bayamo.

Erano giovani quelli che si sollevarono a Santiago di Cuba con la direzione di Frank País. Erano giovani quelli che parteciparono alla spedizione del Granma; quelli che dopo la disfatta di Alegria de Pio, formarono l’Esercito Ribelle, rafforzato da ondate di altri giovani provenienti dalla campagna e dalle città,  in primo luogo il rinforzo di Santiago organizzato personalmente e inviato dallo stesso Frank.

Erano giovani gli integranti del poderoso movimento clandestino.

Giovani i coraggiosi assaltanti del Palazzo Presidenziale e dell’emittente Radio Reloj, il 13 marzo del 1957, guidati da José Antonio Echeverría.

Giovani quelli che combatterono eroicamente a Girón.  

Giovani e adolescenti che si sommarono alla campagna d’alfabetizzazione, sempre 50 anni fa.

Erano giovani  i combattenti nella lotta contro le bande mercenarie che organizzava la CIA e giovani furono quelli che scrissero bellissime pagine di coraggio e stoicismo nelle missioni internazionaliste in varie nazioni, soprattutto  in aiuto ai movimenti di liberazione in Africa.

Giovani sono i nostri Cinque Eroi, che hanno rischiato la propria vita combattendo il terrorismo, e che soffrono già più dodici anni di crudele reclusione.

Giovani sono le migliaia e migliaia di collaboratori cubani che difendono la vita umana, curando malattie sradicate in Cuba ed appoggiando programmi d’alfabetizzazione e diffondono la cultura e la pratica sportiva, a bambini e adulti in tutto il mondo.

Questa Rivoluzione è opera del sacrificio della gioventù cubana, operaia, contadina, studentesca, intellettuale, militare, di tutti i giovani di tutte le epoche in cui è  toccato loro vivere e lottare.

Questa Rivoluzione la porteranno avanti i giovani,  pieni d’ottimismo e fede sicura nella vittoria.

Le sfide  ed i pericoli sono stati grandi sin dal Trionfo della Rivoluzione e soprattutto a partire da Girón, ma mai nessuna difficoltà è riuscita a piegarci e siamo qui e ci staremo per la dignità, per l’onore e il coraggio, la fermezza ideologica e lo spirito di sacrificio, rivoluzionario, del popolo di Cuba che, già molto tempo fa, fece proprio il concetto che il socialismo è la sola garanzia per continuare ad essere liberi e indipendenti.

Molte grazie.