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Cuba denuncia la manipolazione della lotta

al crimine organizzato transazionale

 

23 giugno 2010 - www.granma.cu

 

Cuba ha denunciato nelle Nazioni Unite la pretesa di utilizzare il problema della lotta contro il crimine organizzato transazionale per limitare il concetto di sovranità illimitata.

 

Questi tentativi cercano di esagerare il fenomeno con la scusa che danneggia la stabilità e la pace nazionale ed internazionale.

 

L’atteggiamento di Cuba è stato esposto anche nell’Assemblea Generale dal rappresentante permanente presso l’ONU, Pedro Núñez Mosquera, che è intervenuto in una riunione di alto livello sul crimine organizzato internazionale.

 

Il diplomatico ha precisato che tutti i paesi, indipendentemente dal loro potere economico, estensione territoriale, numero di abitanti, sono vulnerabili di fronte alle diverse manifestazioni del delitto.

 

Tra di esse ha menzionato “i vergognosi scandali di frode finanziaria che hanno messo a rischio l’essenza del sistema finanziario internazionale”, la tratta di persone, il traffico illecito di migranti, il riciclaggio di denaro sporco e il delitto cibernetico.

 

Per l’ambasciatore cubano, la lotta a tali atti, particolarmente al Crimine Transazionale Organizzato, passa prima attraverso la lotta contro il sottosviluppo, e poi per lo stabilimento di un ordine economico internazionale più giusto ed equo.

 

Ha anche evidenziato l’importanza della cooperazione internazionale in tale battaglia, sulla base del pieno rispetto della sovranità, in linea con le legislazioni nazionali e l’integrità territoriale degli Stati.

 

Tuttavia, ha messo in guardia contro i tentativi di utilizzare il problema per cercare di imporre il concetto di sovranità limitata e ha rifiutato la realizzazione di liste di paesi presumibilmente colpevoli di violazioni legate al crimine transnazionale.

 

Al rispetto ha rifiutato le liste elaborate da parte degli Stati Uniti con chiari fini politici e di manipolazione su temi come il terrorismo, la tratta delle persone, e il traffico di droghe.

 

“Tali meccanismi operano al margine dell’ONU e non sono altro che strumenti di pressione politica per punire i governi che non compiono con gli orientamenti degli Stati Uniti”, ha assicurato.

 

Allo stesso tempo, ha aggiunto, cercano di giustificare politiche di sanzioni unilaterali che come il blocco contro Cuba, sono giuridicamente ed eticamente insostenibili ai sensi del diritto internazionale.

 

Núñez Mosquera ha messo in evidenza il lavoro di Cuba nella prevenzione del delitto mediante ampi programmi di sviluppo economico, sociale e culturale e il perfezionamento sistematico della loro legislazione.

 

Ha segnalato che l’isola caraibica ha una storia distaccata di affronto dei delitti di maggior incidenza, come il terrorismo internazionale, il traffico di droga, il riciclaggio di denaro sporco, la pirateria e la tratta di persone, per esempio.

 

Tuttavia, ha denunciato che a causa della nota Legge di Aggiustamento cubana vigente negli Stati Uniti, Cuba affronta anche complesse situazioni migratorie, nelle quali soggetti senza scrupoli fanno del traffico di persone un affare remunerativo.

 

In tal senso, ha sottolineato gli sforzi e la volontà di Cuba di combattere il fenomeno, segnalando che come parte degli accordi migratori con gli Stati Uniti si è appena effettuata una ronda migratoria per valutare il compimento degli accordi.

 

“sappiamo che in questo tema siamo avanzati, visto che abbiamo raggiunto un intercambio fruttifero per stabilire meccanismi più effettivi di cooperazione nel trattamento del traffico illecito di persone”, ha spiegato.

 

Ma, ha poi aggiunto, il problema non si risolverà né si raggiungerà un’emigrazione legale, sicura e ordinata tra i due paesi fino a quando non sparirà a causa e il forte incentivo che costituisce la stessa Legge di Aggiustamento cubano e la politica del piede secco-piede bagnato.

 

La politica migratoria degli Stati Uniti verso Cuba e il traffico di persone ha stimolato l’emigrazione illegale da Cuba e il traffico di persone, ha ribadito.

 

Ha quindi spiegato che tale politica ha permesso l’ammissione automatica in territorio statunitense di cittadini cubani che arrivano illegalmente, senza dare importanza ai mezzi utilizzati, neppure quando includono la violenza ed il rischio della vita delle persone da parte di trafficanti senza scrupoli.

 

L’ambasciatore ha infine ricordato che Cuba è stata vittima di attacchi terroristici realizzati da organizzazioni criminali internazionali, con numerose vittime e ingenti perdite economiche.

 

D’altra parte ha specificato che il suo paese “non ha mai permesso, né permetterà l’uso del suo territorio nazionale per la realizzazione di pianificazioni o finanziamenti di atti terroristici contro qualsiasi altro stato”.

 

In cambio, ha segnalato che la cooperazione mostrata da Cuba non è corrisposta dal governo degli Stati Uniti, che “ospita terroristi rei confessi che hanno agito, o agiscono, impunemente contro Cuba da cinquant’anni”.

 

Ha quindi ribadito il caso del terrorista internazionale Luis Posada Carriles, autore dell’esplosione in pieno volo di un aereo civile cubane e di altri crimini contro Cuba.

 

Nel frattempo, ha indicato, “cinque giovani patrioti cubani sono ingiustamente detenuti nelle carceri statunitensi proprio per aver  combattuto il terrorismo contro Cuba. Devono essere liberati subito”.