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Dichiarazione del

 

Ministero degli Esteri

 

7 gennaio 2010 -  www.granma.cubaweb.cu

 

Lunedì 4 gennaio, informazioni della stampa hanno rivelato che a partire da quel giorno, l’Amministrazione della Sicurezza sul Trasporto degli Stati Uniti aveva cominciato ad applicare misure addizionali per il controllo della sicurezza in tutti gli aeroporti del mondo, su qualsiasi passeggero con passaporto dei paesi designati dal Dipartimento di Stato come “patrocinatori di terrorismo internazionale”, tra i quali, arbitrariamente ed ingiustamente, s’include Cuba, con l'Iran, la Siria, il Sudan ed altri paesi considerati “d’interesse”, che sono: Afghanistan, Algeria, Iraq, Líbano, Libia, Nigeria, Pakistan, Arabia Saudita, Somalia e Yemen. Le misure inoltre saranno applicate a qualsiasi persona che faccia scalo in questi 14 paesi.

 

È stato informato che la decisione d’imporre queste nuove misure è stata adottata dopo un tentativo terrorista contro un aereo dell’aerolinea nordamericana Northwest Airlines, diretto verso la città di  Detroit, il passato 25 dicembre.

 

In accordo con le note di stampa che riproducono dichiarazioni di funzionari nordamericani non identificati, i passeggeri che rientrano in queste categorie saranno oggetto di perquisizioni corporali; il loro bagaglio a mano sarà accuratamente controllato e saranno sottoposti a raffinate tecniche di ricerca di esplosivi e con scanner per immagini.

 

Nel pomeriggio del 5 gennaio, dopo una riunione con i membri dello staff di sicurezza nazionale, lo stesso presidente Barack Obama ha confermato l’adozione, dal giorno precedente, delle misure menzionate: “Su passeggeri che volino verso gli Stati Uniti da o attraverso le nazioni della nostra lista di Stati patrocinatori di terrorismo o altri paesi d’interesse”.

 

Nello stesso pomeriggio, il Ministero degli Esteri e la Sezione d’Interesse di Cuba a Washington hanno presentato  una nota di protesta alla Sezione d’Interesse degli Stati Uniti a L’Avana e al Dipartimento di Stato, rispettivamente.  

 

Nella nota, il MINREX condanna categoricamente questa nuova azione ostile del Governo degli Stati Uniti,  che deriva dell’inclusione ingiustificata di Cuba nella detta “Lista degli Stati patrocinatori di terrorismo”, per ragioni meramente politiche che hanno il solo proposito di giustificare la politica di blocco che la comunità internazionale condanna in maniera schiacciante.

 

Inoltre la nota impugna l’elaborazione di questa lista e sottolinea fatti che dimostrano il record impeccabile di Cuba in materia di lotta al terrorismo, del quale è stata vittima; reitera che sono altamente infondati gli argomenti usati dal governo degli Stati Uniti, per giustificare l’inclusione del nostro paese nella “Lista di Stati patrocinatori di terrorismo internazionale”, e domanda l’immediata esclusione di Cuba dalla lista arbitraria.

 

Nello stesso giorno un portavoce del Dipartimento di Stato, interrogato dall’ agenzia di stampa AFP sulla nota di protesta del MINREX, ha dichiarato che  "Cuba è un paese che appoggia le attività terroristiche e quindi i suoi cittadini e viaggiatori in transito aereo  devono essere sottoposti a controlli supplementari per motivi di sicurezza.”

 

Per via della promulgazione di questa misura, vari giornalisti di importanti  media di stampa  nordamericani come il Washington Post, hanno definito  "ridicola" e "immeritata" la definizione di Cuba come "Stato terrorista",  ricordando che il nostro paese non costituisce una minaccia per la sicurezza degli Stati Uniti ed affermando che “cercare terroristi in voli provenienti da Cuba è una perdita di tempo”.

 

Di nuovo, il 5 gennaio 2010, il portavoce del Dipartimento di Stato, Philip Crowley, ha dichiarato che Cuba ha "ben guadagnato" la sua designazione  come "Stato patrocinatore del terrorismo".

 

Il giorno dopo , il 6 gennaio, un altro portavoce ha reiterato all’agenzia  AFP gli squallidi pretesti che, si presume giustificano il mantenimento di Cuba nella lista dei terroristi.

Come parte della sua politica d’ostilità e delle sue campagne di propaganda per cercare di screditare l’immagine della Rivoluzione, nel 1982 il Governo di Ronald Reagan incorporò ingiustamente Cuba nella lista annuale del Dipartimento di Stato sugli "Stati patrocinatori del terrorismo internazionale", molto prima dell’attentato contro le Torri Gemelle di New York.

 

L’inclusione di Cuba in questa lista portò anche all’applicazione di nuove sanzioni economiche, includendo il congelamento delle transazioni finanziarie, la proibizione di trasferimenti di tecnologia e misure restrittive e d’isolamento contro il paese ed i suoi cittadini. Queste sanzioni si sommarono alle già draconiane misure imposte dal blocco economico, commerciale e finanziario decretato dagli inizi della Rivoluzione.

 

Ogni anno il Governo degli Stati Uniti  ha mantenuto Cuba in questa lista e per questo ha utilizzato diversi pretesti, tutti insostenibili e senza poter presentare la minor prova della partecipazione del nostro paese ad azioni terroristiche di sorta. 

 

Il 30 aprile 2009, l’amministrazione di Obama ha ratificato l’assurda presenza di Cuba nella lista, reiterando che “Il governo cubano continua ad offrire rifugio a vari terroristi” e che “Membri della ETA, delle FARC e dell’ELN si trovavano  in Cuba nel 2008” e che “Cuba continua a permettere ad alcuni fuggitivi degli Stati Uniti di vivere legalmente in Cuba”. Tutto questo è stato  respinto energicamente dal Ministro degli Esteri ed ha motivato una riflessione del Compagno Fidel, che ha incitato gli Stati Uniti a discutere il tema.

 

Cuba ha reso pubblici, nel passato, sufficienti elementi che dimostrano la falsità ed il carattere di manipolazione di questi pretesti, così come si legge con molta chiarezza della Dichiarazione del Ministero degli Esteri: “Cuba non ha nulla da nascondere e nulla di cui vergognarsi”, emessa il 2 maggio 2003.

 

La presenza non richiesta da Cuba di vari membri dell’organizzazione basca ETA che erano esiliati, si originò nella richiesta dei governi  implicati nel tema e si raggiunse un accordo, più di mezzo secolo fa, mediante il quale viaggiò a Cuba un piccolo gruppo di militanti di questa organizzazione. Cuba ha stabilito la regola stretta che qualsiasi tra i membri del gruppo accettato che parte dal paese, non potrà più rientrare in territorio cubano.

 

I membri dell’ETA residenti in Cuba non hanno mai utilizzato il nostro territorio per attività di questa organizzazione contro la Spagna, né contro altri paesi. Cuba ha rispettato  scrupolosamente lo spirito di quell’accordo.

 

Il tema della presenza di membri dell’ETA in Cuba è un fatto d’indole bilaterale sul quale si sono mantenuti contatti con il governo della Spagna. Il governo degli Stati Uniti non ha il diritto né l’autorità per immischiarsi in questi temi che non lo riguardano in assoluto e tanto meno danneggiano la sua sicurezza nazionale e nemmeno la sicurezza di altri Stati.

 

Per quel che riguarda le Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia (FARC) e l’Esercito di Liberazione Nazionale (ELN) della Colombia, come si sa,  sia il governo colombiano che queste forze guerrigliere coincisero nel chiedere a Cuba, nel suo momento, la sua partecipazione al processo di pace. In questo ambito, Cuba è stata parte del Gruppo dei Paesi facilitanti del Dialogo e del Gruppo dei Paesi Amici per le Conversazioni di Pace, ed è stata sede di vari incontri di negoziato.

 

Il comportamento trasparente e l’aiuto del governo cubano al processo di pace sono stati riconosciuti pubblicamente non solo dalle FARC e dall’ELN, ma anche dalla ONU e dallo stesso governo colombiano.

 

A proposito della presenza in Cuba di fuggitivi dalla giustizia degli Stati Uniti, vale la pena reiterare che nel nostro territorio non hanno mai trovato rifugio  o protezione né risiedono terroristi di nessun paese. Cuba ha offerto legittimamente protezione e asilo politico ad alcuni combattenti per i diritti civili nordamericani. Inoltre risiedono in Cuba altri cittadini nordamericani che hanno commesso delitti, soprattutto sequestri di aerei, processati e condannati severamente, che dopo aver scontato le loro condanne, hanno chiesto di rimanere nel paese. È stato il governo di Cuba che ha adottato le misure pertinenti che hanno posto fine, definitivamente, negli anni del governo di Carter, ai sequestri di aerei, un flagello che ebbe origine negli stessi Stati Uniti.

 

Al contrario è stato il governo degli Stati Uniti che ha ricevuto nel suo territorio, dal trionfo della Rivoluzione, centinaia di delinquenti, assassini e terroristi, ignorando le richieste formali di restituzione presentate dal governo di Cuba in ogni caso, avallate dagli accordi  d’estradizione allora vigenti.

 

Molti tra questi individui ancora passeggiano liberi  e tranquilli per le strade di questo paese, anche dopo la loro implicazione in nuove azioni di terrorismo contro cittadini ed interessi degli Stati Uniti, di Cuba e di altre nazioni.

 

Il caso più noto è l’esplosione in volo di un aereo della Cubana de Aviación, il 6 ottobre del 1976, che provocò la morte di 73 persone e fu la prima azione terroristica contro un aereo civile in volo, nell’emisfero occidentale. I suoi autori, Orlando Bosch Ávila e Luis Posada Carriles hanno vissuto e anche adesso risiedono impunemente a Miami, il primo grazie al perdono presidenziale di  George H. Bush ed il secondo in attesa di un prolungato giudizio per aver mentito nel processo d’immigrazione, e non per le accuse di terrorismo internazionale che emerita.

 

Alcune di queste verità non hanno potuto essere ignorate nelle stesse relazioni del Dipartimento di Stato che definiscono Cuba "Stato patrocinatore del terrorismo".             

Cuba respinge per la sua illegittimità il meccanismo con cui il governo degli Stati Uniti si arroga il diritto di certificare la condotta di altre nazioni in materia di terrorismo e di emettere liste discriminatorie e selettive con fini politici, mentre assume una posizione di doppia facciata, non giudicando e permettendo che rimangano liberi i responsabili confessi di orrende azioni terroristiche contro Cuba.

 

Come dimostrazione di questo i Cinque Eroi: Gerardo, Fernando, Ramón, Antonio e René, scontano arbitrarie ed ingiuste condanne  nelle prigioni nordamericane per aver protetto Cuba, tra i cui figli 3478 morirono e 2099 sono stati mutilati  per le azioni di terrorismo ed inoltre per avare difeso l’integrità dei cittadini degli Stati Uniti e di altri paesi.

Cuba ha sempre avuto un atteggiamento esemplare nella lotta contro il terrorismo:

 

• Cuba condanna tutti gli atti di terrorismo in tutte le sue forme e manifestazioni.

 

• Il territorio di Cuba non è mai stato utilizzato nè si utilizzerà mai per organizzare, finanziare od eseguire  azioni di terrorismo. Contro nessuno Stato, includendo gli Stati Uniti.

 

• Cuba è Stato Parte dei 13 accordi internazionali esistenti in materia di terrorismo e compie strettamente gli obblighi emanati dalle Risoluzioni 1267, 1373 e 1540 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite in questa sfera.

 

• Cuba non dispone nè ha intenzione di disporre di armi di sterminio di massa di alcun genere e compie i suoi obblighi in virtù degli strumenti internazionali che ha firmato in materia di armi nucleari, chimiche o biologiche.

 

• L’Assemblea Nazionale del Poder Popular della Repubblica di Cuba ha approvato il 20 dicembre 2001, la Legge 93  contro le azioni di terrorismo, che definisce tutte le azioni di terrorismo internazionale come delitti gravi ed ha stabilito pene molto severe.

 

• Cuba ha adottato inoltre misure per prevenire e reprimere ogni azione di terrorismo e tutte le attività relazionate con questo, includendo i finanziamenti del terrorismo. Inoltre ha incrementato la vigilanza delle frontiere ed ha fomentato misure per impedire il traffico di armi ed intensificare la cooperazione giudiziaria con altri paesi, per cui ha firmato 35 accordi in materia di assistenza giuridica ed ha manifestato apertamente la sua disposizione permanete di cooperare con tutti gli Stati in questa sfera.

 

• Con questo spirito Cuba ha cooperato, anche attivamente con il governo degli Stati Uniti. In tre occasioni(novembre del 2001, dicembre del 2001 e marzo del 2002), Cuba ha proposto alle autorità nordamericane un progetto di Programma di Cooperazione bilaterale per combattere il terrorismo e nel luglio del 2009, Cuba ha reiterato la sua disposizione a cooperare in questa sfera.

 

• in varie occasioni le autorità cubane hanno fatto sapere al governo degli Stati Uniti la loro disposizione a scambiare informazioni su piani d’attentati ed azioni terroristiche indirizzate contro obiettivi dei due paesi.

 

È anche noto che nel 1984, Cuba avvisò  su un piano per un attentato contro il presidente Ronald Reagan che condusse alla neutralizzazione  di coloro che erano coinvolti  da parte delle autorità nordamericane.

 

Nel 1998 si offersero  all’amministrazione di William Clinton informazioni su piani per porre bombe in aerei di linea cubani e di altri paesi che viaggiavano verso Cuba.

 

Inoltre le autorità cubane hanno consegnato al governo degli Stati Uniti abbondanti informazioni su azioni terroristiche commesse contro Cuba.

 

Nel 1997, 1998, 2005 e 2006, Cuba ha consegnato al FBI molte prove sulle esplosioni con bombe avvenute in centri turistici cubani, dando anche i nomi degli autori di questi fatti, detenuti in Cuba e di testimoni.

 

Non va dimenticato inoltre che Cuba è stata uno dei primi paesi che hanno condannato pubblicamente i criminali attacchi terroristici dell’11 settembre del 2001, negli Stati Uniti, che ha offerto la sua assistenza medica e umanitaria alle vittime ed ha offerto immediatamente di aprire il suo spazio aereo ed i suoi aeroporti per ricevere gli aerei dei passeggeri con destinazione nel territorio nordamericano. Nonostante le numerose azioni terroristiche provenienti dal territorio nordamericano contro Cuba, il nostro paese ha mantenuto sempre una condotta intangibile e pulita in relazione a qualsiasi fatto che possa danneggiare  i cittadini nordamericani, perchè Cuba è una nazione che si regge su principi politici e norme etiche.

 

Il governo cubano, con tutta la sua morale e dignità, condanna l’inclusione arbitraria di Cuba nella lista dei 14 paesi i cui cittadini saranno sottoposti a nuove misure restrittive per decisione del governo degli Stati Uniti.

 

Il governo cubano  domanda l’immediata esclusione di Cuba dalla lista degli Stati  patrocinatori di terrorismo internazionale perchè si tratta di una definizione ingiusta, arbitraria e politicamente motivata, che contraddice la condotta esemplare del nostro paese nell’affrontare il terrorismo e pone in dubbio la serietà degli Stati Uniti nella lotta contro questo flagello.

 

Inoltre invita il governo degli Stati Uniti, come espressione d’impegno nella lotta contro il terrorismo, ad attuare con fermezza a senza doppia facciata contro coloro che dal territorio nordamericano hanno perpetrato azioni terroristiche contro Cuba e che liberi i Cinque Eroi antiterroristi cubani ingiustamente reclusi in questo paese.

 

L’Avana - 7 Gennaio del 2010  

Ministero degli Affari Esteri