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IL TRADUTTORE SI SCUSA PER GLI ERRORI

Intervista rilasciata ad Oltre Confine

da parte di Rodney Lopez Clemente

Ambasciatore di Cuba in Italia

 
 

5 febbraio 2010 - Oltre Confine

 

1) In occidente in troppi pensano che il blocco USA non sia più così deleterio per Cuba ed il suo popolo. Noi sappiamo che non è assolutamente vero e che, purtroppo, anche con la gestione Obama per adesso non ci sono stati cambiamenti significativi. Come lotta oggi Cuba per l’abbattimento di questa aberrazione?

 

R.: Il blocco che ormai dura da quasi 50 anni, é un groviglio di leggi che il Presidente nordamericano, anche se lo volesse, non potrebbe abrogare; non rientra infatti nella facoltà presidenziale abrogare il blocco in quanto tale; facoltà é stata conferita al Congresso quando, nel 1996, venne firmata la Legge Helms-Burton.

 

Il blocco non permette al popolo cubano di svilupparsi normalmente ed é classificato come atto di genocidio in virtù dell’inciso “c” dell’articolo II della Convenzione di Ginevra del 1948 sulla Prevenzione e Punizione del Delitto di Genocidio e inoltre come atto di guerra economica secondo quanto stabilito nella Dichiarazione concernente il Diritto di Guerra Marittima adottata dalla Conferenza Navale di Londra del 1909.

 

Il blocco non é una questione bilaterale tra il nostro paese e gli Stati Uniti, come qualcuno afferma. La reiterata applicazione extraterritoriale delle leggi nordamericane e la persecuzione contro i legittimi interessi di imprese e di cittadini di terzi paesi, lede in modo significativo la sovranità di molti altri Stati. Sotto la tutela di tale politica, si continuano ad applicare sanzioni ad imprese nordamericane ed europee per il fatto di realizzare transazioni con Cuba.

 

Il danno diretto a Cuba provocato dal blocco, fino al mese di dicembre del 2008, supera i 96 mila milioni di dollari, cifra che aumenta a 236 mila 221 milioni di dollari se il calcolo fosse realizzato in base alla quotazione attuale della moneta statunitense. Lo stesso Vice Presidente statunitense, Joseph Biden, ha recentemente dichiarato che: “gli Stati Uniti manterranno il blocco come strumento di pressione contro Cuba”.

 

L’attuale Presidente Obama non ha fatto nulla per eliminare il blocco, la sua politica é la stessa delle precedenti amministrazioni nordamericane: cercare di far arrendere per fame un popolo che lotta con dignità per la sua indipendenza nazionale.

 

2) In questi giorni torna l’incubo terrorismo internazionale. Mentre negli Stati Uniti Cinque patrioti cubani che combattevano il terrorismo internazionale e avevano sventato attentati contro il loro paese sono stati arrestati e condannati a pene detentive spropositate negli Stati Uniti, con un regime carcerario che viola i loro diritti umani e civili nell’assoluto, o quasi, silenzio dei media occidentali. Per gli Usa esiste un terrorismo cattivo, quello contro di loro e uno buono che è al loro servizio come quello contro Cuba che si organizza in Florida. Come è oggi la situazione dei Cinque eroi?

 

R.: Gli Stati Uniti sono ossessionati da Cuba, lo prova l’ultimo atto di quella corsa demenziale rappresentata dalla presunta lotta contro il terrorismo internazionale. Hanno deciso di applicare misure aggiuntive per il controllo della sicurezza in tutti gli aeroporti del mondo, su qualsiasi passeggero con passaporto di paesi additati dal Dipartimento di Stato come “patrocinatori del terrorismo internazionale” tra i quali, arbitrariamente e ingiustamente, viene indicata Cuba.

Cuba respinge categoricamente questa nuova azione ostile del Governo degli Stati Uniti, rappresentata dall’inclusione del nostro paese nella cosiddetta lista di Stati patrocinatori del terrorismo per ragioni meramente politiche che ha come unico scopo quello di giustificare il blocco che la quasi totalità della comunità internazionale condanna annualmente, da ormai 17 anni, all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.

 

Se lei prende per esempio il quotidiano Washington Post, può leggere che uno dei suoi editorialisti ha definito la misura “ridicola” e “immeritata” e ricorda che Cuba non costituisce una minaccia per la sicurezza degli Stati Uniti, ed afferma che cercare terroristi sui voli provenienti da Cuba “é una perdita di tempo”.

 

Fu il governo di Ronald Reagan nel 1982 a includere ingiustamente Cuba nella annuale lista del Dipartimento di Stato sugli “Stati patrocinatori del terrorismo internazionale”, molto prima dell’attentato contro le Torri Gemelle di New York. A quell’epoca vennero inserite nuove sanzioni economiche, come il congelamento di transazioni finanziarie, il divieto di trasferimenti di tecnologie e misure restrittive e di isolamento contro il paese e i suoi cittadini. Tali sanzioni si aggiunsero alle già draconiane misure imposte dal blocco economico, commerciale e finanziario decretato fin dall’inizio della Rivoluzione e da allora, ed ogni anno, il Governo degli Stati Uniti mantiene Cuba in quella lista.

 

Il 30 aprile del 2009, l’Amministrazione Obama ha ratificato l’assurda presenza di Cuba in tale lista, reiterando che “il governo cubano continua ad offrire rifugio sicuro a diversi terroristi”, che “membri dell’ETA, delle FARC e dell’ELN soggiornarono a Cuba nel 2008” e che “continua a permettere che alcuni fuggiaschi dagli Stati Uniti vivano legalmente a Cuba”.

 

Cuba ha reso pubblici sufficienti elementi che dimostrano la falsità ed il carattere menzognero di tali pretesti. La presenza, non gestita da Cuba, di vari membri dell’organizzazione basca ETA in esilio, ebbe origine da una richiesta dei governi interessati al tema, con i quali venne raggiunto un accordo, oltre un quarto di secolo fa, in base al quale si recó a Cuba un piccolo gruppo di militanti di quella organizzazione.

 

Cuba stabilì la regola rigorosa secondo cui qualsiasi membro del gruppo che era stato accolto una volta uscito dal paese non sarebbe potuto rientrare in territorio cubano.

 

I membri dell’ETA residenti a Cuba non hanno mai utilizzato il nostro territorio per attività di quella organizzazione contro la Spagna, ne contro qualsiasi altro paese. Cuba ha rispettato scrupolosamente lo spirito di tale accordo. Il tema della presenza di membri dell’ETA a Cuba é di tipo bilaterale, sul quale sono stati mantenuti contatti con il governo della Spagna, ed il Governo degli Stati Uniti non ha il diritto, né l’autorità, per immischiarsi in queste faccende.

 

Per quanto riguarda le Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia (FARC) e L’Esercito di Liberazione Nazionale (ELN) della Colombia, come si sa, tanto il governo colombiano come quelle forze guerrigliere furono d’accordo nel chiedere a Cuba, in un determinato momento, la sua partecipazione nel processo di pace.

 

In tale ambito, Cuba ha fatto parte del Gruppo di Paesi Promotori del dialogo e del Gruppo di Paesi Amici per le Conversazioni di Pace, ed é servita da sede di varie sessioni negoziali.

 

In riferimento alla presenza a Cuba di latitanti dalla giustizia degli Stati Uniti, é opportuno ribadire che mai sul nostro territorio hanno trovato protezione, ne vi risiedono, terroristi di qualsivoglia paese. Cuba ha legittimamente offerto protezione ed asilo politico ad alcuni combattenti per i diritti civili nordamericani. Risiedono inoltre a Cuba altri cittadini nordamericani che hanno commesso reati, soprattutto sequestro di aerei, che sono stati processati e condannati severamente e che, dopo aver scontato la pena, hanno chiesto di rimanere a Cuba.

 

Ti ricordo che il sequestro di aerei é stato un flagello nato negli Stati Uniti. Negli Stati Uniti vivono, fin dal trionfo della Rivoluzione, centinaia di delinquenti, assassini e terroristi, rispetto ai quali sono state ignorate le formali richieste di rimpatrio presentate dal Governo di Cuba, in base agli Accordi di Estradizione allora vigenti. Molti di questi individui passeggiano ancora liberamente e tranquillamente per le strade di quel paese, anche dopo essere stati implicati in nuove azioni terroriste contro cittadini e gli interessi degli Stati Uniti, di Cuba e di altri paesi.

 

Il caso più noto ed atroce, é quello di un aereo passeggeri della Cubana de Aviación fatto esplodere il 6 ottobre del 1976 che provocò 73 morti e che costituì il primo atto terrorista contro un aereo civile in pieno volo, nell’Emisfero Occidentale. Gli autori di tale attentato, Orlando Bosch Avila e Luís Posada Carriles, hanno vissuto e continuano a risiedere impunemente a Miami, il primo grazie al perdono presidenziali di George H. Bush, ed il secondo in attesa di un prolungato processo per aver mentito ed ostacolato la giustizia in una causa migratoria, e non per le accuse di terrorismo internazionale come invece meriterebbe, ed é stato Posada Carriles ad essere implicato nell’organizzazione e nel finanziamento di una serie di attentati a L’Avana, nel 1997, in cui morì un giovane italiano Fabio Di Celmo.

 

La dimostrazione che lottiamo e lotteremo contro il terrorismo sono i cinque cittadini cubani, i cinque di Miami, i Cinque Eroi, Gerardo, Fernando, Ramón, Antonio e René, che stanno scontando arbitrarie ed ingiuste condanne nelle carceri nordamericane per aver protetto Cuba. Cuba ha perso 3.478 dei suoi figli, morti in attentati ed attacchi terroristi, mentre sono rimasti mutilati 2099 nostri connazionali, vittime anch’essi di azioni terroriste; ed anche per difendere l’integrità di cittadini degli Stati Uniti e di altri paesi. Cuba é Stato Parte delle 13 convenzioni internazionali esistenti in materia di terrorismo e rispetta strettamente gli obblighi derivanti dalle risoluzioni 1267, 1373 e 1540 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite in questo campo. Cuba non possiede, ne ha intenzione di procurarsi, armi di distruzione di massa di alcun tipo e rispetta i propri obblighi in virtù degli strumenti internazionali che ha sottoscritto in materia di armi nucleari, chimiche e biologiche.

 

L’Assemblea Nazionale del Potere Popolare della Repubblica di Cuba ha approvato, il 20 dicembre del 2001, la Legge 93 “Contro le azioni di terrorismo”, che ha tipificato tutti gli atti di terrorismo internazionale come reati gravi e fissato pene molto severe. Cuba ha inoltre adottato misure per prevenire e reprimere ogni atto di terrorismo e tutte le attività ad esso collegate, compreso il finanziamento del terrorismo. Allo stesso modo, ha aumentato la vigilanza alle frontiere ed ha promosso misure per impedire il traffico di armi e per intensificare la cooperazione giudiziaria con altri paesi, al cui scopo ha firmato 35 accordi in materia di assistenza giuridica e manifestato ripetutamente la propria permanente disponibilità a cooperare con tutti gli Stati in questo campo.

 

Cuba ha cooperato, anche attivamente, con il Governo degli Stati Uniti. In tre occasioni (novembre del 2001, dicembre del 2001 e marzo del 2002) Cuba ha proposto alle autorità nordamericane un progetto di Programma di cooperazione bilaterale per combattere il terrorismo, e nel luglio del 2009 ha reiterato la propria disponibilità a cooperare in tale settore. In diverse occasioni le autorità cubane hanno comunicato al Governo degli Stati Uniti la loro disponibilità a scambiare informazioni su piani per attentati e per azioni terroriste dirette contro obiettivi in uno qualsiasi dei due paesi. E’ anche noto che nel 1984 Cuba mise in allerta su un progetto di attentato contro il Presidente Ronald Reagan che portò alla neutralizzazione, da parte delle autorità nordamericane, delle persone implicate. Nel 1998 venne trasmessa all’Amministrazione di William Clinton l’informazione su piani per far esplodere bombe su aeromobili delle line aeree cubane e di altri paesi dirette a Cuba.

 

Le autorità cubane hanno consegnato al governo degli Stati Uniti una copiosa informazione su atti terroristici commessi contro Cuba. Nel 1997, 1998, 2005 e 2006, Cuba consegnò all’FBI innumerevoli prove sull’esplosione di bombe in vari centri turistici cubani, concedendo tra l’altro la possibilità entrare in contatto con gli autori di tali fatti, in carcere a Cuba, e con i testimoni.

 

Cuba é stato uno dei primi paesi a condannare pubblicamente i criminali attacchi terroristici dell’11 settembre del 2001 negli Stati Uniti, trasmise la propria disponibilità ad offrire assistenza medica ed umanitaria alle vittime, ed offrì immediatamente di aprire il proprio spazio aereo e i propri aeroporti per gli aerei passeggeri diretti in territorio nordamericano. Nonostante i numerosi atti di terrorismo provenienti dal territorio nordamericano contro Cuba, il nostro paese ha mantenuto un comportamento ineccepibile e limpido rispetto a qualsiasi fatto che possa danneggiare cittadini nordamericani, perché Cuba é una nazione guidata da principi politici e norme etiche.

 

3) A fronte della crisi sistemica del capitalismo e delle sue pesantissime conseguenze in tutto il mondo, come Cuba sta affrontando la situazione economa e sociale, considerando anche il criminale blocco statunitense?

 

R.: Cuba, subisce le conseguenze di una crisi sistemica che non si risolverà per ora, ed alla quale bisogna aggiungere i danni per oltre 10mila milioni di dollari causati da tre cicloni nell’autunno del 2008. I risultati raggiunti in quest’ultimo anno sono stati modestissimi e sono fondamentalmente diretti affinché nessuno rimanga, come é avvenuto, senza protezione, senza lavoro, senza assistenza medica gratuita e abbia potuto continuare ad andare a scuola, anch’essa gratis.

 

La Rivoluzione, che ha compiuto i suoi primi 51 anni di vita, é una realtà che riguarda tutti e che tutti protegge. Il Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia (UNICEF), per esempio, afferma che Cuba é l’unico paese dell’America Latina ed i Caraibi ad aver eliminato la denutrizione infantile grave grazie agli sforzi del suo Governo; ciò vuol dire che nessuno dei 146 milioni di bambini minori di 5 anni sotto peso vive a Cuba. Le percentuali dei piccoli sotto peso sono del 28% nell’Africa Sub- Sahariana, del 17% in Medio Oriente e in Africa del Nord, del 15% nell’Asia Orientale e nel Pacifico, del 7% in America Latina e i Caraibi, del 5% nell’Europa Centrale e dell’Est e del 27% nei restanti paesi sottosviluppati.

 

Non siamo una società perfetta, ne un paese con grandi risorse economiche e dobbiamo lavorare di più e sforzarci maggiormente, ma paragonati ad altri siamo un popolo che ha imparato a conoscere il sapore della libertà 51 anni fa e che é disposto a lottare per difenderla.

 

Grazie ad “Oltre Confine” per averci dato la possibilità di rivolgerci ai lettori e, suo tramite, al popolo italiano, ed inoltre porgiamo il nostro grazie per le continue dimostrazioni di amicizia ed affetto che fanno giungere a Cuba migliaia di amici italiani.