HOME INFORMAZIONE | |
IL TRADUTTORE SI SCUSA PER GLI ERRORI |
|
La
“cubanizzazione" del Venezuela torna
come argomento della guerra mediatica |
|
23 febbraio 2010- Jose Manzaneda, coordinatore Cubainformación
|
|
"Smantellare, danneggiare o cambiare ciò che la società pensa di sé e del mondo, e utilizzare tutte le reti disponibili per dirigere il messaggio verso un uditorio specifico. Questi sono gli scenari di una guerra di quarta generazione, o netwar. Thomas Montacanut, generale venezuelano (q.e.p.d.)
I media privati venezuelani, in alleanza con i grandi gruppi mediatici mondiali, conducono una costante guerra informativa diretta a logorare il presidente Hugo Chávez, il cui indice di popolarità interno, dopo 11 anni in governo, supera ancora il 58% (1). Tali media, nelle mani di potenti settori economici, dirigono le loro strategie alla sensibilizzazione di pubblici differenti e settori sociale.
Negli ultimi mesi, stanno cercando di creare inquietudine in certi settori militari che hanno sostenuto il Presidente Chavez in questi ultimi anni. Il messaggio scelto per loro è che il governo di Cuba controlla già le principali leve del potere in Venezuela, in modo da fomentando un sentimento di presunta perdita della sovranità.
Da programmi informativi, cronache, notiziari e talk show dal Venezuela, il cui messaggio é in seguito ripetuto dai media di altri paesi, sono passati tutti i tipi di supposte persone esperte, allineate, nella loro totalità con le posizioni dell'opposizione venezuelana e la controrivoluzione cubana di Miami.
Il quotidiano spagnolo La Vanguardia, in un testo del suo corrispondente in Messico Joaquim Ibarz ha dichiarato che "non esiste area o settore del paese andino in cui Chavez abbia imposto la presenza di agenti del regime di Castro"(2).
Il quotidiano La Nacion, Argentina, ha riprodotto le parole del professor venezuelano Omar Noria secondo il quale "il Dipartimento di Sicurezza dello Stato cubano (G2) già controlla l'intelligence del paese, i registri notarili, il sistema di documenti e identificazione ed i registri civili, situazione che provoca una irritazioni senza precedenti tra i capi militari venezuelani"(3). Ma il mondo delle menzogne non ha alcun limite nei media. Per aumentare i segnali di allarme sociale, questo professore ha aggiunto, in un altro giornale, che il governo del Venezuela ha consegnato "agli agenti di Castro il Sistema D’identificazione Nazionale, gli archivi pubblici e notarili, con essi si controlla il cittadino, la sua identità, documenti e proprietà "(4).
Ludmila Vinogradoff, corrispondente a Caracas di diversi media internazionali, scriveva sul quotidiano spagnolo ABC, che la presunta "cubanizzazione" del Venezuela é iniziata con “l'arrivo di 30000 agenti e medici cubani per occuparsi della sicurezza presidenziale e dare impulso alla missione chiamata Barrio Adentro"(5). Mescolare i medici cooperanti con agenti della sicurezza è una trappola classica di questo giornalista, che arriva ad affermare che "gli agenti (cubani) (...) si fanno passare per medici nei (...) Centri di Diagnostica Integrale. Per rafforzare l'assurdità, riproduce le presunte parole di un pensionato che dice che "quando vado in ambulatorio, il medico cubano per primo chiede (...) per chi vota, prima di chiedere della sua salute; ciò che conferma che fa anche attività di intelligence nei settori popolari”.
L'elenco delle assurdità, invenzioni e calunnie ripetuto con totale impunità contro il governo Chavez e contro la Rivoluzione cubana non ha nessun limite. Ne abbiamo scelto alcuni come esempi della guerra mediatica al cui servizio si investono milioni e a cui lavorano migliaia di professionisti del settore.
Nel frattempo, la maggioranza sociale venezuelana beneficiata dai programmi sociali del suo governo, molti sviluppati grazie alla cooperazione con Cuba, continuano a dare il loro sostegno al presidente Chavez. Secondo i dati delle Nazioni Unite, negli ultimi 10 anni di governo bolivariano il tasso di povertà è sceso di 25 punti e quello di estrema povertà di 14(6). Ma queste maggioranze sociali, precedentemente escluse dal sistema, non appartengono alla strato economico né hanno il colore della pelle di imprenditori, giornalisti, analisti e degli ospiti dei media venezuelani. Ma stanno decidendo, senza dubbio, il destino del Venezuela.
(1) http://www.lacapital.com.ar/contenidos/2010/02/07/noticia_0044.html (2) http://www.lavanguardia.es/internazionale / news /20100207/53885110693/los-Cuban-control-and-settore --key-of-Venezuela-Valdes --Chavez-Ramiro Valdes-il---habana-internet.html (3) http://www.lanacion.com.ar/nota.asp? nota_id = 1228110 (4) http://www.lavanguardia.es/internazionale / news /20100207/53885110693/los-Cuban-control-and-settore --key-of-Venezuela-Valdes --Chavez-Ramiro Valdes-il---habana-internet.html (5) http://www.abc.es/20100207/International-America latina /Cuban-treat-prop --Chavez-20100207.html (6) http://www.enfrentados.com/notas/21461_cepal-confirma-el-lo sviluppo socio-economico-di --venezuela.shtml |
|
La canea mediatica in Venezuela contro il ministro cubano Ramiro Valdes
"La calunnia è la vendetta dei codardi".
Jacinto Benavente. |
|
15 febbraio 2010 - José Manzaneda coordinatore di www.cubainformacion.tv
|
|
Nelle ultime settimane il governo del Venezuela ha richiesto il sostegno dei governi di Argentina, Brasile, Russia, Cina e Cuba per superare l'attuale crisi energetica nel paese dopo la siccità più grave degli ultimi cento anni(1). Ignorando gli altri paesi, i grandi mezzi di comunicazione privati in Venezuela, che a loro volta sono una fonte di informazioni per i canali internazionali, hanno concentrato i loro abituali attacchi contro il governo di Hugo Chávez per il sostegno offerto da Cuba in questa crisi.
Per screditare la capacità del governo cubano quale consulente in materia di gestione del sistema elettrico i media hanno rispolverato, nelle loro informazioni, la situazione energetica che Cuba visse nei primi anni '90, facendola passare per attuale. Il quotidiano venezuelano El Nacional riproduceva, il 4 febbraio, le parole di Victor Poleo, consigliere del Ministero dell'Energia del periodo pre-Chavez(2). Egli ha affermato che "i cubani soffrono permanentemente di razionamento, che li porta a celebrare gli "alumbrón" (illuminamenti ndt) perché è più il tempo in cui sono senza energia". Bisogna spiegare che il termine "alumbrón" è stato usato a Cuba nei primi anni '90, quando, a causa della scomparsa del suo commercio con l'Unione Sovietica, l'Isola soffriva quotidianamente interruzioni elettriche fino a 16 ore. Oggi la situazione è radicalmente diversa ma i media venezuelani parlano ancora degli "alumbrones" di Cuba come se fosse un fenomeno attuale.
L'appoggio di Cuba al Venezuela è stato presentato, dai media, come un fattore di perdita di sovranità, cercando di toccare il sentimento patriottico del popolo venezuelano. Enzo Betancourt, presidente del Collegio degli Ingegneri, è apparso su diversi canali, con affermazioni come la seguente: "Chávez ha decretato la cubanizzazione dell' energia elettrica nonostante che la capacità professionale dei venezuelani è molto superiore a quella di Cuba, (e questo) é una mancanza di rispetto ai nostri ingegneri"(3).
Ma il centro della guerra mediatica è stata la visita a Caracas di Ramiro Valdés Menéndez, Ministro dell'Informatica e delle Comunicazioni di Cuba, che é stato oggetto di una grossolana campagna di discredito, menzogne e insulti nei media venezuelani ed internazionali. In un articolo intitolato "I cubani già controllano settori chiave del Venezuela", Joaquim Ibarz, corrispondente in Messico del periodico catalano La Vanguardia, ha descritto Valdes, uno delle più importanti figure storiche della Rivoluzione cubana, come "un militare di 78 anni esperto in repressione"(4). Risulta quasi stravagante che si parli di repressione in un paese come Cuba dove - al contrario di molti paesi vicini - la sua popolazione non ha mai assistito a scene di brutalità della polizia e di cariche antisommossa, e dove non si é provato un solo caso di tortura o sparizioni di persone.
Marcel Granier, direttore di Radio Caracas Television calunniava Valdes dicendo che la sua "unica esperienza (...) è di fucilare persone"(5). Ricordiamo che questo canale televisivo e lo stesso Granier sono stati gli organizzatori del colpo di stato del 2002, in cui cecchini, su contratto, uccisero manifestanti a favore e contro il governo per giustificare l'intervento militare (6).
Il sindaco di Caracas, Antonio Ledezma, dell'opposizione chiedeva "l'espulsione dal Venezuela" del ministro cubano e lo qualificava come "specialista (...) non nel fare progetti di energia elettrica ma nel fulminare"(7). Questo tipo di menzogne sono comuni in bocca a questo politico venezuelano, responsabile di centinaia di morti nel Caracazo, evento verificatosi nel 1989 quando la polizia, che egli dirigeva come Governatore di Caracas, sparò contro la popolazione indifesa che protestava per l'aumento dei prezzi dei prodotti base(8)
El Nuevo Herald di Miami, collegava la visita del Comandante della
Rivoluzione con la recente
protesta
degli studenti venezuelani, della classe
superiore, contro il governo di Hugo Chávez: "la presenza di Valdes in
Venezuela è una prova (sic) che la repressione delle
manifestazioni popolari e i recenti attacchi ai mezzi di comunicazione da
parte di Hugo Chávez sono
solo all'inizio" affermava(9).
Il quotidiano digitale VenEconomy assecondava questa tesi, ripetuta da tutti i
media privati del Venezuela, dicendo che "la strategia di Valdes sarà
di piegare con il terrore le proteste della popolazione, in modi che non sono mai stati
impiegati nel paese, neppure ai tempi
della dittatura di Juan Vicente Gómez o Pérez Jiménez"(10).
Tutti questi deliri mediatici si basano sul fatto che Ramiro Valdes è stato uno degli organizzatori del Dipartimento di Sicurezza dello
Stato di Cuba, creato nel 1959, in risposta agli attacchi armati ed alle
aggressioni
terroristiche dagli Stati Uniti.
Il portale argentino Infobae sequestrava il linguaggio classico della sinistra latino-americana. Affermava che Ramiro Valdés "è stato molto importante nel controllo dei (...) movimenti popolari (a Cuba)"(12). Denominare movimenti popolari i gruppi della controrivoluzione cubana creati e finanziati dal governo degli Stati Uniti e che non superano i 20 membri è una delle più fantasiose creazioni della guerra dei media.
Ma non é la sola.
Anche il
quotidiano argentino
La Nacion
sentenziava che "Valdez (sic),
vende radio comunitarie al Venezuela, che fanno parte dell'emporio multimedia
Chavista"(13).
L'autore si riferisce alle modeste radio alternative situate nei quartieri
popolari,
molte delle quali esistono da decenni, che non hanno mai avuto il benché minimo
rapporto con il governo cubano, molte delle quali, anche se appoggiano il
presidente Chavez realizzano un lavoro d'informazione critico.
Ma queste nuove sciocchezze non
partono dall'immaginazione fuori luogo del giornalista argentino ma da un noto
cattedratico venezuelano anti Chavez,
Antonio Pasquali, che afferma che il ministro cubano "pone un cubanito
(piccolo cubano ndt)
in ciascuna (di queste radio), in modo che non si abbiano depistaggi
ideologici".
|
|
(1) http://www.cubadebate.cu/noticias/2010/02/05/tecnicos-de-cuba-brasil-y-argentina-apoyan-a-venezuela-para-resolver-crisis-electrica/
|
|
|