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I terroristi

Terrorista di El Salvador risentenziato

a 30 anni di reclusione

 

 

8 dicembre 2010 - www.granma.cu

 

 

La Corte Suprema Popolare di Cuba ha annullato la condanna  a morte con 30 anni di reclusione al salvadoregno Otto Renè Rodriguez Llerena, per il delitto di terrorismo di carattere continuato.  

 

La nuova condanna è la massima pena che si può imporre, perché quando Otto Renè Rodriguez Llerena  ha commesso le azioni terroristiche non era ancora vigente la condanna all’ergastolo, ha sottolineato il quotidiano Granma. 

 

Anche se nel ricorso in appello è stata riconfermata la responsabilità di Rodriguez Llerena nel delitto per il quale era stato condannato dal Tribunale Provinciale,  la sentenza  è stata espressa considerando la decisione del Consiglio di Stato, dell’aprile del 2008, di non applicare la pena di morte. 

 

Ha influito anche - ha segnalato Granma - la cooperazione dell'imputato nel chiarimento dei fatti e la manifestazione del suo pentimento. 

 

La decisione è stata adottata  nella Sala dei Delitti contro la Sicurezza dello Stato, nella Corte Suprema Popolare. 

 

Rodriguez Llerena ha posto il 3 agosto del 1997, una bomba  sotto una poltrona nella hall dell’hotel Meliá Cohiba, a L’Avana,  e l’aveva programmata per farla scoppiare  la mattina seguente. 

 

La bomba non ha provocato vittime umane, ma forti danni all’hotel,  stimati in 6500 dollari.

 

 “Per l’esecuzione  di quella  missione, il terrorista Luis Posada Carriles mi aveva pagato mille dollari”, ha detto il mercenario salvadoregno nel processo svolto a L'Avana. 

 

Dieci mesi dopo aver posto la bomba nell’hotel, Rodriguez Llerena era tornato nuovamente nella capitale cubana, dove arrivò il 10 giugno del 1998, a compiere una nuova missione comandata da Posada Carriles: doveva introdurre nell'Isola 1519 grammi d’esplosivo C-4, due detonatori e due orologi per attivarli, quando fu fermato da agenti della dogana. 

 

Il terrorista commentò che doveva consegnare quegli esplosivi al cittadino cubano Juan Francisco Fernandez Gomez (agente Felix della Sicurezza dello Stato cubana). 

 

“Allora, Ignacio Medina (Posada Carriles), mi aveva chiesto di realizzare un'altra missione terroristica per lui e, dato che io mi ero negato, mi offerse 200 dollari e le spese del viaggio per venire a consegnare gli esplosivi a Juan Francisco, cosa che avevo accettato” ha confessato.