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IL TRADUTTORE SI SCUSA PER GLI ERRORI

 
 

Mentre la mafia parla

di “diritti umani”

Il terrorista Orlando Bosch dorme tranquillo nel suo bungalow a Hialeah

 

 

14 aprile 2010 - JEAN-Guy Allard www.granma.cubaweb.cu

 

Sono ormai passati quasi due decenni da quando George Bush padre ha ordinato la liberazione del leader terrorista Orlando Bosch, coautore della distruzione di un aereo civile cubano ed anche associato all'assassinio di John F. Kennedy.

 

Questa liberazione si verificò sotto condizioni che, l’allora presidente, mai rispettò e contro i pareri espressi dai funzionari del Dipartimento di Giustizia che riconoscevano la responsabilità, di Bosch, in diversi atti terroristici.

 

Questo vero e proprio serial killer, che collaborò con la CIA nella creazione del terroristico Coordinamento delle Organizzazioni Rivoluzionarie Unite (CORU), che poi diresse, oggi vive nel suo bungalow a Hialeah, Miami, dove continua a beneficiare della protezione dei più alti organi del potere giudiziario.

 

Il 18 luglio 1990, James Lemoyne del The New York Times, riportò, dalla città del sud della Florida, la liberazione, il giorno prima per ordine della Casa Bianca, del noto criminale. Quel testo rivelava molto della cospirazione dei repubblicani per togliere dalla cella dei Servizi d’Immigrazione colui che ordinò, nel 1976, con il suo complice Luis Posada Carriles, la distruzione in pieno volo di un aereo civile cubano, azione che provocò la morte di 73 persone innocenti.

 

Il documento anche evidenzia come il caso di Luis Posada Carriles è stato manipolato, per 20 anni, fino ad arrivare all’attuale giudizio di El Paso, che non è ancora iniziato.

 

Il titolare del servizio non può essere più chiaro: "Cubano legato ad attentati terroristici, liberato dal governo a Miami"("Cuban Linked to Terror Bombings Is Freed by Government in Miami").

 

Il quotidiano di New York riferisce che l'anno anteriore il Dipartimento di Giustizia “ha cercato di espellerlo sulla base di una relazione del Federal Bureau of Investigation, nella quale si afferma che (Bosch) ha espresso, in maniera ripetuta, e dimostrato la volontà di provocare lesioni e morte”.

 

I funzionari hanno espresso, privatamente, la loro riluttanza a liberare Bosch "temendo che un tale gesto sarebbe difficile da spiegare quando Washington pretende condannare il terrorismo".

 

 

APPENA LIBERATO,

SI BURLA DEL TRIBUNALE

 

 

Il Times riporta, allora, la serie di condizioni fissate a Bosch e delle quali si burlò apertamente, tra le quali figura "un impegno specifico di rinunciare al terrorismo”, un'affermazione implicita del suo status di terrorista.

 

Bosch accettò di restare nella sua casa di Miami "tranne tra le 11:00 am e  le 2:00 pm"; consentire il monitoraggio delle sue attività, mantenere una registro scritto dei suoi visitatori, permettere l'ascolto delle sue chiamate telefoniche, sottoporsi al poligrafo e autorizzare il controllo della sua casa e persona".

 

Nella conferenza stampa che seguì il suo rilascio, Bosch si presenta senza alcun pentimento. Descrive apertamente  l’ "accordo" che ha appena firmato, pochi minuti prima, come "ridicolo" e una "farsa", scrive il giornalista.

 

Il Times segnala allora – ciò che non oserebbe fare oggi - come Bosch beneficiò del sostegno del senatore repubblicano Connie Mack, della rappresentante Ileana Ros-Lehtinen e dello stesso figlio dell’allora presidente, Jeb Bush,"un leader repubblicano di qui" .

 

Il giornale prosegue ricordando come Bosch fu imprigionato "oltre 20 anni fa" dopo essere stato condannato per aver sparato con un bazooka contro una nave polacca e di come, dopo aver lasciato il carcere nel 1974, violò il  suo impegno a "parole" con la giustizia e "fuggì in America Latina, dove, dicono i funzionari americani, realizzò decine di attentati contro uffici cubani e sostenitori" della Rivoluzione.

 

Ci si chiede dove stanno oggi, nella attuale amministrazione, "i funzionari americani" in grado di riconoscere tali fatti.

 

 

POSADA, RODRIGUEZ, GREGG,

NORTH E COMPAGNIA

 

 

Il Times proseguiva denunciando, testualmente, come "terroristi cubani di estrema destra, molti dei quali addestrati dalla CIA per attaccare Cuba negli anni '60, hanno più volte effettuato attentati contro le case e gli uffici di quelli che sospettano favorire i contatti con il Governo di Cuba ".

 

"L’oscuro mondo dei cubani addestrati  dalla CIA ha avuto una lunga relazione con le amministrazioni repubblicane" scriveva Lemoyne, nel più influente giornale degli Stati Uniti.

 

"La rete segreta di rifornimento della Contra del Nicaragua fu creata, durante l'amministrazione Reagan, da un cubano che fu un agente della CIA, Félix Ismael Rodríguez Mendigutía, sotto la direzione di un aiutante del National Security Council, Oliver L. North, il cui principale socio, Luis Posada Carriles, un altro ex agente della CIA, realizzò attacchi terroristici insieme con Bosch" scrive il reporter Lemoyne segnalando come Rodríguez s’incontrò con l'allora vice presidente Bush a Washington, in presenza del  consigliere in materia di sicurezza, Donald Gregg, "un ex funzionario della CIA, che lavorò, anteriormente, sotto la supervisione dello stesso Rodriguez".

 

E il Times precisa:"Carriles scappò di prigione nel 1986 e dopo riapparse come agente e capo nella operazione di rifornimento della Contra".

 

Tale è la giustizia nel paese in cui Cinque cubani rimangano sequestrati dall’amministrazione Obama per aver osato infiltrarsi nelle file delle organizzazioni terroristiche, in cui gli assassini e criminali addestrati dalla intelligence imperiale continuano  cospirando, con la protezione dell’apparato giudiziario, che pretendere combattere il terrorismo.