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“Condannato a morte”

un giornalista cubano

 Il nome del giornalista è Rafael Daniel, Sancti Spiritus, Cuba

 

23 aprile 2010 - www.granma.cu

 

Così dice la sentenza dei terroristi mediatici che partecipano all’attuale scalata all’Isola. Non è nuovo l’incitamento alla violenza contro chi è a favore del popolo cubano che vive, lavora, e sogna. Una sola Cuba è sufficiente per l’odio più feroce.

 

“Per la sua complicità e lunga traiettoria in difesa della dittatura dei fratelli Castro, questo movimento ha decretato la seguente sentenza: al cittadino Rafael Daniel sarà somministrata la pena di morte per alto tradimento alla patria. Tale sentenza sarà eseguita per medio di un giudizio sommario, con l’azione individuale di un cittadino patriottico o di qualsiasi persona per ragioni personali”.

 

La citazione è presa da Riflessioni di un condannato a morte
 
http://rafaeldaniel.blogia.com/2010/030102-reflexiones-de-un-condenado-a-muerte-por-rafael-daniel.php,
 
dove Rafael Daniel propone una meritata risposta.
 

Ovviamente, come si dice, si tratta di un altro paio di maniche.

 

Tutti i giornalisti cubani che cercano di dare una visione differente degli stereotipo che ci propongono le multinazionali private dell’informazione e la blogo-sfera contro-rivoluzionaria, ricevono costantemente minacce di questo tipo, insulti, messaggi personalizzati con intimidazioni, o con “informazioni”. Non è nulla di isolato o casuale.

 

Nessun giornalista cubano rivoluzionario è per sé stesso più coraggioso del popolo che sostiene il progetto, non terminato, che può sempre essere perfezionato, ma più umano della proposta di far sparire e di rifornire il gregge che vorrebbero per Cuba i terroristi ed i neoliberali che si trovano negli Stati Uniti con multimilionarie somme di denaro per appoggiare qualsiasi tipo di guerra per far sparire la Cuba Socialista.

 

Oggi più che mai, con tutta la tenerezza e l’allegria rivoluzionaria, in terra cubana si farà giustizia all’impegno storico per i cittadini.

“Chiunque cerchi di appropriarsi di Cuba, raccoglierà la polvere del suo suolo annegato nel sangue, se non muore nella lotta”, Antonio Maceo.

 

“Prima di abbandonare l’impegno di vedere libera e prospera la Patria, prima si uniranno il mare del sud e quello del nord e nascerà un serpente da un uovo di aquila”, José Martí.