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Il traduttore si scusa per gli errori

 

 

Stati Uniti d’America: la guerra

contro Cuba continua 

 

 

10.05.10 - www.granma.cu

 

 

L’attuale governo nordamericano, come tutti i precedente degli ultimi 50 anni, continua imperterrito a mantenere la guerra economica, commerciale e finanziaria imposta a Cuba da circa mezzo secolo, nonostante il chiaro fallimento dei questa ottusa politica condotta da Washington e condannata ripetutamente dalla comunità internazionale.

 

Le recenti dichiarazioni del principale assessore del presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, per l’America Latina, Daniel Restrepo, hanno confermato nuovamente che l’amministrazione della Casa Bianca non ha alcuna intenzione di eliminare l’illegale ed ingiusto blocco imposto all’Isola, con il frustrato proposito di distruggere la Rivoluzione.

 

Restrepo ha detto alla stampa, giovedì 6, che Obama ha chiarito che non eliminerà il blocco a Cuba, sostenendo che "in questa nazione dei Caraibi si devono fare dei cambi significativi".

 

Restrepo, Direttore dei Temi Emisferici nel Consiglio di Sicurezza Nazionale nordamericano, ha utilizzato di nuovo l’ipocrita e superato pretesto che "Cuba è lontana dall’introdurre miglioramenti nel tema dei diritti umani".

 

Ancora una volta la Casa Bianca ricorre allo stesso sotterfugio  per giustificare il suo atteggiamento aggressivo contro i cubani, come se gli Stati Uniti fossero campioni in diritti umani, quando tutto il mondo sa molto bene che negli USA avvengono le maggiori violazioni e che gli esempi a questo proposito sono noti in ogni angolo del pianeta.

 

Le affermazioni di Restrepo non sono nuove e sono state già pronunciate da altri funzionari degli USA, come il vicepresidente Joseph Biden, che ha affermato che "il blocco si manterrà e sarà usato come strumento di pressione politica contro Cuba".

 

Washington non ha variato di un solo millimetro i meccanismi d’applicazione del suo assedio contro Cuba, le cui basi essenziali sono le restrizioni del commercio e delle transazioni finanziarie, con le proibizioni di viaggi dei nordamericani nell’Isola.

 

Non sono state eliminate nemmeno le decine di limitazioni derivate dal fallito Piano Bush, che ha esteso il criminale blocco, per perseguire gli attivi cubani, con l’applicazione di forti multe alle imprese che commerciano con l’Isola ed ha limitato ulteriormente gli scambi culturali ed accademici tra i due paesi.

 

Evidentemente gli Stati Uniti continuano ad afferrarsi al loro maniaco  desiderio di far sì che l’Isola smetta d’essere sovrana ed indipendente,  principi ai quali i cubani  - e lo hanno dimostrato attraverso la storia - non rinunceranno mai, nonostante questa dura, lunga e crudele guerra imposta da Washington.