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Nuestra America - Cile

 
 

Salvador Allende è più

attuale che mai

 

26 giugno 2011 -  El Siglo da www.rebelion.org traduzione dallo spagnolo per www.resistenze.org

 

Un nuovo anniversario della nascita, nel 1908, di Salvador Allende, si compie oggi. Un nuovo monumento, questa volta nella città di San Joaquin, sarà aggiunto alle centinaia, che già lo ricordano in tutto il mondo. Strade e piazze, scuole e fabbriche, edifici istituzionali, portano il suo nome.

Le ragioni di tanta ammirazione e riconoscimento non sono segrete a nessuno. Il politico socialista, ministro del governo del Fronte Popolare, senatore e successivamente Presidente della Repubblica, è stato fino al suo ultimo giorno - e questo letteralmente - un esempio di onestà e coerenza.

Coerenza, si, con grandi ideali per i quali vale la pena vivere. La lealtà con il suo popolo. Instancabile nella lotta sociale e politica. Pronto a tutti i venti del popolo, attento ad ogni rivendicazione degli sfruttati ed abbandonati. Un "fratello maggiore" o un padre del suo popolo, che era l’immensa maggioranza nelle città e nelle campagne, nelle baie dimenticate, nelle officine e nelle fabbriche, nelle scuole più umili, così come nelle università più prestigiose.

Sognava un Cile giusto, democratico, con salari dignitosi, con le tavole aperte per soddisfare la fame di tutti. Nemico dei privilegi che non derivassero dal talento e dalla fatica e che non fossero al servizio di tutti.

Lo calunniarono fino ai peggiori estremi, ma lasciò la vita con le mani pulite, lasciando ai suoi più stretti familiari nessun’altra eredità, che non fosse quella di un nome rispettato per tutti e venerato da molti.

Tra alcune settimane si compierà un altro anniversario, più strettamente legato alla sua opera di politico e governante: la nazionalizzazione del rame. Qualificato nei giorni scorsi come un “errore storico“ da colui che, nell’attuale governo oggi, occupa il ruolo del sottosegretario del Ministero delle Miniere, questo settore ricopre un ruolo centrale nella nostra storia. Dovremmo leggere questa insolita dichiarazione come una sorta di “mea culpa” delle forze di destra, alle quali appartiene quel funzionario ?

Si tratta di una confessione che è servita a dare i voti per l’unanime approvazione del parlamento, che ha spalancato le porte al recupero della nostra ricchezza fondamentale o perché stavano obbedendo ad un opportunismo politico, dal momento che non avevano la forza ed il coraggio di opporsi ad una causa sostenuta dalla stragrande maggioranza e che era sinonimo di un patriottismo autentico, non semplicemente frutto di un esercizio della sovranità?

Nel Cile che sognava e che cominciò a costruire, non esisteva per Salvador Allende l’educazione al profitto marcata dal lucro. Si facevano passi da gigante nei settori della sanità e dell’edilizia pubblica. I lavoratori potevano liberamente organizzarsi in sindacati e le loro federazioni erano rispettate, così come la Centrale Unica, la CUT dell’epoca.

Erano impensabili scandali come quelli delle farmacie e delle aziende di trasporto, collusi per spremere al meglio le scarse risorse della gente, episodi così riprovevoli, come quelli della Polar, dove sono coinvolti importanti figure del mondo della finanza e del governo stesso.

Nel nuovo Cile che dovrà essere ricostruito, quando si chiuderà la lunga parentesi aperta l’11 settembre del 1973, il ricordo di Salvador Allende diventerà senza dubbio più attuale che mai.

fonte: www.elsiglo.cl