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Nuestra America - Honduras

 

Manifesto contro l'impunità

 

Manifesto per i diritti umani e la

dignità del popolo honduregno

 

 

6.05.11 - da www.copinh.org/leer.php/7851791  www.resistenze.org

 

Noi donne e uomini, membri delle organizzazioni popolari ed indigene dell’Honduras, mobilitati a San Salvador, luogo storico in cui riposano le spoglie del generale Francisco Morazán, appoggiati dalla solidarietà del popolo salvadoregno e di altri popoli del mondo, in occasione del conclave dell'Organizzazione degli Stati Americani riuniti nell'Assemblea Generale Ordinaria, manifestiamo quanto segue:

 

1. L'OEA, revocando la sospensione dello stato honduregno e riammettendolo al proprio interno, ha finito per legalizzare i colpi di stato e contribuito al fatto che restino nell’impunità, non solo per l’Honduras, ma per tutti i paesi americani.

 

2. L'Organizzazione degli Stati Americani, con l'arbitraria decisione auspicata da Washington, di dare ragione ad un regime sorto da elezioni non riconosciute dalla comunità internazionale e svoltesi in un clima d’intensa militarizzazione e repressione, in cui la maggioranza della popolazione honduregna non ha partecipato, contraddice la sua stessa Carta. Minaccia inoltre la dichiarazione dei Diritti Umani, poiché finge d’ignorare che il regime prosecutore del colpo di stato in Honduras viola in modo sistematico e grave i diritti umani, ed è composto dalla giunta delle alte cariche, comandanti ed esecutori del golpe del 29 giugno 2009. Ne sono esempio il generale Romeo Vásquez Velásquez, ministro di HONDUTEL, il generale Venancio Cervantes direttore del dipartamento di Emigrazione, oltre ad altri politici quali Vilma Morales, Arturo Corrales, Carlos López Contreras ed il pubblico ministero generale della Repubblica Luis Alberto Rubí. Possiamo includere anche magistrati della Corte Suprema di Giustizia e deputati coinvolti nella rivolta militare oligarchica, che continuano a godere dell’impunità.

 

3. L'OEA si burla del polopo honduregno e dei popoli del mondo, riconoscendo il regime prosecutore del colpo di stato, giacchè non ignora che Roberto Micheletti gode di una succulenta pensione, di guardie del corpo pagate dallo stato honduregno, di un'amnistia illegale che ha lasciato senza giustizia i crimini commessi contro donne e uomini honduregni a causa della loro lotta per i ritorno alla democrazia.

 

4. L'OEA deve sapere che è complice di oltre 200 omicidi, molti dei quali contro la comunità LGTBI, dei sequestri conclusisi con la sparizione di contadini come Olbin Gallegos e Secundino Gómez, delle torture patite da uomini e donne partecipanti all'enorme mobilitazione nazionale del popolo in Resistenza, della chiusura di mezzi d’informazione, della spietata violenza con cui si trattano i giovani, dei lunghi coprifuochi e stati d’assedio che il popolo honduregno ha subito. L'OEA si fa complice del clima di massima impunità che si vive in Honduras, responsabile del fatto che da gennaio a maggio di quest’anno siano state assassinate 115 donne, in atti di femminicidio.

 

5. L'OEA si rende responsabile della criminalizzazione portata avanti dal regime prosecutore del colpo di stato nei confronti delle organizzazioni sociali che lottano in difesa dell'acqua, delle risorse minerarie, dei boschi e di tutti i beni della madre terra, che oggi si offrono in eventi vergognosi come Honduras is open for business, durante il quale la polizia di regime si è distinta nell’aggressione violenta agli attivisti ed a cameraman televisivi.

 

6. L'OEA dimostra chiaramente di essere uno strumento inutile per gli interessi del popolo, utile per l'impero della morte e per l'avidità che incoraggia i colpi di stato e successivamente li legalizza. Ci mostra la sua doppia faccia ed il fatto che non si è mai prefissa di rivoltare il golpe, bensì ha favorito i golpisti.

 

7. Riteniamo responsabile l'OEA e gli stati che hanno appoggiato il riconoscimento del colpo di stato in Honduras per la repressione, l'impunità, la totale vulnerabilità ed i crimini, che nel nostro paese non vengono fermati.

 

8. Come movimenti sociali salutiamo la coerente decisione della repubblica dell'Ecuador di non appoggiare il reintegro dell’Honduras, con cui mostra la sua forza morale, dignità e vera vocazione democratica.

 

9. Manifestiamo la nostra gratitudine ai popoli del mondo e facciamo loro appello a rafforzare la solidarietà col popolo honduregno, che oggi continua a vivere sotto un colpo di stato con la differenza che è stato legalizzato.

 

In nessuna circostanza storica noi popoli rinunciamo alla memoria delle lotte e delle ingiustizie. Respingiamo la riconciliazione basata sul dimenticare, pratica che favorisce solo l'impunità. Respingiamo la riconciliazione che appoggia il discorso ipocrita della democrazia, che è inesistente in Honduras. Eleviamo la nostra energica condanna all'OEA per la reincorporazione del regime e per questo tentativo d’umiliare la dignità delle figlie e dei figli di Lempira e Morazán.

 

San Salvador, 4 giugno 2011

 

Consejo Cívico de Organizaciones Populares e Indígenas de Honduras COPINH

Empresa Asociativa Unidos Venceremos del Aguan

Movimiento Campesino del Aguan MCA

Movimiento Unificado Campesino del Aguan MUCA

Juventud Popular Morazanista JPM

Colectivo Insurrección Autónoma

Asociación de Pobladores de la Península de Zacate Grande

* In questo momento stanno aderendo altre organizzazioni dell’Honduras, domani s’uniranno i Fronti Dipartimentali della Resistenza di Ocotopeque, Copán, Lempira ed altre organizzazioni della Resistenza.

 

 

da www.copinh.org/leer.php/5098472 - traduzione a cura di Adelina Bottero

 

Comunicato stampa n.1

 

 

Veglia per la Memoria e la Giustizia

 

 

Cattedrale Metropolitana, San Salvador, 4 giugno 2011

 

Dal colpo di stato, in Honduras la situazione dei diritti umani si è aggravata, giacché il clima d’impunità, la crescente militarizzazione e l’accerchiamento mediatico hanno lasciato la popolazione honduregna in generale, ed in particolare il movimento di Resistenza Popolare, tragicamente senza difese.

 

Da gennaio ad oggi, 115 donne sono state assassinate in atti di femminicidio, come registrato da organizzazioni femministe. Nella zona del Bajo Aguán, noto a causa della lotta per la terra, gli sgomberi violenti sono quotidiani, ogni settimana si compiono omicidi e le sparizioni forzate sono frequenti, come il recente caso di Olbin Gallegos e Secundino Gómez.

 

Il Comitato dei Familiari dei Desaparecidos dell’Honduras (COFADEH), organizzazione con sede nella capitale honduregna, dal gennaio 2010 al gennaio 2011 ha registrato i seguenti dati, in base alle denunce ricevute: 431 detenzioni illegali, 28 omicidi per abuso d’autorità, 57 omicidi politici, 34 omicidi per conflitti riguardanti la terra, 96 feriti e pestati, 26 torturati, 10 giornalisti assassinati (passati a 12 in aprile), 22 minacce contro giornalisti e addetti all’informazione, 2 radio comunitarie chiuse. La Commissione Interamericana dei Diritti Umani ha stabilito misure di sicurezza per 160 persone.

 

La brutalità poliziesca e la criminalizzazione giuridica della lotta popolare sono quotidiane. Lo smantellamento di organizzazioni sociali attraverso mezzi legalizzati dal golpismo e l’aggressione contro i loro dirigenti è fatto comune, come sta avvenendo contro alcuni dei più belligeranti attivisti dell’ordine nazionale degli insegnanti, in sciopero della fame da oltre un mese. Uno dei settori aggrediti più violentemente è la comunità LGBTI: dal giugno 2009 al gennaio di quest’anno sono stati assassinati 31 transessuali, nella lotta contro il golpismo hanno perso dirigenti ed attivisti. Il paese intero è stato messo in vendita: nella recente attività imprenditoriale denominata Honduras open for business sono stati concessi fiumi, terre, boschi e miniere ad oltre 200 impresari capitalisti. Sono le comunità indigene per prime a subire l'impatto di questi megaprogetti turistici, energetici e del settore minerario ed a lottare contro di essi. In quelle comunità si sono perpetrati assassini, pestaggi, arresti e continue persecuzioni.

 

La situazione di miseria e violenza si è acutizzata, per questo la Resistenza continua a lottare per la giustizia e contro l'impunità. Il discorso di una riconciliazione ufficiale, senza che sia fatta giustizia verso donne e uomini ammazzati dal golpismo e senza che siano processati coloro che continuano a governare nell'attuale regime successore del golpe, non è possibile.

 

Condanniamo l'OEA per la legalizzazione del colpo di stato in Honduras

Non dimentichiamo

Non perdoniamo

Non ci riconciliamo

 

Campo Dignità contro l'Impunità, per i Diritti Umani e la Dignità del Popolo Honduregno

Consejo Cívico de Organizaciones Populares e Indígenas de Honduras COPINH

Empresa Asociativa Unidos Venceremos del Aguan

Movimiento Campesino del Aguan MCA

Movimiento Unificado Campesino del Aguan MUCA

Juventud Popular Morazanista JPM

Colectivo Insurrección Autónoma

Asociación de Pobladores de la Península de Zacate Grande