Nuestra America - Panama

 

 

22 anni dall’invasione degli USA

 

a Panama: la verità s’impone!

 

 

16 dicembre '11 - Luis Manuel Arce Isaac www.granma.cu

 

 

A 22 anni dall’invasione degli Stati Uniti a Panama, l’unica verità è che fummo bombardati e massacrati per terrorizzare, intimidire, smobilitare il popolo, e annullare il nazionalismo, ha denunciato il Comitato 20 dicembre.

 

La decina di organizzazioni sociali che integrano la Coordinatrice degli atti commemorativi dell’invasione di questo comitato, ha emesso un comunicato congiunto nel quale spiegano le varie fasi dell’aggressione ordinata dal governo del ex presidente George Bush il 20 dicembre del 1989.

 

Quel giorno un’ondata di aerei militari bombardarono in forma simultanea 27 punti del paese e distrussero El Chorrillo, il quartiere e più popolare della capitale, mentre 26000 soldati invasero l’istmo per catturare il generale Manuel Antonio Noriega.

 

Il governo di Noriega smise d’essere utile agli interessi nordamericani alla fine degli anni ‘80 e usarono come scusa il traffico di droga e con l’aiuto dell’oligarchia, Bush vendette l’idea della necessità di un’invasione.

 

Il proposito, denunciano le organizzazioni, era riprendere il controllo politico perduto in parte dal 1968, con la nomina del generale Omar Torrijos.

 

I morti, aggiungono, li ha messi la classe popolare nazionalista e i ‘chorilleros’: la borghesia di Panama non ha avuto un solo morto nell’invasione, ma i martiri non difendevano un governo, un generale, un modello economico... difendevano la Patria e la sua libertà.

 

Le organizzazioni esigono che il 20 dicembre si decreti un Giorno di Lutto Nazionale; l’insegnamento obbligatorio dei fatti avvenuti nelle scuole e che si strutturi una commissione indipendente e qualificata, per dare un risultato ufficiale dei morti e degli scomparsi.

 

Inoltre chiedono che lo Stato panamense condanni l’invasione e quereli internazionalmente gli Stati Uniti, per far sì che questa potenza sia giudicata e condannata per questo crimine di lesa umanità, obbligarla al risarcimento e alla riparazione della nazione panamense.

 

 

30º Anniversario della scomparsa

del Generale Torrijos

 

 

1.08.11  - L.M.Arce www.granma.cu

 

 

 

Tre decenni sono passati da quando l´aereo sul quale viaggiava il leader nazionalista, generale Omar Torrijos, esplose in pieno volo in prossimità di Olé, Cerro Marta, in Coclesito, ed ancora non è stata fatta luce sulle cause.

 

La sua prematura morte, ormai 30 anni or sono, il 31 di luglio del 1981 - considerata dalla maggioranza dei panamensi un omicidio politico ad opera della CIA -, non ha impedito che gli accordi per la restituzione del Canale di Panama ai suoi legittimi proprietari, firmati con il presidente James Carter, si concretizzassero.

 

Torrijos nacque il 13 di febbrai del 1929 a Santiago de Veracruz, Veragua, da una famiglia di maestri. Fu un attivista della Federazione degli Studenti di Panama, e nel 1952 iniziò il suo servizio nella Polizia Nazionale, che poco dopo prenderà il nome di Guardia Nazionale (GN).

 

La sua formazione politico-ideologica fu segnata dai sanguinosi avvenimenti del 1964, quando alcuni soldati statunitensi fucilarono gli studenti panamensi che provarono ad issare la bandiera nazionale in una scuola nel territorio della zona del Canale, evento che provocò un grande massacro.

 

Pochi anni più tardi, l’11 ottobre del 1968, la GN guidata da Torrijos, con il sostegno di ampi settori popolari, pose fine al governo di turno, venduto agli interessi sovra nazionali, ma gli Stati Uniti rifiutarono le posizioni del nuovo capo del governo panamense.

 

Meno di un anno dopo, nel 1969, agenti statunitensi provarono a rimuoverlo dal potere, spingendo l´ala destra della ufficiale GN a guidare un tentativo di colpo di stato. Ma Torrijos lo fece fracassare.

 

Sotto il suo governo e per sua iniziativa, fu approvata una nuova Costituzione che sanciva la nascita di una Assemblea Nazionale composta da rappresentanti delle comunità di base, inoltre ottenne che il Consiglio di Sicurezza dell’ONU si riunisse nel suo paese nel marzo del 1973, per discutere delle questioni relative al Canale.

 

La maggioranza del Consiglio si pronunziò a favore delle istanze panamensi ed esortò Washington, e Richard Nixon, a quel tempo in qualità di presidente, a rivedere il suo trattato con Panama, ma all’accordo fu posto il veto da parte degli Stati Uniti che respinsero la risoluzione.

 

Nonostante ciò Torrijos insistette nella sua battaglia per la restituzione della via interoceanica e nel settembre del 1977 ottenne che venissero firmati a Washington gli storici accordi Carter-Torrijos, per i quali, a partire dal 31 di dicembre del 1999, il Canal sarebbe stato restituito con proprietà piena ed incondizionata a Panama.

 

Rimaneva solo da far ratificare i suddetti trattati dal Senato degli Stati Uniti, cosa che si ottenne, attraverso clausole ad emendamenti, il 18 aprile del 1978, con uno scarto di appena due voti.

 

Sfortunatamente, Panama non poté impedire, che venissero incluse nelle negoziazioni, due emendamenti che affettavano la sua sovranità. Uno assegnava alle navi da guerra statunitensi il diritto al transito straordinario attraverso il Canale in caso di emergenza.

 

L´altro consentiva l´intervento militare statunitense, celato sotto il pretesto di difendere il Canale, anche dopo che questo fosse passato sotto il controllo nazionale. Il 20 di dicembre del 1989, truppe degli Stati Uniti invasero il paese con il pretesto di catturare il generale Manuel Antonio Noriega.

 

Con la mobilizzazione di 26mila effettivi, si trattò in pratica della maggiore operazione militare nordamericana dai tempi della guerra in Vietnam.

 

I bombardamenti indiscriminati colpirono quartieri molto popolati della città e provocarono la morte di centinaia di civili. La resistenza panamense fu eroica.

 

Lo spargimento di sangue non gli servì a molto, e infatti al mezzogiorno del 31 di dicembre del 1999 la via interoceanica passò sotto il controllo dell’ amministrazione dello Stato panamense e da quel momento una sola bandiera sventola sovrana nella zona, come aveva sognato il generale Omar Torrijos.