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Il traduttore si scusa per gli errori

 

 

Dubbi sull’imparzialità della Corte

Interamericana dei Diritti Umani

 

20 settembre 2011 - Luis Beaton www.granma.cu

 

L’imparzialità che deve caratterizzare la Corte Interamericana dei Diritti Umani (CIDH, la sigla in spagnolo) è posta in dubbio oggi dopo la protezione e l’accettazione del delitto di corruzione, nella sentenza favorevole ad un oppositore del Governo del Venezuela.

 

Secondo il rappresentante del Venezuela presso la CIDH, Germán Saltrón, la sentenza data da questo organismo internazionale a favore dell’oppositore venezuelano,Leopoldo López, viola la Convenzione Americana contro la corruzione, perchè costui era stato sospeso per irregolarità in due opportunità dalla Corte dei Conti Generale della Repubblica.

 

“Lo Stato venezuelano necessariamente deve sottoporre questa sentenza all’analisi del Tribunale Supremo di Giustizia, che è il nostro massimo potere”, ha puntualizzato in una dichiarazione a Telesur il funzionario, che ha precisato che la sentenza della CIDH è inappellabile, ma che sono i magistrati del Tribunale Supremo di Giustizia, coloro che decideranno se la sentenza è applicabile nel paese.

 

Apparentemente la decisione dell’organo, con sede a San José, in Costa Rica, non ha considerato che la Costituzione del Venezuela stabilisce nell’Articolo 271, che non si può prescrivere la violazione dei diritti umani, come il delitto di narcotraffico e il delitto di corruzione, ha precisato Saltrón.

 

López, ha precisato, ha tutti i suoi diritti politici garantiti e di fatto li ha esercitati e continua ad esercitarli, ma quello che non può fare è essere candidato per le elezioni popolari: questo è il solo limite ed e stabilito dalla legge, che è compatibile con la nostra Costituzione.

 

Il giurista ha detto anche che per 11 anni la Commissione non è stata imparziale con il suo paese. “È totalmente parziale contro lo Stato venezuelano, non è obiettiva nelle sue analisi e nelle sue decisioni, che sono più politiche che giuridiche. Lo dimostra il fatto che dal 1998, quando giunse al potere il governo del presidente Hugo Chávez e sino ad oggi, abbiamo ricevuto più di 58 denunce contro lo Stato venezuelano per violazioni dei diritti umani; in cambio, dal 1967 al 1998 si ricevettero sei sole denunce. Tra quelle sei due erano dei terroristi Luis Posadas Carriles e Orlando Bosch, che parteciparono all’attentato contro un aereo civile, crimine in cui morirono 73 persone”.

 

“Tutti i fatti dimostrano che la Commissione e la Corte svolgono una campagna contro il Venezuela per togliere prestigio al governo e giustificare qualsiasi intervento politico, com’e avvenuto l’11 aprile del 2002 e come pensano di fare se perderanno le elezioni nel 2012. Nel caso di López la sentenza non è ben esposta e dimostra che la Corte, essendo un organismo dei diritti umani, protegge e convalida il delitto di corruzione, va contro la convenzione americana contro la corruzione e contro la lotta alla corruzione nelle Nazioni Unite”, ha terminato.