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Il traduttore si scusa per gli errori

 

 

Washington rafforza la

pressione sul Venezuela

 

24 giugno 2011 -  E.Golinger da Aporrea.org - www.aporrea.org traduzione per www.resistenze.org

 

Oggi, durante l’udienza del Comitato Esteri della Camera dei Rappresentanti del Congresso degli Stati Uniti sulle “Attività Sanzionabili in Venezuela”, congressisti democratici e repubblicani hanno chiesto al governo di Barack Obama di agire in modo più aggressivo contro il governo di Hugo Chavez in Venezuela. Il capo del Sotto Comitato agli Esteri per l’Emisfero Occidentale, Connie Mack, repubblicano della Florida, ha definito “terrorista” il governo venezuelano, dichiarando che “è ora di agire contro la politica venezuelano-iraniana”.

 

Mack é noto per la sua posizione rabbiosamente anti-chavista. Ma ciò non gli impedisce di avere peso nel corpo legislativo per via del suo alto incarico nel Comitato per gli Affari Esteri.

 

Insieme alla repubblicana Ileana Ros-Lehtinen, lo scorso 24 maggio sono riusciti a convincere la Casa Bianca a imporre sanzioni contro l’azienda petrolifera statale del Venezuela, Petróleos de Venezuela S.A. (PDVSA). Mack ha dichiarato che la sua unica missione quest’anno é “l’obiettivo Hugo Chavez”.

 

L’udienza di oggi, tutta dedicata al Venezuela, ha visto la presenza di alti funzionari del Dipartimento di Stato, di quello del Tesoro e dell’Ufficio di Controllo dei Beni Stranieri.

 

Le dichiarazioni rilasciate davanti al Comitato dall’assistente Sottosegretario di Stato per l’America Latina, Kevin Whitaker, hanno rivelato che l’amministrazione Barack Obama sta “seriamente valutando di classificare il Venezuela come Stato terrorista”.

 

Whitaker ha detto: “Nessuna opzione è scartata, e il dipartimento continuerà a studiare qualsiasi azione ulteriore che possa essere necessaria in futuro”.

 

Le sanzioni imposte contro PDVSA il 24 maggio rientrano in una legge sanzionatoria contro l’Iran (Iran Sanctions Act) degli USA, e comprendono la proibizione di siglare contratti con il governo statunitense, l’uso della banca d’importazione ed esportazione degli Stati Uniti e l’approvazione di certe licenze tecnologiche.

 

Quest’azione ostile di Washington non ha provocato gravi danni economici al paese sudamericano e alla sua azienda petrolifera solo perché quest’ultima non aveva né contratti con gli USA né crediti presso le loro banche.

 

Le sanzioni non colpiscono la fornitura di petrolio dal Venezuela per gli Stati Uniti, né l’impresa venezuelana in territorio nordamericano, la CITGO. Ciò nonostante, le sanzioni hanno avuto un duro effetto nei rapporti diplomatici fra Caracas e Washington, che erano già tesi. Dopo queste ultime azioni aggressive, il governo venezuelano ha dichiarato “congelate” le relazioni con gli USA.

 

 

Pericoloso fare affari con PDVSA

 

 

Il Dipartimento di Stato ritiene che sebbene le sanzioni contro PDVSA non colpiscano l’economia del paese, mandino però “un chiaro messaggio al mondo che è pericoloso fare affari col Venezuela e PDVSA”, indicando che in futuro Washington potrebbe agire contro chiunque entri in contatto con le aziende venezuelane.

 

I congressisti hanno pure richiesto al Dipartimento di Stato di imporre sanzioni contro la linea aerea venezuelana CONVIASA, perché appoggerebbe il terrorismo mantenendo un volo tra Caracas, Siria e Iran. Senza presentare una sola prova, i congressisti hanno sostenuto che questo volo, che è già sospeso, “trasportava materiale radioattivo, armi, droga e noti terroristi di Hezbollah e Iran”.

 

A sostegno di quest’accusa hanno citato il giornale tedesco Die Welt, che nei giorni scorsi aveva raccontato di una base missilistica in costruzione sulla costa occidentale venezuelana per attaccare gli Stati Uniti, base in collaborazione fra Iran e Venezuela.

 

Per smascherare queste false informazioni il Presidente Hugo Chávez aveva mostrato le immagini di una centrale di mulini a vento dove le “fonti” giornalistiche avevano indicato la fittizia base militare iraniana.

 

 

Altre sanzioni

 

 

Il congresso ha chiesto al Dipartimento di Stato di valutare l’adozione di maggiori sanzioni contro il Venezuela, inclusa “la proibizione di importare dagli Stati Uniti” e “la transizione in dollari”.

 

I rappresentanti della Casa Bianca hanno fatto notare che sebbene stiano valutando l’incremento della pressione contro il governo di Hugo Chávez, che considerano un “governo nemico”, devono però tenere conto dell’importante fornitura di petrolio venezuelano, che corrisponde al 15% delle importazioni statunitensi.

 

Giorni fa il Presidente Barack Obama ha autorizzato lo sfruttamento petrolifero nello stato dell’Alaska, in una zona protetta per la sua ricchezza ambientale, spiegando che Washington prima di rompere con il Venezuela sta cercando di assicurarsi il suo fabbisogno energetico.

 

 

Sanzioni fino ad oggi

 

 

A parte le sanzioni contro PDVSA dello scorso 24 maggio, Washington ha già preso misure aggressive contro il governo venezuelano.

 

Nel giugno 2006 aveva classificato il Venezuela come un paese che “non coopera a sufficienza nella lotta contro il terrorismo” e mise una sanzione proibendo la vendita al Venezuela di armi da parte di qualunque azienda nel mondo che usasse tecnologia statunitense.

 

Dal 2005, Washington ha classificato il Venezuela come un paese che “non coopera nella lotta al narcotraffico”, il che deve portare a un’altra sanzione contro il paese sudamericano.

 

Ma Washington ha spiegato che il Venezuela non ha debiti con gli Stati Uniti, l’unico appoggio che si potrebbe tagliare sarebbero quei milioni di dollari che ogni anno sono consegnati ai gruppi antichavisti e che lavorano quotidianamente per far cadere il governo di Chávez.

 

In questa sanzione hanno introdotto un’eccezione spiegando che “non avrebbe colpito il sostegno economico che gli USA forniscono alle organizzazioni “democratiche” della società civile, garantendo così il loro appoggio continuo per la destabilizzazione in Venezuela.

 

Nel 2007, il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha sanzionato tre alti funzionari del governo venezuelano, accusandoli di avere vincoli con terrorismo e narcotraffico, senza aver mai fornito delle prove.

 

I funzionari erano il Direttore della Direzione dei Servizi segreti militari, il generale Hugo Carvajal, l’allora Direttore dei Servizi Segreti Bolivariani (SEBIN), il generale Henry Rangel, e l’allora ministro degli Interni e Giustizia Ramón Rodríguez Chacín.

 

L’anno seguente, il Dipartimento di Stato ha accusato due venezuelani di origine siriana, Fawzi Kan’an e Ghazi Nasr al Din, di essere terroristi legati a Hezbollah, gruppo che gli USA considerano terroristico.

 

Tutto lascia intendere che Washington continuerà ad aumentare le sue azioni aggressive contro il Venezuela, utilizzando tutto il possibile per creare l’isolamento internazionale.