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Nuestra America - Honduras

 

Juan Barahona: Per il popolo il miglior

modo per vendicare il golpe sta nelle urne

Intervista con Juan Barahona vicecoordinatore del FNRP dell'Honduras

 

 

 

 18 novembre 2011 - Silvia Alvarez - Brasil De Fato www.resistenze.org da nicaraguaymasespanol.blogspot.com

 

 

 

Juan Barahona, vice coordinatore del Fronte Nazionale di Resistenza Popolare, analizza le diverse tappe che ha vissuto il movimento di resistenza in Honduras, e indica i possibili scenari di un futuro governo, del partito che recentemente si è costituito per partecipare alla contesa elettorale.

 

La resistenza honduregna si prepara ad una nuova tappa di lotta: la disputa del potere politico attraverso la partecipazione elettorale nel 2013. Il 30 ottobre scorso, migliaia di persone si sono radunate di fronte alla sede della Corte suprema Elettorale (TSE) del paese per accompagnare la consegna di oltre 80000 firme - il doppio della quantità richiesta - per iscrivere il partito recentemente formato Libertà e Rifondazione (LIBRE).

 

Juan Barahona, sindacalista e vice coordinatore del Fronte Nazionale di Resistenza Popolare (FNRP), spiega che il partito LIBRE sarà il braccio politico di questa organizzazione, sorta dalla mobilitazione popolare contro il colpo di Stato del 2009. Il dirigente, che ne fu a capo durante l'esilio del presidente Manuel Zelaya, confida nel fatto che la sinistra honduregna sia maturata dopo oltre due anni di lotta, e avverte: il popolo ha sete di vendetta.

 

Lei fa parte del Coordinamento del FNRP fin dall'inizio. Come valuta l'operato di questa organizzazione a due anni e più dal colpo Stato?

- In Honduras, prima del golpe, avevamo un movimento sociale organizzato, forte ed articolato a livello nazionale, riunito nel cosiddetto Coordinamento Nazionale di Resistenza Popolare.

Il 28 giugno, quando avvenne il golpe, tutta questa base fu chiamata ad unirsi immediatamente alla lotta contro il colpo di stato. Nei giorni successivi al golpe, organizzammo il Fronte Nazionale di Resistenza contro il Colpo di Stato, successivamente denominato Fronte Nazionale di Resistenza Popolare. Da lì incominciammo a convocare tutte le forze e settori che, al momento, non erano ancora confluiti nel Coordinamento, e ci fissammo due obiettivi: il reinsediamento dell'ex Presidente Zelaya e la convocazione di un'Assemblea Nazionale Costituente - che fu il motivo che originò il golpe.

 

E perché non raggiungeste questi obiettivi?

- Malgrado tutto ciò che facemmo, non conseguimmo il reinsediamento. Siamo rimasti 161 giorni ininterrottamente per le strade, perché ci eravamo proposti di sconfiggere il golpe mediante una mobilitazione ed una protesta pacifica. Non avevamo altro modo. Ma come sinistra, partiti e movimenti sociali, non eravamo pronti a tener testa ad un colpo di stato.

Non ci siamo riusciti perché l'impero nordamericano apportò sostegno economico al governo. Perché per un paese povero come l'Honduras, mantenere le forze repressive per le strade ha un costo enorme. Fu possibile solo mediante l'aiuto esterno. Senza tale appoggio saremmo riusciti a sconfiggere il golpe. La repressione fu molto forte. Tutti i giorni ci reprimevano, ammazzavano gente, oltre al coprifuoco ed allo stato d'assedio. Ma, anche così, la gente continuò a stare per le strade.

 

E che cosa avete ottenuto?

- Abbiamo ottenuto che il golpismo non si consolidasse. Essi non hanno potuto governare. Politicamente abbiamo sconfitto il colpo di Stato, poiché ciò che volevano fare qui era mettere a punto un laboratorio per applicare poi la stessa ricetta in altri paesi, specialmente in Sudamerica, per fermare tutta l'ondata di cambiamenti progressisti che stanno avvenendo attualmente.

Essi volevano consolidare il colpo di Stato come modello di democrazia e sviluppo economico, che fu proprio ciò che ci avevano venduto per molto tempo: il modello di sviluppo prodotto da una dittatura. Abbiamo ottenuto che il golpe non diventasse un modello per nessun altro paese al mondo.

 

Ci sono cambiamenti? La resistenza è maturata?

- Abbiamo tenuto alta la bandiera dell'Assemblea Costituente consentendo al popolo di appropriarsi del concetto e capirne l'importanza.

Continuiamo ad organizzare il Fronte in tutto il paese, in 18 dipartimenti e 298 municipi, articolando tutta questa forza a livello nazionale. Affinché il Fronte avesse una direzione rappresentativa nel paese, a luglio del 2010 l'Assemblea Nazionale del FNRP elesse il nostro Coordinamento. Fu un processo di organizzazione e formazione, ed il Fronte andò assumendo l'agenda sociale dei movimenti, rafforzandosi dalla base durante il periodo in cui Zelaya era fuori dal paese.

 

Quali cambiamenti sono avvenuti nel FNRP a causa della decisione di partecipare ad al processo elettorale?

- Il movimento sociale in Honduras non aveva mai partecipato a processi elettorali. Le organizzazioni non avevano mai discusso della presa del potere politico con la loro base. Alcune organizzazioni proibivano persino per statuto la partecipazione in politica.

Adesso queste organizzazioni fanno parte del Fronte e stanno partecipando alla costruzione del partito. Avviene così un salto qualitativo nello sviluppo politico di questa forza sociale. Avviene inoltre un cambiamento nella visione della conquista del potere. Ovvero: si tratta non solamente di lottare per rivendicazioni sociali ed economiche, come ad esempio i sindacati per la negoziazione collettiva, il corpo insegnante per difendere lo Statuto del Docente, i contadini per recuperare un pezzo di terra.

Questo processo ci ha portati a comprendere che senza la conquista del potere politico non possiamo risolvere molti dei problemi che affrontiamo da anni, e che per cambiare la situazione in Honduras, dobbiamo governare fuori dal modello neoliberista. Dobbiamo cambiare il modello economico ed il sistema.

 

Perché il Fronte ha deciso di creare un partito politico e partecipare al processo elettorale?

- C'è un grosso interesse della base a partecipare alle prossime elezioni generali nel novembre 2013, perché il popolo vuole vendicarsi del colpo di Stato e il modo per riuscirci sta nelle urne.

Nel Coordinamento alcune persone erano contrarie alla partecipazione elettorale del FNRP, ma alla fine abbiamo raggiunto un accordo. Esiste una diversità ideologica e politica molto grande all'interno del Fronte. Questo non ci consente di avere un pensiero unico. Ma ciò che ci unisce sono gli obiettivi strategici comuni: la convocazione dell'Assemblea Nazionale Costituente e la conquista del potere politico. Ed allora, stando al potere, convocare la Costituente ed operare le trasformazioni politiche, sociali, culturali di cui la gente ha bisogno.

Stiamo già organizzando le correnti dentro il partito per partecipare alle elezioni interne che si celebreranno a novembre 2012, per scegliere le istanze di conduzione del partito e i candidati alle elezioni popolari.

 

Quale progetto di paese propone LIBRE?

- Non abbiamo discusso ancora il progetto di paese, ma alcuni punti dei nostri Statuti definiscono già come dovrebbe essere il governo dei nostri partiti: siamo antimperialisti, vogliamo cambiare il modello neoliberista e vogliamo che lo sviluppo economico e sociale sia in funzione del popolo honduregno.

Negli Statuti abbiamo anche approvato che le donne dovranno occupare il 50% degli incarichi interni del partito ed il 50% degli incarichi alle elezioni popolari. Inoltre, il 25% di questi stessi incarichi andranno ai giovani.

Vogliamo democratizzare questa società. La società honduregna è stata governata per oltre 120 anni da due partiti tradizionali rappresentanti le oligarchie del paese. Essi non governarono mai in favore del popolo, noi ci proponiamo di cambiare questa situazione.

Ci sono problemi risolvibili solo da parte dello Stato. Uno di questi problemi è la questione agraria. Porfirio Lobo governa all'interno del modello neoliberista, dove la riforma agraria non è prevista. Pertanto c'è una forte disuguaglianza sociale, sanabile solo dando impulso ad un modello diverso, alternativo.

 

Quali altri problemi affronterebbe un futuro governo del partito LIBRE?

- Il problema dell'educazione è enorme. Oggigiorno, i maestri sono mal pagati e lo Stato da anni non costruisce nuove scuole ed aule. Quelle esistenti stanno cadendo a pezzi. Allo Stato non interessa questa situazione. Al contrario, meglio che rimanga così, in rovina, affinché il popolo honduregno pensi che sia meglio privatizzare. Lo stesso avviene nel settore sanitario. Sono sistemi totalmente deteriorati.

 

Come valuta l'attuazione del governo di Porfirio "Pepe" Lobo?

- È un governo eletto senza il consenso popolare, delegittimato, giacché solo il 30 % della popolazione andò a votare. Chi comanda in Honduras è il "nucleo duro" del golpismo. Le strutture dello Stato golpista sono intatte. Abbiamo un Pubblico Ministero golpista intatto, un potere giudiziario intatto, il potere legislativo, nella sua maggioranza golpista, intatto, le forze armate intatte. A tal punto che il generale che capeggiò il golpe è ora il direttore dell'impresa pubblica più redditizia dell'Honduras, quella delle telecomunicazioni (Hondutel). Allora mi chiedo: chi comanda il paese?

Se fosse un governo interessato a svincolarsi dal colpo di Stato, questo Generale non starebbe in Hondutel, sarebbe in carcere.

La repressione col governo di Porfirio Lobo è più brutale che con il governo di Micheletti. Questo governo ha assassinato molte più persone che nei mesi di Micheletti. Reprimono le mobilitazioni, la Valle dell'Aguán è militarizzata, hanno inviato battaglioni, non per proteggere i contadini, né per fermare i massacri, bensì per tutelare le proprietà dei latifondisti.

 

Come valuta lei l'"Accordo di Cartagena" che permise il ritorno di Zelaya in patria?

- Uno dei punti dell'accordo è il rispetto dei diritti umani e questo punto non viene rispettato. Continuano ad ammazzare compagni della resistenza, a criminalizzare la lotta sociale. Quell'accordo non è stato realizzato e continua ad essere violato.

Un altro punto importante, in fase di svolgimento, è il riconoscimento del Fronte come partito politico. Stiamo adempiendo a tutti i requisiti previsti per legge. Stiamo a vedere che cosa succede (Quando questo articolo è stato redatto il TSE non aveva ancora dato una risposta definitiva sull'ufficializzazione di LIBRE come partito politico).

 

Chi sarà il/la candidato/a alla presidenza del partito LIBRE?

- Dato che non siamo riusciti a cambiare la Costituzione attraverso un'Assemblea Nazionale Costituente, e visto che l'attuale Costituzione non permette la rielezione, Manuel Zelaya Rosales non può essere candidato.

C'è pressoché consenso sul fatto che la moglie dell'ex presidente Zelaya, la signora Xiomara Castro, sia la candidata. Ma non è ancora ufficiale. In primo luogo dobbiamo legalizzare il partito e poi fare elezioni interne.