HOME BATTAGLIA D'IDEE

Il traduttore si scusa per gli errori 

 

 

La guerra in Libia è

anche mediatica
La denuncia di Rolando Segura, corrispondente di Telesur nella nazione nordafricana

 

 

 

22.09.11 - Mayté Madruga Hernández www.granma.cu

 

Il giornalista Rolando Segura, corrispondente in Libia del canale Telesur, ha raccontato nella Unione dei Giornalisti di Cuba (UPEC), la sua esperienza nel conflitto in Libia, la mattina di mercoledí 21.

 

Segura, che ha ricevuto dalla UPEC un diploma di riconoscimento per il suo lavoro di corrispondente di guerra, ha spiegato che i media occidentali hanno manipolato l’opinione pubblica per far sì che la NATO potesse intervenire in Libia.

 

“Nei primi mesi del conflitto la guerra in questo paese è stata mediatica, ha detto, e le principali agenzie di notizie hanno manipolato cifre e informazioni ed anche immagini.

 

Quando io sono giunto in Libia, ho conosciuto un paese ospitale, ma poi tutto è cambiato dopo i bombardamenti dell’Alleanza e gli abitanti della Libia si fanno una domanda, perchè ci fanno questo?”, ha raccontato Segura a un folto numero di persone, ricordando i momenti difficili, anche se a volte comici, e dando mostra dell’umorismo tipico cubano.

 

“I mesi in Libia mi hanno permesso di fare una copertura più completa, di conoscere la verità dei libici, mentre i corrispondenti occidentali che restavano solo due mesi al massimo, non potevano fare questa conoscenza. Uno dei momenti più difficili è stato quando siamo rimasti intrappolati nell’hotel Rixos e molte volte siamo stati costretti a dire che eravamo prigionieri delle truppe leali a Gheddafi, ma questo io non l’ho mai riportato perchè in realtà io non avevo prove che fosse così.”

 

“In Libia la NATO ha utilizzato ogni tipo di bomba ed anche se la Francia e il Regno Unito hanno solo riconosciuto la partecipazione di elicotteri Apache nel terreno, ci sono evidenze che i nuovi droni sono stati utilizzati contro i civili”, ha denunciato il giornalista, che ha raccontato anche che nei primi mesi l’Alleanza Atlantica ha cominciato i bombardamenti dei centri d’operazioni militari, ma nel mese di maggio, quando la maggioranza di questi luoghi era già stata distrutta, gli obiettivi sono stati gli ospedali, le scuole, le case, e si potevano vedere solo i civili che scappavano cercando un posto dove rifugiarsi”.

 

Proprio ora che la NATO proroga la sua presenza in Libia, Segura ha ricordato le persone che ha conosciuto e ha riaffermato che con il pretesto di liberare una nazione, in Libia sino ad oggi, sono stati uccisi almeno 900 civili.