Orlando Hernandez Guillen, primo vice ministro di Commercio Estero ed Investimento Straniero, ha confermato oggi che le punizioni imposte durante l’attuale Amministrazione degli USA alle banche che operarono con Cuba sono superiori a quelle stabilite negli anni passati.

 

In una conferenza stampa a L’Avana, Hernandez Guillen reiterò che il bloqueo economico, finanziario e commerciale di questo paese contro l’Isola si incrudisce nel settore bancario e finanziario, proibendo le transazioni in dollari statunitensi e sanzionando o multando diverse entità.

 

L’importo totale delle sanzioni imposte a persone naturali o giuridiche (imprese ed istituzioni bancarie) ascende a oltre mille 100 milioni di dollari durante l’attuale Governo del paese settentrionale, puntualizzò il funzionario.

 

Ha affermato che le misure arbitrarie spaventano gli uomini d’affari che cercano di investire nella maggiore delle Antille, sotto la paura che - per effetti del bloqueo – le loro produzioni e servizi non possano arrivare al mercato nordamericano, uno dei principali del mondo.

 

Per transazioni vincolate con Cuba, nel 2009 le multe alle banche statunitensi all’estero, ed a stranieri, ammontarono a 542 milioni di dollari.

 

Così è accaduto, per esempio, all’Australia and New Zealand Bank Group, obbligato a pagare cinque milioni 750 mila dollari.

 

Stessa sorte è toccata al Credit Suisse AG, che ha dovuto sborsare 536 milioni in penalità per operazioni finanziarie con la nazione caraibica, Iran, Sudan, Libia, Birmania e Liberia.

 

Durante il 2010, l’importo per questo concetto ammontò a 477 milioni di dollari, argomentò il funzionario.

 

Delimitò che questa politica criminale ha ristretto la possibilità di cooperazione di entità internazionali della salute con l’Isola, come il Fondo Mondiale di Lotta contro HIV-AIDS, la Tubercolosi e la Malaria, a cui furono sequestrati quattro milioni 207 mila dollari.

 

 

Record di sanzioni degli USA

per commerciare con Cuba

 

 

Il governo di Barack Obama ha imposto più di 1100 milioni di dollari di multe ad entità o cittadini per aver commerciato con Cuba, una cifra superiore a quelle registrate con anteriori amministrazioni statunitensi.

 

L'importo totale delle multe che hanno dovuto pagare le più di 20 persone naturali e giuridiche condannate in questo periodo, supera abbondantemente quello pagato con le amministrazioni di altri presidenti, ha affermato alla stampa il primo vice ministro del Commercio estero e gli Investimenti stranieri, Orlando Hernandez Guillen.

 

“Di fronte a tali cifre non possiamo parlare di flessibilità delle misure contro Cuba. Al contrario gli Stati Uniti voltano le spalle ogni volta con più forza di fronte alla volontà mondiale d’eliminare al blocco economico e finanziario al nostro paese”, ha affermato ed ha aggiunto che l'applicazione delle sanzioni e delle pressioni degli Stati Uniti alle imprese, banche e ed ai cittadini che commerciano con Cuba, genera un effetto dissuasivo tra i potenziali investitori ed impedisce di stabilire il commercio in importanti settori.

 

Il funzionario denunciò che il blocco e le leggi vigenti, come la Helms-Burton e la Torricelli, impediscono di accedere alle più moderne tecnologie statunitensi per sviluppare l'industria petrolifera, la salute, l'aviazione ed altri rami economici e sociali.

 

“Inoltre, ha detto, si ostacola l'accesso ai finanziamenti provenienti da banche straniere per lo sviluppo di progetti con investimenti esteri direttamente al paese, mentre si penalizzano banche che eventualmente potrebbero partecipare agli investimenti nell'Isola”.

 

“I gravi problemi provocati dalla guerra economica degli Stati Uniti contro Cuba si mantengono con tutta la loro forza e si fanno più forti”, ha sottolineato il viceministro.

 

Nessuna delle misure adottate dall'amministrazione di Obama ha apportato dei cambiamenti sostanziali nella politica statunitense verso l'Isola, o la loro portata è molto limitata.

 

Il viceministro cubano ha sostenuto che anche se Cuba consolida le relazioni con altri paesi, questo non riduce i brutali effetti del blocco, che ostacolano fortemente lo sviluppo economico del paese.