Fustigazione tecnologiche

del blocco

 

 

3 agosto 2011 -  http://razonesdecuba.cubadebate.cu da CubaAhora

 

 

Recentemente Facebook ha annunciato un concorso per informatici che scoprano vulnerabilità nel codice del sito e di nuovo i cubani sono oggetto di divieti a causa dell'ingiusto blocco economico imposto dagli Stati Uniti da 50 anni, secondo una nota pubblicata da Cubadebate.

 

Non è la prima volta; nel dicembre 2010 il social network ha creato una competizione per hackers chiamata Hacker Cup, dove non ha potuto partecipare alcun esperto informatico cubano  portando di nuovo alla luce le sanzioni che gli USA impongono ai cubani per l'utilizzo di Internet.

 

Paradossalmente, "Cuba ha una precaria infrastruttura nelle telecomunicazioni, a causa del blocco degli Stati Uniti, ciò nonostante si posiziona al quarto posto, nel mondo, per capacità nell'uso delle Tecnologie dell'Informazione e delle Comunicazioni (TIC), secondo l'ultimo rapporto dell'Unione Internazionale delle Telecomunicazioni", aggiunge Cubadebate.

 

Dal 1996 Cuba accede a Internet, gli Stati Uniti lo hanno permesso e con la luce verde hanno anche approvato severe sanzioni alle persone fisiche o giuridiche che promuovono l'e-commerce o qualsiasi altro servizio di sviluppo informatico nella nazione caraibica.

 

Ci sono migliaia di esempi che illustrano i divieti tecnologici che soffrono i cubani/e. SourceForge è un software-web la cui funzione è quella di controllare e gestire centinaia di migliaia di progetti di software libero e agisce come un deposito di codici sorgente. Gli utenti di Cuba, Iran, Corea del Nord, Siria e Sudan sono sulla lista chiamata 'Foreign Assets Control sanction list', e non possono accedere a detta pagina e quindi non possono accedere ai programmi e tanto meno sviluppare il software che si trova lì depositato.

 

Ma il premio massimo nelle proibizioni se lo guadagna Google, per mesi e anni la politica di Google nei confronti di Cuba è sempre stata la stessa. Google App Engine, che consente di eseguire applicazioni web nell'infrastruttura di Google; con essa non è necessario alcun server e così l'immagazzinamento e la larghezza di banda fluiscono attraverso loro, ma ciò non esiste per i cubani.

 

Tutti i "proibiti" per Cuba, a causa del blocco, mostrano una piccola dicitura in inglese che informa: "Ci dispiace, ma questo servizio non è disponibile per il suo paese" quando si tenta di accedere da qualsiasi punto della geografia cubana; così nel caso di Google Earth, Destktop Google Search, Google Code o Google Toolbar.

 

Per Google, il semplice fatto di trovarsi negli Stati Uniti, sconvolge la sua filosofia liberale, risponde alle sue leggi ed al blocco. Chiaramente, il megaricercatore ed altri progetti vietati  a Cuba, sono uno strumento indispensabile per acquisire e condividere informazioni e quindi la conoscenza su Internet, ma i cubani non appaiono nella loro qualificazione del mondo.