Gli USA impediscono alle imprese di

 

telecomunicazioni di commerciare con Cuba

 

 

30 gennaio 2011 - Salomone Perez Omar Tratto da La pupila insomne

 

 

El Nuevo Herald di Miami ha pubblicato, nella sua edizione di venerdì 28 gennaio, una notizia con il suggestivo titolo: "Imprese telefoniche USA emarginate a Cuba”. Il riferimento minimizza ad una semplice controversia di prezzo, tra Stati Uniti e Cuba, l'assenza di società statunitensi quali AT & T Inc., Verizon Communications Inc. dal mercato delle telecomunicazioni dell'isola dovuto ad una decisione della Commissione  Federale delle Comunicazioni USA (FCC).

 

La questione è molto più complessa. Nonostante il memorandum dell’aprile 2009 del presidente Obama che dava istruzioni per consentire alle società nord americane di fornire servizi di comunicazione a Cuba, e l'annuncio della società TeleCuba di aver ottenuto una licenza dal Dipartimento del Tesoro per la costruzione di un cavo di fibra ottica tra i due paesi, la realtà è che dal 1962 a Cuba è proibito l'accesso alle attrezzature di telecomunicazione di qualsiasi azienda o filiale statunitense e nel 2000 la comunicazione diretta con gli Stati Uniti, che rappresentano circa il 70% del traffico internazionale di Cuba, sono state interrotte.

 

L’ Impresa di Telecomunicazioni di Cuba, ETECSA, come risultato di questa pratica non può negoziare apertamente con gli operatori statunitensi ed è obbligata a connettersi da paesi terzi con notevoli perdite e difficoltà.

 

Qualcosa di simile avviene per gli operatori cellulari del vicino settentrionale, a cui è proibito stabilire servizio di roaming con l'operatore  cubano CUBACEL.

 

Oltre ad impedire che il paese si connetta alle reti internazionali in fibra ottica, il governo USA ha inoltre evitato - impedendo l'accesso alla tecnologia ed attrezzature  - che questa importante via di connessione si estenda attraverso l'interno del paese, per cui quando sarà completato l’investimento del cavo sottomarino a fibre ottiche tra Cuba e Venezuela, ciò non significherà che automaticamente aumenti l’accesso alla rete delle reti sull'isola.

 

In questa materia diverse questioni richiedono un trattamento giudizioso da parte degli Stati Uniti. In banche USA si trovano confiscati circa 200 milioni di dollari appartenenti a società cubane di telecomunicazioni.

 

Il fatto che l'amministrazione Obama abbia incluso Cuba nella lista dei paesi che, secondo lei, sponsorizzano il terrorismo, incoraggia che, difesa da questa dichiarazione, qualsiasi persona fisica o giuridica negli USA può chiedere di essere risarcita utilizzando i fondi cubani depositati in conti in quel paese ed anche che, determinati giudici, si pronuncino a favore dell'utilizzo di fondi cubani.

 

Sarebbe meglio che il governo degli Stati Uniti riveda il suo attuale quadro normativo attuando gli indispensabili cambiamenti che sono necessari al fine di garantire che le società di servizi degli Stati Uniti, siano in grado di negoziare con l'operatore cubano senza pressioni e nelle stesse condizioni con cui lo fanno con imprese di altri paesi.