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Il traduttore si scusa per gli errori

 

Condannatemi, non importa,

 

la storia mi assolverà!

 

 

15 ottobre 2011 - www.granma.cu

 

 

Quel 16 ottobre del 1953, Fidel Castro, come avvocato esercitò la propria difesa nella causa 37, nelle più difficili condizioni, e affrontando ogni genere di irregolarità, pronunciò la sua trascendentale difesa nota come La storia mi assolverà.

 

La tirannia aveva voluto rinchiudere la verità nella piccola sala dell’ospedale Saturnino Lora, di Santiago di Cuba, dove si era svolta quella sessione del processo per i fatti dall’assalto alla caserma Moncada.

 

Isolandola con le baionette e la censura, il regime si proponeva di impedire che si udisse la voce della Rivoluzione ed aveva imposto una cortina di silenzio attorno alle parole del capo del movimento rivoluzionario, protagonista delle azioni patriottiche del 26 di Luglio del 1953.

 

Ma quello che avvenne in quei giorni, soprattutto quel 16 ottobre del 1953, confermò abbondantemente la forza reale di quel pensiero di José Martí: "Un principio giusto, dal fondo di una caverna, può più di un esercito”.

 

Nell’aula di studio della scuola delle infermiere dell’ospedale di Santiago, il leader della Generazione del Centenario del natalizio del Maestro, sferrò un altro importante combattimento, estensione della gloriosa azione del 26 di Luglio del 1953, che si ripercosse in una schiacciante vittoria morale, politica ed ideologica sulla tirannia pro-imperialista che insanguinava il paese e violava tutti i diritti democratici.

 

Cruda e coraggiosa denuncia del carattere anticostituzionale del regime, dei suoi crimini e delle sue barbarie, analisi profonda della realtà cubana dell’epoca, La storia mi assolverà, è giustamente considerato il più importante documento del periodo repubblicano e fu soprattutto un’arma efficace della lotta politica successiva, per la cacciata della tirannia e gli obiettivi della liberazione nazionale.

 

Quella difesa è un programma politico e d’azione, ed espose con chiarezza assoluta quello che è noto come il Programma della Moncada, il più avanzato che si poteva pianificare nelle condizioni storiche di Cuba dell’epoca, un programma di liberazione nazionale, democratico e popolare, che univa tutto il popolo oppresso e la cui lettura accurata, come ha detto Fidel, mette in evidenza che “noi ci separavamo già completamente dal concetto capitalista dello sviluppo economico e sociale”.

 

Genialmente adeguato alle massime aspirazioni che si potevano proporre nelle circostanze obiettive e soggettive nazionali e internazionali del momento, vi erano espressi i fini immediati della lotta rivoluzionaria ed anche i passi del cammino antifeudale, anti borghese, antimperialista, socialista, che la nostra rivoluzione ha percorso e percorre già da più di mezzo secolo.

 

La storia mi assolverà , la cui lettura sarà sempre una base indispensabile per qualsiasi rivoluzionario cubano, riassume gli aneliti secolari del nostro popolo, come nel loro tempo fecero Carlos Manuel de Céspedes nella Dichiarazione d’Indipendenza, e José Martí e Máximo Gómez nel Manifiesto de Montecristi.

 

Quel documento, più che un’orazione di autodifesa, rappresentò l’espressione dell’interesse nazionale.

 

Trascritto e stampato con la maggior accuratezza e patriottismo, dal suo testo appassionato emerse invincibile l’immagine degli Eroi e dei Martiri del 26 di Luglio del 1953 e divenne irreversibile il cammino rivoluzionario del nostro popolo, come definitiva è stata la guida di Fidel, amato conduttore e Comandante in Capo della Rivoluzione.